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- Bodyshaming -
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Cos'è il bodyshaming?

[da aggiungere il concetto di permalosità]

Nel linguaggio comune ha iniziato di recente a diffondersi questo termine di origine inglese che in italiano potrebbe essere tradotto con "far provare imbarazzo ad una persona per il suo corpo".

Il fenomeno è basato quindi su un soggetto che esprime un giudizio negativo sull'aspetto estetico nei confronti di un altro che prova imbarazzo, l'AB tenterà di descrivere questo fenomeno in modo più accurato e approfondito.

Innanzitutto è necessario tenere a mente che non tutte le persone provano imbarazzo allo stesso modo e quindi potrebbe accadere che anche se una persona riceve questo giudizio negativo dall'esterno non prova alcun sentimento negativo non facendo scattare alcun bodyshaming.

Questo ci fa capire che affinché si tratti di bodyshaming è necessario che ci sia un soggetto che esprime un giudizio negativo sull'aspetto esteriore di una persona la quale ascoltando questo giudizio prova imbarazzo e sofferenza, cosa che non è scontata.

Le questioni fondamentali da porsi sono due:

- perché le persone giudicano l'aspetto altrui? La risposta è che ogni essere umano giudica in modo rapido l'aspetto altrui, ogni volta che il vostro sguardo si posa su qualcuno lo giudicate;

- perché le persone comunicano questo giudizio? Per 4 motivi:

1 desiderio, pensiamo ad una persona istrionica che sa che se giudica qualcuno questo comunque reagirà e gli risponderà dandogli le attenzioni che cerca o pensiamo ad una persona che è stata cresciuta facendogli trasmettere questa desiderio e voglia di giudicare gli altri;

2 imposizione, il soggetto in questo caso non si limita solo al giudizio di solito, comunque giudica (e fa anche altro) affinché l'altro quando vede qualcosa che disapprova e che desidera cambiare;

3 vendetta/odio, il soggetto conscio di quanto questo possa far soffrire giudica come forma di punizione/vendetta;

4 disinibizione, il soggetto non ha alcun freno fra pensiero e parola perché in quel contesto si sente completamente disibinito, come ad esempio su internet (leone da tastiera) e nei stati di inquietudine (alterazione emotiva) dove un soggetto è più probabile che con un'offesa o spinto dall'emozioni dica ciò che pensa realmente.

Questo quarto punto ci ricorda anche di come il mondo sia cambiato e un soggetto veniva giudicato per strada da sconosciuti che raramente gli rivelavano il proprio pensiero ai tempi di internet la probabilità che qualcuno ti guardi, ti giudichi e te lo dica è più elevata ed è per questo che sotto un video o un'immagine che hanno migliaia o milioni di visualizzazioni è praticamente scontato che ci saranno commenti sull'estetica da parte di qualcuno sia in positivo che in negativo. Prima invece l'unica "realtà" veniva tirata fuori in stati di rabbia e quindi era più facile autoconvicersi che ciò che si ascoltava non era valido perché detto "solo per rabbia", una realtà che è stata semi celata per secoli è stata scoperchiata dal mezzo internet.

Ora che si è chiaro il concetto di giudizio e del perché si giudichi l'unica cosa che si può fare è accettarlo, perché? Perché ogni persona giudica ed è anche libero di comunicarlo, se una persona soffre per questi giudizi non è un pretesto per limitare la libertà di pensiero e di parola (cosa che si può fermare come vedremo in seguito solo in caso di molestia).

A questo punto è necessario avere chiaro in mente la differenza fra giudizio, giudizio con imposizione aggressiva e insulto. Questo articolo e teoria si basa esclusivamente sulla libertà di giudizio che genera il bodyshaming perché negli altri casi si sfocia nella violenza e nell'illegalità e si tratta di altri fenomeni più criticabili.

Il bodyshaming si concentra prevalentemente sul giudizio di bellezza e sull'estetica, punto in cui le persone sono ancora più fragili e soffrono (questo spiegherebbe perché numerose persone siano partite con questa ribellione motivate da questa sofferenza comune).

