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Cos'è il rispetto?

Si definisce rispetto quell'attenzione e quell'investimento che una persona compie verso un'altra per non urtarne la sensibilità e non danneggiarla in alcun modo.

Viceversa si definisce dispetto quel comportamento in cui una persona, proprio perché non viene considerata e non ha valore, di disinteresse e quindi è probabile che si faccia qualcosa che urterà la sua sensibilità.

Il concetto di rispetto non va confuso con quello di onorare, si onora nel momento in cui non si danneggia o si migliora la reputazione sociale, mentre il rispetto è qualcosa più mirato al soggetto anche se questi fenomeni solitamente sono collegati.

Per fare un esempio il figlio rispetta il padre se questo non fa nulla che possa farlo soffrire o risentire, misura il suo comportamento specialmente in sua presenza sapendo la sensibilità del padro, cosa gradisce e cosa no a livello di comportamento e modi di fare.

Il rispetto finisce laddove inizia la condiscenza, un conto è fare in modo di modificare il proprio atteggiamento per la sensibilità ma senza particolari sacrifici un conto è arrivare a "sacrificarsi" per i desideri che la persona ha, esaudendo le sue richieste, etc... mettendo da parte la propria persona.

Il rispetto è tanto più richiesto da una persona quanto più questa è sensibile ad alcune tematiche, una persona sensibile al giudizio si sentirà rispettata se le persone che hanno vicino eviteranno di farla sentire giudicata (anche se la giudicano) proprio come forma di rispetto nei suoi confronti.

Il problema del rispetto è che questo nasce in due modi:

- educazione che lo produce a priori;

- rispetto nato dalla conoscenza.

Siccome non tutte le persone lo fanno per educazione sarebbe stupid aspettarsi.

Un altro problema che crea confusione rispetto è quello sull'accettazione, rispettare non vuol dire accettare ed è per questo che anche se una persona inizialmente può dare rispetto poi potrebbe iniziare a toglierlo quando ci sono altre spinte, come l'acrimonia, che superano le motivazioni iniziali a rispettare.

Si può rispettare qualcuno non accettandolo, si se riesce a risolvere ciò che genera avversione o se ci si separa prima che l'interazione prima o poi scivoli in reazioni non più rispettose.

Un esempio lo troviamo nella frase "rispetto tutte le culture", come si traduce questa frase? Con il fatto che un soggetto tenda a rispettare ogni cultura a prescindere di come mi appare e quali pregiudizi io abbia, finendo per non reagire in alcun modo anche verso culture che non si accettano tenendole lontane.

Rispetto non implica accettazione, si può rispettare anche se è impossibile che si riesca a rispettare nel tempo coesistendo con ciò che non si accetta.

 

 

La domanda a questo punto è perché le persone portano rispetto? Per unico motivo, la paura, la persona ha paura delle conseguenze comportamenti se l'altro provasse acrimonia per qualche nostro modo di fare e quindi lo rispetta per paura (da qui la frase onore e rispetto per intendere quelle persone che si fanno un nome e tramite questo nome vengono onorate e rispettate).

Questo punto è fondamentale perché il rispetto esiste ovunque, anche al di fuori delle conoscenze interpersonali, è sufficiente che vi sia paura e si tema una possibile reazione dell'altro.

All'interno delle interazioni più intime può esserci il rispetto ma comportamenti simili nascono anche da altri fenomeni come:

- scambio affettivo, la persona è in un rapporto positivo, con l'altro sta bene e quindi è motivato a rispettare a non far soffrire l'altro;

- educazione, il soggetto è stato educato a prescindere a rispettare, vedendo la mancanza di rispetto come qualcosa che non si fa o collegandola comunque a giudizi negativi altrui.

Ma questi due comportamenti promuovo un comportamento che si definice premuroso, cioè c'è un ritorno d'utile, si è attenti all'altro perché quell'interazione ha un valore, mentre il rispetto definisce quel fenomeno che nasce dalla paura. 

