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Cos'è il rimpianto?

Con il termine rimpianto si definisce il fenomeno per cui un soggetto continua a pensare ad un evento del passato dove per diversi motivi è finito per non fare qualcosa perdendo la possibilità di ottenere qualcosa.

Il rimpianto solitamente inizia con "chissà come sarebbe andata se avessi fatto..." a dimostrazione che il soggetto non ha fatto qualcosa che poteva fare.

Il rimpianto non fa confuso con una azione sbagliata, una scelta errata, dove la persona aveva due o più opzioni e ne ha scelta una, lì si parla di rimorso.

Il rimpianto si basa sul fatto che la persona per non rischiare, per paura, per qualsiasi altra cosa è piombata nell'inazione.

Il sentimento del rimpianto nasce dal sentimento di perdita, di danno che la persona fa su di sé, riconoscendo che la sua vita è più povera senza quell'azione, ha perso qualcosa, anche solo un ricordo positivo.

Il rimpianto solitamente nasce da insoddisfazioni del soggetto presenti, che rievocano tutte insoddisfazioni simili avute nel passato, un soggetto che non ha un partner è probabile che passi il suo tempo a pensare a tutte le cose non fatte in passato che potrebbero avuto portargli ciò che ora gli manca.

La persona quindi pensa al passato e a cosa ha perso a causa di quella scelta.

Il rimpianto ha tre possibili cause:

- demotivazione, il soggetto per diversi motivi aveva scelto di farlo ma poi alla fine non ha agito perché al momento non riusciva ad essere sufficiente motivato per farlo;

- scelta errata, la persona ha commesso un errore di giudizio sulla situazione, pensando in quel momento che la scelta migliore fosse quella di non intraprendere quel percorso;

- conflitto interno, il soggetto ha lasciato che le emozioni negative ed inibitorie avessero la meglio e non ha agito. Pensiamo all'orgoglio, paura di sentirsi inferiore, di sbagliare, di non dare all'altro soddisfazioni.

Il rimpianto diventa una spinta interna a fare in modo che tale situazione non si verifichi, il soggetto al solo pensiero di rivivere un rimpianto ha più spinta ad agire, questo lo aiuta a superare conflitti interni o la demotivazione, anche ad andare contro una possibile scelta errata, come se per parossismo il soggetto la facesse ugualmente.

Questo può produrre due effetti paradossali:

- il primo è che il soggetto mosso dal rimpianto finisce per fare cose disfunzionali per sé, qualcosa che forse era meglio non fare;

- il secondo è l'effetto fionda, la persona finisce per buttarsi in qualcosa che non ha ancora capito finendo per avere un'esperienza traumatica che lo inibirà ancora di più e lo farà ripiombare nell'inazione.

 

 

 

Seguirà un elenco di disambiguazione per fare chiarezza:

- rimpianto, il soggetto soffre al ricordo di non aver fatto qualcosa nel passato e che desirerebbe avere fatto, il rimpianto si basa sul fatto che il soggetto ha considerato la possibilità di scelta ma poi non ha agito;

- pentimento, il soggetto mostra la propria sofferenza ad un soggetto esterno così che questo possa perdonarlo più facilmente o essere indulgente, sfruttando meccanismi empatici o strategici;

- rammarico, comunicare il dispiacere per ciò che è accaduto all'altro anche se non si ha nulla a che fare con l'accaduto;

- contrizione, il far trasparire e comunicamente il proprio pentiment, evidenziando il rimorso;

- rincrescimento, il soggetto lascia trasparire che ciò che sta per fare lo fa controvoglia e con dispiacere ma che va fatto perché così è giusto o così dicono le sue regole, c'è comunque una situazione di conflitto interno;

- rimorso, il soggetto soffre al ricordo di aver fatto qualcosa nel passato che desiderebbe non aver fatto;

- nostalgia, la persona soffre al ricerco di qualcosa che non c'è più ma che si desidererebbe ci fosse ancora. La nostalgia può essere collegata al rimpianto o rimorso se tale perdita viene fatta risalire ad un proprio comportamento.

 

 

 

 

Il ruolo del rimpianto è quindi condizionante e starà alla base di alcun regole che svilupperà così come di alcune emozioni che porteranno il soggetto a fare delle scelte future. Questo porta a scenari in cui il soggetto per paura di rifare l'errore del passato preferirà di gran lunga il rimorso, cioè la sofferenza per avere fatto qualcosa di cui ci si pente, non che di non averlo fatto.

 

 

Qual è la cosa migliore da fare nei confronti dei rimpianti del passatto? Accettarli, prendendosi nel presente ciò che non si è avuto voltando definitivamente pagina.

Il passato non si può cambiare e se è andato così è prevalentemente per fallimenti educativi e nessi causa effetto verso i quali si può fare poco, la soluzione migliore è godersi presente e futuro che resta.

