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Cos'è l'oratoria?

Con il termine oratoria si definisce l'abilità che un soggetto ha nel parlare e comunicare con gli altri. Chiunque abbia una bocca e sia in grado di dare fiato emettendo parole è un oratore, ma ciò non significa che si sia degli abili oratori. Tutti parlano ma non è detto che ciò che si dica produrrà risultati.

L'oratoria viene analizzata e giudicata in base a due caratteristiche:

- l'eloquenza, fluenza, grammatica, composizione del messaggio, numero di vocaboli che si riescono a padroneggiare;

- la retorica. l'efficacia dell'obiettivo di comunicazione. Cioè l'abilità del soggetto di raggiungere il suo obiettivo con la comunicazione, le parole che sceglie e l'intonazione.

 

DA CANCELLARE

 

 

 

[aggiungere ruffiano e imposizione, perorare

aggiungere perspicacia come l'abilità dell'oratore di capire usando deduzioni valide, senza che sia quindi necessario fare per l'intero percorso di sintonia e accordo sui significati

aggiungere plausibilità

aggiungere facondo, cioè colui che parla con un'oratoria giudicata in modo positivo, si pone l'accentosul parlare e non rimanere in silenzio o disparte, essere protagonisti del dialogo]

Rendersi conto che le parole hanno degli effetti che vanno oltre la comunicazione, quindi con il termine oratoria si intende il saper parlare conoscendo gli effetti che le parole hanno e usarli per i propri obbiettivi.

Cosa si intende per effetti che vanno oltre la comunicazione? Si parla per comunicare messaggi e dare informazioni e in alcuni casi queste informazioni sono in grado di modificare eventi e modificare i comportamentidelle persone, oratoria vuol dire essere consci di questo e saper anche cosa dire e come fare per generare alcuni effetti.

Seguirà ora un elenco in cui sono contenute tutti i possibili effetti e fenomeno riguardanti l'oratoria:

- retorica, abilità nel raggiungere i propri obiettivi tramite il linguaggio, a costo anche di sfruttare le fallacie e gli errori percettivi altrui per portare un soggetto a delle conclusioni che fanno comodo all'oratore;

- dialettica, l'abilità di riuscire a parlare facilitando la comprensione del ricevente, quanto più un soggetto è consapevole dei problemi della comunicazione quanto più sarà efficace nel farsi comprendere comunque dall'altro facendosi carico del lavoro necessario per raggiungere questo obbiettivo. La dialettica è anche correlata alla qualità del pensiero del soggetto che tenta di comunicare, quanto più una persona ha significati chiari e univoci nella propria mente quanto più riuscirà nel comunicarli e farsi comprendere. La dialettica pone l'accento sull'efficacia della comunicazione in sé, del portare un significato da sé agli altri senza errori di fraintendimento;

- eloquenza, pone l'accento sul fenomeno della fluenza cognitiva e della plausibilità, dove le persone giudicano positivamente quei discorsi su cui concordano, che sono chiari e rispecchiano la loro visione delle cose, specialmente se questi discorsi riescono ad avere anche un impatto emotivo;

- suggestione, ;

- insinuazione, si inserisce un dubbio sapendo di quale effetti avrà questo specialmente in una persona insicura;

- Sofisma, il sofisma a differenza della retorica conduce in modo diretto e accompagna il soggetto a cadere nella fallacia. Mentre nella retorica si danno delle credenze e delle informazioni sapendo che il soggetto le processerà in modo fallace nel sofisma l'oratore esprime già il concetto processato e la conclusione, la persona espone cioè l'intero percorso deduttivo fallace che il soggetto riprenderà e a cui finirà per credere;

- giustificazione, un altro metodo retorico per fare in modo che il soggetto che in un primo momento accusa di qualcosa di sbagliato riveda il suo giudizio di disapprovazione;

- eristica, il comportamento di chi usa la retorica per annullare giudizi negativi e accuse che vengono mosse nei suoi confronti;