 

 

Da qui la domanda, perché le persone non portano rispetto anche quando sanno che ciò che fanno fa soffrire l'altro e potrebbe essere evitato? Qui i motivi sono tre:

- la persona per vendetta desidera non portare rispetto, la persona è la prima a non sentirsi rispettata e quindi per vendetta fa ciò che all'altro dà fastidio, fenomeno frequente in contesti dove le persone sono vincolate a stare insieme anche se non lo desiderano in rapporti di incompatibilità quali quelli famigliari o di lavoro;

- la persona è sadica o comunque trae un vantaggio da questo, ad esempio la persona che desidera esercitare un dominio sull'altro e quindi mette il suo desiderio di dominare al rispetto per l'altro;

- la persona trova desiderio e piacevole avere quel comportamento, cioè si comporta così perché vive in quel modo e non c'è malizia nel farlo, semplicemente mette se stesso prima degli altri e vive la sua vita considerano una responsabilità altrui quella di soffrirci, persone che sono comunque libere di andarsene.

 

In alcuni casi le persone potrebbero avere così poco acume da non riuscire a comprendere e conoscere ciò che l'altro fa soffrire, in questo caso la persona non può parlare di mancanza di rispetto ma al più di persona che fatica a conoscere gli altri. Qui si hanno due opzioni o si chiude il rapporto puntando a persone più acute o si dice chiaramente ciò che dà fastidio.

 

Per alcune persone il rispetto è un'esigenza al punto tale da poter interagire solo con persone che le rispettano, altri invece potrebbero accettare o sopportare mancanza di rispetto ognuno con i suoi limiti personali.

 

In conclusione potremmo dire che il rispetto altro non è che modificare il proprio modo di fare in modo da non urtare la sensibilità di chi abbiamo di fronte quando la conosciamo, si porta rispetto per diversi motivi così come si potrebbe non portare rispetto intenzionalmente per diversi motivi, in ogni caso si può parlare di rispetto solo se la persona conosce la sensibilità dell'altro.

 

Rispetto preventivo

In alcuni casi la persona potrebbe avere un comportamento neutro e quanto più formale possibile in modo tale che preventivamente non posso urtare nessuno, ma questo non sarebbe vivere sarebbe annientarsi in un'ottica della sensibilità altrui, questo ha un senso in rapporti diplomatici e di lavoro ma per rapporti amicali o di amore conviene essere se stessi, se questo urterà gli altri si sarà solo fatta una selezione conveniente in modo che rimangano solo le persone per cui "essere se stessi" non sia un particolare problema.

Questo ci suggerisce che in un'ottica di rapporti d'amore e amicali conviene essere se stssi senza aver paura di non piacere, di urtare la sensibilità di qualcuno, il fatto che questi se la prendano e vadano via è solo un vantaggio selettivo, poi verso le persone che rimarranno si potrà fare un discorso di rispetto se c'è comunque qualcosa che li urta e non è un problema venirgli incontro.

 

Non si possono rispettare tutte le persone, per alcune non c'è compatibilità e va accettato il fatto che mancare di rispetto a qualcuno a volte è solo la conseguenza dell'incompatibilità e inconciliabilità di due personalità, se per una persona fa parte della sua personalità e dei suoi desideri di rapporto prendere in giro ogni tanto senza alcun obbiettivo negativo o malizioso, mentre l'altro è sensibile a questi sfottò sebbene lo percepisca come una mancanza di rispetto una persona intelligente è anche in grado di comprendere che non c'è malizia, che non era sua intenzione mancare di rispetto intenzionalmente e quindi metterla sul piano dell'incompatibilità piuttosto del "mi manca di rispetto apposta per farmi soffrire".

 

Il rispetto è una delle diverse variabili che compongono la compatibilità, c'è chi accetta mancanze di rispetto e chi no, ciò che conta è comprendere il rispetto nelle sue motivaione, saper riconoscere se l'altro stia mancando realmente di rispetto e se conosce le sensibilità dell'altro poi con questa visione d'nsieme fare scelte valide sul da farsi.

