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"Chi sei? E mentre cerchi una risposta non ti rendi conto che crei te stesso"

 Si definisce idendità quell'insieme di caratteristiche che un soggetto conosce di sè. Nel linguaggio comune questo termine viene relegato  per lo più a livello burocratico ad esempio con la locuzione "carta di identità", dove ci si limita a descrivere il proprio nome, l'altezza, etc...

Ma questa parola ha un significato più profondo perché è la risposta alla domanda "chi sei?" dove non necessariamente ci si ferma al nome e cognome o ai tratti somatici del viso.

L'identità di una persona è tutto ciò che essa stessa o un esterno può scoprire, quando chiediamo ad una persona "parlami di te" questa ci risponde con la sua identità, con ciò che fino a quel momento ha scoperto di sé e sopratutto ha organizzato in una conoscenza immediatamente disponibile e comunicabile.

Cosa vuol dire conoscenza immediatamente disponibile? Immaginate che nel corso della vostra vita abbiate scoperto che vi piacciono le lumache di mare, questo è un tratto della vostra identità, un qualcosa che vi piace, ma potreste non codificarlo in questo modo e nel momento in cui un soggetto potrebbe chiedervi "parlami di te e di cosa ti piace" voi potreste omettere questo vostro gusto.

L'identità necessita di essere codificata in modo tale da essere ricordata altrimenti rischiate di conoscervi ma non usare mai quella conoscenza al meglio.

Immaginate di aver incontrato un possibile partner, la vostra identità diventa fondamentale perché potete rapidamente non solo farvi conoscere all'altro ma anche capire se l'altro sposa tutti i vostri gusti, la vostra visione delle cose, le vostre credenze.

Le persone non sempre sono in grado di associare una scoperta di sé alla loro identità, una persona potrebbe aver scoperto una cosa che le piace, ma non usarlo e alla domanda "parlami di te, delle tue caratteristiche" non riuscire a dare una risposta.

Il nostro essere esiste a prescindere che noi lo conosciamo e lo codifichiamo in un'identità, conoscersi presenta tutta una serie di vantaggi che verranno elencati nel corso dell'articolo.

Ma l'identità esattamente cos'è? Di cosa è composto? L'identità di un soggetto si divide prevalentemente in quattro componenti:

- credenze conscie, evidenzia tutto il lato conscio del soggetto, ciò in cui crede, tutto 'l'apprendimento che già possiede;

- intelligenza, strettamente collegato con le credenze ma conviene tenerlo sperato data la sua estrema importanza. Ci dice come il soggetto deduce (logica) come regola le emozioni e come apprende e gestisce già che ha già appreso, specialmente quando queste reazioni sono rapide, automatizzate evidenziando anche il lato euristico del soggetto che non sempre può essere definito come completamente conscio;

- indole, evidenzia tutte le spinte emotive, dette pulsioni, che il soggetto ha da dentro e che non sono riconducibili ad una reazione esteriore. Il soggetto riconosce queste sue pulsioni, conosce questo aspetto di sé. L'indole all'atto pratico evidenzia tutti i gusti che il soggetto ha e che ricerca sempre a prescindere dal contesto;

- idiosincrasia, evidenzia tutte le spinte emotive che il soggetto avverte in reazione all'esterno, tutto quello a cui il soggetto è sensibile e che di conseguenza lo porterà ad una reazione. L'idiosincrasia ci ricorda di quanto siamo vulnerabili e di come l'esterno inevitabilmente ci stimolerà qualcosa in positivo o negativo. L'idiosincrasia ci aiuta a capire chi siamo, scopriamo chi siamo anche in base a come reagiamo all'esterno. L'idiosincrasia all'atto pratico evidenzia tutti i gusti che il soggetto ha in rapporto all'esterno, cosa gli stimola emozioni positive e negative.

 

L'identità esiste a prescindere che il soggetto ne sia conscio o meno, quando si afferma "le persone non si conoscono" si vuole affermare che è raro che una persona si conosca completamente, ci sono soggetti che fanno molta introspezione e arrivano a conoscersi molto, ma ci sono altre che invece non fanno questo viaggio interno o se lo fanno lo fanno sommariamente e arrivano perfino ad autoconvincersi che sono fatti in un modo quando in realtà sono fatte in un altro.

I punti su cui le persone sono carenti sono solitamente le credenze conscie e la propria intelligenza, non riescono a capire esattamente quello in cui credono (tranne rari casi o specifici settori) e sopratutto non si rendono conto del loro modo di dedurre la realtà, le loro fallacie, questi due punti interessano più ad uno psicologo che tenta di scoprire esattamente chi ha di fronte, specialmente in casi di disturbi e problematiche di vario tipo dove è necessario ristrutturale la personalità, l'identità del soggetto.

La maggior parte delle persone tendono a sviluppare una conoscenza di sé intorno all'indole e all'idiosincrasia, dove ad esempio una persona potrebbe dire che ha una sessualità accesa (indole) e che le piacciono le persone simpatiche, belle esteticamente e palestrate (idiosincrasia).