- perforazione (linguistica), il tentativo di cambiare credenze e convinzioni in un soggetto, cioè fare una critica diretta nei confronti di credenze che già possiede per cambiarle o eliminarle. Esempio il soggetto crede che ogni volta che avrà un rapporto sarà abbandonato, perfare vuol dire cambiare questa credenza per trasformarla in qualcosa di più valida. Ma la perforazione potrebbe andare anche in senso opposto ovvero cambiare una credenza valida per trasformarla in una che vada a vantaggio del soggetto;

- epidittico, comportamento epidittico, dire agli ascoltatori quello che desiderano sentirsi dire anche quando si sa che è un'illusione dell'ascoltatore, questo è un mezzo che si usa di solito per accaparrarsi simpatie e per scambiare qualcosa. L'epidittico si basa sul concetto di osnoblosi;

 

- Truffa, lo stato conscio dei rischi della manipolazione ha regolamentato e sta regolamentando dei comportamenti considerati illegali così da disincentivare e punire alcune forme di manipolazione; 

Mistificazione è l'utilizzo di simboli e fonti false per ingannare con maggiore facilità. Ad esempio se modifico un libro di storia è più facile che chi lo legga e lo studi a scuola si convinca e creda a quel fatto, se una persona si veste da carabiniere è più facile che inganni qualcuno. Il mistificatore quindi si avvantaggia di metodi per riuscire ad ingannare anche persone che potrebbero avere una maggiore resistenza all'inganno proprio per i "potenti" metodi e strategie utilizzate. Questo termine diventa utile per distinguere un bugiardo che si limita a dire il falso da una persona che invece utilizza tecniche più avanzate per portare qualcuno a cambiare avvenimenti a livello storico portando a credere qualcosa che in realtà non è mai esistita, si vanno cioè ad aggredire perfino le fonti stesse. Un mistificatore ad esempio potrebbe essere un soggetto che conscio che alcuni fonti sono state modificate ad hoc le utilizza per ingannare le persone più critiche ma che comunque finiscono per crederci nel momento in cui ascoltano una fonte qualsiasi essa sia. Si parla di mistificazione totale quando ogni fonte viene cambiata;

- Imbroglio , è una particolare tecnica oratoria che si basa sullo sfruttare la tendenza euristica delle persone a proprio vantaggio. L'imbroglio consiste nel generare un testo o un argomento complicato e articolato in modo che sia difficile da capire in quanto costringe a un lavoro lungo che non tutti sono disposti a fare.  Un soggetto di fronte a tale complessità quindi potrebbe lasciar perdere e per comodità (il soggetto si illude che vada a suo vantaggio) delega a chi ha di fronte tendendo maggiormente a fidarsi dell'imbroglione facendo il suo gioco. Quindi si tratta di imbroglio quando qualcuno genera intenzialmente una situazione più complessa per indurre un soggetto in modo che non capendo e delegando vada a vantaggio dell'imbrogliore. In sintensi nell'imbroglio un soggetto lascia perché i suoi metodi euristici per capire non sono efficaci in situazione rese più complicate fienndo per delegare una cosa complessa richiederebbe un investimento di tempo e risorse che non è disposto a spendere. Il soggetto viene imbrogliato proprio perché percepisce come conveniente delegare dando l'opportunità all'imbrogliore di imbrogliarlo. Un esempio di imbroglio è quello in cui il soggetto quando firma delle carte gli viene presentato con termini "tecnici" producendo una serie di pagine che sono inutili ma che portano il soggetto a vedere una serie di scartoffie lunghe e complicate e finisce per non leggerle. Si parla di imbroglio solo nel momento in cui la situazione è talmente "complicata" da indurre qualcuno a delegare. Le persone che sono immuni all'imbroglio sono quelle che nonostante siano euristiche comunque non delegano e rispondono un secco "fino a quando non capisco non procedo". L'imbroglio oltre che nella delega ha anche l'effetto di procedere e farsi vedere che si è compreso per non apparire inferiore, questo avvantaggia il manipolatore;

