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"Il futuro inizia dal presente"

Cos'è la previdenza?

Previdenza letteralmente vuol dire vedere prima ed evidenzia la possibilità che ha l'essere umano, tramite le deduzioni, di pensare a quello che può essere un possibile scenario futuro a partire da dati conosciuti o conoscibili nel presente.

La previdenza pone l'accento su un meccanismo difensivo, si guarda al futuro per migliorarlo in un'ottica di problemi e sofferenza, viceversa si parla di lungimiranza quando si tratta di fare investimenti e scelte che portino al bene del soggetto. 

Previdenza e lungimiranza non sono più sinonimi ma sono due componenti attive che costituiscono il concetto generale di prospettiva, cioè guardare al futuro.

Ma ogni volta che si guarda al futuro lo si fa con uno specifico punto di vista, chiamato prospetto, ciò che guardiamo non è reale ed è basato sul punto di vista che abbiamo in quel momento, cambiare punto di vista ci dà una visione diversa del futuro, una previsione differente.

Con il termine lungimiranza invece si pone l'accento sul comportamento presentato orientato a costruire e migliore il futuro, per l'appunto grazie alla previsione dei possibili scenari.

Cambiamo perché prevediamo, se non potessimo prevedere non potremmo essere lungimiranti.

La previdenza non scatta necessariamente dalla coscienza, ma potrebbe essere lo stesso inconscio che fa emergere questa possibilità alla coscienza tramite immagini o vie emotivecome per suggerire alla coscienza della possibilità di questo rischio e quindi attivare anche meccanismi di difesa consci.

La previdenza è specifica, si basa sulla conoscenza di eventi negativi noti su base statistica o soggettiva. Ad esempio un soggetto che nel corso della sua esistenza ha preso più volte un'eritema si definirà previdente se, nota questa possibilità negativa, inizierà a pensarci, la prenderà in considerazione in scenari dove c'è questo rischio.

Più il soggetto sarà lungimirante più elementi può iniziare a cambiare e combattere dal presente.

Mentre la previdenza è una cosa comune in quanto è il nostro stesso inconscio che per condizionamenti o altro può attivarla su base aniosa, motivato a difenderci da eventi negativi, la lungimiranza non sempre c'è su base conscia. Si parla di qualcosa di più raro, richiede saggezza, prendersi del tempo per guardare al futuro, richiede di percepire la convenienza nel "vagare nei scenari futuri più probabili".

Più lungimiranza c'è e più il soggetto sarà previdente, sfruttando un maggiore vantaggio temporale.

 

Le differenze in termini utilitaristici di questi due fenomeni sono da ritrovarsi nel fatto che mentre la previdenza tente ad insorgere quando ci sono stimoli che richiamano, specialmente inconsciamente, un dato scenario basato su elementi di esperienza e vicinanza temporale, la lungimiranza è un jolly più generico che fa risparmiare tempo su numerosi frangenti, agendo d'anticipo in uno scenario più futuro. Scenario che non necessariamente è stato dedotto a partire da elementi presenti, operando quindi su più livelli, nell'ambito del miglioramento, del fare cambiamenti, anche in quello della previdenza e prevenzione di elementi negativi.

 

Essere previdenti vuol dire quindi sviluppare una personalità che tende a guardare al futuro per trarne dei vantaggi, il concetto di previdenza si accoppia con quello di lungimiranza, si definisce lungimirante un soggetto che quando agisce non guarda solo alle conseguenze nel breve o medio termine ma anche nel lungo, le conseguenze che ci sono oltre quello che gli interessa in modo tale da fare delle scelte e delle azioni che seppur siano un bene per un futuro breve siano anche un bene per quello lontano, l'opposto quindi ad esempio del dissoluto o dell'edonista.

 

Uno dei problemi principali della previdenza è che questa si basa su una serie di deduzioni che il soggetto fa e non necessariamente queste deduzioni sono valide.

La previdenza e la lungimiranza risentono pensantemente dell'intelligenza del soggetto, più il soggetto è stupido e più paradossalmente questa si rivelerà un'arma distruttiva, perché lo spingerà a provare emozioni, avere comportamenti, che sono basati non sulla realtà ma su un'illusione che si sta vedendo.