Perché allora alcune persone continuano a rimpiangere e non fare nulla? La risposta è che in realtà sono le stesse persone disadattate che non possono far altro che lamentarsi del passato che non hanno potuto cogliere perché non sanno cogliere nemmeno il loro presente e non sanno da dove partire per cambiare queste cose, sono persone a cui sfugge completamente il concetto di cambiamento, crescita e investimento esistenziale. 

 

 

Quando una persona diventa felice e appagata chiude immediatamente con il passato, non ha più senso starci a pensare quando ormai il presente è divenuto così positivo.

Questo ci porta alla domanda ma è meglio il rimorso o il rimpianto? Analizzando la questione da un punta di vista statistico ne esce fuori che probabilmente conviene buttarsi e rischiare il rimorso piuttosto che rimpiangere, questa constatazione nasce dal fatto che l'esperienza è fondamentale per crescere e con il rimorso sappiamo come è andata a finire mentre con il rimpianto possiamo solo immaginarlo senza saperlo e sopratutto senza averlo vissuto mai.

Questo si potrebbe tradurre nell'invito ad essere più grintosi quando c'è l'inibizione di mezzo e rischiare il rimorso quando si è indecisi, preferendo tentare invece che evitare per paura delle conseguenze.

 

Questo articolo ci fa capire che per la maggior parte delle persone che sono state esposte ad un fallimento educativo percepiscono e vengono percepite come "normali" nell'aver accumulato una serie di rimorsi e di rimpianti, ci sono persone che ne hanno avuti di più e persone che ne hanno avuti di meno ma è raro che esistano ragazzi e adolescenti che abbiano avuto genitori così efficaci da prepararli a fare scelte razionali e a renderli disibiniti e adattati in ogni circostanza evitando loro qualsiasi genere di rimpianto o rimorso.

Le cose sono andate meglio per chi ha scelto casualmente la strada del "buttarsi" ma per la maggior parte delle persone il passato è costellato da una serie di rimpianti per quello che hanno desiderato e non hanno tentato di prendersi. 

Per alcune persone i rimpianti sono solo eventi spiacevoli che ogni tanto tornano alla memoria mentre per altri sono un tormento continuo, quest'ultimi sono coloro che si ritrovano in una persona che non funziona, disadattata dove non fanno altro che pensare a ciò che hanno perso e che continuano a perdere senza riuscire a capire come e da dove ripartire. Sono persone che probabilmente sono state cresciute con un fallimento educativo tale da pensare che "che la vita si sistemi da sola" perché non hanno mai affrontato nulla e gestito nulla, non sono avviate ad un'ottica di crescita, di capire la realtà ma al contrario sono state riempite di una percezione distorta.

 

Il rimpianto alimentato da fallace e idealizzazione

Alcune persone potrebbero avere una considerazione distorta di ciò che non hanno vissuto deducendola e dandogli un significato diverso da quello che avrebbero potuto vivere. Se la persona quindi si immagina qualcosa di "perfetto e stupendo" ecco che rende più difficile accettare e metterci una pietra sopra, attribuisce cioè a ciò che ha perso maggiore valore di quello che aveva, vedendo in quel rimpianto un errore madornale quando in realtà non ha perso nulla di che.

APPUNTI:

dualismo rimpianti rimorso

 

Esempio di rimpianto, dove la persona si rende conto che per chiudere con il passato forse conviene che si butti almeno nel presente:

"Ecco, io sono perfettamente consapevole di quanto sia stupido questo mio attaccamento ad una persona che ormai fa parte del passato eppure la penso spessissimo. pensavo che non vedendola mi sarebbe passata. non spio il suo facebook da un anno e ho nascosto i suoi post dalla bacheca, non ho mai cercato di sapere cosa stia facendo ora, dove sia, non ne ho più parlato con nessuno. sono uscita con altri ragazzi e sono anche stata fidanzata per qualche mese. ho studiato, ho fatto sport, ho seguito i miei interessi. ho fatto tutto quello che ho sempre fatto quando volevo dimenticare qualcuno. ma non ha funzionato. non che io stia tutti i momenti della mia vita a struggermi per lui come il mostro di ratman per bedelia, ma insomma lo penso spesso e a volte il pensiero di lui mi fa male.

per questo scrivo qui con la coda fra le gambe perché credo di aver capito quale sia l'unico modo che ho per togliermelo dalla testa, ovvero contattarlo.

so che al 99,9% dei casi a lui non gliene strafrega un cazzo di me. in tutto questo tempo niente da lui, se non dei tristissimi "mi piace" su facebook, di solito ne mette due o tre ravvicinati nell'arco di giorni e poi silenzio per mesi

ma credo anche di sapere che forse adesso non è più importante cosa pensi lui di me, ma è sapere di essermela giocata fino all'ultimo per non avere più nessun rimpianto, perché tuttora continuo a rimuginare su quello che avrei potuto o non potuto fare e continuo a sentirmi in colpa".

 

ultima modifica il: 09-08-2018 - 20:41:29
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