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Cos'è la rappresentazione? Cosa si intende per rappresentazione mentale?

(regole e credenze usate per rappresentare qualcosa, la mappa rappresenta il territorio ma non lo descrive in tutte le sue parti, non si può cogliere la complessità del territorio guardando una mappa, la mappa ci aiuta in alcuni scenari ma è una semplificazione

la chiusura mentale fa si che il soggetto nonostante possa percepire la realtà, preferisce andare per preconcetti perché più rapidi e immediati

collegare con attribuzione

collegare con visualizzare

collegamento con proposizione)

La nostra mente è in grado di riprodurre una "realtà alternativa" come un film, possiamo far scorrere una realtà dentro di noi, possiamo creare un mondo che, sebbene funzioni con minor complessità rispetto a quello che c'è fuori, si avvicina a quello reale.

Da qui il termine rappresentazione, come se fosse un'attività teatrale che si svolge nella nostra mente, dove ci sono i concetti e le immagini a muoversi.

Per poter rappresentare la realtà è necessario fare un processo di astrazione, sviluppare termini, acquisire regole sul funzionamento della realtà, che seppur non la rispecchia al 100% in qualche modo ci è comunque utile per comprenderla, per prevederla e operare efficacemente in essa.

La ricetta per la rappresentazione è composta di tre elementi:

 

(invertire concetto e nozione?)

- concetto, il nostro pensiero necessità di un contenitore di significato, cane, albero, braccia, amore, nuvole, tutte queste parole sono dei mezzi che usiamo per poter pensare alle cose, per dargli un'etichetta e distinguerle dal resto. Senza concetti, senza le parole non potremmo pensare o comunicare;

- nozione, tutta la definizione verbale che diamo ai concetti, il concetto di cane ha ad esempio come nozione quella di avere una coda, di essere fedele, di avere diversi tipi di pelo, di sudare tramite la lingua, ma anche altre nozioni più specifiche se si è avuto un cane, ricordi del proprio cane;

- regole, tutta la conoscenza operativa che abbiamo sui concetti, come questi reagiscono fra loro, come reagiscono a specifice sollecitazioni, come trasformarli. Le regole sono quelle che il soggetto codifica nella sua mente come "se si fa questo, allora succede questo".

 

Quando un soggetto parla dei suoi concetti, delle sue nozioni e delle sue regole ciò che stiamo ascoltando è la dottrina di quel soggetto, quando il soggetto agisce stiamo osservando la sua disciplina che racchiude anche tutte cose osservabili all'atto di agire e non dicibili.

Questi due concetti sono utili perché ogni soggetto ha un proprio mondo interiore fatto di credenze, queste credenze sono tutti i termini che il soggetto possiede, tutti i concetti, le nozioni, le regole e sono alla base di ciò che ci dice e di come si comporta, ma il suo comportamento è basato anche su una memoria implicita e una serie di cose che il soggetto fatica a dire per mancanza di terminologia o perché non ricorda al momento.

Tornando alla rappresentazione, ecco che riusciamo a dare un senso alla realtà perché la riproduciamo in scala nella nostra mente. Riusciamo a vedere le cose, gli diamo un nome, gli diamo un contorno, hanno un significato, sappiamo farle muovere perché ne conosciamo le regole.

Ecco perché si parla di comprensione, perché capire e conoscere un singolo elemento non è sufficiente per rappresentarcelo, ma è necessario che tutto sia conosciuto e che ogni elemento contribuisca contemporaneamente alla rappresentantazione.

 

Si capiscono le singole parole, se si conoscono i concetti ma si comprende un discorso per come si incastra e cosa intende trasmettere, se si conoscono tutti i singoli concetti e le regole che sono alla base di quel contesto.

La rappresentazione può essere considerata come una miscela variabile di due elementi:

- concetti percepiti, percezione che produce concetti sulla base di ciò che possiamo vedere in quel momento, una sorta di "portare la realtà esterna dentro di noi";

- preconcetti, tutti i concetti che non possiamo conoscere li possiamo però dedurre, questo ci dà modo di rappresentare delle cose che sono inconoscibili o lontane nel tempo e nello spazio, tentando di indovinare come sono.