La situazione nella bellezza si complica perché come evidenziato nel relativo articolo esistono due varianti di bellezza, quella mentale e quella reale (fisica) cosa che produce ancora più fraintendimento e rende le persone confuse e più sensibili perché non capiscono esattamente perché possano ricevere giudizi così contrastanti.

Pensate alla donna in carne che ha riscontri positivi dagli uomini ma si sente dire costantemente da parenti o altre donne che è in carne, che così è brutta, etc..

 

Il bodyshaming altro non è che il tentativo di cambiare il mondo invece che riconoscere la propria fragilità al giudizio e nella percezione di bellezza, persone che non accettano che qualcuno possa farle soffrire così tanto con un giudizio e che lottano affinché queste persone "stiano zitte" e non dicano ciò che pensano. 

Se una persona esprime un giudizio non valido al limite si può criticare questo ma resta il fatto che ognuno è libero di giudicare come desidera e chi soffre per questo invece di perdere tempo in un'utopistica campagna per cambiare il mondo farebbe prima a interrogarsi sul perché il giudizio di qualcuno "fa così male".

Qual è la considerazione dell'AB nei confronti del bodyshaming? Quella di considerarla una molestia solo quando un soggetto continua ad esprimere il suo giudizio nonostante l'altro abbia detto espressamente di fermarsi, questo vuol dire che l'AB riconosce ai soggetti la libertà di giudicare e dire quello che desiderano a prescindere che sia valido o meno, ma al tempo stesse queste persone perdono il diritto di ripeterlo se l'altro chiede di non farlo più altrimenti si tratta di molestia.

In sintesi le persone che provano shaming, ovvero imbarazzo, altro non sono che persone fragili e che non riescono a capire o accettare la realtà e quindi per difesa si nascondo dietro un movimento utopisitico e antiliberale, quello di azzittire il mondo intero affinché non la giudichi.

Chi parla di bodyshaming sta ammettendo di fatto la propria fragilità.

Qual è il pensiero di una persona consapevole che prova imbarazzo? Per l'AB è questo "so che non posso piacere a tutti, so che specialmente se sono eccessivamente magra o grassa la gente mi giudicherà, so che le persone faticano a giudicare in modo valido la bellezza e so che alcune di queste persone me lo verrano anche a dire ma io non verrò scalfita né dai giudizi validi né da quelli non validi. Se per caso uno di questi giudizi mi producesse imbarazzo me lo farei passare subito perché mi ricorderei immediatamente qual è la realtà ovvero che io ho un determinato grado di piacenza e che questa è l'unica cosa reale e che conta, che ogni persona ha il suo modo di vedere le cose e che alcune di queste mi diranno un giudizio che però in realtà non pensano, ciò che conta è quello che riesco a fare a prescindere dal giudizio con il mio corpo e sapere come mediamente viene percepito".

Ma sono poche le persone che arrivano a questo grado di consapevolezza ed è per questo che la reazione media e ignorante si sta orientando nella visione di "bodyshaming" come a dire "non sono fragile, non sbagliata, siete voi che dovete smettere di farmi soffrire dicendo quello che pensate di me".

Chi riceve questo giudizio negativo cosa può fare? Accettarlo e se desidera indagare avanzando delle critiche tese a capire se l'altro sta dicendo cose valide e pensate o meno oppure lasciarselo scivolare addosso.

Cioè in alcuni casi potrebbe scattare la curiosità di capire perché l'altro pensi o abbia detto determinate cose e spingere una persona a parlare, cose che vengono comunque dopo aver accettato il fatto.

Il tutto potrebbe risolversi in differenti scenari dove da una parte la persona si rende conto che nonostante il sentore di falso in realtà l'altra persona lo pensa realmente o dall'altra invece smascherare quel giudizio, ma potrebbe anche finire con un nulla di fatto con una persona dove non c'è comunicabilità.

