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- Metacognizione -
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Cosa è la metacognizione?

[si parla di metocagnizione nel momento in cui il soggetto capisce il funzionamento del suo cervello in termini di rappresentazione della realtà, sa che la esso stesso può studiare e capire come si rappresenta le cose e finirà per guardarle con un'ottica diversa perché sa che modificando la percezione della realtà (credenze e deduzioni) cambierà la rappresentazione, cambierà la sua visione del mondo, significati, cosa pensa e perfino cosa prova

lo scetticismo su di sè è possibile se il soggetto si scruta in moto metacognitivo, guarda ai propri pensieri chiedendosene la validità e metterli in discussione

 scoperta e pratica già dagli stoici più di 2000 anni fa, la chiamavano prosochè

metacognizione e second guessing]

 

 

Si definisce metacognizione tutta la fenomenologia derivante dalla presa di coscienza dei propri stati mentali, dove il soggetto analizzando il proprio pensiero e le proprie emozioni di fatto ne altera in modo più o meno rilevante gli esiti.

La metacognizione è prevalentemente di due tipi:

- metacognizione indiretta, il solo fatto di mentalizzare il proprio stato altera anche solo in minima parte l'esito, attiva altre emozioni, una componente critica, etc...;

- metacognizione diretta, il soggetto non si limita a mentalizzare ma riflette sui propri stati, li mette in discussione, propone alternative, tenta di regolare tutto il proprio comportamento attraverso l'intervento sui suoi pensieri ed emozioni.

 

Un esempio di metacognizione indiretta ce l'abbiamo ogni volta che facciamo notare qualcosa a qualcuno, lo mettiamo in contatto con i suoi pensieri, quando questo non è mai abituato a farlo, non mentalizza i propri stati ma li vive in modo "naturale" facendoli scorrere. 

La prima cosa che osserviamo è che questo soggetto cambia, è meno impulsivo, inevitabilmente si ferma a riflettere su qualcosa che prima non aveva considerato, il suo stesso pensiero, e di conseguenza è probabile che tutto il comportamento che avrà dopo sarà diverso anche se non mette nulla in discussione.

Il solo fatto di essersi accorto del suo stesso pensiero ne ha alterato il comportamento.

La metacognizione ci cambia, non cambia solo il nostro comportamento presente ma anche quello futuro, perché guardare la nostra mente, rifletterla, ci fa trovare errori, qualcosa che non ci piace, qualcosa che vogliamo diversamente e di fatto lavoriamo anche sulla nostra personalità.

In alcuni casi, quando riusciamo a leggere il nostro pensiero vecchio, quello scritto sopra un diario o un tema scolastico che ritroviamo in un cassetto riusciamo a renderci conto anche di quanto il nostro pensiero attuale sia cambiato, portandoci non tanto ad un'esperienza migliorativa ma alla maggiore consapevolezza che la personalità cambia e che, se vogliamo, possiamo cambiarla in meglio e più velocemente tramite un lavoro metacognitivo attivo.

La metacognizione l'abbiamo provata ogni volta che abbiamo scritto e poi riletto il proprio diario o un tema scolastico, specialmente quandoo che stava leggendo se stesso e di fatto finendo per rianalizzare (specialmente se a distanza di tempo) quello che pensava, come lo pensava e cosa pensava.

Ma cosa vuol dire esattamente "pensare al proprio pensiero"? La risposta la possiamo trovare nella consapevolezza che il pensiero altro non è che "parlare con se stessi" quindi se quando pensiamo stiamo parlando con noi stessi per tentare di analizzare la realtà, capirla e fare scelte, metacognizione vuol dire che il soggetto si focalizza sul suo stesso modo di pensare per migliorarlo.

La metacognizione è quell'attività che inizia nel momento in cui una persona si rende conto per la prima volta che il pensiero non è infallibile, anzi è l'esatto opposto dato che attualmente ci ritroviamo in un momento storico in cui né in casa e né a scuola insegnano a pensare, non c'è lo studio delle fallacie, non c'è l'insegnamento al metodo critico.

Si parte a razzo iniziando a rimpire il soggetto di informazioni senza pensare minimamente alla "qualità del pensiero" e rendere il soggetto consapevole che nella sua testa c'è una macchina di cui conviene conoscere il funzionamento e anche come investire per migliorarla.