Il concetto e preconcetto sono di fatto la stessa cosa, ma conviene distinguerli perché mentre uno si basa sul prendere informazioni direttamente da una realtà conoscibile l'altro no, l'altro è frutto di deduzioni e credenze già acquisite, si basa sull'estrapolazione di qualcosa tramite percorsi mentali e il rischio che vi siano errori è esponenzialmente maggiore quanto più la conclusione ha richiesto passaggi da fare.

Si parla di previsione per intendere una rappresentazione di eventi futuri che si basa prevalentemente su preconcetti, in quanto questi ancora non esistono e sono stati raggiunti per deduzione.

Il concetto assume un ruolo cruciale insieme alle regole che muovono il mondo. I concetti sono cane, amore, cibo, persona, emozione, tutte parole con dei significati chiari a chi le usa o chi le ascolta necessari per poter produrre quella rappresentazione mentale che ci dice cos'è il mondo.

Se io dico cane qualsiasi essere umano che abbia più di cinque anni saprà costruirsi una rappresentazione mentale del cane che ci darà modo ci capirci e comunicare, la persona stessa pensando al cane potrà costruirsi nella propria mente un rappresentazione.

Se io dico "il cane si sta mordendo la coda" tramite concetti chiave come cane, mordere e cosa voi riuscite a creare la scena nella vostra mente.

Comprendere e rappresentazione sono due faccie della stessa medaglia dalla quale poi il soggetto può fare le sue azioni ed avere le sue reazioni.

Da qui nasce il concetto di proposizione, cioè ogni realtà ha due elementi chiave "c'è qualcosa" e "quel qualcosa agisce" soggetto e verbo, sono la parte minima necessaria per produrre una realtà in scala minima che può diventare sempre più complessa.

Ma affinché questo possa avvenire è necessario prima acquisire questi concetti e le regole del mondo, c'è prima un processo di apprendimento tramite l'astrazione.

Una rappresentazione valida segue due passaggi:

- concettualizzare, cioè circoscrivere gli elementi in gioco e definirli con specifiche caratteristiche partendo da categorie prototipali che vengono arricchite dagli elementi osservabili o deducibili. Un tavolo lo riconosciamo con il prototipo, ma poi verrà concettualizzato come il tavolo perché sarà quello nella sua unicità e con le sue caratteristiche. Una persona che non concettualizza cade nel preconcetto. Stabilisce arbitrariamente che qualcosa che abbiamo di fronte sia fatto basandoci su uno stereotipo;

- usare regole valide per trasformare gli elementi e fargli fare qualcosa che segue le regole della realtà;

- usare il metodo scientifico per validare la propria rappresentazione a prescindere dall'uso che ne se fa.

 

Questo produce una percezione valida di ciò che abbiamo di fronte o di possibili scenari futuri e passati se usiamo delle regole per fare deduzioni a riguardo.

Il giudizio è una cosa che viene dopo, il giudizio è ciò che la persona guarda sotto il profilo di ciò che proverà a livello emotivo, dell'impatto che quello che vede di fronte a sé produrrà fra negativo e positivo.

Questa distinzione è fondamentale perché ci fa capire che possono esistere due livelli di errore, uno che si commette sulla realtà, cioè vederla in modo distorta e uno è come si giudica qualcosa a prescindere che sia distorto o meno, facendo errori sull'impatto che quella cosa può avere sulle nostre vite.

Da qui è necessario fare un distinguo:

- errore di giudizio, il soggetto commette un errore nel valuta l'impatto, errori di deduzione e valutazione;

- errore di concettualizzazione, il soggetto commette errori nel concettualizzare, nel vedere le caratteristiche a partire da ciò che osserva, cosa capisce, cosa deduce;

- ubbia, il soggetto non concettualizza o giudica da sé ma prende per vero un prodotto fornito dall'esterno;

- pregiudizio, qualsiasi tipo di giudizio (l'impatto in termini emotivi sulla nostra esistenza) che viene basato su dati parziali o assenti, un esempio di pregiudizio è "tu mi stai antipatico a pelle" usando una scorciatoia del "mi trasmetti emozioni negative quindi mi sarai antipatico" ma se non conosci come fai a saperlo? Il pregiudizio non è necessariamente errato ma è più probabile che sia valido avendo dei dati. Un altro esempio è "sei drogato quindi sei una persona pericolosa stai lontano da me".

