Il dominio è una pulsione che caratterizza tutto il mondo animale, ma nell'essere umano questa componte diventa estremamente più complessa, perché mentre nel mondo animale questa pulsione spinge a competere prevalentemente in modo fisico, dove il soggetto più forte fisicamente vince sugli altri, nel mondo umano la competizione diventa estramente più complessa e si basa sulla percezione che il soggetto ha, su cosa fa i confronti.
Quando il soggetto usa il dominio per motivarsi, è motivato dalla volontà di vincere, dominare e in alcuni casi perfino distruggere gli altri si parla di grinta.
Anche il detto mal comune mezzogaudio nasce da una dinamica collegata alla pulsione, il soggetto focalizzandosi su altre persone che hanno perso, sono state sconfitte, sono in una posizione negativa riesce a stare meglio perché non si sente così inferiore, riesce in qualche modo a "risollevarsi" a livello di orgoglio concentrandosi su chi sta peggio o come lui.
Con questo termine si definisce una pulsione nota nel mondo degli animali, cioè il fenomeno che potrebbe essere descritto come quello di dominio.
Chiunque guardi un documentario si rende conto di come gli animali in modo diversi siano sensibili al possesso del loro territorio, al possesso del loro partner, etc.. comportamento evidente in quanto gli animali sono per lo più istinto e manifestazioni emotive.
Nell'essere umano questa pulsione c'è ma è più difficile da vedere in quanto questa si intreccia in una personalità più complicata ed elevata.
Per capire questo fenomeno e la trasposizione della pulsione di dominio nell'essere umano si possono fare degli esempi:
- possessività, sia di oggetti che di persone, perché non accettate che qualcuno si appropri delle vostre cose e le usi? Perché non accettate che il vostro partner possa fare sesso con un altro?
- vincita e perdita, come vi spiegate che vincere vi trasmette emozioni positive e perdere emozioni negative?
- invasione degli spazi personali, perché alcune volte non accettate che qualcuno invada i vostri spazi? Si avvicini eccessivamente a voi?
- bullismo, come vi spiegate che alcuni bambini e adolescenti trovino piacere nello schiacciare gli altri e viceversa chi viene schiacciato soffra così tanto?
Quando una risposta argomentata a queste domande non c'è, l'unica altra alternativa è quella della pulsione al dominio, un qualcosa che abbiamo ereditato dal mondo animale da cui facciamo parte e che ancora oggi vive dentro di noi come emozione e come sentimento che ci spinge a fare quelle azioni per una questione di piacere nel dominare e dispiacere nell'essere dominati.
Uno degli esempi più frequenti usati anche nel linguaggiocomune è anche quel del giocattolo dove si osserva che anche se un bambino non ha più interesse nel giocare ad un giocattolo quando questo sta per essere preso da qualcuno ecco che improvvisamente ritorna il desiderio a giocarci, desideiro che nasce dalla motivazione di dominio e far vedere a sé e agli altri che il giocattolo è suo e così né è il relativo dominio.
L'altezzoso è colui che lancia anche l'affermazioni tese non a vantarsi ma a schiacciare l'altro, a sottolineare chi è superiore e chi è inferiore, tentando di vincere, di apparire migliori, di sconfiggere.
L'ego nella sua parte più bassa si manifesta con la sofferenza dell'altro, vederlo rovinato, vederlo perfino morente o moribondo, godendo della distruzione dell'altro ed è per questo che nascono detti popolari come "la gente ci gode quando stai male" e cose simili. Qualsiasi cosa possa essere un simbolo di sottomissione e inferiorità dell'altro è percepita con piacere dell'ego nell'altezzoso. Non ogni persona che insegue l'ego arriva a questo livello anche se a volte potrebbe comunque provare piacere per problemi altrui e iniziarsi a farsi due domande in quanto per questo potrebbe sentirsi un mostro.
Si può parlare sia di ego o di comportamento dominante per descrivere questo fenomeno, questo fenomeno esiste in due varianti:
- simbolismo dominante, la persona tenta di fare cose che trasmettano un messaggio chiaro agli altri ovvero "guardate chi comanda", cioè si parla di dinamiche di gruppo dove la persona tramite azioni simboliche ricerca che gli altri sappiano chi comanda e gli riconoscano tale dominio. Dominio teso a produrre una struttura gerarchica ed essere al vertice;
- superiorità, il soggetto desidera sentirsi superiore schiacciando l'altro, vedendolo o mettendolo inferiorità, sottomettendolo letteralmente parlando tramite un comportamento sfidante, come se fosse un duello. Alimentare l'ego in un qualcosa di più fugace.