 

Prevenire comportamenti irrispettosi:

- se gli altri ci considerano deboli e inferiori è probabile che inizino comportamenti tesi a sentirsi superiore, sfruttando tale opportunità, cosa che si rivelerà probabilmente irrispettosa per sé, quindi mostrarsi alla pari o superiori agli altri previene tale possibilità;

- se gli altri ci temono è probabile che non solo si inibiscano ma per primni considerino conveniente investire nel rispetto nei nostri confronti;

- risultare una persona di valore e stima agli altri previene comportamenti irrispettosi e facilita il rispetto, in questo caso per scelta dell'altro conseguende alla stima e all'evetuale adorazione.

DA RIVEDERE

 

I paradossi del

Elenco di disambiguazione ammirazione.

Si definisce rispetto quel comportamento che una persona mette in atto intenzionalmente per non far risentire o offondere qualcuno.

Esistono due forme di rispetto:

- comportamento standard, la persona tenta di dire o fare il meno possibile, si attiene a dei comportamenti di circostanza standardizzati basati su dire poco, esporsi poco, sorridere, dire costantamente si, fare complimenti finti, etc..;

- comportamento costruito su misura dell'altro, la persona conoscendo l'altro sa cosa dire o fare e quindi anche sbilanciarsi un po' di più perché tanto sa cosa l'altro approva o perfino apprezza.

 

Rispetto non intenzionale, la persona con i suoi modi di fare ha fatto in modo comunque che l'altro non provasse alcun fastidio. Le persone che più hanno socializzato hanno finito con il tarare il loro comportamento in modo che rispetti la maggior parte delle persone che sono vicine alla loro sottocultura.

 

L'esigenza di rispetto per la sensibilità, le paranoie, i problemi a carico delle proprie carenze.

BOZZA

 

Per capire il rispetto è necessario avere chiari prima determinati concetti: 

offesa, sentimento soggettivo che prova un soggetto quando percepisce un'azione esterna come qualcosa che vada a minacciare il suo "dominio personale" o la sua immagine pubblica, qui si potrebbe innascare una situazione paradossole dove il soggetto che dall'esterno venga visto in un modo e quindi si offende ogni qualvolta una persona dice ciò che sta pensando in quanto per il soggetto c'è un'illusione che gli altri lo vedano in modo diverso;

insulto, parole e frasi che hanno un significato oggettivo ovvero che appaiono alle persone che osservano la scena come cariche di un significato teso a colpire la persona in modo personale o impersonale e con la possibile conseguenza di danneggiare anche la sua immagine sociale. Impersonale è "sei un coione" "non servi a niente" "sei uno schifoso" "sei una merda" etc.. Personale invece è dire ad una persona in sovrappeso "sei un ciccione di merda";

ingiuria, il soggetto è presente e viene insultato con pubblico o senza pubblico, in caso di ingiuria pubblica la condanna è più pesante;

diffamazione, il soggetto non è presente ma scopre che che a sua carico sono state delle cose le quali sono state ascoltate da almeno due persone, nel dettaglio si parla di essere stati insultati o di aver proferito falsità che ne hanno alterato in negativo la reputazione;

onore, la terminologia che usano le persone per intendere che non accettano di essersi sentiti inferiore e quindi parlano di "questione d'onore" in pratica la condotta che porta avanti una persona orgogliosa e che nella sua relativa sensibilità percepisce alcuni eventi come un tentativo di dominio nei propri confronti;

riverenza, una particolare forma di comportamento che si osserva nelle gerarchie dove un soggetto si comporta seguendo specifiche norme ed evidenziando la superiorità di chi ha di front ubbedendovi;

rancore, il soggetto non accetta determinate cose e quindi prova del rancore che poi potrà evolversi in diversi sentimenti quale rabbia, risentimento, tristezza, etc..

