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- Zerbino -
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Chi è un zerbino? Cosa vuol dire essere zerbini?

(collegamento con melenso, colui che usa una serie di frasi non sentite ma quasi standardizzate per fare complimenti o lusinghe, facendo un effetto negativo più che positivo, indicando anche un disadattamento nel soggetto)

Lo zerbino è un tappeto che rimane fuori casa, usato solo quando si hanno le scarpe sporche e poi lasciato lì dove sta.

Qual è la metafora? La metafora dello zerbino è calzante perché descrive una persona che resta fuori, che non entra dentro, con cui non si stabilisce un reale rapporto ma è solo chiamata quando può essere utile, sfruttando il fatto che essa stessa sia disposta a rimanere fuori la porta in attesa di chissà cosa.

Un'altra locuzione italiana per descrivere questo stesso fenomeno è "chiamare il cane quando si va a caccia" per intendere che si chiama qualcuno solo e soltanto quando serve.

Il termine zerbino è più completo perché descrive non soloil fenomeno di chi "vuole usare" ma descrive anche chiaramente la persona che si lascia usare, cioè qualcuno è definito zerbino quando ha scelto e lascia che tale condizione esista e continui ad esistere, si lascia usare, rimane chiuso fuori la porta e si prostra a far "pulire i piedi al bisogno" e poi rimane lì.

In sintesi è zerbino quella persona che metaforicamente è disposta a farsi trattare come un tappetino, cioè un qualcosa che si usa a convenienza per pulirsi i piedi e poi si lascia fuori casa.

Lo zerbino in termini tecnici è una persona che usa la strategia di quella che potremmo considerare come un'eccessiva premurosità, fra accomodamento e accondiscendenza, per tentare di assecondare ogni richiesta pensando che questo elimini rischi di perderla e al tempo stesso possa conquistarla, persona che usa questa strategia perché crede che possa funzionare e perché non ne ha di migliori. Questo porta il soggetto ad annientarsi mettendo da parte se stessi, le proprie richieste, bisogni e desideri per concentrarsi esclusivamente su ciò che l'altro chiede, questo lo si fa per inbizione, per paura, il soggetto è mosso solitamente da un "penso solo a lui perché ho paura che se pensassi anche a me lo perderei o verrei punito".

Non solo lo zerbino in parte è come se accettasse anche questo compromesso dicendosi a se stesso "il fatto che l'altro si pulisca i piedi con me è comunque un'interazione, preferisco averci a che fare così che non averci a che fare per nulla" rivelandoci parte della sua personalità, come la pensa.

 

Lo zerbino è un termine per descrivere un soggetto cos' premuroso che finisce per essere visto come un oggetto, un mezzo, una persona non interessante perché non ha personalità, un qualcosa che viene messo "dietro una porta da usare solo quando serve".

Per capire meglio il concetto di zerbino è necessario avere in mente la distinzione fra:

- accomodamento, darsi da fare per non far soffrire l'altro o fargli provare emozioni negative al costo di non  essere se stessi e soffrire per l'altro;

- accondiscedenza, snaturarsi pur di dare all'altro ciò che chiede. 

 

Va anche considerata la percentuale di modifica della propria personalità, in alcuni casi c'è un annientamento totale e in altri un annientamento parziale.

Nella mente del soggetto scatta un  "faccio di tutto per soddisfarti e non darti fastidio, fammi entrare nella tua vita" ma dall'altra parte c'è solo la visione di un soggetto privo di personalità, uno schiavo che si fa in quattro e nient'altro proprio perché non ci mostra se stesso talmente è indaffarato a darci e non farci stare male.

 

 

Essere zerbini è efficace per conservare un contatto con l'altra persona, in quanto l'altro vedrà conveniente sfruttarci, ma per il resto è una strategia fallimentare in quanto l'altro vedrà solo un tappetino da usare, non ci sarà un rapporto, non ci sarà una percezione del valore (perché il soggetto annulla la sua personalità) né tanto meno altre forme di rapporto.

Nello zerbino accomodante il fallimento è ancora più eclatante, in quanto l'altro non vede nulla di noi se non appunto qualcuno da sfruttare.

Chi usa questa strategia lo fa perché non ha compreso cosa vuol dire rapportarsi, cosa vuol dire innamorarsi e su che base si reggono i rapporti e quindi conclude "siccome non so cosa fare almeno tenterò di darle tutto quello che mi chiede e tenterò di non fare o dire nulla che possa nuocerla e farla arrabbiare in questo modo non c'è rischio che mi allontani".

 

Il paradosso dello zerbino (specialmente se accomodante) è che per conquistare qualcuno è necessario mettersi in gioco, esprimere la propria personalità in modo che l'altro possa valutarci e dire "mi piaci o non mi piaci", esponendo i propri valori ma anche trovando una leva che spinga l'altra persona ad interessarsi, attuando quindi meccanismi seduttivi nel caso "il proprio essere non sia sufficiente".

 

Lo zerbino agisce così perché non ha un piano d'azione preciso sul cosa fare, sa soltanto che una persona le piace e pur di non perderla si gioca questa "ultima spiaggia".

Condiscendenza e comodamento non fanno di un soggetto uno zerbino, lo zerbino è nella sua variante disfunzionale, l'estremo che si annienta per l'altro, non è se stesso.

 

 

 

 

 

 Lo zerbino per scelta e lo zerbino di fatto

Fino ad adesso l'articolo ha definito lo zedrbino come qualcuno che voleva esserlo, ma potrebbe capitare che il soggetto per una serie di condizioni come il dipendere affettivamente dall'altro, non avere altro o esserne ossessionati si ritrovi ad essere un zerbino perché non ha altra scelta, come se fosse intrappolato in una situazione malata, che per primo vede come malata ma dal quale non può fare a meno. Solitamente questo soggetto non pensa che così avvenga qualcosa, non la vede come una strategia da seguire, come un'ultima spiaggia, sa che sta facendo qualcosa che non porterà a nulla ma allo stesso tempo non riesce a sottrarsi per una serie di motivi soggettivi.

 

 

 

 

ultima modifica il: 16-05-2018 - 0:43:38
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