Il simbolismo dominante è il corrispettivo umano dei rituali di dominio degli animali, pensate al gorilla che sbatte le braccia sul petto e tenta di dimostrare che sia il più forte e che quel territorio sia il suo, allo stesso modo le persone fanno azioni e dicono cose che hanno l'obbietivo di affermare il loro dominio in un gruppo e in un luogo.
Si parlerà di simboli efficaci quando questi porteranno realmente ad un risultato, cioè gli altri gli riconosceranno realmente tale dominio.
Sono persone che ancor di più sono sensibili ad attacchi di dominio ed offese, persone che quindi reagiscono in modo anche abbastanza violento a qualsiasi cosa venga percepita come un rovesciamento del loro dominio o un gesto che possa minacciarlo, specialmente agli occhi degli altri.
class="messageTitle">essere motivo di orgoglio per i propri genitori
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Ogni tanto mi chiedo se io sia motivo di orgoglio dei miei genitori e non mi so dare una risposta, perchè a mia volta non sono un genitore. Nella mia vita non ho mai fatto gran che, mi sono laureata ma poi mi sono fermata, ho fatto due o tre esperienze nel mondo del teatro a livello di scrittura e poi mi sono fermata, non ho mai portato a casa un ragazzo e di conseguenza non gli ho mai portato a casa un nipotino, mentre i loro migliori amici sono già nonni di due teneri bambini, l'unica cosa che faccio a livello di volontariato,cioè occuparmi di gattini in difficoltà, viene pure mal vista da loro, che mi reputano matta. Inoltre sono un peso economico, ho anche una malattia cronica che sono costretti a subirsi anche loro tra medicine, analisi del sangue, visite mediche. Insomma forse in pratica non ho niente per cui "brillare". magari però ai genitori piaciamo cosi' come siamo e noi figli ci stiamo a fare della paranoie inutili."
superbia eurofica, alcuni soggetti sono superbi ma per inibizione tendono a non mostrarlo ma poi quando sono euforici si disinibiscono e lo diventano, questo spiegherebbe perché alcuni amici in contesti festosi tirino fuori un comportamento superbo che non avevano manifestato prima]
L'AB sceglie di ridefinire la superbia sulla base del secondo significato, andando anche ad eliminare diverse credenze illusorie che sono radicate sulla percezione della superbia.
La superbia sfocia in condotte antisociale perché queste persone arrivano a nutrirsi di invidia e qualsiasi altra emozione negativa suscita nell'altro, perché mentalmente la distruzione dell'altro equivale al fatto che lui sarà ancora migliore per confronto.
Dei danni della superbia è noto probabimente dagli arbori della società e perfino le religioni hanno tentato di arginare questa condotta, ad esempio la religione cattolica l'ha bollato come peccato capitale.
- superbia manifesta/non manifesta, cioè persone che fanno questa sfida nella loro mente, sono persone che si basano per lo più sul confronto e passano inosservati anche ad occhi critici;
La superbia definita in questo articolo viene definita di solito come arroganza, perché quest'ultimo è il termine "jolly" usato per definire queste tipologie dinamiche, si legga il termine arroganza come pagina di disambiguazione.
Cosa prova una persona che subisce il comportamento di un superbo? Teoricamente si è propensi a pensare che le persone che subiscono questa "aggressione comportamentale" anche se psicologica, tendi a produrre senso di inferiorità ma non è così. Una persona dall'esterno non riesce nemmeno a capire esattamente il perché l'altro lo stia facendo (a volte potrebbe essere fatto anche per vendetta) e quindi in base a come percepisce l'evento (quindi in base al suo punto di vista delle cose) potrebbe provare emozioni negative diverse. Ci sono quelle persone che la prendono come un segno di bassa autostima come a dire "loro possono permettersi di farmi queste cose e io invece sono qui che subisco" come se fosse un segnodistintivo del fatto che la persona è un'inetta sociale. Altre persone potrebbero prenderla in modo ancora più specifico del tipo "quelle perosne mi stanno prendendo in giro su questo specifico punto quindi vuol dire che in questa cosa devo essere proprio schifoso, orrendo, etc.."
class="smallfont">"Come smettere di essere un bersaglio facile? Sono uscito con dei ragazzi a lavoro ( quelli con cui mi trovo meglio ) e anche li sono stato l'argomento di tutta la serata. Mi hanno portato unicamente per prendermi in giro.