dignità, il soggetto ha una  visione delle norme assoluta e quindi reputa le persone esterne degne o indegne in base al loro comportamento e se segue le norme di comportamento

 

Ingiuria e diffamazione designano un intervento dello stato che punisce chi li compie, ma queste non esistono nel caso un soggetto si senta offeso ma solo se ciò che ha subito viene riconosciuto oggettivamente come un insulto. Se un soggetto si sente offeso senza che vi sia stato un insulto "è un problema suo". Per capire ingiuria e diffamazione è necessario capire la differenza fra insulto oggettivo e la libertà di giudizio e di parola che può generare offesa specialmente in soggetti suscettibili. Detto in altri termini da un punto di vista legale una persona può dirti quello che desidera fino a quando non gli chiedi di smetterla (se continua diverrebbe molestia) o fino a quando non insulta.

Se vi sentite offesi senza che l'altro vi abbia insultato avete solo due opzioni:

- chiedere che la smetta;

- interrogarvi sul fatto perché le parole di una persona che non vi stia insultando vi abbiano fatto sentire offesi.

 

Avere chiari questi concetti è fondamentale perché laddove non arriva la legge c'è il concetto di rispetto (ingiuria e diffamazione sono coperti dalla legge), cioè le persone con questi termini chiedono e disapprovano quei comportamenti elencati.

Prendiamo una persona che si è offesa e invece di interrogare se stessa si lancia contro l'altro disapprovandolo e dicendogli "tu mi devi portare rispetto" cosa che in questo caso vuol dire "devi smettere di produrre quel comportamento che mi fa sentire offeso".

Oppure prendiamo il concetto di rancore dove una persona con la frase "tu mi devi portare rispetto" indica che il soggetto pretende che l'altro non faccia quel comportametno che genera in lui rancore.

E così via per ognuno di quei punti sopra citati (escluso diffamazione e ingiuria) facendo capire perché il termine rispetto di per sé possa significare numerose cose ma in ognuna resta la costante di un soggetto fragile che invece cercare di capire perché un esterno abbia un potere emotivo su di lui pretende che il mondo cambi e che lo rispetti.

Non è un caso che la legge punisca solo ingiurie e diffamazioni che sono le uniche che potrebbero davvero danneggiare il soggetto e quindi evitano che una persona "si faccia giustizia da sola" mentre gli altri fenomeno evidenziano un soggetto che non ha capito il mondo e pretende che gli altri non agiscano nei confronti di quella che è una sua fragilità.

 

Esempio pratico se un soggetto afferma "sei una grassona di merda, fai schifo, non farti vedere più in giro" il soggetto può denunciare il soggetto per diffamazione (se l'ha detto quando non era presente) o ingiuria e perfino per discriminazione, ma se una persona ci dice che ci vede grassa e ci giudica come tale non può fare nulla se non chiedere che questa persona non glielo dica più accettando un dato di fatto umano ovvero che ognuno è libero di giudicare chiunque se non insulta nessuno e chi si sente offeso è "un suo problema".

 

Quando una persona si indigna per un comportamento che viene fatto nei suoi confronti altro non fa che dimostrare la propria ignoranza e visione assolutistica non capendo che in realtà le norme che crede siano universali non esistono e che un soggetto può fare quello che desidera nei limiti della legge.

Il rispetto ha comunque un potere non indifferente nei confronti di persone sensibili e succubi in quanto queste persone potrebbero comunque fermarsi di fronte a questa disapprovazione e questi giudizi nel sentirsi dire che "ha mancato di rispetto" producendo imbarazzo o senso di colpa, ma questo non è efficace verso ogni persona.