- Raggiro, tecnica usata da manipolatori e truffatori facendo leva sulle fallace del soggetto che processano le informazioni anche quando queste sono insufficienti. Si raggira quando intenzionalmente si sfruttano i preconcetti e le euristiche rapide dell'osservatore per ingannarlo e usare tale inganno a proprio vantaggio. In linea generale il soggetto che tenta il raggiro da un'informazione non completa, quello che si potrebbe chiamare come una "seminformazione" così da favorire ancora di più le deduzioni nell'ascoltarore e quindi aumentare la probabilità di fallace, ma non ci si limita a questo. Colui che tenta il raggiro fa anche in modo di presentare questa informazione parziale in modo da colpire specifiche fallace ad esempio in alcune pubblicità una persona che conosce questo fenomeno si rende conto di come gli autori della pubblicità abbiano mirato a quelle che sono le fallace del consumatore, ovvero fallace medie e più diffuse di compra prodotti. Il raggiro raramente è "punibile" proprio perché l'errore e la debolezza è nel soggetto che ha dedotto erroneamente qualcosa che è andato a vantaggio di chi ha tentato il raggiro. Il raggiro si può basare anche su parole fraintendibili e che non hanno alcuna quantificazione. Sfruttare l'effetto priming per raggirare;


Ipocrisia, mentire sapendo di mentire;

- Subdolo, l'oratore subdolo è colui che si rende conto che alcune cose vanno tenute nascoste in quanto se venissero fuori lo dannegerebbe non solo per giudizio ma anche per le conseguenze. Qui in pratica c'è una sorta di oratoria al contrario in quanto il soggetto non solo sa cosa dire per genere un effetto positivo ma sa anche cosa non dire per non generare effetti negativi. Ecco perché la menzogna si basa anche su quello che non si viene detto perché non dire ha gli stessi effetti manipolatori ad esempio di dire qualcosa di specifico. L'essere subdoli non va confuso con il raggiro, mentre nel raggiro si selezionano le informazioni parziali per far scattare particolare deduzioni a partire da quella incompletezza informazionale, il subdolo sa che dire alcune informazioni farebbe scattare delle deduzioni e una comprensione dell'altro che gli andrebbe contro;

- Esortare, tirare fuori qualcosa che c'era già dentro il soggetto ma che per motivi di inibizione non si manifestava, l'etimologia del termine richiama il concetto di tirare fuori qualcosa stimolando, quindi aumentando la grinta del soggetto cioè facendogli fare dei percorsi mentali e delle conclusioni che lo motivano maggiormente;

- Incoraggiare, una specifica forma di esortamento che riguarda la persona inibita dalla paura, una persona esterna dando coraggio la aiuta a fare quello che prima non riusciva a fare per paura, una specifica forma di esortazione;

- Incitare, l'etimologia del termine è l'opposto dell'esortare, mentre esortare è composto dalla particella "ex" che vuol dire fuore, incitare è composto dalla particella "in" ovvero dentro, l'etimologia del termine quindi ci fa capire come in questo caso non c'è un portare fuori quello che c'è già dentro ma c'è una costruzione che parte dal di dentro, una costruzione da zero su quello che il soggetto può fare o meno. Incitare vuol dire ripetere al soggetto ad esempio frasi come "puoi farcela" "ce la farai" "credo in te", qui non si tratta di far superare un'inibizione in quanto il soggetto aveva smesso di crederci e desiderare qualcosa che pensava di non poter fare;

- Invogliare, descrive quel fenomeno per cui un esterno intenzionalmente o meno accende un desiderio nell'altro che prima non aveva facendogli conoscere qualcosa di nuovo che potrebbe desiderare, ad esempio Caio si compra la macchina nuova e chiama Tizio a fare un giro, Tizio dopo aver fatto il giro esclama "mi hai fatto venire voglia anche a me di comprarla"; 

- Provocare, il soggetto conoscendo le dinamiche cause effetto di un determinato sistema agisce con l'intenzione di ottenere una reazione. La logica è quella del "so che Caio farà X se io faccio Y, desidero che Caio faccia X quindi io faccio Y" il soggetto quindi provoca l'azione che desidera vedere nell'altro;