' ti vedo bene come uno di quei poliziotti che stanno nei gabbiotti tutto il giorno..lavoro da rincoglionito'
E hanno iniziato a dire che le prenderei anchje da poliziotto visto che sono ' troppo buono ' e in divisa sarei un ' mostro '. Mi hanno pure fatto la battuta che con l'arma in mano mi sparerei. Poi mi dà fastidio il fatto che vogliano sapere cosi tante cose della mia vita dagli aspettisessuali e lo fanno perchè sono dei pettegoli. Non mi dite di cambiare cerchia di amicizie...ho notato che purtroppo sono tutti cosi. Insomma faccio sempre la figura dell'inetto imbranato, mi trattano come un bimbo e sembra che non sò stare al mondo."
L'altezzosità non intenzionale è una conseguenza della superbia in cui il soggetto intenzionato a sentirsi superiore senza che se ne renda conto lascia trasparire questo fatto all'esterno e quindi viene giudicato altezzoso.
L'altezzosità intenzionale invece è frutto della superbia stessa dove la persona si sente maggiormente superiore se lascia trasparire la sua superiorità e vede le reazioni degli altri, una sorta di "mi diverto non solo a sentiermi superiore ma anche a schiacciarti, a fartelo notare e farti sentire ulteriormente inferiore".
L'essere altezzosi a volte è qualcosa di valido e oggettivo ma altre volte è frutto di distorsione ed illusioni di un soggetto che si sente superiore ma che in realtà da un punto di vista esterno non lo è.
una persona dominante come viene percepita dall'esterno? Altezzosa se tenta di dominare tramite i racconti di sé, vantandosi (non reale) o descrivendo fatti realmente accaduti, mentre è spocchiosa se c'è una gara in corso, ad esempio una persona tenta di primeggiare di fronte agli occhi di un terzo screditanto l'altro o mettendosi in gara tentando di arrivare alla vincita.
alismo dominanza come componente inconscia e senso di superiorità come il sentimento che nasce dalla coscienza e che può essere spiegato e comunicato anche se comunque affonda in un'emozione che di base è animalesca e non ha spiegazioni se non evolutive]
Per comprendere di quale fenomeno si sta parlando è sufficiente farsi queste domande, perché proviamo una emozione positiva quando pensiamo di essere superiori a qualcuno o quando lo vinciamo? Percepiamo di averlo vinto? Viceversa perché proviamo un'emozione negativa? Queste domande tentano di trovare una risposta ad un fenomeno umano che ci coinvolge tutti a livello biologico e pulsionale.
L'origine di questa pulsione la ritroviamo nella selezione naturale, un qualcosa che coinvolge ogni essere vivente e non solo l'uomo, una pulsione che ha un suo specifico obbiettivo, ovvero quello di spingere solo l'essere più "possente" a riprodursi, in quanto questo competendo e vincendo, lascia i genimigliori alla specie. Questo meccanismo ha permesso alle specie di sopravvivere proprio perché la specie che sviluppato questa emozione aveva una marcia in più dato che lasciava una progenie migliore delle altre.
Gli esseri viventi sono spinti a competere proprio perché vincere li fa sentirsi superiore e produce loro piacere, mentre il contrario produce sofferenza, cosa che non provano solo loro ma anche le femmine che a loro volta si sentono superiori scegliendo il vincente.
Ma nell'essere umano questa emozione ha creato e continua a creare soloproblemi dato che il progresso e il benessere provengono dalla collaborazione e non è più una questione di vincere o perdere, non siamo più nella dimensione del selezionamento fisico per riprodurci e queste emozioni vanno contro il benessere stesso della nostra società, perché spingono ad una competizione mentale, a schiacciare e vincere gli altri a prescindere anche per solo piacere.
La prima cosa che si nota è che nell'essere umano questa emozione non resta come tale ma evolve a sentimento, si fonde con un pensiero che la fa diventare qualcosa che non compare solo nel momento in cui c'è una lotta fisica, ma entra nel campo mentale dei confronti, del come si "percepisce" un'azione altrui, di come si percepisce la realtà e si va oltre il "due persone competono" ma si entra in una dimensione in cui ciò che conta è cosa vede una persona al punto che è necessario parlare di fatto di "sensibilità alla dominanza".
