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Cosa è il talento? Cosa si intende per talento?

Con il termine talento si definisce in modo generico il valore e le potenzialità che un soggetto dimostra all'esterno, sopratutto nella fase iniziale quando questo talento viene scoperto e apprezzato dall'esterno.

Immaginate di ritrovarvi ad osservare una partita di pallone, salterà immediatamente all'occhio un giocatore particolarmente abile, giocatore che inevitabilmente vi porterà a pensare "è bravo, ha un talento".

Il talento viene usato in particolar modo per le abilità, difficilmente viene usato per intendere valori di altro tipo come quello estetico.

Questo concetto ha assunto questo significato a seguito della parabola dei talenti. In questo racconto vi è un uomo che parte per un viaggio e affida ai suoi tre servi parte delle sue ricchezze. A uno dà cinque talenti, a uno tre, all'ultimo uno. I primi due si danno da fare per far fruttare quanto ricevuto, l'ultimo invece lo va a nascondere. Al ritorno del padrone i primi due gli restituiscono più talenti, ricevendo approvazione. Il terzo servo presenta il talento che aveva tenuto nascosto, ricevendo disapprovazione in quanto il comandamento, implicito, era quello di farli fruttare, di investirli.

Questa parabola ha alimentato l'errata associazione fra talento e innatismo, come se questo talento sia donato alla nascita, come se per natura ogni di noi ricevesse talenti differenti da coltivare.

Alla nascita abbiamo delle predisposizioni genetiche che possiamo sfruttare investendo nello sviluppo di abilità che sfruttino quella predisposizione, esempio un bambino molto alto potrà sfruttare quella predisposizione per fare sport come la pallacanestro, ma la sua abilità in tale sport non gli è stata conferita alla nascita, se la dovrà sudare studiando, apprendendo, allenandosi, etc...

 

Allora il talento cos'è esattamente? Il talento è un'abilità sviluppata dal soggetto che diventa così evidente da essere avvertita e percepita dall'esterno, a prescindere che dietro tale talento ci siano predisposizioni o meno.

Il talento può ingannare, quando una persona parla di talento bisogna ricordare che questo giudizio è frutto di un giudizio superficiale, quando si parla di abilità invece è perché in qualche modo è stato misurato ciò di cui il soggetto è capace.

Facciamo un esempio, immaginate di essere ad una partita di calcio, siete appena arrivati, vedete questo giocatore che sta giocando benissimo e ciò vi porta ad esclamare "che talento!". In realtà il caso ha voluto che voi siate arrivati in una fase in cui il giocatore ha dato il meglio di sé dell'intero campionato, i "5 minuti di gloria" e più seguite questo calciatore più vedete in realtà quanti errori faccia, che non è così capace come sembrava all'inizio.

Capiterà spesso di vedere persone che sembrano avere talento ma non ce l'hanno, abbagliati da una performance eccellente isolata, mentre capiterà che vedremo talenti poi rivelarsi realmente abili e eccellenti in quel settore.

Quando scorgi un talento non lasciarti abbagliare, prendi ciò che vedi come qualcosa da approfondire per comprendere realmente l'abilità di chi abbiamo di fronte.

Pagina di disambiguazione nell'articolo abilità.

 

FINO A QUI

 

Si definisce talento quel substrato biologico che avvantaggia un soggetto nel momento in cui fa un percorso di adattamento portandolo ad un livello di abilità superiore se confrontato con quelli che hanno avuto un percorso simile.

Per comprendere il talentimmaginiamo che bolt e un'altra persona abbiano fatto per anni gli stessi allenamenti, nonostante tutto Bolt va più veloce perché ha una genetica differente. Se Bolt non si fosse allenato andrebbe come una persona normale o quasi, ma adattamento e talento hanno portato a questo livello di abilità.

Il problema del talento è che è facilmente misurabile e osservabile nello sport ad esempio lo è molto di meno in abilità mentali perché non è facile comprendere dove finisce il vantaggio biologico e dove inizia l'attitudine e la differente personalità, i metodi usati per pensare, la percezione, l'emotività i condizionamenti.

Non è detto che due persone che seguono lo stesso maestro e che hanno risultati differenti sia perché uno è più "lento biologicamente nel pensare" dell'altro, sono due persone che hanno avuto due famiglie diversi, due vissuti differenti e i risultati superiori di uno potrebbero essere dati dalla differenza di vita che ha portato uno a capire e sviluppare abilità che lo aiutano in quei compiti dove risulta superiore.

Il talento è un concetto utile in ambito fisico e sportivo, è evidente che a parità di investimento della crescita nelle competizioni fisiche poi alla fine vinca e sia il migliore colui che ha anche un vantaggio genetico.

