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Cos'è la protezione? Cosa vuol dire proteggere in ambito esistenziale?

(il paradosso della protezione, non sapere cosa realmente l'altro ha bisogno, quali pericoli ha, cosa lo rende felice e trasformare i tentativi di protezione in danni, anche a lungo termine

protezione traumatica, si crea una situazione che genera sofferenza al soggetto con ripercussioni sul breve e lungo periodo

protezione privativa, si impedisce al soggetto di fare un'esperienza che gli server per adattarsi al mondo, crescere, etc..

diminuire la protezione in modo scalare, facendo in modo di seguire il bisogno di protezione del soggetto che diminuisce perché al tempo stesso ne favoriamo autosufficienza e indipendenza)

Con il termine protezione si fa riferimento al fenomeno dell'evitamento della sofferenza dove un soggetto agisce affinché un altro non provi queste emozioni negative, non venga danneggiato psicologicamente.

La protezione presenta due problematiche di fondo:

- come si fa a sapere cosa fa soffrire l'altro? Fino a quando si parla di protezione fisica non c'è problema, ma come si fa a determinare, specialmente nei confronti di un bambino cosa non lo fa soffrire?

- come si fa a proteggere una persona e al tempo stesso non impedire che questa abbia problematiche con la crescita?

Per l'AB la protezione a livello esistenziale è disfunzionale, non conviene proteggere un bambino ma conviene dargli un sostegno continuo, dargli la propria vicinanza, spiegargli le cose ma poi fargli fare l'esperienza anche se questa vuol dire soffrire.

La protezione in ogni caso danneggia il soggetto, si parla di iperprotezione quando i danni sono talmente invalidanti da aver creato un disturbo nel soggetto a furia di avergli evitato di vivere e fare esperienza nel nome della protezione.

 

Non proteggete, date sostegno continuo, siate precettori dei vostri figli ma fateli vivere, fategli fare le loro esperienze e i loro errori, anche soffrire ha una valenza positiva se viene fatto sapendo che c'è sempre qualcuno vicino su cui contare.

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di affrontare l'esistenza da sola facendo da promotore del benessere e dell'evitamento della sofferenza della persona che si intende proteggere.

La protezione non ha nulla a che vedere con le promesse romantiche del tipo "io ti proteggerò, non ti farò soffrire, etc.." la protezione avviene nel momento in cui una persona nonostante non sia particolarmente adattata in un contesto comunque non soffre perché viene aiutata nel fare delle scelte, viene schermata da quelli che sono ambienti che potrebbero farla soffrrie, viene aiutata a 360° e di fatto questo soggetto quindi non soffre.

Per capire se un genitore sta realmente proteggendo suo figlio non è al genitore che va posta la domanda ma al figlio in cui si chiede semplicemente "stai soffrendo? hai problemi?" se il figlio presenta della sofferenza e del disagio vuol dire che i genitori o gli educatori hanno e stanno fallendo l'obbiettivo di protezione (sempre che se lo siano posto).

La protezione per definizione è un comportamento efficace che ha due obbiettivi:

- quello di sostegno, cioè la persona parte con il presupposto che quel soggetto non sarà mai in grado di farcela da solo e quindi si nomina come una sorta di protettore a vita che tenterà di proteggere la persona a cui rivolge il proprio sostegno;

- quello di supporto, cioè la persona parte con il presupposto che quel soggetto prima o poi sarà adattato al contesto e sarà autosufficiente e in grado di "proteggersi da solo" cioè sarà in grado di procurarsi il benessere che ricerca in autonomia senza cadere in errori e senza gerenare azioni che gli generino sofferenza o che gliela procurino in modo diretto.

 

Per fare un esempio del primo caso immaginate una persona che è cresciuta da un genitore che non gli ha insegnato nulla, questa persona fino a quando rimane però nell'ala protettiva dei genitori non soffre perché questo realmente è un protettore efficace che muove il figlio come un burattino o lo scherma da problemi e altre situazioni e lo fa sentire a suo agio e sereno. Questa persona di fatto ha un protettore che non gli ha insegnato nulla, che non svolge un ruolo di mentore e con il quale ha un elevato senso di benessere proprio per la protezione che è in grado di dargli ma al tempo stesso ne diventa di fatto dipendente perché da solo non è autosufficiente.

Nel secondo caso invece l'esempio è di un genitore all'opposto del primo che protegge ma al tempo stesso porta e spinge il proprio figlio all'autosufficienza in modo che questo sia in grado di vivere serenamente e fare le proprie scelte senza che sia necessaria la protezione di altre persone.

