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- Oppressione -
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Cos'è l'oppressione? Cosa si intende per opprimere?

L'oppressione è un sentimento che prova un soggetto quando si trova di fronte ad un soggetto o ad un oggetto che suscita in lui emozioni che lo spingono ad avere un comportamento non autentico, che non si sente in grado di essere se stesso.

Pensiamo ad un figlio che è continuamente seguito dal genitore che gli dice cosa fare, questo bambino anche crescendo si sentirà oppresso nel momento in cui il genitore lo spinge a fare una cosa che non gli piace o che in quel momento non avrebbe voluto fare.

Il sentimento di oppressione è un ottimo indicatore per stabilire che tipologia di interazione abbiamo con gli altri, più un soggetto ci fa sentire oppressi più vuol dire che ne temiamo alcuni modi di fare, che ci fa essere diversi da come desideriamo essere.

Il sentimento di oppressione nasce in due modi:

- condizionamento diretto, la paura nasce perché è chi abbiamo di fronte a farcela nasce con i suoi modi di fare, con il suo punirci, sia che lo faccia intenzionalmente o meno;

- condizionamento indiretto, la paura nasce o per una somiglianza di stimoli o per ciò che percepisce il soggetto, non si teme qualcuno per ciò che ci ha fatto ma per quello che crediamo, in base alla nostra esperienza pregressa, che ci possa fare.

 

L'oppressione è simile alla repressione.

L'oppressione è quando qualcuno ci spinge a fare in modo diretto o indiretto qualcosa che non ci piace fare

La repressione è quando qualcuno ci spinge a non fare qualcosa, inibendoci, in modo diretto o indiretto qualcosa che ci piace fare o che faremmo spontaneamente.

Per fare un esempio di repressione, pensiamo ad un'aula piena di studenti, quando c'è il prof c'è silenzio ma quando questo non c'è gli studenti fanno più rumore.

Il rumore è la condizione autentica, mentre quando c'è il professore scatta l'inibizione e lo studente se interpellato potrebbe affermare "non parlo e non mi comporto normalmente perché ho paura della reazione del prof".

 

L'oppressione e la repressione vengono esercitate intenzionalmente per due motivi:

- moralismo, l'altro in qualche modo pensa che stiamo sbagliando o che dobbiamo fare una cosa per lui giusta e ci spinge in quella direzione perché non accetta che noi possiamo fare una cosa sbagliata;

- egoismo, l'altro ci vuole usare e quindi ci opprime e reprime per i suoi interessi.

 

oppressione percepita valida

oppressione percepita distorta

 

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class="messageTitle">Mio padre mi fà sentire sbagliata e costantemente infelice