In sintesi quello che si evince è che la libertà di esprimere un giudizio pensato o non pensato resta, comunque la persona che lo riceve può avanzare critiche o avere curiosità in tal senso e interevenire chiedendo ulteriori spiegazioni.

Una persona di fronte ad un giudizio negativo può avere tre reazioni positive:

- accettarlo;

- tentare di discuterne e di capirlo meglio;

- richiedere di non farlo più.

Qualsiasi altra reazione rientra nella dinamica di bodyshaming dove un soggetto invece che riconoscere le proprie fragilità e capire la realtà precipita in una dimensione dove soffre, se la prende, non accetta e così via. Qualcuno potrebbe dire "ma se la persona ha la libertà di dirmi quelle parole anche io ho comunque la libertà di rispondergli come mi pare" la risposta è si ma questo non toglie che "prendersela" indica comunque fragilità. 

 

 

 

Il bodyshaming suggerisce prevalentemente quattro fragilità di personalità:

- succubanza, il soggetto prova imabarazzo a prescindere per i giudizi negativi;

- illusione di poter piacere a tutti, il soggetto soffre perché quel giudizio negativo è inaccettabile in quanto il suo obbiettivo è piacere a tutti;

- distorsione a carico del concetto di autoimmagine, il soggetto sviluppa un'autoimmagine e quei giudizi negativi vanno a colpire i punti deboli di questa autoimmagine oppure impediscono al soggetto di potersi costruire un'autoimmagine e non accetta il fatto che venga visto in modo diverso da persone diverse;

- distorsione a carico del concetto di bellezza, il soggetto non capisce la bellezza e non capisce la piacenza quindi ogni giudizi di bruttezza va in crisi, ha dei dubbi, si sente brutto, etc.. 

 

È necessario fare anche attenzione a non confondere il bodyshaming con il bullismo o cyberbullismo dove un soggetto non usa il giudizio negativo sul corpo dell'altro per esprimere solo il suo punto di vista ma lo usa come mezzo per far soffrire qualcuno, per schiacciarlo, per dominarlo etc...

Per capirlo è necessario chiedere all'altro le sue reali intenzioni ma di solito questi fenomeni si riconoscono dall'uso delle parole in quanto un conto è dire "per me sei grassa, dovresti dimagrire" o "non mi piaci, sei brutta/o" e un conto è dire "ma non vedi quanto fai schifo? Nessuno ti vorrà mai, fai schifo come la merda", frasi che ci suggeriscono che c'è una persona che sta usando un mezzo per soffrire e schiacciare qualcuno.

Si tratta di bodyshaming quando una persona giudica sull'aspetto estetico ma senza che abbia una finalità specifica sul soggetto, quindi si tratta di bodyshaming anche quando una persona mente perché è invidioso e non vuole accettare qualcosa, non si tratta di bodysaming quando il soggetto usa il giudizio negativo come mezzo e non è qualcosa che ha in qualche modo pensato.

 

Qual è il messaggio dell'AB? Se qualcuno giudica il vostro corpo in modo negativo e ne soffrite invece di prendervela con l'esterno prendetevela con voi stessi e iniziate a cercare di capire perché siete così fragili e sensibili al libero giudizio e il punto di vista di un esterno, non conta che l'altro vi abbia dato delle "grasse" o delle "grassone di merda", il giudizio di base è sempre quello, che venga distorto da rabbia, risentimento altre emozioni negative non conta, il punto focale è rendervi conto che le persone vi giudicheranno di continuo, continuare a sperare o combattare (contro i mulini a vento) che non lo dicano non risolve le vostre fragilità, non eliminerà la vostra sofferenza, l'unica soluzione è iniziare a capire perché quel giudizio vi fa soffrire così tanto, capire perché non lo accettate e lavorare su voi stessi affinché questi giudizi negativi vi scivolino addosso senza farvi provare più imbarazzo o altra sofferenza alcuna.

ultima modifica il: 13-08-2016 - 12:47:48
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