- preconcetto, qualsiasi tipo di concettualizzazione avviene per stereotipi e non guardando alle reali caratteristiche di chi abbiamo di fronte. Un esempio di preconcetto è vedere una persona di colore e pensare che questa sia una ladra solo perché proveniente da altre zone.

 

Preconcetto e pregiudizio di solito vanno in accoppiata perché la stessa mentalità che spinge per generare preconcetti porterà anche a creare pregiudizi.

Tutti questi cinque metodi hanno un rischio variabile di validità, per questo ciò che conviene fare è ricercare la validità tramite il metodo scientifico.

 

 

Se pensiamo alla grammatica italiana noteremo che questa realtà è stata già descritta chiaramente, termini come "soggetto" "verbo" "complemento" non sono altro che la dimostrazione che il nostro linguaggio altro non è che finalizzato a comprendere il mondo e comunicarlo.

Ogni volta che formiamo un predicato abbiamo rappresentato una realtà (o ne abbiamo costruita una di fantasia) e fare la differenza in negativo saranno gli errori che ilsoggetto compie nel costruirsi la realtà guardandola.

 

La rappresentazione ci porta nell'ambito della percezione, cioè nell'atto pratico che conseguirà a quel modo di vedere la realtà. Vedere il mondo in quel modo attiverà una risposta emotiva e darà modo al soggetto di agire, quello che rappresenta è quello che percepisce e tutta la cascata di eventi.

L'utilità di questi due concetti sta che rappresentare pone l'accento sul costruire, sull'attività dei sensi e delle deduzioni, un pittore che dipinge la tela guardando al di fuori, la percezione descrive la fase in cui una volta che la tela è completata (conclusione) il soggetto inizierà a vedere la realtà tramite quella tela, sono quelle le informazioni a disposizione e da quelle ci saranno una serie di azioni e reazioni.

 

(collegare con concetto, la rappresentazione parte da dei concetti ma poi arriva a definirsi ulteriormente, il concetto di persona ma poi ci rappresentiamo chi abbiamo di fronte con le sue caratteristiche uniche e non con il prototipo

collegare con similitudine

collegamento con il paradigma, l'esempio per tentare di comunicare la propria rappresentazione)

Si definisce rappresentazione della realtà quel "film" che ci costruiamo nella nostra mente tramite la percezione degli eventi, cioè tramite un sistema deduttivo e induttivo teso ad osservare e conoscere cosa abbiamo di fronte, cosa sta succendo, perché, cosa succederà, etc..

Facciamo un esempio, immaginate di passeggiare e ad un determinato punto vedete due persone che parlano fra loro alzando la voce, percepire questo evento vuol dire quindi che più osservate, più avrete elementi e percepirete lo scorrere degli eventi conoscendone le dinamiche.

Perché si parla di induzione e di deduzione? Perché se in quello scenario potete indurre (da fuori portare dentro per sola osservazione) il tono della voce, la distanza che hanno, cosa fanno a livello comportamentale e ascoltare cosa dicono, altri elementi come le cause potete solo dedurle essendo arrivati dopo, come potete dedurre chi è stato ad innescare il diverbio, dedurre elementi della loro personalità da come parlano, etc.. potrebbe capitare che queste cose vengano fuori nel discorso e quindi il solo ascoltarle vi dà modo di indurle ma non è detto che succeda.

Il ruolo dell'induzione è quello di "osservare e acquisire dati dai fatti" mentre quello della deduzione è di usare la propria conoscenza progressa, il proprio parco di regole e di esperienza per dedurre dai dati di quello scenario per ricavare informazioni che non si posseggono.

