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- Comodità -
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Cosa è la comodità? Cosa si intende per comodo?

(collegamento fra zona di comodo e eutimia

aggiungere comodante, colui che mette gli altri comodi ma in un'ottica funzionale a sé e i suoi obiettivi)

Si definisce comoda qualsiasi attività non presinti elementi che producono emozioni negative o ne presenti di meno. 

Per fare un esempio immaginate di leggere un libro su una poltrona o di leggerlo in ginochio, sopra la poltrona potreste andare avanti per ore mentre in ginocchio dopo poco iniziereste ad avere dolore e quindi smettereste affermando o pensando "così non è comodo".

Maggiore è la comodità più è facile e probabile che un'attività venga svolta e per più tempo, viceversa più è scomoda più avverrà l'inverso e solo con un'intensa motivazione si può continuare a fare qualcosa di scomodo.

La comodità è stato un concetto erroneamente associato solo al benessere fisico, ma in realtà è un concetto esistenziale totale,  la comodità è anche "preferire una strada priva di gente perché una affollata suscita emozioni negative".

Da qui nasce il concetto di zona di comodo, che in inglese viene chiamata zona di comfort o comfort zone.

La zona di comodo descrivi tutti quei luoghi e spazi dove il soggetto percepisce pochi elementi che sono fonti di emozioni negative.

La comodità corrisponde quindi anche a non avere pericoli, a ciò che fa sentire il soggetto più sicuro.

Uno dei rischi è che il soggetto potrebbe essere così sensibile da far diventare la zona di comfort una prigione.

L'utilità di questo concetto è di spiegare generalmente e nell'insieme fenomeni come l'inibizione, l'insicurezza, la tendenza a fare attività non sofferenti, facendoci capire che ciò che un soggetto fa è perché non solo è motivato ma anche perché è abbstanza comodo da non ostacolare la motivazione che possiede. 

 

Mi distraggo o ci ragiono"

Il problema dell'istintivo e la tendenza a fuggire da qualsiasi situazione scomoda.

Quando il problema non è scegliere di rimanere nella zona di comodo ma quando l'inibizione è talmente intensa che il soggetto non riesce nemmeno a vincerla.

 

La zona di comodo come scelta e la zona di comodo come prigione inibitoria.

 

"basterebbe un piccolo passo a volte, una piccola decisione agita, per cambiare significativamente le cose, o anche solo la giornata da così a cosà.

Non parlo per forza di grandi azioni necessarie per concretizzare grandi intenzioni. Basta un pizzico di curiosità e di coraggio alle volte, per concedere al mondo di darti possibilità gradite e di stupirti. Io stessa potrei regalarmi enormi colpi di scena.

oggi sarà un giorno insulso, da far cadere nel dimenticatoio? e pensare che è dipeso da me. Io avrei il potere di renderlo memorabile.

Azione! azione! che cazzo continuo a pensare e pensare, cose che non mi portano a fare? come cambiare questo atteggiamento?

Sono viva e voglio approfittarne, voglio sfruttare meglio le giornate. quanti significati sono lì dietro l'angolo che aspettano di essere trovati. ma serve l'azione ... cosa mi serve, un collare elettrico!?

e anche questo topic non è che pensiero inutile che soppianta la vera azione: cos'è, alla fine sto bene come sto? ma non mi pare"

 

La zona di comodo e il paradosso della "crescita" come attività vissuta in modo negativo, lo studiare, tentare, imparare, viene visto come qualcosa di negativo perché non è "tutto e subito".

FINO A QUI

 

Comodità diventa sinonimo di agio? No, descrive come la persona ricerchi l'assenza di disagio, specialmente per non inquinare attività piacevoli.

Il concetto di comodo però viene usato anche con un'altra accezione, quella in cui il soggetto fugge o evita eventi che lo mettono a disagio non affrontandoli.

Si parla di "scelta di comodo" e "visione di comodo" per intendere come il soggetto preferisca autoconvincersi o scegliere di evitare ad esempio un problema ma da questa scelta e visione il soggetto non farà altro che "aumentare il problema".

 

Questo cosa ci suggerisce? Che una scelta orientata alla comodità può essere o funzionale o disfunzionale a seconda se la persona ha costruito un'esistenza dove essere a proprio agio è possibile o se invece punta alla comodità fuggendo dai problemi, non pensandoci, nascondendoli fino a quando sarà possibile sotto il tappeto.

 

 

Si definisce accomodante la persona che per diversi motivi preferisce la comodità di chi ha vicino alla propria, facendo in modo di mettere l'altro in modo che non provi disagio anche se questo invece lo produrrà a lei. Si legga condiscendenza per approfondire questo punto. 

BOZZA

 

la comodità descrive un particolare stato quando le persone agiscono. Una persona si definisce con comodità di base quando nel fare ciò che fa non prova alcun dolore fisico.

 

Questa è la comodità di base, ma la comodità oltre che descrivere l'assenza di dolore descrive anche l'efficienza, la facilità e il piacere in più che qualcosa può fornire.

Riprendendo l'esempio precedente della poltrona, immaginate che dopo un giorno a leggere su una poltrona che avete definito comoda il giorno dopo vi recate da un amico il quale vi fra provare la sua poltrona che nel momento in cui la provate notate che vi trasmette sensazioni più piacevoli nello stare seduto e che offre anche determinate funzioni come il poggia libri che l'altro non vi offriva. Questo vi porterà a definire la nuova poltrona più comoda della vecchia anche se quella vecchia comunque scomoda non era.

Questo concetto è fondamentale per rendersi conto che ciò di cui siamo circondati anche se comodo è comunque migliorabile e rendere il proprio ambiente comodo non è solo una questione di piacere ma anche una questione di efficienza, praticità d'uso, velocità etc..

Pensate alla cucina, non vi trovereste più comodi in un ambiete da cucina più spazioso e che vi fa cucinare perfino in meno tempo per la praticità d'uso che offre?

 

Paradossalmente le persone rinchiuse nella loro rigidità mentale fra chiusura e presunzione non si rendono conto di quanto sia migliorabile il loro ambiente.

 

ultima modifica il: 22-04-2019 - 12:27:59
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