Si parla quindi di previdenza razionale o irrazionale a seconda se ciò che il soggetto sta vedendo nel futuro sia valido oppure no, se segua un modello scientifico o meno, cosa che andrà ad influenzare pesantemente la qualità dell'azione futura, le conseguenze, gli effetti, etc...

 

 

Lungimiranza e previdenza portano per motivi e obbiettivi diversi a visualizzare un possibile scenario futuro a cui il soggetto potrà fare:

- preparazione, termine generico per intendere qualcuno che fa qualcosa prima di qualcosa. Come vedremo in questo elenco di disambiguazione la preparazione ha come motivazione l'intervento su eventi negativi previsti;

- Preoccupare,  è un possibile stato emotivo del soggetto previdente, il soggetto entra in ansia nel guardare al futuro e questo lo spinge a fare qualcosa che si rivelerà per lo più una serie di azioni inefficaci, una sorta di lamentela, un far vedere che ci pensa ma che non farà alcuna differenza. Ad esempio il genitore preoccupato è quello che chiama in continuazione, come se con quella chiamata potesse in qualche modo "intervenire posivitamente". Con questo termine si evidenzia la manifestazione negativa della previdenza. La preoccupazione scatta quando il soggetto da una parte è "mosso a fare qualcosa" per un evento negativo previsto e dall'altra manifesta un comportamento che si rivelerà inefficace e che al più potrà essere utile solo al soggetto stesso per non sentirsi in colpa e poter dire a se stesso "qualcosa l'ho fatta";

- cautela, la cautela  evidenzia il modo di fare che ha un soggetto quando sa che c'è un rischio modificando il suo comportamento in modo tale da seguire tutte quelle regole che diminuiscono la probabilità che tale rischio accada. L'esempio della cautela è quando si è alla guida, rispettando le misure di sicurezza, i limiti di velocità, mantenendo attenzione. Proprio perché il rischio è statistico, dalla stessa statistica si ottengono tutte quelle informazioni che aiutano a capire cosa fare per diminuire la probabilità stessa e quando il soggetto segue queste regole, dette regole cautelative, sta avendo un comportamento cauto. La cautela si completa con l'accortezza, in quanto il soggetto accorto sa che le regole cautelative non danno la certezze, non rendono immuni e quindi oltre le regole cautelative considera anche possibili scenari che non conosce, sa che potrebbe esserci qualcosa che sfugge a tutto questo controllo e rimane in attenzione anche verso altri frangenti e non si "fida mai al 100%" in quanto sa che seguire tutte le regole cautelative non annulla il rischio ma lo riduce. Il principio cautelativo si potrebbe definire come il "se ho un modo di proteggermi dai rischi agisco, altrimenti evito";

- precauzione, mentre nella cautela si evidenzia tutto il comportamento rivolto ad un rischio presente, con la precauzione si definisce tutto ciò che viene fatto prima, che tale scenario sia presente. Ad esempio una persona che ha paura di incontrare qualche maleintenzionato potrebbe evitare di uscire la sera, oppure una persona che pensa di poter avere un rapporto sessuale si compra dei preservativi da tenere con sé.  La precauzione si basa su tutta una serie di azioni che si possono fare ancor prima di entrare in uno scenario in cui si conosce il rischio.  La precauzione è valida se il rischio è possibile, non è valida se il rischio è presunto, cioè se si pensa che possa esserci qualcosa che fa male senza sapere nemmeno cosa o se non si sa nemmeno quante sono le possibilità che si andrà in quello scenario a rischio. Nella precauzione c'è la possibilità che il soggetto cada nella trappola del "lo faccio per precauzione", non sa se qualcosa accadrà o meno, se il rischio è reale o presunto, ma solo perché pensa che sia possibile agisce preparadosi, ma così facendo  in realtà sta solo perdendo tempo e risorse per preparasi a qualcosa che non accadrà o a cui non verrà esposto;

- prevenzione, a differenza della precauzione la prevenzione nasce in tutti quei scenari di rischio che sono "regolabili e controllabili" cioè si possono annullare con comportamenti specifici.  Ad esempio mentre non si può annullare il rischio di incidente stradale, si può annullare il rischio di eritema solare, basta coprire la pelle dal sole e il rischio di scottatura è nullo;