Il ruolo della percezione è fondamentale perché andrà a determinare la qualità delle deduzioni fatte, spiegherà eventuali fallacie, se userà delle credenze per quel settore che non sono valide, etc.. uno degli errori che si fanno frequentemente è di saltare a conclusioni o di fare continue supposizioni senza ricordarsi che quelle precedenti non sono state validate.

Un altro ruolo determinante lo gioca "il metodo attivo" cioè la persona tende a considerarsi come qualcosa di passivo che può solo guardare e dedurre senza rendersi conto che in molti scenari può fare invece l'investigatore, fare domande, dialogare, scavare meglio nei dati che ha a disposizione. Pensate a tutte quelle volte dove un partner si è fatto un castello in aria di conclusioni quando sarebbe bastato chiedere all'altro, castello di conclusioni errate che l'hanno portato a delle rappresentazioni non reali degli eventi producendo errori che in quel caso potevano essere evitati.

Perché ad inizio articolo si è parlato di "film"? Perché se ci pensate le informazioni che acquisite vi danno modo di immaginarvi lo scenario, poterlo discrivere e raccontarlo ad altri.

La rappresentazione della realtà è un tecnicismo per descrivere quello che comunemente viene detto "comprendere la realtà" ma qual è la differenza fra i due fenomeni? La differenza è di utilità, perché la rappresentazione la possiamo vedere come quell'insieme di pensieri che la persona ha fatto a livello percettivo che l'hanno portata quindi man mano ad acquisire la conoscenza riguardo, questa rappresentazione avviene di continuo in ogni essere umano a prescindere di come viene fatta, ogni volta che una persona osserva la realtà e inizia a giudicarla e analizzarla con la sua percezione sta di fatto rappresentando qualcosa, sta acquisendo informazioni, ci farà delle deduzioni e arriverà a formarsi un quadro che poi userà in diversi modi.

Si parla di comprensione solo nel momento in cui la persona si è rappresentata gli eventi in modo valido, cioè ha acquisito una serie di informazioni sufficienti per poter poi fare azioni efficaci in esso.

Riprendiamo l'esempio precedente, una persona che ha compreso cosa è successo sarà quella che si avvicinerà alla coppia e dirà "fra di voi è successo questo, questo e quest'altro" e la coppia annuirà. Tentate di fare questo gioco con le persone che conoscente, fatevi raccontare qualcosa e poi vedete se l'avete compresa ripetendola oppure osservatela e poi ditele cosa avete visto, se l'altro vi confermerà vuol dire che avete compreso altrimenti avete fatto errori nel processo di rappresentazione.

Questo ci fa capire come la rappresentazione sia qualcosa di complesso, come ci si può rappresentare al meglio gli scenari? Sviluppato queste quattro caratteristiche:

- migliorare le proprie credenze, mettendole continuamente in discussione specialmente quando vengono usate per percepire la realtà esterna;

- migliorare le proprie abilità deduttive, come sopra;

- tenere a mente che più si induce, più si osserva e maggiori sono le probabilità di acquisire informazioni sufficienti per comprendere;

- tenere a mente che oltre che un ruolo passivo si può avere un ruolo attivo, dove non solo si fanno domande dirette ma si potrebbero fare domande indirette o comunque scavare in modo nascosto, ad esempio si chiede all'altro cosa ne pensa dell'omossessualità senza specificare chi e perché lo si sta chiedendo sapendo che se si fosse chiesto "ti faccio se sono gay" potrebbe non portare ad una risposta valida.

 

Minore è l'adattamento di un soggetto nel rappresentarsi gli eventi maggiore è la possibilità che accada l'effetto framing. Cioè la persona proprio perché svolge un ruolo passivo o fa errori deduttivi o ha credenze errate o induce poco e tende a finire il processo di osservazione e analisi precocemente più è probabile che come gli si presenta in modo casuale o intenzionale lo scenario da osservare e rappresentare più questa persona avrà rappresentazioni differenti a seconda di come questo glielo si presenta.