- Aizzare, aizzare evidenzia in modo specifico quella parte della provacazione che è tesa a far suscitare reazioni emotive più basse umane, come ad esempio portare una persona risentirsi al punto da tirare fuori la propria rabbia;

- Spronare, con questo termine si evidenzia come si spinga un soggetto ad agire facendo leva sulle sue emozioni negative, l'etimologia del termine richiama la metafora dello sperone, immaginate una persona che viene spinta a procedere in una direzione perché c'è un soggetto che dietro di lei le punta uno sperone alla chiesta e le intima di andare avanti, pensa infilzarlo. Si sprona una persona ad agire quando ad esempio la si minaccia o si fa leva sul senso di colpa, come il genitore che dice "se non fai i compiti, niente videogiochi". Questo termine ha un'accezione positiva perché chi sprona lo fa per aiutare il soggetto nei suoi interessi o quelli che comunque crede siano tali anche se si potrebbe cadere in errore;

coercizione, simile allo spronare ma mentre nello spronare si "minaccia" di fare cose negative generando per lo più ansia, con la coercizione si porta la persona a soffrire così che avverta il bisogno di agire per liberarsi di quella sofferenza. Lo stesso vale anche per la coercizione fisica anche se qui si sta parlando di coercizione psicologica indotta dalle parole;

- Indurre, si riferisce al fenomeno dell'induzione;

 

- Persuadere, letteralmente si traduce con "per mezzo del piacere" cioè spingere una persona ad agire facendo leva su ciò che le piace. La persuasione è l'esatto opposto dello spronare, con la persuasione si fa leva sulle emozioni positive;

- dissuasione, l'opposto della persuasione;

- Sollecitare, tentare di velocizzare il raggiungimento di un obbiettivo nei confronti di un'altra persona andando a modificare i percorsi mentali o emotivi che sono alla base della pigrizia.

 - Narcisismo, detto anche oratore narcisista o soltando narciso. Il narciso è un soggetto che costruisce un rapporto basandosi interamente sulla menzogna e sulla finzione perché vede la persona all'interno di quel rapporto come un mezzo per i suoi desideri e i suoi obbiettivi. Termine utile per capire la differenza ad esempio fra una persona che mente per trarne un vantaggio cioè un caso isolato di manipolaione da chi invece regge il rapporto intero su una grande mossa manipolativa.

 

 

Una volta capito quanto possa essere vasto l'ambito dell'oratoria ci si rende conto che ogni cosa che diciamo o che facciamo di fatto potrebbe cambiare il pensiero di chi ci ascolta e portarlo a fare di conseguenza delle scelte differenti.

Si definisce manipolatorio quel comportamento teso tramite l'oratoria (ma non solo) a modificare il pensiero dell'altro senza ricorrere a menzogna o a fornire alcuna informazione errata ma sfruttando per  l'appunto le emozioni che il soggetto può provare o sfruttando le sue fallacie.

La manipolazione quindi consiste nel dire cose o suggerire deduzioni che porteranno il soggetto a fare un'azione che favorirà il manipolatore.

Qualcuno potrebbe chiedersi a questo punto allora cosa vuol dire influenzare qualcuno? Questo termine viene usato per distinguere le attività manipolative che hanno un'accezione negativa in quanto vengono usate per un proprio abbiettivi a discapito del manipolato dalle attività casuali o positive che le persone potrebbero avere nel far modificare pensiero o scelta all'altro. Si parla di attività casuali quando dopo una chiacchierata in cui ci si è limitati ad esprimere la propria opinione o visione su qualcosa si si nota che l'aver fatto quella chiacchierata ha cambiato una scelta e modo di pensare verso alcune cose, il cambiamento è stato casuale e non intenzionale in quanto frutto del parlare senza alcun fine specifico, non conta che tale cambiamento sia stato positivo o negativo in quanto è frutto della casualità.

