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- Polemica -
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Cos'è la polemica? Cosa si intende per fare polemica?

Si definisce polemica quel dialogo che si innesca fra due o più persone incentrato su una questione morale dove l'obbiettivo del discorso non è quello di discutere ma solo quello di esprimere il proprio giudizio riguardo a quello che sia giusto e sbagliato in modo moralistico.

Non si fa una critica costruttiva pensando al giusto e sbagliato per il soggetto, ma si punta il dito giudicando la vita degli altri sulla base del proprio punto di vista, cioè un qualcosa di sterile che viene fatto da persone che poco hanno capito di come funziona il mondo. 

La polemica ha un'accezione negativa non solo per il moralismo ma anche per il tono di lamentela, quasi di sfogo che il soggetto attua, rendendo il tutto ancora più pesante.  

 

Si legga critica.

 

 

 

 

DA CANCELLARE

Si definisce polemico un metodo di dialogo che sebbene si basi su presupposti critici non ha alcuno sviluppo costruttivo.

L'esempio del criticare una verità per imporre la propria verità, dire c'è qualcosa che non si accetta in un modo che porta l'altro a risentire, sentirsi attaccato, etc..

Qualsiasi dialogo improduttivo si definisce polemica, un dialogo produtto si definisce discussione.

DA CANCELLARE

Nel linguaggio comune la polemica indica uno specifico comportamento in cui un soggetto si oppone con verso ciò che non accetta.

L'AB sceglie di ridefinire questo fenomeno che così descritto è generale per definire uno specifico fenomeno. 

Per l'AB si definise polemica una specifica forma di comportamento che nasce dal risentimento e dalla convinzione di avere la verità in tasca e quindi esponde la sua visione assolutistica delle cose.

 

 

La polemica ad esempio potrebbe nascere dall'indignazione dove un soggetto vede un comportamento che non ritiene normale e quindi ne fa polemica affermando quello che invece doveva essere stato il comportamento normale, cosa si doveva fare o non doveva fare in base alla propria visione di dignità comportamentale.

Per l'AB la polemica è quindi una specifica forma di risentimento dove un soggetto nella sua visione assolutistica espone affermando il suo giudizio e dicendo cosa/come doveva essere fatto o come non doveva essere fatto, senza lasciare spazio a discussione in quanto "ipse dixit".

Ciò che traspare dalla polemica è quella di un soggetto che non ha capito che la realtà è complessa e che non c'è spazio per verità sopratutto quando queste sono assolute e non considerano la diversità dei punti di vista, la diversità delle realtà in cui le persone in questo modo si trovano a esistere. In sintesi una persona che non si rende conto dei limiti della propria opinione, dei limiti della complessità di cose che potrebbe anche far fatica a conoscere (per distanza e tempo che ne occorrebbe), una persona che non si rende conto del proprio errore egocentrico. 

Anche se alcune cose non si accettano l'unica cosa che si può fare è aprire una discussione per capire meglio, per porsi anche come parte che può essere in errore.

La polemica si concretizza con toni accusatori e rigidi come è sbagliato, vergogna, non si deve fare, etc.. 

La polemica fa riferimento non solo al singolo fenomeno ma ache alla somma di reazioni polemiche che un fatto potrebbe suscitare nelle persone. 

La polemica appare lampante ad esempio in fatti di cronaca dove è ancora più evidente che la persona espone le sue verità su cose di cui ha una conoscenza minima se non nulla.

 

 

L'opposto della polemica è la discussione che si concretizza quando si hanno sufficienti dati in critica argomentata ma sopratutto consapevole e conscia del relativismo, detto in altre parole fa polemica chi sulla base di quello che sa (di solito poco) conclude in modo egocentrico e assoluto mentre discute chi tenta di capire, approfondisce e quando può critica in modo argomentato ma sopratutto conscio della complessità, della possibilità di errore o nella difficoltà nel conoscere e capire il punto di vista di chi ha vissuto o agito in tale situazione.

In sintesi si fa polemica quando si conclude in fretta, quando non ci si mette nei panni degli altri e non ci si rende conto di quanto sia complessa una situazione imponendo una visione che di fatto è come se dicesse "non accetto e quindi quella realtà va cambiata in base a come la vedo io".

 

Qual è la differenza fra intransigenza e polemica? L'intransigente non si limita a "parlare" in generale ma tenta con i fatti di cambiare ciò che non accetta.

La polemica diventa intransigenza quando il soggetto si rivolge con toni accusatori alla persona interessata. Per fare un esempi pensiamo ad una persona che fa polemica sul modo di comportarsi dei giovani di oggi, si limita a fare polemica nel momento in cui ne parlacon altri in generale.

Diventa intransigenza quando questa persona inizia a fermare i diretti interessati per strada o comunque li giudica in modo diretto e negativo da lontano per farli sentire in imbarazzo o comunque in genere punire quello che desiderebbe non si perpretasse più, dando ad esempio della troia o della poco di buono quando vede una ragazza avere determinati comportamenti o un determinato vestiario.

L'intransigenza è il tentativo reale (di solito accompagnato da rabbia) di cambiare ciò che un polemico si limita solo a parlare. 

 

 

il polemista non va alla ricerca del confronto, in quanto crede di possedere la verità e quindi desidera solo "avere ragione" e imporre la sua verità.

La presunzione è quindi un tratto distintivo del presuntuoso oltre che nel risentimento.

Pagina di disambiguazione nell'articolo critica.

ultima modifica il: 26-09-2018 - 12:29:05
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