 

 

Ci sono altri concetti collegati alla rappresentazione, elenchiamoli:

- analisi, quanto più si osserva, si tenta di scavare, ottenere informazioni quanto più la rappresentazione sarà ricca di elementi e quindi migliore;

- discernere, questo elemento è strettamente collegato con le credenze e i metodi deduttivi del soggetto e riguarda l'organizzazione del pensiero, più una persona ha un pensiero chiaro e organizzato (termini unici e definiti) quanto più riuscirà a discernere i concetti nella sua mente a vederli in modo chiaro e nitido, una persona che ha dato all'amore cinque significati che non saprebbe nemmeno argomentare ma li pensa per lo più a sentimento non riuscirà a discernere questo fenomeno quando lo osserva e lo pensa, avrà problemi a rappresentarselo e non potrà far altro che sentirsi confuso a riguardo, un po' come quando si tenta di guardare ciò che si ha di fronte ma si ha la vista appannata. La persona farà fatica ad esempio a pensare in termini di amore, affetto, sentimenti e di conseguenza farà fatica a comprendere cosa sta succedendo in quegli scenari;

- distinguere, conseguenza del discernere, proprio perché una persona ha degli elementi chiari riesce a distinguere le cose che osserva in modo chiaro e netto;

- disamina, proprio perché una persona ha l'abilità di discernere i concetti e conservarli distinti potrà nella sua memoria avere il quadro totale concettuale come se fosse uno schema dove ogni cosa è collegata all'altra ma comunque distinta.

 

FINO A QUI

 

 DA INTEGRARE

Si definisce pregiudizio qualsiasi tipo di giudizio che non sia basato su un'analisi dettagliata di ciò che si sta giudicando. Fare un'analisi dettagliata non garantisce un giudizio valido, la persona anche se ha di fronte tutti i dati potrebbe comunque arrivare ad un giudizio errato, ma il pregiudizio evidenzia come sia praticamente certo fare un errore in quanto si sta giudicando qualcosa senza conoscere realmente cosa si sta giudicando.

Il pregiudizio nasce in tre modi:

- superficiale, il soggetto crede che pochi elementi siano sufficienti per giudicare, quando in realtà le apparenze possono ingannare;

- basato su ricordi del passato, il soggetto giudica qualcuno basandosi prevalentemente sul ricordo non considerando che le cose cambiano, tutto cambia e anche in modo significativo.  Un esempio è continuare dopo mesi che si è conosciuto qualcuno continuare a dare per scontato che sia "sempre come prima" senza sentire la necessità di vedere come è cambiato, se è cambiato;

- su stereotipi ed esperienza simile del soggetto, il soggetto giudica qualcuno sulla base di come lo vede a livello di stereotipo o sulla base di esperienzi simili, ad esempio una persona pensa che tutti gli stranieri vengono a rubare (stereotipo) e giudica ladro, o come ladro potenziale, uno straniero appena lo vede.

 

Pregiudizio letteralmente vuol dire giudizio prematuro. Mentre non vi sono problemi nel riconoscerlo quando si parla di pregiudizi basati su stereotipi o ricordi del passato potrebbe esserci un problema per quanto riguarda la superficialità, chi stabilisce se un giudizio è prematuro o meno? Chi stabilisce il livello necessario di analisi e approfondimento sull'oggetto?".

Una risposta definitiva non si può dare a queste domande, ma il pregiudizio da superficialità tende a rivelarsi per delle caratteristiche specifiche come l'impulsività, la fretta, la presunzione. Il pregiudizio superficiale è rapido, la persona pensa di avere informazioni a sufficienza mentre il giudizio è "affamato di informazioni" rivela calma, si rivela come ipotesi.

Il pregiudizio tende a mostrarsi come "se le cose stanno così allora è..." mentre il giudizio è più un "quello che so mi porta a pensare X ma forse è necessario approfondire ulteriormente".

Il giudizio, inteso nella sua forma completa, appare completamente differente dal produrre pregiudizi. Quando nel linguaggio comune si usano affermazioni come "sviluppare un atteggiamento non giudicante" in realtà si sta facendo appello ad un giudicare senza pregiudizi.

