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- Impostore -
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Cos'è un impostore?

Si definisce impostore un soggetto che ricopre un ruolo che non potrebbe ricoprire, arrivandoci tramite la simulazione, l'inganno o altre strade.

L'impostore è tale per due motivi:

- il primo è che sta occupando un ruolo senza avere i requisiti legali per farlo, ad esempio un medico può essere tale solo compie uno specifico percorso riconosciuto dallo stato, qualcuno che non fa tale percorso non può essere medico e se in qualche modo riesce a farsi riconoscere come tale è un impostore, anche se virtualmente può essere preparato e abile come un dottore;

- il secondo è che non possiede il valore necessario per ricoprire tale ruolo, immaginate un addetto alla sicurezza informatica che non capisce nulla di computer, messo lì solo per accordi sottobanco, il soggetto è un impostore perché non potrà a livello pratico ricoprire il ruolo e fare ciò che gli viene chiesto.

L'impostore è un soggetto che viola le leggi meritocrazia, occupando un ruolo che non gli spetta o perché non ha seguito le regole per raggiungerlo o perché non ha raggiunto il valore necessario per ricoprirlo.

 

Questo termine ha assunto un ruolo significativo in ambito esistenziale in quanto un soggetto che ha una bassa autostima distorta finisce per sentirsi un impostore nei ruoli che va a ricoprire, dando luogo a quello che comunemente viene definita come sindrome dell'impostore.

 

L'articolo ora proseguirà nell'approfondire la sindrome dell'impostore.

La sindrome dell'impostore può essere considerato come un fenomeno ansioso più o meno grave a seconda dei casi, che porta il soggetto a temere l'evento di essere scoperto dagli altri, che prima o poi qualcuno noti il suo non essere all'altezza del ruolo che ricopre e per questo venga giudicato e cacciato, rovinandosi in modo definitivo l'immagine pubblica.

La sindrome dell'impostore si può manifestare anche in chi si ferma poco prima di buttarsi per ricoprire il ruolo per cui ha studiato una vita e ha speso tante risorse, non manda il curriculum, non pubblica il progetto, si ferma perché pensa che non è all'altezza del ruolo che intende ricoprire.

La sindrome dell'impostore si può distinguere in due tipologie:

- prima è quella più classica, a livello tecnico si basa sul fatto che il soggetto non ha avuto modo di interiorizzare tutto il suo valore, se è ad esempio un imprenditore di successo non riesce a vedere la sua abilità e tutto quello che è stato in grado di costruire da sé, con scelte azzeccate, non riesce a vedere la consistenza del suo operato e che non serve essere perfetti, ma il valore è qualcosa di complessivo. Questi soggetti smettono immediatamente di provare questo sentimento di essere impostori nel momento in cui sviluppano un'autostima non distorta di sé;

- la seconda è una variante più subdola e non è possibile da sradicare lavorando sull'autostima, si basa sul fatto che il soggetto abbia realmente avuto delle condizioni facilitanti e teme di ricevere possibili attacchi su quel frangente. La dinamica si potrebbe descrivere con il fatto che il soggetto sebbene sappia di avere un valore non può fare a meno di notare che se ricopre quel ruolo è per una serie di circostanze fortuiti e facilitanti che l'hanno aiutato e che senza non ci sarebbe arrivato. Il soggetto si sente impostore perché in qualche modo pensa che ciò che abbia fatto non segua delle regole sociali come se non hai fatto innumerevoli sacrifici allora non te lo meriti, ma è una visione distorta. Che un soggetto arrivi ad un ruolo in modo facilitato o sudato non cambia il fatto che se ha seguito le regole legali e ha un valore può ricoprire quel ruolo. Il soggetto fatica ad accettare il fatto di poter essere criticabile, ma una volta che si rende conto che non è un impostore e che è semplicemente la vita ad essere così, ovvero che per alcuni è più facile di altri, smette di provare ansia sapendo che anche se qualcuno gli dirà che per lui è stato più facile, non gli peserà più di tanto perché si rende conto che questo non fa di lui un impostore.