Come fare a riconoscerli? Una persona potrebbe avere difficoltà nel riconoscerli immediatamente perché per un'esistenza intera nella sua noncuranza potrebbe non aver considearto e dato un nome a questi fenomeni emotivi che provava, non ha tentato di spiegarseli e quindi necessita di rianalizzarsi con questa nuova visione per rendersi conto pienamente di questo eventuale senso di inferiorità e di superiorità.
La dominanza si manifesta nell'essere vivente in due modi, uno attivo dove la persona resasi conta delle potenzialità di piacere che il senso di superiorità offre arrivava a pensare "ok, sfidare e vincere mi piace quindi mi metterò in competizione con gli altri" generando la figura del superbo. Ma in alcuni casi la persona potrebbe semplicemente essere "sensibile alla dominanza" cioè anche se non sta attivamente competendo e non ha intenzione di competere, in alcune situazioni comunque finirà per provare queste emozioni e queste influenzeranno la sua esistenza, come ad esempio con la risposta per orgoglio.
La dominanza va a spiegare non solo il fenomeno della competizione diretta ma anche quel parco di sentimenti che nascono da come percepiamo le cose, sia in modo valido che distorto, arrivando quindi a sentirsi inferiori dal nulla anche quando di fronte non c'è nemmeno una persona che ha intenzioni di competere con noi.
- il primo dove assistiamo ad una serie di emozioni che sono frutto di una precisa volontà di sentirsi superiori e che potrebbe portare come effetto collaterale l'inferiorità, quindi una persona che è superba in qualcosa;
- il secondo dove assistiamo ad una serie di emozioni che nascono dall asensibilità che la persona sviluppa e conserva sulla dominanza (cioè che non ha mai fatto nulla per eliminarla) e che la portano a sentirsi superiore o inferiore in modo inaspettato, metnre sta facendo altro perché è come percepisce l'evento che lo fa scattare.
A livello teorico si potrebbe affermare che quanto più la persona ha "inseguito queste emozioni" o ha avuto genitori che l'hanno spinta in questo versante quanto più è probabile che finisca per diventare superba e finisca per diventare sensibile alla dominanza aumentando a sua volta le probabilità di avere una risposta di orgoglio o comunque che in generale queste emozioni influenzino la sua esistenza.
Per capirefacilmente cosa sia la dominanza è sufficiente vedere come si comportano i bambini, per vedere come alcune loro azioni siano dettate da queste emozioni, ad ulteriore dimostrazione dell'innatismo di queste emozioni, che genera anche nei casi più violenti ed estremi il bullismo. I bambini ad esempio vogliono possedere qualcosa e non darla a nessuno perché questo li fa sentire superiori, oppure vogliono essere i migliori, oppure fanno continue sfide perché se vincono avvertono questo benessere. La differenza con l'età adulta è che mentre nel bambino i sentimenti non sono ancora evoluti, sono simili al comportamento animale dove c'è territorialetà, possessione, sfida fisica, nell'età adulta si arriva a cose davvero inimmaginabili e più mentali dove ad esempio una persona potrebbe sentirsi superiore per il fatto che possiede un terreno o che ha rapporti con persone "famose".
La domanda ora è, si può arrivare in età adulta ed eliminare questa emozione? Si ma per farlo è necessario avere una visione diametralmente opposta a quella del superbo, una persona superba per definizione è intenzionata a dominare in alcuni versanti, a sentire quell'emozione di superiorità e questo suo investimento anche in un solo versante le impedirà di attuare il percorso di uscita.
Stiamo parlando di persone sensibili alla dominanza e che intendono cambiare questo stato, che non vogliono più avere reazioni d'orgoglio o lasciare che queste emozioni influenzino la loro esistenza. Quello che va fatto è diminuire la sensibilità e questo si può fare in due modi:
- il primo è di impedire quel percorso automatico che a volte è automatico che porta l'altro a percepire la situazione come una sfida, quindi qui è necessario sviluppare un metodo algoritmico, una visione critica costante in modo da impedire che questo avvenga;
- il secondo è di colmare le realeignoranza della persona ed eventuali lacune attitudinali che potrebbero portarla in quella situazione in cui quando vedono un altro avere o fare ciò che loro non hanno o non sanno fare finire con il sentirsi inferiori.
Entrambe queste componenti ci fanno capire come la soluzione sia nelle prevenzione, una volta che queste emozioni fuoriscono diventa difficile gestirle.