Ci si rende  conto quansi immediatamente quando si ha di fronte qualcuno che sta producendo pregiudizi e non giudizi, percependone la possibilità di distorsione e di quante conseguenze negative ci saranno e quindi quella persona sarà percepita come negativa, mentre il giudizio nella sua variante calma e di approfondimento è percepito tendenzialmente come positivo perché fa sentire il soggetto capito, ascoltato.

 

Si parte prevenuti perché si usano dei dati scollegati dalla dinamica per una questione ma raccolti in precedenza con il rischio che non solo non erano validi all'inizio ma non si considera che potrebbero non essere più validi, da un'analisi approfondita dello scenario.

 

 

Qual è la differenza fra pregiudizio e preconcetto?

 

 La costante che ritroviamo nel pregiudizio è l'euristica rapida, la tendenza a risparmiare energia e non scavare a fondo nella realtà, non prendersi la briga di dimostrare, di confutare, etc... 

 

 

 

APPUNTI:

Non esistono i pregiudizi di genere al limite precocentti e le precredenze di genere, si legga preconcetti per approfondire.

 

Per capire la realtà è necessario approfondirla e studiarla tenendosi anche aggiornati, si legga l'articolo capire per approfondire.

 

 

 

 

raccapezzando

collegamento con controfattuale]

[rappresentazione sociale definisce una rappresentazione comune? Le persone di uno stesso gruppo vedono una cosa allo stesso modo perché in modo diretto o indiretto sono arrivati ad accordarsi?

rappresentazione collettiva

rappresentazione condivisa, due persone comunicano e vanno in modo di trovare una percezione comune e ricostruire una situazione in modo che possano rappresentarsela allo stesso modo nella mente e al tempo stesso entrambi hanno contribuito e collaborato affinché questo avvenga nel migliore dei modi. Questo è utili nell'attività terapeutica dove lo psicologo aiuta la persona a rappresentarsi meglio la realtà facendolo in modo condiviso con l'ulteriore vantaggio che entrambi vedono (percepiscono) la stessa cosa e possono parlare senza fraintendersi. Qui è necessario fare attenzione perché una persona potrebbe far prevalere la sua visione sull'altro, mentre è fondamentale che si arrivi di comune accordo alla rappresentazione finale condivisa. In sintesi le persone che si rappresentano in modo condiviso uno scenario finiscono per usare le stesse definizioni dei termini ed arrivare alle stesse conclusioni così che la percezione di uno sia anche la percezione dell'altro, il vantaggio è che non ci si è solo limitati ad accordarsi ma si sono fatti dei dialoghi tesi a generare i miglior accordi possibili e a trovare le miglior (più valide) conclusioni possibili. Se si vede che l'altro non intende modificare visione su un termine o su una conclusione, seppur questa non sia valida, per conservare la rappresnetazione condivisa conviene cedere momentaneamente in modo comunque di arrivare a vedere e percepire le stesse, questo è altrettanto utile per il terapeuta perché può mettersi momentaneamente nei panni del paziente e vedere quello che vede lui, che crede lui.

 

DA RISCRIVERE

Il termine rappresentazione è utile perché lascia trasparire la complessità della mente umana nel suo tentativo tramite linguaggio, immagini e qualsiasi altro elemento psichico di poter capire la realtà, come se nella propria mente ci fosse una sorta di film dettagliato ma al contempo semplificato del mondo circostante, una realtà che si svolge rappresentata nella mente del soggetto.

Il termine rappresentazione sottolinea anche il relativismo in cui ogni persona finirà per avere una rappresentazione unica dentro di sé, alcune persone avranno una rappresentazione più simile di altre specialmente se quella rappresentazione l'hanno ottenuta in modo condiviso (sociale).

Si parla di rappresentazione sociale o condivisa non solo quando due persone la costruiscono insieme ma quando interagendo e conoscendosi sanno come "pensa l'altro" questo sarà un elemento facilitante per lavori di collaborazione e cooperazione, diminuirà le tensioni e aumenta la probabilità di farcela anche senza che ci sia una strategia scritta e condivisa.