- prudenza, il soggetto agisce misurando le azioni con l'obbiettivo di evitare conseguenze negative e pericolose. La prudenza è fondamentale perché a volte ciò che ci danneggia è una conseguenza di azioni errate prese e non di eventi esterni al di fuori del nostro controllo, ad esempio sarà prudente chi si sceglierà accuratamente il partner per non cadere in pericoli dati dall'incompatibilità o dalla persona che portiamo nella nostra esistenza. La prudenza quindi altro non è che porre maggiore accento sulle azioni e scelte facendo maggiore ricorso alla ponderazione, alla calma, al calcolo delle conseguenze, l'opposto dell'avventatezza;

- provvedere, evidenzia il fenomeno del "fare" per il futuro. Termine generico che sottolinea le attività come quella della prevenzione, della prudenza, un fare oggi per migliorare il proprio futuro;

- evitare, evidenzia come il soggetto prevedendo un evento negativo possa per prudenza o precauzione fare in modo di non averci a che fare;

- circospezione, evidenzia il comportamento di una persona che sa che comunque possono accadere imprevisti oltre pericoli noti;

- accortezza, nasce dalla consapevolezza di non sapere tutto e quindi è un incentivo a conoscere di più a porre attenzione delle dinamiche intorno a sé perché più si conosce più si può essere previdenti. Essere accorti vuol dire semplicemente accorgersi di quante più cose possibili intorno a sé, rimanere attenti e non dare per scontato di sapere tutto o che tutto resti così come lo conosciamo. 

 

Un esempio di previdenza e di conseguenze lo troviamo nell'esempio del principio precauzionale irrazionale. Persone che condividono sui social network qualsiasi notizia riguardanti pericoli imminenti o presenti e che potrebbe dilagare, anche se non ne conoscono la validità perché il ragionamento che fanno è "e se fosse così? Se fosse stato così e io non avessi aiutato la persona?" Il soggetto rimane intrappolato nel fatto che l'articolo parla di un possibile rischio futuro anche per altre persone. La condividono perché preferiscono pre cautelarsi a prescindere, senza sapere se ciò che stanno facendo ha una possibilità reale di accadere o è solo tutto frutto della fantasia.

Da qui si capisce come la previdenza se non ha basi valide scada nell'allarmismo, cioè entrare in allarme o far entrare altre persone in allarme per qualcosa che non c'è, per un rischio non reale.

Facciamo un altro esempio, pensiamo all'emissioni di onde elettromagnetiche, non si può annullare il rischio di essere esposti ma si può essere cauti e sapendo che l'effetto più potente lo si ha quando si è vicini all'emittente di onde radio, fare in modo di essere ad una distanza di "sicurezza" nella maggior parte dei casi. Questo è un esempio di come prevedere le conseguenze dell'elettromagnetismo, aiuti ad attuare comportamenti cautelativi utili basati in questo caso su una previdenza razionale.

 

I comportamenti cautelativi e precauzionali si contraddistinguono dalla tendenza ad evitare, ad impedire che qualcosa avvenga, tenendola lontana, non facendola accadere, scendendo in comportamenti paradossali perché non sbilanciarsi mai e non rischiare mai può essere penalizzante oltre che essere inefficace perché alcune rischi e pericoli sono intrinsicamente nella nostra natura (si pensi alla salute) e quindi solo conoscendoli si può interevenire e non c'è modo di scappare da essi, viceversa la prevenzione è caratterizzata dall'interevento, dall'azione, dell'agire tentando di gestire e regolare il pericolo.

 

APPUNTI:

Il ruolo delle inferenze distorte e della percezione distorta in generale nella previdenza e nei sotto fenomeni specifici descritti.

 

 

Dire lo faccio per sicurezza o lo faccio per precauzione ha lo stesso significato, in quanto nella precauzione è implicito l'obbiettivo finale della sicurezza.

La sottile linea che separa precauzione ed evitamento, in alcuni casi il soggetto se non riesce a rendere l'ambiente più sicuro potrebbe evitare in altri invece comunque affrontare gli scenari di rischio.

 

 

ultima modifica il: 25-09-2020 - 17:28:13
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