Nel momemtno in cui una persona sa cosa vuole, sa farlo ed è appagato da ciò che ha non ha più alcun motivo per sentirsi inferiore, non esiste più essere inferiori o superiore ma esiste semplicemente "essere diversi", la persona si rende conto di essere una persona unica che ha la sua vita.
Non c'è più un "tu sei meglio di me" o "io sono meglio di te" ma c'è un "io voglio questa vita, mi sto incamminando per raggiungerla e tu sei una persona differente da me".
Qui la situazione diventa più complicata perché le persone che non raggiungono questa dimensione di consapevolezza si trovano di solito in una dimensione di autostima, cioè proprio perché sono in quello stato di ignoranza/mancanza di attitudini tentano di aggrapparsi a qualsiasi cosa pur di trovare delle risposte, finendo per basarsi chi su stinto, chi sui confronti, chi sull'andamento dei risultati, etc.. e questo potrebbe portarli a sviluppare forme di autostima basse e farli sentire per questo continuamente inferiori. Per uscire da questa dimensione la strada è più lunga perché a questa persona non solomancaconsapevolezza e attitudini, ma va anche fatta uscire da questa dimensione illusoria e fallace dell'autostima, che per alcune persone potrebbe essere una trappola ostica da superare specialmente per alcune credenze specifiche che hanno radicato dentro di loro.
Per fare un esempio pensiamo a due donne, una che non ha alcuna concezione di autostima, non comprende la bellezza ma nonostante questo in alcuni casi quando una ragazza viene scelta da qualcuno e lei no, ne soffre, specialmente perché non capisce ed erroneamente finisce per vederlo come una sfida. A questa donnamanca il percorso per capire cosa sia la bellezza, per capire che effetto fa il suo corpo, come è esattamente il suo corpo e riuscire anche a porsi degli obbiettivi con la propria bellezza in modo da uscire da queste dinamiche di sfida con le altre donne. Immaginiamo ora un'altra donna che non solo è ignorante come questa ma ha sviluppato anche una propria teoria distorta sulla bellezza, teoria basata su una serie di concetti che possiede anche in modo disorganizzato o emotivo, per questa donna uscire da questa dimensione è ancora più difficile perché va prima cancellato tutto questo e se la donna ci crede, ne è convinta arriva ad essere quasi impossibile che questo accada.
Questo fenomeno scatta nei superbi o in coloro che conservano questa sensibilità alla dominanza e quindi nel momento in cui pensano di qualcuno in difficoltà avvertono questa situazione di piacere che nasce dal fatto che hanno percepito questa situazione come qualcosa in cui sono superiori.
In sintesi potremmo dire che la dominanza per l'AB è un'emozione che influenza l'esistenza delle persone quanto più queste o sono superbe o sono scaramente consapevoli e nella loro ignoranza e non curanza lasciano che questa emozione cresca dentro di loro, che compaia laddove si percepiscono come in vantaggio o superiori.
E io per prima... Mi spiego. Io sono soddisfatta della mia vita, o sicuramente delle cose principali, mi ritengo una persona fortunata e realizzata (ovviamente non da ogni punto di vista) Per quanto riguarda errori e sbagli, so di avere come tutti delle colpe per certi versi, e per altri di essere vittima delle circostanze. Nella media, insomma. Eppure...mi sembrasempre che gli altri abbiano più di me, questo specie dal punto di vista lavoro e realizzazione. Rosico quando vedo gli altri che hanno lavori prestigiosi. Rosico quando persone che si muovono nei miei stessi ambiti realizzano cose importanti. Rosico quando sono cose che potevo ottenere anche io, ma anche quando sono cose fuori dalla mia portata, o che non ho fatto nulla per ottenere. Rosico quando vedo gente condurre vite molto agiate, o quando vedo che hanno tante persone attorno che li seguono e li apprezzano. Sono così un po' da sempre, e non amo questo lato del mio carattere: vorrei essere in grado di preoccuparmi solo di me stessa, di guardare la mia strada e stop. Poi però parli con la gente, o sbirci stati sui social network...e ti rendi conto che gli altri fanno esattamente la stessa cosa, anzi: se io sto attenta a non lasciar trapelare certi sentimenti, non riconoscendoli come positivi, altri non ne fanno troppo mistero o sono apertamente acidi e frustrati. E allora? Cosa ci spinge? Stiamo parlando di persone con doti, uomini e donne attraenti e intelligenti, con tutto il necessario e anche il superfluo. Cosa ci porta ad essere così competitivi e frustrati? E' una spinta a voler essere migliori o nasconde altro?"