Il lato emotivo è relativamente semplice da scroprire, proprio la natura stessa delle emozioni che si manifestano come un elemento esterno e quindi anche un conscio debole o poco sviluppato finisce con con il tempo per capire e imparare il tipo di emozioni che tende a provare.

Quali sono i vantaggi di scoprirsi e sopratutto organizzare la propria identità in un elenco disponibile? Il vantaggio è che conoscendosi si può organizzare la propria vita per far si che questa rispecchi esattamente cosa siamo, cosa ci piace e cosa non ci piace.

L'identità è fondamentale per dare una direzione alla propria vita e comunicare rapidamente agli altri chi siamo, cosa cerchiamo, etc...

Volete un esempio pratico? Immaginate una donna che a causa di un fallimento educativo non è mai stata spinta a conoscersi, i genitori l'hanno convinta che la felicità sia nello sposarsi, che deve fare solo quello, trovarsi un lavoro, accudire i figli, sistemare casa.

Questa donna ciecamente obbedisce, non si fa mai particolari problemi, pensa che la vita sia quello, forte anche dell'ubbia che tante altre persone sembrano fare così. 

Ogni tanto scopre qualcosa di sé, un suo gusto, che preferisce alcune persone piuttosto che altro, ma non le dai troppo peso, un giorno incontra un uomo, ricco e di buona famiglia, immediatamente i genitori fanno pressioni affinché si sposino e così fa, senza chiedersi se le piaccia abbastanza, se hanno qualcosa in comune anche se lei per prima non saprebbe cosa andare a guardare per capire se ci sono elementi comuni non conoscendosi.

Si sposano e dopo un po' la donna si sente svuotata, arrivano i figli ma non arriva la felicità, le giornate passano tutte uguali. non ci sono problemi economici ma ci sono problemi emotivi, manca la gioia di vivere, manca la passione, mancano tante cose che la donna non sa nemmeno dire non conoscendosi, sa soltanto che manca tutto o quasi.

Cosa ci fa capire questo racconto? Che molte persone non danno importanta all'identità e al viaggio di scoperta perché sono state in qualche modo abbindolate da un'educazione impositiva e fallimentare che ha spianato la strada ad una persona facendogli credere che il bene e il male sia standard per lei e che per questo non abbia bisogno di fare nient'altro se non seguire quella strada.

Questo fenomeno si definisce fenomeno della falsa identità e della falsa sinderesi, solo conoscendosi a fondo e in modo valido si possono fare scelte sinderetiche valide per capire cosa ci farà stare bene (rispecchiando i nostri gusti) e cosa ci farà stare male.

 

L'identità si associa al concetto di individuo, cioè all'unicità che un soggetto presenta nell'insieme.

Quando una persona si scopre sta scoprendo la sua individualità, cioè la sua unicità, questo processo di scoperta viene chiamato anche percorso di individuazione.

Qual è allora la differenza fra le due cose? Praticamente nessuna, è solo concettuale, l'identità va vista come una lista che la persona usa per comodità, una lista che descrive il suo essere individuo, la sua unicità di fatto.

Mettiamola così, ogni persona è unica, è un individuo, individuandosi si scopre e tutto ciò che scopre e ricorda costituisce una lista, che il soggetto può ricordare e scrivere, una lista che la descrive, un mezzo che le sarà utile per tenere a mente cosa fare o far consocere rapidamente agli altri chi è.

Qual è la differenza fra personalità e identità? La personalità è la maschera esterna che un soggetto può modificare per convenienza, può nascondere, può creare un artefatto della sua identità da mostrare agli altri.

Il concetto di persona pone l'accento sul comportamento esteriore, che risente dell'identità ma anche di tutte le dissimulazioni, inganni e qualsiasi altra cosa si faccia per modificare il comportamento. Questo punto è fondamentale perché ci ricorda che ogni soggetto ha una mschera più o meno estesa e se lo giudichiamo da come si comporta potremmo scoprire la sua personalità ma non identità, solo se l'altro toglie la maschera o ci comunica chi è senza mentire possiamo scoprire la sua identità.

C'è anche da dire che dopo anni e anni passati con un soggetto, si acquisiscono strumenti per scoprirlo anche se fa di tutto per nascondere la sua identità, ma questo non deve illudere perché si parla comunque di anni, decenni, non è una cosa che si fa in poche settimane o mesi illudendosi di essere una sorta di Sherlock Holmes e che basti poco per scoprire chiunque.

Prima di buttarti a capofitto in un rapporto con qualcuno che non è disposto ad aprirsi chiediti se ne vale la pena rischiare di ritrovarsi dopo anni con lo scoprire che si è avuto vicino un soggetto completamente diverso da come si era presentato e da come appariva con la sua personalità.