In tutti gli altri ambiti il concetto di talento decade, non è più utile e si confonde con il concetto di attitudine e restante parte di personalità, questo ci suggerisce che la cosa migliore da fare negli ambiti esistenziali è di crescere non solo nell'abilità specifica ma anche come persona, migliorando la propria personalità a 360 gradi consci del fatto che, tolto il lato competivo, ognuno può auspicare ad un livello di abilità sufficiente per ogni obbiettivo esistenziale che ci si pone.

Elenco di disambiguazione:

Talento, concetto utile a spiegare il substrato biologico che può avere un vantaggio in percorsi di crescita e di adattamento;

Adattamento, percorso di crescita in qualcosa fatto di studio, esercitazione, errori, fallimenti;

Capacità, visione distorta di chi non comprende il concetto di adattamento e pensa che ci si nasca o che sia solo una questione di talento;

Abilità, misura il risultato dell'adattamento, più si fa e più si ha talento più si sarà abili in qualcosa;

Attitudine, misurare quanto il soggetto si trova già adattato a qualcosa anche se non l'hai mai praticata. Questo è possibile in quanto ciò che apprendiamo non è specifico, immaginate una persona che gioca a calcio e una che non fa nessuno sport. Se queste due persone iniziassero a giocare a palla canestro è altamente probabile che il giocatore di calcio risulti più avanti del sedentario in un test attitudinale sulla palla canestro.

 

DA CANCELLARE

Nel linguaggio comune il termine talento è diffuso anche se potrebbe produrre fraintendimento a causa dei diversi significati attribuiti:

- talento per intendere un'attitudine, cioè qualcosa di innato che si manifesta precocemente;

- talento per intendere il vantaggio genetico che una persona manifesta nonostante a parità di allenamento, a parità di percorso si riveli essere migliore di altri.

 

L'AB sceglie di ridefinire il talento sulla base del secondo significato anche se prima è necessario smontare e spiegare ciò che accade nel primo significato.

Quando una persona vede un bambino di ad esempio 5 anni non riesce a comprendere che quel bambino in quegli anni di vita possa aver già fatto delle esperienze e aver appreso delle abilità, questo nasce da un'ignoranza di fondo in cui si percepiscono questi bambini come delle bambole senza cervello, come se non fossero nulla e che un giorno per magia diventano qualcosa di pensante.

Prendiamo l'esempio di un bambino che dal primo giorno che cammina tiene una palla al piede e di un bambino che invece non ha mai visto una palla in vita sua, questi due bambini si presentano a 6 anni su un campo da gioco e la differenza fra i due in termini di gestire e colpire la palla sarà drastica. 

L'ignoranza dei presenti potrebbe portare ad esclamare "caspita si vede che tuo figlio è un talento, ci è nato per giocare a pallone".

Le persone chiamano talento ciò che nella loro ignoranza e chiusura/visione assoluta non riescono a vedere come un abilità precoce sviluppata nonostante mediamente a quell'età non lo facciano, proprio perché chi li cresce li alleva come delle bambole non pensanti (almeno i più).

Il talento si vede solo più avanti con gli anni, dove ad esempio dopo 10 anni di allenamento si inizia a vedere come alcune persone stacchino altre nonostante ci possa essere stata dietro la stessa mole di allenamento.

Qui il discorso si complica perché l'allenamento è relativo, ci sono allenamenti più efficienti, allenamenti meno efficienti, conta anche la testa e la personalità dell'altleta, detta in soldoni è difficile riuscire a capire se lo stacco è una questione di allenamento migliore o una questione genetica dove si è fatto leva su un talento (persona che ha maggiore resistenza fisica, maggiori riflessi, tende ad essere più insensibile e lucida non per personalità ma proprio per formazione cerebrale, etc.)

Ricapitolando le persone erroneamente vedono qualcosa che scambiano per attitudinem quando in realtà è un'abilità precoe e a partire da questa pensano che la persona abbia un talento.

Il talento è tutt'altra cosa e intende spiegare perché alcune volte non ci sia alcuna spiegazione in termini di allenamento, ma l'unica discriminante che resta è quella di una genetica migliore, sopratutto sotto il profilo delle abilità fisiche.

 

L'illusione del tutti nascono con un talento
Diverse persone sono convinte di questo, chi si concince di questa frase di solito lo fa per due motivi:

- è una persona vuota e non ricerca tanto qualcosa in cui eccellere ma qualcosa che possa fare in modo discreto, che lo porti a dire "io so fare questo", in questo modo conserva la speranza del "fino ad ora non l'ho scoperto, può succedere, ma un giorno lo scoprirò";

- è una persona che desidera eccellere almeno in qualcosa, analogamente al punto precedente la persona spera che prima o poi scoprirà questo suo talento e lo cavalcherà per eccelere in qualcosa.

Questa visione nasce in persone ignoranti che o sono vuote o sono persone superbe e competitive e con questa illusione soffrono di meno perché possono fantasticare e avere speranza che almeno in futuro questa accada, persone che se avessero un minimo di consapevolezza su cosa sia l'abilità e cosa sia realmente il talento non starebbero a perdere tempo con questa illusione.