 

Nel primo caso ovverro si soggetti che si limitano a proteggere è necessario fare un approfondimento, cioè che non necessariamente questo genere di persone portano coloro che proteggono alla dipendenza, potrebbe accadere che queste persone anche se privi di un insegnante o di un mentore tramite l'apprendimento e l'esperienza sociale comunque riescano a maturare quell'autosufficienza necessaria e allontanarsi da quei soggetti che li guardano come qualcuno di sostenere e proteggere a vita o comunque non esserne dipendenti.

Questa distinzione è fondamentale per capire la differenza fra coloro che proteggono con l'obbiettivo di sostenere e quelli che iperproteggono. Quest'ultimi non si limitano solo a proteggere ma attuano un meccanismo di evitamento ed isolamento, e invece di inserire il soggetto nella realtà e fare da "schermo all'occorenza" lo ritirano in una campana di vetra, lo spingono ad evitare e non vivere l'esperienze della vita rendendolo di fatto una persona disadattata su più livelli, un "non vivente".

 

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pagina di disambiguazione nell'articolo sostegno.

 

la differenza fra protezione e iperprotezione, si tratta di protezione quando si interviene su richiesta o comunque si fa un intervento progressivo a diminuire, ovvero si protegge una persona con l'ottica anche di insegnargli a provvedere da sola a se stessa e di lasciare comunque uno spazio all'esposizione, uno spazio al progressivo inserimento della persona nel contesto di minaccia in modo che impari pian piano a vedersela da sola.

Si tratta di iperprotezione quando la protezione diventa totale, la persona viene protetta ad oltranza senza alcun programma di diminuzione dell aprotezione, programma di crescita e di esposizione al mondo e alle eventuali minacce e rischi generando un soggetto che sarà di fatto inabile alla vita e inabile a "autoproteggersi", un disadattamento preannunciato.

 

Protezione e Iperprotezione. "la madre iperprotettiva" , essendo cresciuti da genitori assenti, diventano dei genitori superpresenti facendo danni al contrario!

 

Proteggere vuol dire aiutare un soggetto ad affrontare i rischi e le minacce della vita perché da solo non sa farlo. La protezione è quindi qualcosa di attivo in cui si intereviene sulle scelte del soggetto, si interviene sui suoi spostamenti, si fa un'analisi di prevenzione al posto di quel soggetto.

 

 

Cos'è la protezione? La protezione è un concetto che genera confusione, basti pensare alla protezione di una madre verso un figlio e alla protezione che un fidanzato potrebbe offrire alla sua fidanzata. La confusione si origina fra i due diversi tipi di sviluppo, in cui una persona nasce non autosufficiente per poi rimanerci, mentre una persona poi cresce fino a divere autosufficiente. Per eliminare la confusione si potrebbe distinguere la protezione in:

-primaria

-seconaria

La protezia primaria è necessaria per la sopravvivenza, senza di questa un bambino non potrebbe sopravvivere, mentre quella secondaria si basa sul fallimento della protezione primaria al quale non è stato accompagnato un insegnamento che portasse la persona ad autoproteggersi, cioè essere autosufficiente.

La protezione considera come minaccia non l'aggressione, ma qualsiasi cosa generi sofferenza. Ecco che se una persona non viene protetta dall'esterno e non sa come proteggersi dalla sofferenza, quando questa arriverà, non lascerà spazio alla felicità.

Quindi il concetto di protezione non va ingenuamente ridotto a scene come cavalleresche in cui c'è una persona che ad esempio sta per essere picchiata e arriva il protettore e la salva, quanti bambini, adolescenti sono minacciati dalla loro stessa psiche, e abbandonati a loro stessi, perché siamo ancora al medioevo con convizioni del tipo "i figli si crescono con sani sculaccioni" "i figli si crescono con amore" etc..

Protezione e prevenzione. Proteggo gli altri e proteggo me stesso tramite la prevenzione. La protezione quindi è una prevenzione necessaria delle persone che si hanno in affidamento come i figli per i quali non essendo in grado di fare una prevenzione, siamo noi che la creiamo per loro fino quando non gli insegnamo ad essere autosufficienti, e quindi anche preventivi.

 

Protezione, sicurezza e dipendenza.

Protezione primaria, protezione secondaria.

La protezione non va confusa con la rassicurazione, perchè se io ti sto insegnando a vivere non ti rendo insicuro per poi rassicurarti.