 

 

Il rispetto produce un fenomeno paradossale in quanto se le persone chiedono rispettono e poi non lo ottengono soffrono doppiamente in quanto non solo soffrono per un comportamento esterno a cui sono fragili ma anche per il fatto che una persona abbia mancato loro di rispetto anche dopo che hanno espressamente chiesto di non farlo cosa che non si accetta e quindi genera maggiore rancore. Ma come abbiamo detto nel corso dell'articolo dire ad una persona "portami rispetto" senza aggiungere altro vuol dire in pratica non farsi capire in quanto sono numerosi gli aspetti ed è necessario comunicarli in modo che l'altro sappia esattamente cosa fare, questo ci spiega perché anche se le persone dicono "ok ti porterò rispetto" continuano a generare gli stessi attriti perché non c'è stata una reale comprensione su cosa andava fatto esattamente.

 

La più frequente forma di rancore è il ricevere un giudizio non gradito perché la persona è succube e preferirebbe che le persone non esprimessero il proprio giudizio

 

 

Il rispetto come già detto ci indica in generale delle persone che invece di capire i propri errori, la propria sensibilità e fragilità e la propria percezione distorta se la prendono con il mondo e con gli altri, queste persone si riconoscono perché fanno dei discorsi dove dicono che gli altri sono sbagliati, che così non va bene, che non ci si comporta in quel modo il tutto per giustificare e non guardare che il problema sono loro e non gli altri che sono liberi di fare quello che desiderano nei limiti della legge. Per quanto si possano criticare alcuni comportamenti presi nel dettaglio non si può criticare la libertà anche di fare errori, per questo se una persona soffre è "sempre causa" della sua sofferenza perché sta al soggetto svegliarsi, cambiare e capire il mondo in modo che la normalità non possa più ferirlo. Il rispetto è poi il fallimento finale dove la persona invece di lavorare su stessa pretende che il mondo si adatti a lei e la rispetti.

 

 

FINO A QUI

 

[da collegare rispetto con riverenza e onore]

Nel linguaggio comune il termine rispetto tende a produrre fraintendimento a causa dei diversi significati attribuiti, elenchiamoli:

- rispetto per intendere l'osservanza delle regole e delle leggi, cioè per intendere che una persona segue una specifica legge o regola morale;

- rispetto per intendere il fenomeno della mancanza di offesa e di risentimento nei confronti di qualcuno, dove la persona attivamente fa in modo di non urtare e non far risentire qualcuno;

- rispetto per intendere un giudizio positivo generale con frasi come "la persona ha una casa di tutto rispetto".

 

L'AB sceglie di ridefinire il rispetto sulla base esclusiva del secondo significato per intendere quel fenomeno in cui una persona non produce alcun comportamento in grado di generare sentimenti negativi nell'altro.

Questo fenomeno può essere visto in due modo:

- il primo in cui una persona tende a rispettare gli altri come forma strategica, il rispetto altro non è che la constatazione che se l'altro non prova alcun risentimento o sentimento negativo nei propri confronti difficilmente usciranno conflitti e problemi nel rapporto;

- il secondo dove un soggetto esige rispetto dagli altri, cioè la persona vede gli atti "negativi" altrui non solo come qualcosa che fanno soffrire ma anche come una mancanza di rispetto, generando quindi una situazione ancora più negativa e con maggiore risentimento perché la persona se la prende sia per l'atto in sé sia per come lo percepisce ovvero come una "mancanza di rispetto".

 

La logica dietro questi due punti non va confusa con  la mancanza di assertività, qui non si tratta di obbedire ciecamente a qualcuno e prostrarsi alla sua volontà perché questa persona vede qualsiasi emozione negativa come una mancanza di rispetto, si tratta di non aver alcun comportamento e non fare alcuna azione che una volta recepita o conosciuta dall'altro possa essere vista in modo negativo. Il modo più facile per rispettare qualcuno paradossalmente è "non interessarsi a lui" non parlare mai di questa persona, non fare nulla e limitarsi a dire "si si" ogni volta che questa persona parla. 

Se una persona ci chiede qualcosa e noi non le obbediamo questa non verrà percepita come una mancanza di rispetto, la mancanza di rispetto potrebbe essere "la messa in discussione" cioè una persona parla e l'altra la critica, cosa che non viene accettata e la persona si risente.

