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Cosa è la vigilanza?

 

 

Si definisce vigilanza il fenomeno dell'attenzione osservato da un punto di vista temporale, cioè ad esempio si parla di vigilanza per spiegare come uno studente riesca a sentire e ascoltare un professore per un'ora, altri che non riescono a seguirlo più dopo 30 minuti, etc..

 

Si parla di ipervigilanza quando questa attenzione si sostiene in modo così duraturo da danneggiare il soggetto, per lo più questo si manifesta nell'allerta quando questa è causata da paure non valide o da un'ipersensibilità. Il soggetto perde la possibilità di selezionare l'attenzione in questo caso non potendo sopprimerla verso un determinato settore.

La vigilanza nasce dall'interesse (Desiderio) e dal bisogno (emozioni negative da cui ci si desidera liberare). Quando si tenta di costringere un soggetto ad essere vigilante senza che ci sia desiderio o bisogno si osserva che dopo un periodo iniziale il livello di attenzione decresce fino a sparire.

Ecco perché quando una paura è intensa e pervasiva  (bisogno) si potrebbe passare da vigilanza a ipervigilanza.

L'assurdità del definire i bambini disturbati (adhd) quando non si è in grado di invogliarli a studiare (fallimento famigliare e scolastico) e siccome non sono vigili a comando si pensa che il problema sia loro (tipo malfunzionamento celebrale) perché così fa comodo a chi sta intorno per non riconoscere il proprio fallimento.

 

DA RIVEDERE

In psicologia con il termine vigilanza si intende il fenomeno che l'AB descrive come concentrazione ovvero di un'attenzione sostenuta, dove il soggetto riesce a mantenere l'attenzione (focalizzarsi) in quanto motivato e in quanto capisce ciò che sta facendo.

L'AB ridefinisce questo termine per evidenziare un fenomeno diverso e che richiama maggiormente l'etimologia stessa del termine, cosa fa un vigile? Il concetto di vigilare richiama il concetto di protezione, di fare attenzione alle minacce.

Lo stato di vigilanza è quindi quello stato in cui il soggetto prova delle emozioni negative che lo predispongono a fare attenzione alle possibili minacce che teme nella realtà intorno a sé.

La vigilanza "ruba" risorse attentive e quindi se il soggetto ha da svolgere altri compiti su cui concentrarsi andrà a rilento e farà in generale più fatica.

La vigilanza è una reazione biologica e scontata alla paura e all'ansia, il concetto di "temere" richiama appunto il fenomeno della vigilanza dove il soggetto rimane guardingo in quanto teme che quell'evento possa manifestarsi e rimanendo vigile potrà contrastarlo e rispondere meglio, anche se non necessariamente è sempre così.

Il termine vigilanza acquisisce un utilità psicologica specialmente in stati di iper vigilanza prolungati, in quanto il soggetto non ha più risorse disponibili per fare altro andando ad impedire lo svolgimento della normale esistenza.

Pensate ad una persona con fobia sociale e che teme il giudizio degli altri, nei contesti sociali questa persona tenderà ad entrare in uno stato di ipervigilanza focalizzandosi su qualsiasi cosa possa condurlo rapidamente a individuare il giudizio negativo temuto e di fatto sentendosi così esaurito di risorse da non poter fare nient'altro.

 

 

 

ultima modifica il: 04-01-2017 - 17:41:56
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