 

Tornando al concetto di identità, quando ad una persona chiediamo "chi sei? Parlami di te, di cosa ti piace, non ti piace" stiamo entrando in contatto con la sua identità, quello che lei crede di sé, che ha scoperto, indagato e conosciuto, credenze che potrebbero anche contenere degli errori.

 

La prima domanda che ci si pone a questo punto è "ma ciò che si sta scoprendo da dove viene? Come è nato?" e la risposta è che il soggetto scopre quello che l'esperienza e l'ambiente in cui è stato ha prodotto.

Non solo, chi è particolarmente sveglio si rende conto che il viaggio dentro se stessi è sia scoperta che costruzione. Cosa vuol dire? Che c'è ancora esperienza da fare, esperienze che ci formano ulteriormente, che ci fanno scoprire altre cose che non abbiamo ancora scoperto.

Ció che stiamo osservando non è il prodotto definitivo, anzi alcune persone quando si iniziano a guardare niente trovano poco e nulla perché a causa di diverse vicissitudini di vita non si sono completate, non si sono sviluppato, non ha sviluppato dei gusti, delle emozioni da conoscere.

Questo è importante perché diventa una motivazione a non fermarsi, a scoprire nuovi gusti a vivere e formarsi per scoprire più in la altre cose ancora nate nel percorso.

Facciamo due esempi, immaginate di frequentare un ristorante diverso ogni sera e provare piatti nuovi ogni sera, scoprirete tanti di quei piatti nuovi che altrimenti non avreste mai conosciuto e saputo che vi piacevano.

Non ti puoi limitare a dire "cosa mi piace?"se prima non assaggi tante cose, non c'è la risposta dentro di sé.

Immaginate di stare in un gruppo con una comitiva attiva, una persona di queste lavora il legno e ogni giorno per un motivo o per un altro la guardate lavorare o la ascoltate parlare della sua passione, questo potrebbe costruire qualcosa dentro di voi e ritrovarvi un giorno con la stessa passione per il legno, non perché era parte di voi, non perché ci siete nati, ma perché siete stati esposti ad un ambiente che vi ha formato e vi ha fatto nascere questa voglia.

Questi due esempi ci fanno capire che l'identità non la si scopre sedendosi su una poltrona e facendo continua introspezione, la si scopre e la si costruisce allo stesso tempo vivendo, facendo esperienza, provando cose e immergendosi in realtà che ci formano, che ci costruiscono qualcosa dentro, diventiamo noi stessi anche attraverso gli altri.

 

 

Non solo, va anche tenuto a mente che caratteristiche che attualmente possediamo non sono eterne,  va accettata l'idea dinamica e non statica di sé. Se una persona scopre di essere sociofobica e avere paura degli altri, vuol dire che oggi lo è ma che non deve esserlo per sempre, così come chi scopre che oggi gli piace volare un giorno potrebbe non trovarlo più interessante.

 

 

Quindi alla domanda "Come si conosce se stessi?" la risposta è "ogni volta che scopri qualcosa di te, un tuo modo di pensare, un gusto, un'emozione, una pulsione, codifica tutto in quell'elenco che fa parte della tua personalità, vivi, esci, informati, studia, osserva, più esperienza fai e più conoscerai e costruirai te stesso".

 

Torniamo ora per un secondo sul racconto di quella donna che non ha mai ricercato la sua identità perché era stata convinta dai genitori che la vita fosse fare quelle cose standardizzate, quando quella donna ad un dato momento si rende conto che forse le cose non stanno così potrebbe entrare in quello che comunemente viene definita "crisi di identità".

Il soggetto si rende conto che ciò che ha creato non c'entra nulla con quello che è, con ciò che gli piace, si rende conto che doveva capire meglio chi era prima di prendere alcune scelte importanti e ora si ritrova in situazioni difficili, a volte perfino irreversibili, che lo costringono a vivere con qualcosa che non sente che fa parte di sé.

Questo ci ricorda quanto sia importante crescere qualcuno spingendo affinché trovi la sua identità e la sua strada, senza imporgli nulla.

 

L'identità porta a quella che si definisce fase della determinazione, il soggetto più si conosce e più può sulla base di questa conoscenza determinare cosa vuole fare della sua vita, fissando obiettivi a breve, medio e lungo periodo. 

 

 

 

"

class="messageTitle">Non ho un'identità

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A 35 anni, non ho ancora un'identità chiara, non mi riconosco in niente. Tutti si identificano in qualcosa, la passione della vita, il loro lavoro, certi tratti caratteriali. Così uno potrebbe definirsi come "un testardo che vive per la musica" e un altro come un "manager determinato e ambizioso". 
Io invece non so chi sono, non lo so perché niente mai mi ha appassionato e travolto sul serio. Sono approdato nel mio lavoro per caso, per cui non mi ci identifico; ho abbandonato gli studi per cui anche quelli non contribuiscono molto a dire chi sono, sono il classico che inizia le cose e le lascia a metà, che non si lascia prendere da nulla. Avrei anche difficoltà a descrivermi caratterialmente.

