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BOZZA

 [suicidio e mentalità suicida

il suicidio che disinibisce altri potenziali suicida

la probabilità che crescere in contesti disfunzionali dove un soggetto si è suicidato fa di questi soggetti potenziali suicidi, proprio perché sonocresciuti con le stesse problematiche]

vedere i pensieri suicidi come un meccanismo di difesa che la persona usa per ristabilire una sorta di controllo della sua situazione dandosi un'alternativa laddove non ne vede più. Se la persona ha un problema che non sa come risolvere o crede di non poter risolvere trova nei pensieri suicidari una valvola di sfogo che consiste in una possibile via di fuga, ma dai pensieri suicidari all'intenzione suicidararia c'è una profonda differenza.

Questo va tenuto a mente per comprendere fin da subito come la tematica del sucidio sia complessa e non è solo "voglio morire/non voglio morire".

Un tentativo di suicidio invece, sopratutto se maldestro, indicano una richiesta di aiuto probabilmente da parte di persone orgogliose che non riescono a chiedere aiuto o non sanno a chi chiederlo (in altri casi potrebbe essere solo un gesto estremo per ricevere attenzioni) e quindi cercano qualcosa che deve apparire agli altri e a se stesso come una "non richiesta di aiuto". 

L'AB propone una soluzione al dilemma se legalizzare o meno il suicidio in casi di sofferenza psicologica.

Qual è questa soluzione? Dimostrare di aver tentato di guarire contattando almeno 4 terapeuti e averci passato insieme 8 anni (che corrispondono circa al 10% del proprio tempo a disposizione nella propria vita). Quando una persona dopo questi 8 anni e 4 terapeuti cambiati continua a soffrire allora le viene dato modo di suicidarsi in modo legale e assistito se lo desidera. 

La questione è che il suicidio acquisce un senso se la persona invece di lamentarsi o limitarti a pensare e desiderare il suicidio ha per anni tentato di risolvere e cambiare la situazione chiedendo aiuto anche ai professionisti del settore, quando una persona ti dice che per otto anni si è sbattuta per cambiarsi girando psicologi, psichiatri e qualsiasi altro psicoprofessionista ma nonostante questo continua a soffrire e non vedere un senso alla propria vita come si può non comprendere che a quel punto la scelta del suicidio ha un senso.

Ognuno è libero di approvare o meno il suicidio, l'AB sceglie di schierarsi quantificando quando leggitimare una persona a suicidarsi in modo assistito ovvero dopo che ha dimostrato di aver speso 8 anni (cambiando almeno 4 specialisti) per tentare di poter tornare a vivere.

Questo indirettamente è un consiglio a chiunque desideri e sia intenzionato al suicidio fa fa te, prima anche solo di prendere in considerazione il suicidio datti da fare per risolvere la situazione, chiedi aiuto a famigliare e sopratutto a professionisti e se questi falliscono cambiali, i problemi nella maggior parte dei casi possono essere risolti e prima di suicidarti è necessario prima di dimostrare se si è realmente in una situazione disperata o se invece si sta annaspando in una vita che ancora non si è in grado di comprendere e gestire.

 

 

si legga l'articolo "percHé esisti"

 

Suicidio consapevole e suicidio non consapevole

L'AB definisce suicidio consapevole quando la persona si rende conto che c'è sempre un modo di cambiare e di migliorare, che c'è modo di cambiare la propria percezione degli eventi e anche di migliorare la propria realtà ma al tempo stesso essendo un essere libero non ha intenzione di andare avanti in quella situazione e quindi nonostante sappia che c'è un modo comunque in libera autonomia non ha interesse nemmeno a provarci e si suicida. Non a caso l'AB propone il suicidio assistito e legale per persone che hanno tentato per almeno 8 anni e con 4 terapeuti diversi di risolvere i loro disturbi e se questo non fosse stato sufficiente allora si entra nella dinamica di "accanimento terapeutico" e la persona viene leggitimata dallo stato stesso a porre fine alle sue sofferenze psicologiche dopo aver fatto il massimo per poterne uscire. Questo punto è fondamentale perché comunque per quanto una persona possa essere consapevole ci sono dinamiche come depressione, apatia, etc.. che potrebbe influenzare questa scelta e non si può leggitimare un suicidio seppur consapevole se la persona non ha tentato di uscirne.

La logica è "non si può passare tutta la vita a cercare una soluzione che seppur esiste forse non si troverà mai o si troverà solo verso la fine continuando a far soffrire qualcuno" l'analogia è quella per cui si tiene una persona invita fra atroci sofferenze solo perché fra 20 o 30 anni potrebbero scoprire la cura.

Per questo l'AB quantifica una soglia oltre il quale va considerato come accanimanto terapeutico fissandola ad 8 anni, dopo di che la persona ha dinnanzi a sé la scelta di continuare o smetterla, sarà la persona che avrà raggiunto una maturità tale dopo questi 8 anni di percorso attivo (cioè basati sul darsi da fare per migliorare e risolvere) per poter scegliere in piena autonomia se desidera continuare a investire per cercare una soluzione o se invece porre fine, la libertà che arriva con la conoscenza e che porterà a scelte valide e ponderate.

Si definisce suicidio non consapevole quelle persone che credono erroneamente che la loro esistenza sia finita, che per loro non ci sia speranza, che non c'è modo di cambiare le cose, etc.. sono persone che nel loro disadattamento non capiscono le dinamiche di cambiamento e aiuto esterno e quindi si convincono di qualcosa che non esiste e se si suicidano lo fanno comunque non essendosi resi conto che in realtà le cose non erano così, il cambiamento per quanto possa essere difficile esiste in ogni caso. Queste persone non comprendono la realtà e probabilmente nemmeno fanno nulla per tentare di cambiare se stessi o trovare la soluzione al problema. il solo fatto che la persona non si renda conto che la soluzione c'è, solo che non si trova o non si riesce ad applicarla, dimostrando quanto abbiano compreso poco della realtà in generale e della loro esistenza come persone, sono persone a cui il suicidio va negato e anche ostacolato perché non sono in grado di vedere la realtà per quella che è, non c'è liberta se la persona non sa nemmeno cosa sta facendo e perché, se la persona non riesce nemmeno a comprendere cosa le stia accadendo e come si può risolvere.

Suicidio maniacale

Si parla di suicidio maniacale quando la persona ha intenzioni suicide che sono inibite da paure varie, quando la persona si trova in un momento di umore elevato e scatta l'euforia disinibitoria ecco che percepisce in quella fase la possibilità di suicidarsi senza avere alcun freno o avverte che ce ne sono di meno, percepisce come se in quel momento l'idea del suicidio fosse "prevalentemente piacevole" e non avendo freno inibitori è probabile che lo faccia. Questo è fondamentale in quanto nel momento in cui ci si rende conto che una persona ha intenzioni suicide se non si interviene questa persona è da considerarsi praticamente morta perché per quanto le inibizioni possano essere intense e durature quando capiterà quel giorno dove queste sono "basse o assenti" ecco che arriverà il suicidio.

 

APPUNTI:

- l'effetto calmante dell'idea di potersi suicidare

ultima modifica il: 03-05-2017 - 10:36:50
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