La sindrome dell'impostore si basa su una paura più profonda, quella collegata al giudizio degli altri, che è intensa fino quando il soggetto si sente esso stesso un impostore ma crolla nel momento in cui il soggetto non si sente più come tale.

 

Un racconto dal web:

 

"Come ho già detto in altri post, ho sempre avuto difficoltà ad accettare i piccoli successi, anche minimi, perchè a causa dell'insicurezza sento sempre di non meritarli. Questo problema però mi penalizza moltissimo e non so come risolverlo. Stasera è successo di nuovo: ho un canale dove pubblicizzo il mio lavoro, ed ho ricevuto la notifica di nuove iscrizioni al mio canale, ed ho anche trovato dei messaggi nel mio profilo social, dove alcune persone si sono complimentate per il mio lavoro e mi hanno lodato molto. ovviamente li ho ringraziati ( per educazione), ma non sono affatto contenta. Questa cosa mi ha messa di malumore. Prima ero tranquilla che facevo le mie cose, ascoltando un po' di musica, e questi messaggi mi hanno messo in un mood negativo. Non so se qualcuno può capirmi, ma questi fatti mi fanno sentire sporca e in colpa, mi sento come una che i complimenti li ruba, come se fossero ingiusti, immeritati...Non capisco proprio e non so come risolvere la cosa. la cosa piu assurda è che nonostante tutto mi espongo, ci metto la faccia, perchè mi piace quello che faccio, ma appena arriva un riscontro positivo, ecco che cambio umore, mi viene malinconia mista a senso di colpa..quasi mi vergogno per avere ricevuto parole di lode. Possibile che una persona si debba sentire di dover mantenere un profilo basso sempre ed ovunque? Mi sembra quasi di fare un passo avanti e due indietro. Ed è un po' un cane che si morde la coda: svolgo quel che faccio nel modo migliore, mi impegno, impiego energie ecc.. perchè ritengo giusto agire in questo modo. ma ecco che poi appena dicono brava mi sento l'ultima dei delinquenti..mi sento la coscienza sporca, neanche avessi ucciso venti persone! Mah...magari non sono normale io... Certo che in questo modo è difficile migliorare nella vita e fare carriera, perchè mi auto saboto, sembra quasi che cerco insulti, non complimenti.. Sono bastati un paio di messaggi di gente contenta del mio operato, e mi è venuto subito il magone, quindi la serata è rovinata..
Non so neanche se questo problema ha un nome. Sembra quasi che ho paura, timore di essere complimentata.. ed è avvilente..mi guasta proprio l'umore..."

 

 

La sindrome dell'impostore e l'avere le carte in regola

Il concetto di "avere le carte in regola" aiuta a comprendere meglio la sindrome dell'impostore da un punto di vista soggettivo, se il soggetto crede che in qualche modo non ha seguito le regole, le proprie regole, ecco che si sente come tale ed è lì che è necessario lavorare per far capire al soggetto che in realtà lui può ricoprire quel ruolo e non è un impostore. 

Sindrome dell'impostore da pensieri automatici e da condizionamento

https://www.youtube.com/watch?v=r7j3UUbrc2s

 

 

 APPUNTI:

- sindrome dell'impostore causata dal sopravvalutare gli altri

- la sindrome dell'impostore è una manifestazione di insicurezza?

 

 

DA RIVEDERE 

Per capire questo fenomeno è necessario possere prima questi tre concetti:

- efficacia e funzionalità, ovvero azione efficace, la realtà segue una specifica logica e solo seguendo questa logica che si possono ottenere dei risultati. Se la singola azione efficace può essere anche casuale una persona che ottiene un risultato sul lungo periodo non può essere frutto del caso, implica che la persona abbia fatto una serie di azioni che l'hanno portata in quel punto;

- facilitazioni, alcune cose possono essere facilitate dall'esterno e da eventi casuali riducendone il livello di difficoltà;

- autoefficacia, essere consci del proprio adattamento e abilità in un settore.