Questa donna usa il termine "rosicare" per intendere quel sentimento di inferiorità che nasce nel confrontarsi con altre persone. Questa donna si illude di essere appagata, ma se lo fosse non starebbe a guardare gli altri. Dal discorso che fa si evince che ci sia una sensibilità alla dominanza, la cosa che è difficile da capire è se questa donna sia superba o se invece sia soltanto orgogliosa. Nel caso fosse superba il suo obbiettivo, che forse ha nascosto a se stessa, è quello di sentirsi superiore a tutti e quindi il suo "rosicare" nasce dal fatto che nell'esistenza che si ritrova non può. Se invece fosse orgoglio il problema è solo di consapevolezza, la persona non ha capito quale sia il senso del vivere e nello specifico della sua vita, non è appagata, non riesce a riempire la sua esistenza e su alcune cose perfino a capirle; questo la porta a guardare gli altri e confrontarsi portandola a questa sofferenza ogni qualvolta percepirà qualcosa negli altri di superiore.
Questa persona anche se sembra non rendersene conto è una persona superba, da quando è piccola desidera superare gli altri, essere superiore ma forse per scelte esistenziali errate nonostante questa dominanza è diventata una persona che si sente prevalentemente inferiore. Forse con il tempo ha tentanto di nascondere a se stessa questa cosa per non soffrirci ma quando guarda qualcuno, il suo punto di vista non può che ricordargli.
Un caro vecchio amico di 18-20 anni fa è entrato a lavorare in una grossa azienda importantissima. Avevamo iniziato insieme a lavorare quando eravamo poco più che adolescenti poi per anni abbiamo avuto solo contatti virtuali sporadici.
Ho provato fortissima invidia e rabbia. In realtà credo il mio sia un problema estremamente narcisistico, non importa quali traguardi abbia raggiunto io, ma non tollero che gli altri ottengano qualcosa, mi sento anche sempre meno del prossimo, malgrado dentro di me sono assolutamente convinto che lui se lo sia meritato (e pure in ritardo); sono quindi frammentato internamente (amore vs odio).
Sono consapevole del fatto che questo sia un tratto del mio carattere e penso che devo in qualche modo convivere con la mia natura, anche se ultimamente le cose stanno prendendo una piega che mi preoccupa un po'.
Da un paio d'anni però (ora ho 31 anni) venuti meno i miei rapporti "sani" storici (qualcuno si è sposato, qualcun'altro si è traserito all'altro capo del mondo, ecc.) mi rendo conto di non essere più in grado di creare rapporti di questo tipo e di aver aumentato notevolmente la dose di rapporti anaffettivi.
Inoltre, mi sono concentrato quasi esclusivamente su rapporti a sfondosessuale (con donne, sono etero) non riuscendo più nemmeno a creare rapporti superficiali e occasionali (.i.e. "andiamo a fare un aperitivo") con persone del mio stesso sesso. Non sarei nemmeno in grado di dire quanti rapporti occasionali con partner diversi ho avuto dall'inizio di quest'anno.
Ciò che mi rende perplesso è che da una parte il mio stile di vita mi piace a riesce quasi ad appagarmi (non "soffro" la mia condizione di fondamentale solitudine né la mia incapacità di creare relazioni stabili/salde) ma dall'altra mi sembra di attorcigliarmi in una spirale discendente che mi condurrà alla catastrofe.