Ci sono altri in condizioni simili?"
 
Questo racconto descrive in pieno il problema di chi non ha vissuto abbastanza da poter formare dei gusti, una visione del mondo chiara, etc..
  

Perché alcuni soggetti faticano a trovarsi? Perché non si sono mai costruiti. Alcuni soggetti arrivano a capire il concetto di individuazione e di identità, capiscono quanto stia importante conoscersi e iniziano un percorso di scoperta basato solo sulle domande, come se dentro di noi ci fosse qualche "frammento" che come un archeologo va riportato alla luce e codificato ma non è affatto così.

L'identità la si scopre con esperienze, esperienze che a volte sono rivelatrici "mi piace questo" o "penso questo" ma altre esperienze sono formatrici, sono quelle esperienze stesse a lasciarsi qualcosa dentro, scrivendo delle credenze nuove, formando la nostra intelligenza, condizionandoci ad un nuovo piacere, etc...

Vivo qualcosa mi piace e posso capire chi sono anche tramite quel frammento, capire se è qualcosa che voglio rifare, voglio riavere o è solo uno sfizio.

In sintesi non è da commettere l'errore di pensare che tutto possa essere scoperto con l'introspezione, questa a volte può essere utile ad esempio se si scrive qualcosa, se si cercano i significati che si danno alle parole, se si cercano credenze, ma sempre ricordando che ciò che vediamo dentro di noi va prima creato ed è l'esperienza a forgiarci e a darci tante risposte, l'introspezione è un contorno e non la portata principale.

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L'illusione dell'identità

Alcune persone potrebbero, analogamente all'illusione di consapevolezza, credere di consocersi alla perfezione e di conoscere ogni cosa di sé quando in realtà potrebbero sia mancare delle cose sia esserci stati degli errori nel capirsi, questi soggetti o credono di essere già arrivati a conoscere la loro intera personalità o che quello che hanno già scoperto sia sufficiente, dimostrando in realtà solo la loro stupidità e ignoranza. La scoperta di sé è un percorso lungo, praticamente infinito, ma sopratutto è un gioco in cui l'errore è praticamente scontato così come è scontato il cambiamento e quindi l'unico modo è quello di continuare a guardarsi dentro con occhio critico senza dare nulla per scontato.

 

Problema di identità errata e problema di identità parziale

I due problemi che si riscontrano con l'identità riassunti sono la parzialità, il soggetto manca nel conoscersi e quella conoscenza è fondamentale per fare scelte o per fare azioni oppure ha scoperto cose di sé che in realtà sono errate.

 

 

Siamo la somma del nostro vissuto?

No, ogni esperienza ha un peso differente, l'interpretazione anche al momento dell'esperienza è fondamentale. Ciò che pesa maggiormente nell'identità è l'intelligenza fluida e le credenze (quanto siamo saggi) e le emozioni che ci spingono a reagire o agire (obiettivi). Non siamo la somma semplice del nostro vissuto, alcune cose hanno un peso enorme.

Solitamente la prima esperienza o serie di esperienze è quella che ha il peso maggiore e che influenzerà quelle successive, per questo è fondamentale fornire le basi per fare esperienze precoci positive, altrimenti si rischia di innescare una catena di eventi che schiaccierà il soggetto per tutta la sua vita. 

 

Identità è scoprire i propri valori e la propria visione morale

Da un punto di vista più tecnico si potrebbe affermare che l'identità sia scoprire la propria morale e i propri valori, già conoscendo questi due punti si avrebbe una conoscenza quasi completa.

 

Il famoso detto "le persone non sanno quello che vogliono" ricade nel concetto di identità, questo perché la maggior parte dei soggetti fatica a conoscersi o comprendersi, oppure ha fatto errori di identificazione e dice cose di sé che non rispecchiano il suo reale comportamento. Nei casi più gravi la persona potrebbe essere rimasta ancora ad una fase di costruzione della personalità con lacune così estese da non dargli modo di poter arrivare alla fase dell'identità, in quanto prima è necessario continuare a crescere per poter comprendere.

in sintesi sono in pochi gli individui che compiono correttamente e completamente questo percorso.

Che cos'è l'identificazione? Il percorso di scoperta di se stessi che a volte può contenere errori, definiti errori di identificazione, cioè un errore che le persone commettono nel descrivere loro stesse, la persona si lascia convincere da un esterno o finiscono per vedersi in un determinato in baseerrori deduttivi che sia fatta in un modo.

Un'identità valida è quella che conserva una lista di caratteristiche, la persona si conosce nella sua moltidudine e sfaccettature, per fare un esempio non esiste il medico esiste una persona che ha dei piaceri, che delle visione e che in passatto ha scelto di investire in quella carriera, una personalità dalla moltidudine di sfaccettature che vanno conosciute e che vanno oltre il ruolo, una carenza, un problema o una singola particolarità.