Ti proteggo mentre ti insegno a vivere, sono io che creo un ambiente e un programma che non ti faccia provare sofferenza. Per

"Ti protteggo mentre ti insegno a non avere più bisogno di essere protetto da nessuno, e guadualmente ti insegno a proteggerti da solo, ad essere indipendente, finquando non avrai più bisogno di essere protetto" La protezione durante l'insegnamento di vita è quello di creare un ambiente in cui la persona a cui si sta insegnando a vivere, non paghi per le conseguenze dei propri errori. L'esempio dei simulatori virtuali, insegnare la guerra con i giochi virtuali, fa in modo che la morte o gli errori non siano raeli e quindi la persona possa imparare e apprendere da essi. Un genitore potrebbe fare lo stesso, proteggere e fare in modo che la persona cresca e si sviluppi in modo da poter gestire e quindi autoproteggersi senza avere il bisogno di altre persone che lo proteggano, in un parola autosufficienza. Il romanticismo ad esempio si basa sul concetto disfunzionale, uno fra i tanti, della protezione esterna, di una persona che ci sostiene perchè non siamo autosufficienti. Può essere funzionale udsare il romanticismo come metodo esistenziale? Cos'è la protezione? La protezione è un elemento necessario affinchè l'individuo completi il suo sviluppo primario e secondario, ma nella quotidianità questo metodo diviene disfunzionale comprendiamo di perchè. La protezione può essere diretta o indiretta, nel primo caso l'individuo si frappone verbalmente o fisicamente tra ciò che potrebbe causare un danno all'individuo, indirettamente non facendo esporre ciò che si sta proteggendo. Dove è l'errore o dove sono gli errori? Il primo errore è quello che la protezione va considerata nella prospettiva di essere ridotta costantantemente accompagnata quindi dall'insegnamento, così l'individuo si ritrova progressivamente a non avere più bisogno, il secondo errore è che la protezione sia diretta che indiretta non conviene metterla come stato assoluto, anzi man mano che l'individuo acquista consapevolezza conoscenza e gestione, conviene esporre gradualmente l'individuo stesso fin quando è in grado di gestire la realtà, i problemi le paure primarie. Il terzo errore è quello di danno, cioè le convinzioni che il protettore ha riguardo i possibili danni che la realtà può recare all'individuo come se esistesse una cosa a cui l'individuo NON DEBBA MAI ESSERE ESPOSTO, fin quando poi casualmente ci si ritrova ad avere a che fare e non ha la possibilità di gestire, un esempio è il sesso, la nudità, la droga, la crudeltà nel mondo, la pedofilia, il lavoro minorile, lo sfruttamento, le perversioni umane etc.. Perchè un bambino non dovrebbe conoscere il sesso, la nudità etc? Le risposte che ottengo quando lo chiedo alle persone sono le solite, perchè è sbagliato, perchè è giusto così, perchè non è pronto etc.. il non essere pronti è la chiave, se io aspetto che il bambino si cresca da solo o che lo cresca qualcun altro limitandomi a proteggerlo sto facendo errori di protezione e di insegnamento, anzi il ruoto di un insegnante/protettore è quello di accellerare il più possibile quella fase di "essere pronti a.." così che anche all'età di 4 o 5 anni il bambini può essere pronto a ricevere in modo funzionale le nozioni dall'insegnante stesso e non cercarlo di proteggerlo all'infinito sperando che poi questo non ne venga a conoscenza con altre vie. In conclusione un insegnante protegge ed insegna in modo che l'individuo sia pronto ad accettare la realtà, in una scaletta in cui gradualmente questa gli viene somministrata a piccole dosi, e in modo che possa gestirla senza rimanerne traumatizzato. E' in questa fase che si possono evitare, paure sensi di colpa, doverizzazioni le quali lo porteranno a non accettare per una vita intera eventi inevitabili. Protezione ed educazione Non puoi proteggere qualcuno per sempre e quando non potrai più proteggerlo lui come potrà proteggersi da solo. Una illusione primaria. Protezione nello sviluppo primario. Che gradualmente viene sostituita dalla consapevolezza nel completamento dello sviluppo secondario.

 

Protezione dal fallimento, non cercare di evitare il fallimento, ma dare la possibilità a chi si sta proteggendo da non sentire risentimento, insegnargli che si può fallire con il sorriso.

ultima modifica il: 15-12-2018 - 15:34:14
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