 

La sindrome dell'impostore nasce in quattro modi:

1) mancanza di autoefficacia, il soggetto non riesce a riconoscere il suo adattamento, non si rende conto di quante cose sa fare e di come ciò che ha ottenuto sia una conseguenza delle sue azioni;

2) merito, il soggetto ha una visione del merito che descrive la realtà secondo logiche di fantasia, quindi una persona che non è laureata ma crede che solo il laureato debba ricoprire quel ruolo si sentirà un impostore;

3) facilitazioni ed eventi favorevoli, il soggetto si rende conto di come alcune cose lo abbiano facilitato e quindi pensare che "non ha fatto tutto da solo" lo renda un impostore e che quel ruolo andrebbe ricoperto solo da chi è in grado di fare ogni cosa da sé. L'errore di questo punto è confondere il presente con il passato, dimenticando che ciò che conta è saper fare, non come si è arrivati a quel punto;

4) mancanza di autostima, il soggetto tende a stimarsi come inferiore nei confronti di altri su alcuni settori e facendo dei passaggi mentali arriva a concludere che quel ruolo non gli spetta perché non è "il massimo". Qui la situazione è complessa perché ci sono diverse credenze e passaggi errati che portanola persona a non vedere il succo della questione ovvero che "si ricopre un ruolo efficace e tale situazione è sufficiente".

 

 

 

 

 

La sindrome dell'impostore non ha nulla a che fare con il fenomeno dell'inappagabilità o insoddisfazione, cioè il soggetto quando raggiunge un risultato è insoddisfatto o non appagato.

La sindrome dell'impostore non ha nulla a che fare con le persone che hanno paura di non farcela e quindi non agiscono o comunque in generale con chi rimanda l'azione.

La sindrome dell'impostore non ha nulla a che fare con il perfezionismo.

La sindrome dell'impostore definisce esclusivamente un soggetto che ha raggiunto un ruolo ma sente che non è qualcosa di proprio, non è qualcosa che si merita, non è qualcosa che poteva fare/avere e quindi prova emozioni negative invece che positive perché è come se lui non potesse ricoprire quel ruolo o avere quelle cose, come se fosse "sbagliato".

La confusione con questi fenomeni nasce dal fatto che hanno cause comuni, una persona ha bassa autostima finirà per rimandare l'azione di cose da fare e sentirsi un impostore per ciò che ha già fatto.

 

 

Esempi di sindrome dell'impostore e il caso dell'universitario

Il sistema universitario attuale è considerato dall'AB fallimentare, ci sono università (il discorso riguarda solo alcune università e non tutte) che non fanno altro che bruciare anni di vita del soggetto spingendolo ad uno studio mnemonico di roba quasi totalmente concettuale teso a generare sacrifici che si tradurranno alla fine con un pezzo di carta. Alla persona saranno rimasti pochi concetti, disorganizzati e di fatto dopo quei tre o cinque anni di studi si avrà un cambiamento marginale in termini di adattamento in un settore. Una volta che la persona uscirà da quell'università per cercare lavoro e lo troverà potrebbe iniziare a sentirsi un impostore perché nella sua mente scattano pensieri come "ma io non mi sento in grado di fare nulla, l'università mi ha dato poco, sto ricoprendo un ruolo che non mi spetta". Questo esempio ci fa capire come questo sentimento nasca anche dal non capire la realtà, il soggetto non si rende conto di essere preso solo per "la laurea come questione legale" e che sarà formata per ricoprire un ruolo specifico.

 

Per concludere si potrebbe dire che quando una persona inizia a parlare riguardo al fatto che ciò che ha raggiunto è qualcosa che non le spetta o  non si merita è necessario innanzitutto capire quale passaggio mentale abbia fatto  e in secondo luogo aiutarla a riavvicinarsi alla realtà, farle capire che il suo film mentale è differente da quello che è realmente accaduto quindi "illuminndola" sul perché è stata presa per quel ruolo, come sarà/è efficace e perché.

 

Colui che si sente un impostore proverà un'ansia costante al pensiero che un esterno possa denunciarlo e fargli perdere il ruolo o "macchiargli la reputazione", cosa che viene percepita tanto più pesante quanto più si è sensibili al giudizio.

 

APPUNTI:

Confondere la costanza con la difficoltà, ad

ultima modifica il: 25-11-2018 - 18:10:15
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