L'errore di identificazione consiste nel perdere completamente di vista il concetto di individualità per ridurre la propria intera persona a pochi singoli elementi che vengono definiti cardini, esempi sono quelli in cui una persona si sente un fallito, si sente una persona scarsa.

L'unico modo per scoprire la propria identità è quello di vivere, scoprirsi, ascoltarsi, fare, provare, etc.. identificarsi in alcuni casi potrebber voler dire saltare questo passaggio costruttivo e convincersi di qualcosa sulla base di "viaggi mentali", detto in altre parole solo chi ha vissuto, ha fatto esperienze o altro può affermare la sua identità. L'errore di identificazione alla luce di tutto questo si può vedere come una conseguenza/comodità di chi non ha fatto questo percorso di ricerca della propria identità e per modità si sono identificati con pochi elementi, in modo da coprire un vuoto conoscitivi e allo stesso tempo non sbattersi per un lavoro.  Ciò che rende l'identificazione complicata come concetto è che il vivere continua a modificare la nostra individualità, la persona non scopre qualcosa che le è stato dotato alla nascita ma scopre ciò che è e ciò che è in continuo mutamento dove lo stesso tentativo di osservazione contribuisce al cambiamento stesso.

Detto in altri termini l'unica identificazione valida è quella che tenta di conoscere la propria individualità nell'interezza, dove si è consci di queste numerose sfaccettature interne e si tenta per quanto possibile di conoscerle.

Pensiamo ad un'esperienza che la persona fa per comprendere cosa è, cosa prova, come pensa su alcune cose, l'esperienza stessa che lo accetti o meno ha comunque contribuito a cambiare in diversa misura la propria personalità. Scopriamo noi stessi e ci cambiamo continuamente.

Un altro punto che rende complicato il percorso alla scoperta della propria identità è quello che in alcuni casi non c'è nulla da conoscere perché la persona in quel settore non ha sviluppato nulla, si pensi all'adattamento, se una persona prima non cresce in un settore non c'è nessun livello di adattamento da scoprire e il percorso di autoefficacia è un esempio del fatto che si scopre chi è nell'atto formativo.

 

L'identità per comodità si può distinguere in due fasi:

- la prima è quella già descritta in cui il soggetto stila e conosce l'elenco delle caratteristiche lo distinguono e spiegano chi è, cosa cerca, cosa desidera, cosa non accetta, etc..;

- la seconda si potrebbe descrivere come la fase del contronto,  la persona non si vede solo come un elenco di caratteristiche ma inizia ad avere una visione d'insieme rendendosi conto della sua unicità e dell'unicità altrui. Si rende conto che una stessa caratteristica può essere ripetuta in modo più o meno diffuso ma comunque è l'insieme di questa struttura a conferirne l'unicità. L'identità quindi inizia ad essere più di un elenco maal tempo stesso sia la presa di coscienza dell'unicità e sia di come questa unicità sia costituita in parti più o meno diffuse. Sono questi gli elementi che nascono dal confronto con gli altri, si vedono le differenze sia nel piccolo che nel grande. Il in questa fase il soggetto potrebbe anche giudicarsi, facendo nascere conflitti nel caso ad esempio si senta diverso dagli altri e invece desiderebbe essere più comune. Qui si possono avere due esiti, uno neutro, la persona si limita a giudicare il suo essere e aprescindere dalle differenze, solo per curiosità conoscitiva e confrontarsi con il mondo, un altro invece è conflittuale nel caso la perosna non accetti di essere simile o diverso dalla media in alcuni contesti.

 

 

Per scoprire la propria identità non c'è bisogno di viaggiare come suggeriscono le persone ma conviene seguire due linee guida:

- fare esperienza, tentare cose nuove, provare almento una volta ogni cosa e fare attenzione a cosa si prova, cosa si pensa, cosa si estrapola da tale esperienza. Non è necessario andare all'estero del proprio paese, quello è un modo di arricchirsi ulteriormente ma la propria personalità è scopribile ovunque;

- scavare dentro di sé, pensare, ma sopratutto studiare e conoscere i pensieri degli altri così che. Non limitarsi a fare esperienza ma pensare anche.

 

Tutto questo tenendo a mente il problema del "quanto c'è da scoprire e quanto c'è da riempire" cioè che a volte non c'è nulla da conoscere ma solo da costruire. Nel momento in cui si osserva una lacuna dal concetto di identità ci si risposta a quello di personalità, in quanto c'è qualcosa che va costruito, caratteristiche da costruire e l'atto stesso di costruirle darà modo al soggetto di ampliare la sua identità, sapendo cosa ha aggiunto.