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Ciao a tutti, Vi leggo spesso in questo forum e mi piacerebbe sfogarmi con voi e avere i vostri consigli..
Cercherò di riassumervi il tutto per non scrivere un papiro, la causa del mio malessere è mio padre.
E' una persona particolare, che vuole sempre avere ragione, che ama creare problemi, ama discutere e urlare, e riesce sempre a rendere tutto pesante.
Mio fratello se nè andato di casa a 16 anni e ora che ne ha 30 ha chiuso i rapporti con la famiglia a causa di mio padre , ma questa è un' altra storia.
Io lavoro nel azienda di famiglia e vivo con i miei ( ho 23 anni), lui è partito un mese con mia madre in sardegna e durante questi giorni io sono rinata.
Malgrado il lavoro in azienda continua a non essere il mio sogno mi sono sentita leggera come se mi avessero tolto dei mattoni dalle spalle, il poter avere delle semplici libertà come poter mangiare vegetariano, come poter staccare la spina dal lavoro una volta rientrata e dedicarmi alle mie passioni o rilassarmi, poter sognare e sperare in positivo senza che lui demolisse tutte le mie speranze. Mi svegliavo la mattina sorridente e felice.
Ora tra 2 settimane lui tornerà e io già mi sento male. Ho paura di ritornare come prima. Dove mi svegliavo con una sensazione di stanchezza e di apatia perenne, dove si parlava di lavoro fino alle 10 di sera senza mai staccare, dove non poter più essere me stessa mangiare vegetariano ecc.
Ma non è solo questo ma il fatto che lui riesce a risucchiare tutte le cose positive e a sostituirle con stress e preoccupazioni. Mi dice continuamente che sono sbagliata, che io non capisco, basta che io non mi trovi in accordo con lui e subito iniziano le discussioni dove lui è sempre vincitore.
Litiga continuamente con mia madre e ogni volta che li vedo non vedo amore in loro e comincio a deprimermi, perchè io sogno un amore diverso e lui dice che vivo di sogni e che non esistono rapporti diversi.
Con lui non ho la minima libertà, ogni cosa deve essere decisa da lui.
Un esempio stupido : lui non riesce a stare fermo, non ha passioni o hobby e per lui l' unica cosa importante è il lavoro.
Quindi secondo il suo punto di vista tutte le ore libere devono essere passate a lavorare, quindi la domenica si passa a lavorare in giardino, o a discutere problematiche lavorative ecc.
E ogni volta che volevo semplicemente passare qualche ora a leggere o semplicemente a rilassarmi lui iniziava a discutere dicendo che io me ne frego, che spreco la mia vita, che sono sbagliata ecc.
Insomma torna lui e come un dissenatore risucchia tutto ciò che c'è di positivo lasciandomi solo preoccupazioni, stress e solitudine.
Purtroppo anche se la soluzione più ovvia, quella di andare a vivere da sola, non lo è.
Starei dalle 8 di mattina alle 18 di sera in azienda con lui, e poi dovrei rientrare in una casa da sola dove passare la notte ( cosa che dormire da sola non mi fà stare tranquilla). Oltre a questo utilizzerei tutto il mio stipendio per questo e non mi sembra il caso.
Non so cosa fare. Vorrei trovare il modo di non tornare a sentirmi come prima, come posso fare?
Non ditemi di parlarne con lui, credetemi è una vita che lo faccio e non è mai cambiato niente, anzi!!
Vorrei trovare il modo di cambiare il mio modo di sentire, imparare a essere più forte, a non farmi scalfire da lui.. 
Consigli?"

 

 FINO A QUI

 

Si definisce oppressivo il comportamento esterno che punta ad imporre ad altri comportamenti e pensieri, sia in modo diretto che indiretto.

Ad esempio un genitore oppressivo potrebbe essere quello che tramite una serie di ricatti porta il figlio a studiare ore e ore, portando il figlio a sentirsi oppresso perché percepisce quella quantità di studio eccessiva.

Per dirla in altri termini il sentimento di oppressione compare nei soggetti che percepiscono l'imposizione altrui come un danno a sé, vivendo l'evoluzione di quello scenario in modo negativo.

Uno dei problemi principali dell'oppressione è quello dell'imposizione altrui illusoria, cioè il soggetto percepisce un'imposizione laddove non c'è e questo potrebbe portarlo a sentirsi oppresso anche quando gli altri non stanno facendo pressioni in tal senso.

Questo fenomeno è complesso perché una persona potrebbe confondere l'imposizione altrui esplicita con l'adattamento, ad esempio un conto è conoscere i gusti del soggetto che abbiamo vicino e fare di tutto per accontentarlo, un conto è se l'altra persona ci impone di accontentarlo.

Una persona potrebbe erroneamente chiamare imposizione il fatto che, temendo un eventuale giudizio negativo, agisce per accontentare l'altro anche se non glielo chiede, ma questa non è imposizione è solo una vulnerabilità del soggetto a non riuscire a gestire e accettare le critiche negative altrui.

Quando una persona parla di sentirsi oppressa è necessario indagare la sua realtà sociale per rendersi conto se c'è realmente un'oppressione o se invece il soggetto stata usando erroneamente il termine imposizione o se ha interpretato erroneamente il comportamento altrui vedendo un'imposizione laddove non c'è stata.

 

Violenza pagina di disambiguazione.

 

Oppressione è l'imposizione a fare e la repressione a non fare, un soggetto si sentirà di conseguenza oppresso o represso.

 

 

 

 

ultima modifica il: 16-11-2018 - 10:26:48
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