Quando le persone chiamano i fenomeni inerenti alla dominanza con il termine narcicismo:
"Di recente ho acquistato un libro di una criminologa italiana, dedicato al narcisismo perverso, e sfogliando qua e là aveto trovavo delle cosine interessanti in materia di seduzione. "Bancomat.." Di getto, scrivo all'autrice con una serie di riflessioni, e mi sparo a manetta tutti i libri che ha scritto. Sorpresa... Non l'avrei mai detto... sono un narcisista (patologico) introverso. E' la sciagura più grande che possa capitare nella vita, perché significa avere un senso enorme di sè, un ego spropositato, megalomanie, e contestualmente autostima zero, ed evitanza a tutto spiano, per evitare appunto i confronti che potrebbero riverlarsi impietosi. Quindi, ego spropositato, ambizioni enormi, ferocia nel pensiero, irrispetto dell'altro... Ma... come stasera, timore a chiedere un'informazione a chi è pagato per darla. Avere diritto a delle cose, e non prendersele, per qualche timoreassurdo che non ha senso. Ecco, stasera, ho scritto forse la cosa più illuminata dopo sei mesi di "chiusura ticket" e sfondamento alcoolico costante e illimitato, e botte di dolorosa autoconsapevolezza: "Ascolto musica fatta da altri, e non faccio la mia Leggo libri scritti da altri, e non scrivo i miei Leggo, vedo, ascolto, di seduzione e amore, fatti da altri e non creo le mie occasioni" Beati i narcisisti estroversi, che brillano, manipolano alla luce del sole, sono seducenti, scaltri, sgomitano e arrivano in alto. Non ho 60 anni, sto per farne 31, ma sento che la mia vita è "andata". Sarebbe cosa buona e giusta che morissero le ambizioni, ecc. della serie "Sei sbagliato, non puoi farcela" invece diventano ancora più grandi. L'ultima è che voglio fare qualcosa che mi permetta di diventare un/l'idolo delle ragazzine, anche solo un mese.. Ma da bermi intensamente questa cosa, fino all'ultima goccia..... Approfittarne, prendere tutto quello (e soprattutto quelle) che posso. Ma in cosa? pezzi rap? canzoni melense? roba più potente tipo hardstyle o hardcore? Ripiego sulla banalotta house? Scrivere un libro? Però dipende da che tipo di libro... Il coaching non tira... i romanzi.. oddio, non so se ce la faccio... Sul resto boh... Poesie stile Bukowski? Potrei... ma oggigiorno chi se li inc.. i poeti? O.. altra para...Vado in Brasile? Ma sviluppo la pagina sulla moda maschile o quella sulla seduzione? Che cazzo vado a fare in Brasile se non so nemmeno nuotare? è come trasferirsi in Trentino e odiare le escusioni in montagna. Vivo così, con post-it pieni di appunti, millemila idee, cose da fare, che forse neanche un nutrito team di protestanti maniaci dell'efficienza riuscirebbero a mettere in piedi. Con l'ossessione del successo e della perfezione, con l'incapacità di battere una, al max due strade... recidendo le altre. Vorrei fare tutto, essere tutto, sapere tutto, vivere ovunque, sono vorace, di qualsiasi cosa. E non riesco a superare la cosa della bruttezza... Mi sento il più cesso dell'universo, anche se tutto sommato non ho ricevuto feedback così negativi. Mi guardo allo specchio e provo orrore, mi vedo brutto, goffo, malfatto... robaccia di scarto che non deve riprodursi.. per l'amor di dio... Seminare infelicità, giammai.... Passeggio, e ogni donna che non mi guarda almeno due volte lo considero un rifiuto. Dopotutto, se fossi un modello, il feedback sarebbe diverso. Lo so, l'ho visto passeggiando con modelli o simili. E quella sensazione voglioviverla, non so come, so il perché... VOGLIO-VIVERLA, dannato il Cr.... E se mi trasformassi dalla notte al giorno in un modello mi dedicherei alla più selvaggia promiscuitàsessuale inimmaginabile. Recupererei anni di "torti" non richiesti, patiti "a sangue". Eccolo, il narcisista introverso, che ti stuprerebbe la fidanzata e la sorella insieme se gli tagli la strada. Ma non lo farà, è solo lo scatto d'ira del momento. Se gli chiederai scusa, ti sorriderà tipo ebete e ti dirà di non preoccuparti, può capitare. Però due sgasate di Zycklon B te le darebbe... a scopoeducativo. Hai un'opinione diversa? Magari non ti contraddico, ma se contestualmente non parte un qualche feedback di ammirazione, sto pensando che la tua opinione è feccia.. E forse lo sei anche tu come persona (sto semplicemente descrivendo ciò che provo). Ho anche scoperto di essere stato un manipolatore affettivo, inconsapevolmente. Quando l'ho scoperto, ho provato una punta di orrore... ma ... AIUTO... ho anche provato un certo compiacimento, della serie... Fantastico, ho