Questo ci fa comprendere come nell'esistenza di ogni persona in tempi diversi si arrivi a quello che si potrebbe definire come punto di coscienza della propria personalità, per la prima volta la persona ha modo di concettualizzare se stessa come un'insieme di caratteristiche che può scoprire e questo cambia tutto in quanto ogni cosa che costruirà, ogni cambiamento e processo formativo che avverrà dopo questo punto sarà automaticamente conosciuto nella propria identità se la persona ci porterà attenzione mentre ogni cosa formata prima di questo punto andrà conosciuta tramite scavi simili a quelli archeologici.

 

Quando una persona parla di identità può sottointendere due cose:

- essersi limitati a conoscersi ma essendosi fermato lì;

- aver usato la conoscenbza di sé come punto di partenza per vedere errori (Credenze erronee) vedere ciò che manca, conoscere le proprie emozioni, entrare in contatto con il proprio inconscio e poi partire prevalentemente alla costruzione, costruire e conoscersi passo dopo passo.

Ma qui si entra in un altro concetto, quello di crescita personale che esula dall'articolo in questione.

 

Sarebbe errato pensare che quando uno psicologo analizza ad esempio un soggetto quello che ne esce fuori in termini di personalità era già conosciuto dal soggetto, entrambi potrebbero scoprirlo per la prima volta e in alcuni casi la persona probabilmente non ci sarebbe mai nemmeno arrivata senza un aiuto esterno.

Questo ci fa la conoscenza di sé ovvero la propria identità sia in alcuni casi frutto di un lavoro attivo e intenzionale mentre in altri casi sia frutto di casualità. 

Quando un soggetto fa metacognizione, ovvero pensare e analizzare sui stessi propri pensieri, può provarstupore specialmente se compie questo percorso per la prima volta (di solito in sede psicoterapeutica) e scoprire cose di sé che prima non aveva considerato.

Vi sarà capitato qualche volta di ricevere delle critiche esterne e non considerarle reali fino a quando non vi siete resi conti che erano fondate e avete scoperto una cosa nuova di voi, elemento che è andato ad aggiungersi alla vostra identità.

Questo ci fa capire che in minima parte un po' di individuazione la fanno tutti, ma farla in modo sistematico e completo è una cosa differente

 

Un terapeuta fra i diversi compiti svolge anche questo, cioè quello di aiutare un soggetto a raggiungere un'identificazione più avanzata se questo fosse visto come utile o necessario per la risoluzione del problema o del disturbo.

L'identificazione, come già accennato, e andare alla scoperta della propria personalità non è una cosa scontata, non siamo dei computer a cui semplicemente si vanno a leggere dei files. La metacognizione è qualcosa che richiede un pensiero sviluppato, profondo, efficace e che abbia un'impalcatura tale da poter autocapirsi.

 

 

Il sintesi concetto di identità serve a ricordarsi cinque cose:

- la prima è che l'identità è frutto di un uno scavo, di una autoosservazione, di una autonalisi;

- il secondo è che è utopistico pensare di poterla conoscenza in modo totale, anche con l'aiuto di un terapeuta, un obbiettivo più realistico è quello di conoscersi abbastanza da potersi capire ma senza illudersi di poter avere una conoscenza totale di sé.

- Quando ad una persona le si chiede "parlami di te" le si sta chiedendo di parlare della propria identità, con tutti i limiti del caso, dato che non è detto che un soggetto abbia scavato e nel caso l'abbia fatto non è detto che non abbia commesso errori. Quando la persona inizia a parlare di sé in modo fluente, chiaro e apparentemente valido probabilmente abbiamo di fronte una persona che ha investito nel conoscersi e nell'arrivare alla sua identità. In ogni caso conviene considerare che ciò che ci dice non sia tutta la sua individualitá e che parte di quello che ci dice possa essere errato;

- non è tutto uno scoprire, a volte si costruisce, non si smette mai di cambiare, identità spazia fra un continuo scoprirsi e vivere per continuare a costruirsi;

- considerare la variabile personalità, cioè la componente di maschera che un soggetto intenzionalmente ci mette.

 

Che conseguenze ha l'identificazione di sé non valida a livello esistenziale? Perché conviene deindentificare? Sono tre le conseguenze:

- comunicare qualcosa di sé agli altri che non è reale, immaginate due persone che si stanno conoscendo e una persona potrebbe basarsi sull'identità dell'altro per poi scoprire che in realtà la persona non era come si era descritta;

- impedire il cambiamento e la crescita personale, se un soggetto ha una personalità "fragile e disfunzionale" ma si vede in modo "positivo" tenderà a non avere motivi per cambiare, vedendosi come un soggetto "funzionale" non vede i motivi per cui sia necessario cambiare finendo per giustificare le cose negative che capitano nella sua esistenza in altro modo. Da qui viene il detto "Ammettere di avere un problema è il primo passo per risolverlo" che in questo caso si traduce "ammettere e scoprire di avere caratteristiche di personalità negative è il primo passo per poter cambiarle" e dare il via ad una eventuale ristrutturazione di personalità;

- fare delle scelte basandosi su questa identità per poi andare incontro a conseguenze anche disastrose in quanto il soggetto poi non ha quella personalità che credeva di avere ma un'altra che non aveva capito/conosciuto e che invece è quella reale.