Pensate a due amici che crescono insieme, parlano, si aiutano a vicenda, si spiegano le cose e fanno esperienze simili quello che avverrà è che queste persone finiranno per avere una rappresentazione vicina della realtà, specialmente in alcuni frangenti, fenomeno che è stato facilitato dalla rappresentazione condivisa che hanno avuto in più momenti del loro percorso insieme, dal fatto che alcune cose le hanno comprese insieme e altre sono state costruite sulla rappresentazione dell'altro, uno ha passato informazioni all'altro e viceversa.

 

Quando il soggetto tenta di rapprentarsi la realtà ovvero se la sta costruendo nella propria mente si parla di "framing", come se il soggetto ricostruisse la realtà nella sua mente pezzo per pezzo.

La rappresentazione della realtà è ciò che dà origine alla percezione e proprio perché ogni persona si rappresenta la realtà in modo diverso che ci sono percezioni differenti.

La domanda a questo punto è "qual è la differenza fra rappresentazione e spiegazione?" che nella rappresentazione il soggetto sta "spiegando la realtà a se stesso" sta formando i pezzi nella sua mente per poterla capire, con il termine spiegazione si fa riferimento al fatto che una persona comunichi questa sua rappresentazione ad un esterno.

 

Qual è la differenza fra astrazione e rappresentazione? Con l'astrazione si definisce quel processo mentale che produce gli elementi costituenti del pensiero che saranno poi usato per la rappresentazione. Per fare un esempio se io dico "cane" nella vostra mente si creano immediatamente una serie di elementi, quegli sono gli elementi astratti, cioè elementi mentale che avete ottenuto perché avete astratto dal cane come essere vivente una serie di caratteristiche che ricordate e a cui date specifici segni. Quindi nella vostra mente ci sarà il volto di un cane, il corpo di un cane, la coda di un cane e anche comportamenti standard come un cane che gioca o un cane che respira con la lingua di fuori.

 

Il problema della rappresentazione mentale e dei termine "rappresentanza" e "rappresentatività"

La lingua italiana in alcuni casi non aiuta nella comunicazione e nel capire la realtà e questo è uno di quei casi. Il problema nasce perché con parole simili sono stati significati differenti, elenchiamoli brevemente:

- rappresentanza, si usa questo termine per comunicare quel fenomeno in cui una cosa o un soggetto fa le veci di una struttura organizzativa più complessa ad esempio il rappresentante aziendale;

- rappresentare inteso come evidente, si usa il termine rappresentare per comunicare il fenomeno dell'evidenza, cioè le cose che più rimangono impresse durante un'interazione;

- rappresentativo, termine usato in statistica e anche per evidenziare un'euristica, questo fenomeno descrive il problema del campione esiguo quando si tenta di capire la frequenza di un evento.

Questo vuol dire che è necessario tenere a mente che il termine rappresentazione va visto nell'ottica della metafora teatrale dove sul palcoscenico si tenta di riprodurre una realtà più complessa per trasmetterla comunque all'osservatore, allo stesso modo la rappresentazione mentale è come un film della realtà esterna riprotto nella propria mente, costruzione che è fondamentale per capire e conoscere cosa stia accadendo all'esterno, dandogli significati, capirne le dinamiche, etc..

 

 

Rappresentazione tassonomica, il soggetto riesce a capire proprio perché può scomporre la realtà in casi particolari, vedere le differenze e avere una categoria per pensare sul "bersaglio" cioè l'elemento preso in analisi.

La rapresentazione sociale, detta anche rappresentazione condivisa fa parte del fenomeno della socializzazione dove i soggetti colgono due piccioni con una fava:

- da una parte fanno brainstorming, collaborando ad una spiegazione della realtà;

- dall'altra condivideranno la stessa visione favorendo l'integrazione in quanto diminuirà la probabilità devianza reciproca.

Costruirsi insieme la spiegazione dei fenomeni favorisce socializzazione e di conseguenza l'integrazione.

 

 

Rappresentazione stereotipata, si legga stereotipo per approfondire

 

ultima modifica il: 01-12-2019 - 11:05:14
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