Ogni persona è unica, ogni persona ha la sua sensibilità e solo conoscendo la persona si può iniziare ad agire senza toccare i suoi punti (trigger emotivi) più sensibili, questo si traduce in un "se non la conosci limitati a non fare nulla, ma anche se la conosci se non dici nulla comunque ti eviti qualsiasi possibile noia".

Il rispetto preventivo aiuta le persone a vivere più serenamente specialmente se circondate da persone sensibili, anche se comunque questo produce una situazione finta in cui il soggetto non si esprime per il quieto vivere, questo accade in quei soggetti che si rapportano con persone che non conosono a sufficienza o con persone con cui non sono compatibili ma per convenienza o dipendenza non si sono ancora allontanate. 

Le persone che esigono rispetto invece finiscono di solito per restare sole o nel ritrovarsi vicino a loro persone finte, non esiste una morale assoluta e non esiste una sensibilità assoluta, una persona che esige rispetto in pratica sta chiedendo alle persone intorno a loro di modificare il loro comportamento affinché il loro modo di fare non le infastidisca e le faccia sentire rispettate, quante persone sono disposte a fare questo? Poche.

Di solito le persone che esigono rispetto hanno una visione gerarchica, cioè sono persone che per prime si rendono conto che il rispetto non lo possono chiedere da tutti ma solo da alcuni membri così come loro continuano a dare rispetto solo ad alcune persone. Una delle forme di rispetto più diffuse è quella per anzianità, il soggetto si spiega alle persone più anziane e accetta anche di buon grado questo dovere specialmente se si convince che poi in futuro le persone più piccole di lui gli daranno rispetto.

Ma come nasce questo bisogno di rispetto? In due modi:

- uno è morale, la persona è stata educata ad una morale del rispetto e non accetta in particolar modo la mancanza di rispetto  da quei soggetti che secondo la sua morale dovrebberlo dargliela;

- uno è data dall'ipersensibilità, il soggetto matura una visione del rispetto come meccanismo di difesa rendendosi conto di quanta sofferenza provi quando altri soggetti lo fanno risentire, è come se la persona nascondesse sotto l'etichetta del "mi mancano di rispetto" una sua eccessiva sensibilità, una sua fragilità e finisce con il tempo per autoconvincersi che il problema sia realmente la mancanza di rispetto, esige che gli altri la smettano ma in realtà quello che c'è sotto è una ipersensibilità. Questa visione di comodo comunque finisce ugualmente per generare un sentimento basato sul rispetto perché questa persona ora crede che gli altri debbano rispettarla e percepisce queste azioni negative nei suoi confronti comunque come una mancanza di rispetto.

 

Questo ci suggerisce che nel primo caso la persona nella sua visione assolutistica e ignorante non si sia resa conto che la morale a cui ha obbedito era "unica" e non assoluta, la dimostrazione ne è proprio il fatto che ci sono soggetti che non la rispettano come invece pensava che sarebbe successo. Solo accettando che la propria morale era "fasulla" si può iniziare ad uscire da questa dimensione per poter capire meglio cosa stia succendendo a livello sociale, perché ci siano soggetti che comunque la fanno risentire in quel modo.

Nel secondo caso invece ci suggerisce che c'è una fragilità che va risolta, una sensibilità verso gli altri così accessa che va diminuita così che la persona possa smettere di nascondersi dietro il fatto che gli altri le manchino di rispetto per riuscire ad accettare meglio le dinamiche sociali che fino a quel momento invece "la tormentavano".

 

Una persona saggia e priva di fragilità non avverte la necessità di esigere rispetto ma al contrario punta a stabilire rapporti di compatibilità in modo che non soffra per eventuali comportamenti altrui e al tempo stesso sa che gli altri anche la accettano per come è. Una dinamica sociale senza rispetto è possibile se le persone che vi sono all'interno sono così saggie e mature da selezionarsi per compatibilità non esistando nello scartare e farsi scartare quando non si possono accettare alcune dinamiche.