 

 

L'illusione che senza talento non si possa fare nulla

Per lo stesso motivo per cui una persona spera di scoprire i suoi talenti (le sue attitudini) allo stesso modo potrebbe rimanere imprigionata nel concetto di "si nasce con delle attitudini" e quindi nel momento in cui si rende conto che non ci è nata perché non ha trovato nulla autoconvincersi che sarà per sempre una persona priva di qualsiasi cosa, illusione che in alcuni casi è perfino una comodità portando la persona a pensare "siccome non ci sono nato non è colpa mia" e quindi crogiolarsi in uno stato negativo ma che comunque non lo fa sentire in colpa, non la fa sentire responsabile e può continuare a lamentarsi e crogiolarsi in questo stato senza che sia tenuto a fare nulla perché nel suo modo di vedere la realtà "non c'è speranza, non c'è modo".

Come già detto queste sono persone che non riescono a comprendere che a prescindere che si nasca o meno con un reale talento (cioè un vantaggio) è la costanza, l'allenamento, l'apprendimento a far sviluppare le abilità, le uniche problematiche che una persona potrebbe incontrare sono quelle motivazionali ma un conto è dire "so che potrei sviluppare molte cose, il fatto è che non mi piace nulla, non sono motivato" un conto è dire "ci sono nato così, non ho talenti/attitudini quindi sono destinato ad essere così", poi una volta che una persona sviluppa un'abilità può riuscire a capire se c'è un talento, se ha qualche vantaggio genetico.

 

Detto in parole pavore i campioni degli sport sono persone che hanno fatto coincidere una loro passione con il talento diventando delle eccellenze, ma una persona senza talento che sviluppa una "grande abilità" potrà fare lo stesso, potrà avere i risultati che desidera specialmente se non è interessata alla competizione, così come una persona che ha un talento potenziale ma non sviluppa un'abilità su tale versante non solo non lo scoprirà mai ma non ne otterrà alcun vantaggio, come se non ce l'avesse.

 

Il talento si potrebbe definire come una "predisposizione genetica"

Pensiamo alle persone che fanno il record del mondo su una disciplina, se fosse sufficiente l'allenamento a fare da discriminante in pratica a quei livelli ognuno si "avvicinerebbe all'altro" persone che si allenano da un'esistenza intera eppure in una corsa ci sono quelli che arrivano per primi e quelli che arrivan per ultimi, ad alcuni probabilmente avrà fatto la differenza la qualità dell'allenamento ma in altri c'è una questione di genetica, di metabolismo, una macchina corpo più efficiente e meglio costruita di altre.

 

Il ruolo marginale del talento in ambito esistenziale

Una volta compresa la differenza fra abilità e talento ci si rende conto che quest'ultimo interessa solo a persone competitive, a persone che intendono primeggiare, alle altre persone è sufficiente la loro abilità, il saper fare le cose (non solo in ambito sportivo) ma anche in campo esistenziale, che è sufficiente per essere felici, per poter agire laddove si desidera agire senza problemi perché la persona ha sviluppato le abilità dell'altro. Detto in soldoni la felicità può esistere senza che la competizione sia minimamente presente ed è per questo che è possibile essere felici, avere un'esistenza serena anche senza alcun particolare talento, questo metterebbe fine all'ansia e risentimento che potrebbero nascere in persone che desiderano a tutti costi provare ogni cosa per scoprire se hanno un talento, ad alcune persone potrebbe per questo nemmeno interessare, fregandosene se hanno o meno un talento perché ciò che conta per queste persone è appunto essere efficaci ed efficienti per ciò che interessa loro, senza confrontarsi con altri.

 

Prendiamo questo sito e l'abilità esistenziale che vuole trasmettere, prendiamo 20 persone che acquisiscono questo percorso esistenziale e tentano di metterlo in pratica. Mettiamo caso che ognuna di queste persone sviluppi l'abilità per farlo ma poi si scopre che in termini di rapidità e in termini di errori ci sono grandi differenze, persone che in un anno hanno risolto e cambiato la loro esistenza facendo pochi errori e persone che invece ci mettono più tempo, fanno più errori. Ipotizziamo che questo accada perché il nostro cervello nasce geneticamente come qualcosa di simile ad un processore  e ci sono persone che ad esempio a parità di software (come in questo caso che ognuno studia questo stesso percorso e modo di affrontare la vita) avranno comunque un andamento diverso perché hanno un cervello un po' più lento o più veloce, cervello che potrebbe dare più interferenze emotive e cervello che invece ne ha di meno. Se questa fosse una gara l'ultimo ne risentirebbe, ma proprio perché non è una gara ecco che a prescindere dal come ognuna di queste persone raggiungerà l'obbiettivo e non avrà problemi, anche se non ha un particolare talento a livello cerebrale. 

 

 

ultima modifica il: 04-01-2019 - 12:26:36
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