Si parla di attività positive quando una persona tenta di influenzarne un'altra perché pensa che questo possa avere un esito positivo per l'influenzato, pensiamo ad una persona che compra un prodotto positivo e lo consiglia al proprio amico e da questo consiglio ne verrà fuori che anche quest'ultimo si comprerà il prodotto che altrimenti non avrebbe comprato. Dopo l'acquisto fatto la persona si sentirà soddisfatta, cosa che lo porterà poi a ringraziare l'amico per avergli fatto scoprire una cosa utile, oppure ad avergli fatto preferire fra due prodotti il migliore.

Da qui nasce il concetto di influencer, termine usato per evidenziare quei soggetti che hanno una portata di influenza (vengono seguire da numerose persone) e usano questo potere noon per fini manipolativi. Un esempio di influencer positivo lo abbiamo nell'amico che tenta di consigliare al meglio un altro amico o unoyoutuber che tenta di pubblicizzare un prodotto che egli stesso ritiene valido e sarà utile ai suoi ascoltatori oppure un professionista che usa la rete per dare consigli a chi lo segue come fan. 

 

 

Si parla di oratore invece per intendere il soggetto che è consapevole di quanto le sue parole abbiano un potere nel modificare emozioni e pensieri di chi lo ascolta. 

Questo ci porta ad un problema ovvero che non sempre è possibile sapere se il cambiamento di qualcuno è stato fatto da un influencer che ha fallito ma aveva intenzioni positive o da un manipolatore che invece ha danneggiato di proposito il soggetto per un suo fine personale.

 

 

Nel linguaggio comune si confonde il concetto di influencer ed influenza efficace con "portata di influenza", si è tanto più influenti a livello sociale quanto più persone sono collegate a noi (cosa possibile grazie ai mezzi di comunicazione) dove una persona che ha ad esempio un milione di follower vuol dire che ha un milione di persone che potenzialmente ascoltano ciò che dice, sono interessate a lui, c'è un collegamento di simpatia o di stima e per questo la persona potrebbe influenzare o manipolare quella massa di persone per diversi obbiettivi come pubblicizzare un'azienda.

 

  

L'esempio del manipolatore basandosi sul senso di colpa

Se una persona pensa che qualcosa sia per lui sbagliata sa che sarà sufficiente dirlo a qualcuno per fargli scattare un senso di colpa e un bisogno (spinto dalla succubanza) affinché la persona smetta di dire che è sbagliato. La persona non sta mentendo ma sta di fatto sfruttando dei meccanismi dell'altro a proprio vantaggio e quindi lo sta manipolando sapendo che dire "stai sbagliando" lo porterà a non fare più quell'azione non desiderata.

DA RIVEDERE

Ambiguità fra uso del linguaggio in cui il significato quotidiano è "avere ragione tramite l'esclusivo mezzo del linguaggio" ma ciò si va a confondere sia con la persuasione che con l'eristica. Conviene ridefinire la retorica come un tipo di persuasione specifico cioè la persuasione basata solo sulle parole senza portare argomentazioni valide o oggettive al fine di avere ragione. Quindi si va a dare un nome anche una delle tre tipolgie di eristica, cioè quella basata esclusivamente sulle parole al fine di avere ragione.

Quindi la retorica diciamo è il punto di intersezione fra eristica e persuasione che passa esclusivamente per le chiacchiere "tutto fumo e niente arrosto".

Per approfondire qual è la differenza fra persuasione e retorica? Che la persuasione non ha una finalità ben precisa e ha modalità vaste, mentre l'eristica si basa sullo battagliare a parole e la retorica è quando si usano solo parole senza esperimenti, statistiche o ricerche, cioè tramite le parole si parla di credenze, giustizia, etica, morale senza tirare in ballo l'oggettività basata sul pratico.

Questo così ci aiuta a comprendere sia l'esistenza di persone che si fanno "abbindolare" solo sulle parole e come invece una persona consapevole sia immune alla retorica.

ultima modifica il: 30-09-2018 - 12:47:43
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