Quello che resta altrimenti è una rete sociale finta dove si tende a non dire ciò che si pensa o a non sbilanciarsi per non richiestare di mancare di rispetto sia in generale sia a qualcuno che lo esige.

 

Le dinamiche sociali irrispettose

Alcune dinamiche vengono definite irrispettose per definizione, ad esempio immaginate una persona a cui confidate un vostro fatto intimo e poi questa lo va a raccontare ad altri prendendovi in giro e giudicando in modo negativo ciò che è accaduto, chi potrebbe accettare una cosa del genere? 

La dinamica del rispetto ha quindi una variante relativistica, che è in pratica quella più utile che ci ricorda che alcuni comportamenti ad alcuni soggetti generano risentimento ed altri no, come ad esempio quello di fare una critica o esprimere la propria opinione ed una meno relativistica che va a colpire quei comportamenti che vengono riconosciuti dai più come negativi.

Il punto è in pratica lo stesso, ci sono soggetti che soffrono per questo fatto per un'eccessiva ipersensibilità e chi invece non accettano che quel determinato soggetto moralmente abbia compiuto quel gesto, l'unica differenza è che qui non si parla più di relativismo ma di qualcosa abbastanza comprensibile e difficile da accettare per chiunque, una persona saggia risolverebbe questa situazione sotto il profilo dell'incompatibilità allontanando tale soggetto.

Tenere a mente questo è fondamentale per discriminare una dinamica di rispetto relativistica per un soggetto che è sensibile a particolari comportamenti e una dinamica di rispetto invece scontata dove le azioni fatte sono talmente "negative" a livello oggettivo che in pratica è scontata una reazione del genere in qualsiasi soggetto che abbia una visione improntata sul rispetto.

 

"Esempio banale che però è molto attuale.
Io sono ateo, e di conseguenza quando sono particolarmente stressato o arrabbiato tra me e me o al massimo con una persona che so di per certo non è credente, mi capita di imprecare. Ma fin qui credo di essere coerente, non credo e quindi questo genere di volgarità, finchè "privata" o con gente con cui me lo posso permettere va anche bene. Ma se solo dovessi trovarmi con un credente, mio amico o perfetto sconosciuto, non mi permetterei MAI di usare quelle parole davanti a lui, per rispetto.
Ma ormai in internet, e ahimè anche nella vita di tutti i giorni, la parola rispetto si sta sempre di più sbiadendo.
Su Facebook ma anche su altre piattaforme noto questa cosa, ma quella citata sopra è soltanto un esempio. Gente che si insulta a vicenda perchè hanno opinioni diverse, provoca volontariamente con bestemmie perchè quella persona è cristiana... ok, uno può dirsi con uno schietto "benvenuto sul web, il regno dove la gente è invisibile, perennemente nascosta dietro i loro forti chiamati Monitor custoditi da dei Troll, in un regno dove non esiste legge e rispetto"... il fatto che questa cosa (ai tempi in cui io frequentavo la scuola ed ero "fuori nel mondo") l'ho notata anche di persona, sopra anche la mia pelle e non parlo di bullismo.
Sappiamo tutti che internet pullula di gente immatura (nel senso che sono proprio dei bambini o ragazzini appena cresciuti) che finchè si trova al protetto può trattare chiunque come gli pare e piace, ma nella realtà no.
L'esempio delle bestemmie vale, ma esiste anche lo scherno e altri mille comportamenti che si fanno a perfetti sconosciuti di persona.
Poco fa ho avuto anche una conversazione con uno di questi "troll" dell'internet il quale ha insultato un utente sotto un commento di Youtube perchè ha esposto una sua opinione. Gli ho chiesto i motivi, se lo faceva solo per "trollare" o per altri motivi. La sua risposta è stata "non mi interessa nulla del rispetto".
Probabilmente è stato una coincidenza beccare una persona come lui, ma in tal caso sarei stato molto fortunato.
Questi episodi li vedo sempre di più non solo su Siti in cui l'anonimato è preservato, ma anche su Facebook dove metti la tua faccia e la tua reputazione, sito che si avvicina di più alla "vita reale".
Niente, questo è stato un mio semplice sfogo. I coglioni (passatemi il termine) esistono dappertutto ed è inevitabile avere a contatto con almeno uno di loro, ma comunque il rispetto lo vedo sempre di meno indipendentemente dal luogo."