 

Quali conseguenze non ha l'identificazione di sé non valida a livello esistenziale? Credere una cosa a carico della propria personalità non farà esistere quella personalità.

 

Identità di comodo, il soggetto crede delle cose di sé che gli fanno comodo per evitare di guardare realtà scomode, di cambiare, e con questa convinzione persino provare emozioni positive (il ruolo dell'identità nell'autostima).

 

 

Pensiamo ora all'identità sessuale, cioè l'identità che una persona possiede nei confronti della sua sessualità.

 

 

Con la locuzione identità sessuale si definisce la conoscenza che il soggetto ha di sé nei confronti della sua intera sfera sessuale, delle sue scoperte che ha fatto interagendo con il mondo con persone dell'altro sesso o dello stesso sesso, dei sentimenti che ha provato e così via. Questo vuol dire che se la persona ha un orientamento sessuale definito che inizia a formarsi fin dall'adolscenza questo va conosciuto con il tempo, va scoperto. L'orientamento sessuale è una delle varie cose che vanno a comporre l'identità sessuale. Quindi ad un ragazzo quando gli si chiede "che gusti sessuali hai?" questa persona risponde con la sua identità sessuale anche se potrebbe essere errata, distorta o incompleta rispetto al suo orientamente sessuale che sta ancora scoprendo. Per dirla in altri termini il soggetto potrebbe essere erroneamente convinto nei primi anni della sua esistenza di avere un orientamento sessuale (identità errata) per poi invece in età adulta capire quale è il suo reale orientamento sessuale. Oppure un soggetto potrebbe pensare di avere dei gusti (attività sessuale preferita) che poi si rivelerà errato o comunque incompleto. Più passa il tempo e più è probabile che l'identità sessualsviluppata sia valida.

Stesso discorso per il genere, arrivando a quella che viene definita come identità di genere dove il soggetto scavando dentro di sé può grosso modo affermare se si sente più vicino ad uno o all'altro sesso o anche ad un qualcosa di diverso come ad esempio chi si sente transessuale e desidera esserlo. Sono cose che si scoprono  con il tempo formando un'identità che lo porterà a dire io mi sento "maschio" "donna" "trans" o qualsiasi altra definizione preferisca che descrive la sua individualità sessuale, cosa sente, cosa crede, etc... Anche qui c'è un percorso di scoperta del sé che porta il soggetto a poter affermare determinate cose come in questo caso la sua identità di genere.

L'identità di genere non va confusa con l'essere maschi e femmine a livello biologico, ma a come la persona vede il suo corpo come desidera cambiarlo, adornarlo, come desidera mostrarlo al mondo, etc..

Ricapitolando nell'identità sessuale troviamo l'identità dell'orientamento sessuale, l'identità di genere, l'identità sui propri gusti sessuali (posizioni preferite), etc.. L'identità sessuale è il contenitore che contiene qualsiasi conoscenza di sé riguardo qualsiasi sfera sessuale che poi potrà essere specificata meglio nella comunicazione. 

 

 aggiungere queet nell'identità sessuale

 

 

 

 

 

 

 

Identità sociale

 

L'identità sociale descrive il modo di essere e di comportarsi che un soggetto dispiega nel momento in cui fa parte di un gruppo. Per capire questo passaggio pensate alla vostra esistenza e ripercorrete le vostre scelte e le vostre azioni che avete compiuto quando eravate soli o quando eravate in compagnia di qualcuno come può essere un gruppo di amici o un gruppo famigliare. Quello che noterete è che nonostante voi siete la stessa persona il comportamento cambia nel momento in cui siete passati da singolo a gruppo, questa conoscenza di sé viene definita identità sociale dove la persona capisce e conosce questo suo lato "curioso" di trasformazione o meglio di tirare fuori qualcosa che è dentro di sé quando si è in gruppo.

L'identità sociale è fondamentale perché la persona può avere consapevolezza di come il suo comportamento muta insieme agli altri, ma anche in generale di rendersi conto che chiunque tende a cambiare, reagisce agli altri in base a ciò che teme, ciò che desidera, una persona che ad esempio ha bisogno di approvazione avrà un cambiamento di comportamento in tal senso quando sarà immerso insieme ad altre persone. 

Questo vuol dire che con il termine identità sociale si fa comunque riferimento a quella che è la conoscenza di sé che la persona sviluppa ma c'è da tener presente che diverse persone hanno sviluppato diverse tesi a riguardo e hanno tentato di prevedere le dinamiche dei gruppi e quindi in parte prevedere e conoscere l'identità sociale che è dentro di noi.

 

Qual è la differenza fra identità sociale e adesione sociale? Con l'adesione sociale si evidenzia quel fenomeno in cui un soggetto va alla ricerca degli altri perché in questi trova del piacere o soddisfa dei bisogni.