preso una granfiga con un QI superiore alla media e l'ho ridotta per un tempo irragionevole a elemosinare la mia approvazione... sperimentiamo e vediamo cosa succede...Abusiamo di sta cosa... Le tecniche le conosco, anzi, ora l'arsenale è MOLTO più ampio... Terribile... TERRIBILE! Ma tranquilli, sono tutti pensieri, la realtà è che mi alzo la mattina, vado al lavoro, torno a casa, ascolto musica, mi sfondo di alcool o leggo l'ennesimo libro, scrivo appunti che non realizzerò, e torno a dormire. Da solo, ovviamente. Perché sono sì narcisista, ma merdosamente introverso, merdosamente insicuro, solo, cesso e con zero autostima, ritroso verso qualsiasi tipo di relazione in cui possa mostrarmi per quello che sono. Zero e tutto. "Narcisismo&Introversione" è la peggiore sciagura che possa capitare a una persona. Avere l'ambizione, ma non avere il pane, e credere di non avere i denti.... E i denti in realtà ci sono, i contenuti ci sono. Tutti racchiusi nella scatola cranica. Non escono. Ma ci sono... Fasciati in un bozzolo, trascurati, sviliti, violentati, costretti all'oscurità. Una vita buttata, una vita marcia. E materialmente non cessa, perché evidentemente non ho ancora sofferto abbastanza. Perché il primo che ne soffre, se avete una briciola d'empatia, potete rendervi conto che sono io. Sono psicologicamente DEVASTATO. Provate pure ribrezzo, ma è la cosa più sincera che ho scritto in 6 lustri... e se avessi avuto geni e infanzia normale, sarei diverso. E sarebbe meglio, soprattutto per me."
"Perché i ragazzi di oggi sono così superficiali e stupidi?
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Parto da un presupposto, io non mi considero ne intelligente ne superiore a nessuno, però noto che tutti i ragazzi(comprese ragazze) sono superficiali. Tutti vogliono sentirsi superiori e fare i superiori, mettersi in mostra scavalcando gli altri, offendere prendendo in giro chi è più "debole". Purtroppo io sono anche un tipo fuori dai canoni, e questo rende più difficile l'integrazione. Io non mi ritengo una brava persona, ma quando esco cerco sempre di interessarmi di tutti, ma da tutti l'unica cosa che ricevo sono prese in giro. Lo dico spesso, io sono nato per restare da solo."
APPUNTI:
- "specchiati agli altri" sfruttare il senso di inferiorità per motivare un bambino a fare di più, spingendolo di fatto a diventare superbo.
- come comportarsi con i bambini che iniziano a puntare eccessivamente sulla dominanza?
- perché non chiamarlo "potere", perché potere richiama più una questione sociale e psicologica, mentre dominanza rende l'idea di un fenomeno che è inconscio e animalesco, la parte animale di noi che ancora influenza il comportamento;
Si tratta di una peculiarità (o forse difetto) del mio carattere circa il rapporto che ho con le persone che mi circondano: amici, parenti, colleghi, vicini di casa... Sostanzialmente, non riesco a condividere gioie e successi altrui. Sia chiaro, non auguro il male a nessuno, ma provo una sensazione di felicità quando qualcuno non riesce nel proprio intento, qualsiasi esso sia, anche in cose che non mi toccano minimamente. So che per certi versi è una forma di invidia, ma l'invidia presuppone il desiderio di ottenere ciò che la persona invidiata ha, a me invece basta che gli altri non ottengano ciò che perseguono. Questa cosa mi succedesolo nei confronti persone che conosco, specialmente se sono nella mia fascia di età: io sono un ciclista provetto e se ottengo un piazzamento scarso alle granfondo a cui partecipo, mi interessa poco. Se però il mio vicino di casa che gioca a calcio (sport diverso dal mio, quindi non paragonabile) arriva in finale del torneo dell'oratorio, io spero vivamente che perda quella finale, meglio che la vincano degli sconosciuti. Così come ero contento quando mio cugino non ha passato l'esame di ammissione alla facoltà di medicina (io non partecipavo al concorso, quindi non doveva interessarmi). Addirittura mi trovo ad essere contento quando i colleghi ritardatari timbrano alle 8,01 e sono costretti a recuperare il quarto d'ora. Iocredo che tutto ciò derivi dal fatto che fin da piccolo sono sempre stato messo in "indesiderata competizione" con gli altri da parte dei miei genitori: tutti bravi, tutti belli, ma gli esempi negativi non venivano mai presi in esame. Cercando sui Google ho trovato la parola "Schadenfreude" ovvero la "sindrome del mal comune mezzogaudio". Non voglio essere migliore degli altri, mi basta che gli altri non possano sentirsi superiori a me.