APPUNTI:

La difficoltà di dire "si si" e non rispondere a persone che non solo esigono rispetto ma sono anche persone provocatorie, persone che istigano alla rabbia a reazioni "violente e offensive".

BOZZA

il bisogno di rispetto, la persona che percepisce il risentimento sotto forma di mancanza di rispetto.

Il rispetto è un sottogruppo della morale, la persona con il termine rispetto fa riferimento ad una serie di doveri comportamentali che si aspetta di rivevere dalle persone nei propri confronti.

Mediamente il rispetto si basa su una serie di regole che fanno in modo che la persona non soffra e vengono applicate  sul modello del "rispetta chi è un tuo superiore" anche se a volte viene utilizzata anche fra il gruppo dei pari, cioè di chi si considera sullo stesso livello più o meno.

Il rispetto ad esempio è qualcosa che un genitore impone ad un figlio o un capo ad un suo dipendente facendo anche leva sull'effetto "autorità".

La logica è del "io ti ho creato, io ti alimento, io ti ho dato diverse cose e tu in cambio è come se mi dovessi qualcosa e quantomeno devi sforzarti per me nel seguire questo comportamento, è un tuo dovere nei miei confronti".

Questo vuol dire che quando si richiede il rispetto si richiede implictamente anche di adattarsi al proprio specifico caso anche se qui poi si creano numerosi fraintendimenti dato che il richiedente potrebbe avere una visione assolutistica e confondere l'altro parlando di qualcosa di assoluto. In linea generale se si desidera rispettatare qualcuno è necessario capire cosa sta chiedendo esattamente e quali sono questi punti sensibili che non vanno toccati, queste regole da seguire.

 

 

Cos'è la mancanza di rispetto? La mancanza di rispetto è ciò che scatta quando una persona che si aspetta rispetto riceve un comportamento che viola queste regole, sopratutto quelle per cui una cosa "non si doveva fare" e invece le viene fatta.

Questo genera di solito un doppio risentimento, perché da una parte la persona soffre e si risente per quel comportamento e dall'altra si risente maggiormente perché vede quel gesto anche come una mancanza di rispetto come se l'altro "non doveva permettersi".

 

L'AB elimina qualsiasi credenza di rispetto così come fa per la morale, se desideri avere una persona che ti tratta in un determinato modo te la selezioni per compatibilità. Per quanto riguarda i rischi dei rapporti obbligati come quelli famigliare o quelli lavoravi non è con il rispetto che migliorerai la situazione (se non in quei casi dove la persona è così inibita o debole in generale da non reagire) le persone tendono ad essere ciò che sono e non sono delle regole morali imposte che le fermeranno, se la persona ha una visione del rispetto che l'altro non "sente propria" imporlo è qualcosa che non funzionerà, un'aspettativa che renderà la persona ancora più risentita quando vedrà l'altro continuare a mancarle di rispetto.

 

Questo vuol dire due cose:

- la prima è che se qualcuno vi chiede il rispetto o vi parla di una mancanza di rispetto nei suoi confronti è necessario capire cosa intenda esattamente la persona con rispetto, quali sono le cose che non andavano fatte e cosa nel caso l'abbia fatto soffrire (non tutte le forme di rispetto si basano sul non ricevere una forma di sofferenza);

- la seconda è rendersi conto se ciò che la persona richiede, la morale di comportamento che richiede applicata nei suoi confronti è qualcosa che potete fare o che non potete fare affermando di conseguenza che potete rispettarla o che non potete rispettarla.

ultima modifica il: 13-05-2018 - 16:08:48
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