  

 

 

 

 

 

 

 

un pensiero dal web:

"Sono quasi convinto che agli uomini venga privato della propria identità sin dalla nascita. Oltre alla propria declinazione sessuale vengono imposti e programmati vari aspetti della nostra vita prima ancora di poter scegliere se queste fanno parte di noi oppure no. 
Gli uomini sono molto, molto più complessi delle macchiette stereotipate che ci vengono proposte, ci viene mostrato il mito della virilità, dell'obbedienza, del sacrificio, a reprimere le proprie angosce, a nascondere i nostri dubbi.
Ci viene chiusa la bocca dal primo istante in cui ci esponiamo fino alla morte, e in tutto il percorso non abbiamo mai la possibilità di dire "questo non sono io".

Sentiamo il normale impulso sessuale e ci dicono "vivi per quello, la figa è la cosa più importante della tua vita, se non scopi non sei nulla, non sei nessuno" e cresciamo con quest'angoscia e poi alla fine ci battiamo il muso.
Ed è terribile perché non puoi confessarlo a nessuno, non puoi dire che non è stato nulla di speciale, che è stato deludente o peggio, che è stato terrificante, è stato angoscioso e non vuoi più farlo.
Gli uomini hanno una realtà molto più complessa di così, un uomo si può sentire in imbarazzo a mostrare la propria erezione alla compagna, si può sentire a disagio a mostrarsi nudo.

Tutta la vita prendono un martello e ci inchiodano nel cranio ogni momento della nostra vita il senso di territorio, rispetto, aggressione, mascolinità, tutti concetti che ad un esame più approfondito evaporano, ed è lì che crediamo che siamo sbagliati. Alcuni comprano armi, stronzate tipo spade o pistole o cose simili cercando disperatamente di rassicurare sè stesso e gli altri che sono uomini, mentre sono solo bambini incerti.

insieme alla donna è l'uomo che dovrebbe fare un serio esame e decidere cosa fare di sè stesso, sopratutto ora che le icone del passato, dei padri e dei nonni stanno sbiadendo come poster di vecchi film, e stanno lasciando un vuoto che non riusciamo a colmare. 

Perchè quel vuoto siamo Noi. Dobbiamo avere le palle, per davvero, di spezzare i nostri tabù e mostrarci più emotivi e vulnerabili, il che non vuol dire diventare più deboli, che è questa una nostra grande paura; e invece è l'esatto contrario, gli uomini possono raggiungere e scoprire che siamo molto più di quanto sono stati i nostri predecessori. Siamo eroici nell'affrontare le nostre angosce, con le spalle larghe e il peso delle nostre responsabilità, ma non possiamo farci rallentare in eterno dalla cattiva educazione che ci hanno impartito. Dobbiamo riprenderci la capacità di comunicare, di esporci, così da poter ripartire quando cadiamo, di poterci curare delle nostre ferite. Allora saremmo davvero invincibili, se riuscissimo a vivere tra noi come persone e non come rivali sempre, incessantemente. Potremmo imparare che le donne non sono così importanti nelle nostre vite, che quello che ci penzola tra le gambe non è altro che un organo come un'altro e non la nostra completa e assoluta identità.
Noi non parliamo, mai. Mai una volta che ci si chiama dicendo - mi sento solo, usciamo?-, non ci tocchiamo mai, non ci abbracciamo, se non per stringerci la mano e darsi una pacca sulla spalla, sempre nel modo più freddo e distaccato possibile. Ma non è giusto che debba essere così per sempre, spero che con il tempo troveremo il coraggio di incontrarci per quelli che siamo davvero."

 

Quanto influisce la società nella creazione dell'identità e in quelli che possono essere conflitti di identità? realizzazione e morale?

 

è da un po' che sottostimo le mie emozioni e penso "ma no figurati se può succedere a me, figuriamoci se penso davvero queste cose", e così facendo mi metto in situazioni davvero brutte. Per esempio, sono ancora vergognosamente convinto di non provare nulla di sentimentale per la mia ex amica, e che in fondo non mi può succedere nulla a sbirciare le sue foto, poi invece quando lo faccio mi viene un'angoscia assurda e vi giuro che mi sento completamente mancare e fatico a respirare, e mi vedo veramente sulle rotaie di nuovo. Penso per esempio al blocco ricevuto, e penso che non fosse successo non avrei queste emozioni negative. E invece, è molto probabile che le avrei avute comunque, ma non mi voglio convincere, non so, sottostimo le mie emozioni, continuo a dirmi "ma no, io lo so che non ho speranze quindi resto razionale e senza blocco sarei stato felicissimo qualsiasi foto mettesse". Anche in altre situazioni mi succede, ma in questa è particolarmente grave perchè ultimamente ogni minimo contatto con questa persona mi porta a fissare il baratro del ponte o a camminare sui binari, sono spaventato, non so come fare

 

ultima modifica il: 15-01-2020 - 10:48:31
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