Probabilmente un numero significativo di persone nel corso della loro esistenza ad un determinato momento si sono rese conto di ciò e hanno cominciato a fare metacognizione in modo spontaneo senza nemmeno che abbiano dato un nome a ciò che facevano, avendo in alcuni casi dei miglioramenti significativi e in altri no.

Il percorso che si intraprende è difficoltoso e senza l'aiuto esterno c'è il rischio che il soggetto cambi ma senza che ciò sia indice di miglioramento.

Migliorarsi, come già lasciato intuire, vuol dire tre cose:

- preparazione, che consiste prevalentemente nello sviluppare e organizzare i termini, così come un muratore si prepara la valigietta degli attrezzi è necessario avere degli strumenti per entrare dentro di sé. Questo spazia dal conoscere termini nuovi necessari a fare metacognizione diretta al lavorare sui propri termini. Come si può pensare in modo efficace (e poi comunicare) se le parole hanno significati diversi? Se il significato non è sufficientemente profondo e nemmeno chiaro? Diventa fondamentale chiarire il proprio pensiero per poterlo indagare, analizzarlo;

- costanza, guardarsi in modo sistematico su ogni credenza, mettendo sotto il riflettore ogni credenza già accumulata per metterla in discussione e vederne la validità;

- miglioramento, maggiore sono le nostre abilità nel riconoscere ciò che non va e più osservandoci modificheremo in meglio i nostri pensieri, conoscere ogni possibile fallacia così che il soggetto partendo da dati validi non compia errori dedutivi e nel caso rendendosene conto sappia autointervenire sul proprio pensiero scartando tale conclusione ottenuta.

 

Metacognizione vuol dire osservare ed intervenire, vuol dire analizzare il proprio pensiero in modo sistematico, vuol dire rendersi conto che c'è un enorme lavoro da fare sulle parole che si usano e come si usano, lavoro sulle credenze che si rievocano, lavoro sulle deduzioni che puntualmente si fanno.

Questa attività che può essere considerata come uno dei metodi per crescere e migliorare rappresenta un punto di svolta anche a livello psicoterapeutico.

Probabilmente è lo strumento migliore per portare un soggetto ad essere in prima linea, con l'aiuto del terapeuta, a capire se stesso e apportare quei cambiamenti necessari affinché cessi un pensiero disturbante e disfunzionale.

Immaginate che la vostra psiche sia un cervello e il terapeuta sia una ditta di ristrutturazione, la terapia metacognitiva vuol dire che il terapeuta vi chiama e vi dice "ora verrai con me, costruiremo l'impalcatura insieme e altrettanto insieme ristrutturemo questa casa in modo che tu sia conscio di cosa stiamo facendo e perché in quanto la casa è tua e sarai tu a viverci per il resto della tua esistenza".

Qui la situazione diventa complessa e lunga perché il terapeuta porterà il soggetto in un mondo che richiede preparazione ma che è anche probabilmente il migliore per generare un cambiamento duraturo, in quanto di fatto il soggetto poi sarà autonome e pienamente consapevole e nel tempo non necessiterà più della "ditta esterna" per fare lavori.

La metacognizione non va necessariamente intesa come una cosa globale ma può essere usata, specialmente in ambito terapeutico, solo per specifi settori.

 Da una parte quindi c'è la metacognizione come studio sistemico, qualcosa che desiderano le persone che intendo crescere e migliorare in ogni aspetto del pensiero, dall'altra c'è la metacognizione settoriale usata solo per migliore alcuni ambiti del pensiero come quelli critici sui quali è radicato un disturbo. 

 

 

 

APPUNTI: 

metacognizione e funzione del sé riflessivo, la funzione del sé riflessivo si riferisce al come le persone sviluppano le loro prime credenze?

 

metacognizione e mentalizzazione

 

Metacognizione e registrazione dei pensieri

 

DA ANALIZZARE 

 

·       Conoscenza metacognitiva: la conoscenza di che cosa e’ un pensiero, la credenza che i pensieri sono regolabili e non sono dannosi e la conoscenza di strategie per regolarli.

·       Consapevolezza metacognitiva: la capacita’ di riconoscere e focalizzarsi su un pensiero.

·       Distanziamento: la capacita’ di riconoscere un pensiero come un fenomeno mentale oggettivamente distinto dagli eventi.

·       Decentramento cognitivo: la capacita’ di vedere un pensiero come distinto dal se’

·       Controllo esecutivo: la capacita’ di regolare l’attenzione e implementare in modo flessibile le strategie in risposta a un dato pensiero.

ultima modifica il: 04-01-2021 - 14:43:12
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