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- Contentezza -
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Cos'è la contentezza? Cosa si intende per essere contenti?

Si definisce contento chi riesce ad avere un piacera da cui è assuefatto (che non si esaurisce ma continua a piacere) e al tempo stesso essere un elemento che contribuisce alla propria felicità, senza che questo piacere produca danni.

Per comprendere il concetto di contetenzza è necessario possedere tre concetti:

- mantenimento della soddisfazione

- danneggiamento da quantità

- equilibrio e mancanza di temperanza

 

Con il concetto di mantenimento della soddisfazione si pone l'accento sul fatto che alcune persone quando raggiungono qualcosa non se la godono minimamente perché puntano immediamente ad avere altro, a superare ciò che hanno appena raggiunto. Questo fenomeno accade a causa dell'orgoglio (il voler sempre superare gli altri, si è in competizione con il mondo) che li spinge a non godersi i risultati raggiunti perché immediatamente scatta il confronto e si vuole andare oltre. 

Questo primo punto ci fa capire che per essere contenti è necessario eliminare il senso di orgoglio o comuqnue attutirlo in modo tale che ogni risultato raggiunto sia godibile senza pensare agli altri.

Con il concetto di danneggiamento da quantità si pone l'accento sul fatto che alcune forme di piacere producono dei danni diretti o indiretti se vengono seguite troppo a lungo. Ad esempio pensiamo al cibo, un soggetto che si mangia un cucchiaino di nutella dopo i pasti e ne trae giovamente si può definire contento perché assume un cibo che gli piace ma senza che questo diventi pericolo per la sua salute, un soggetto che mangia mezzo barattolo di nutella al giorno, almeno che non sia una maratoneta, finirà per acquisire peso perdendo in salute e bellezza estetica con tutti i danni che questo può causare.

Con il concetto di equilibrio si pone l'accento sul fatto che la contentezza sia facilmente raggiungibile se il soggetto ha delle alternative, si riesce a fermare in qualcosa proprio perché può spaziare in altro. Quando si è di fronte al barattolo di nutella, anche se si capisce che sarebbe meglio fermarsi, diventa più difficile farlo se l'unica prospettiva di quella giornata è di mangiare, se non si hanno nemmeno capacità a regolare le emozioni e quindi ad esempio la noia o la rabbia di quel giorno viene sopita tramite la cioccolata.

 

La contentezza non è solo uno stato umorale, è molto di più, è una abilità psicologica. Si può essere contenti nella vita solo se si diventa equilibrati e temperanti, se si analizza ogni piacere che seguiamo nelle sue conseguenze (fa sempre parte della temperanza) e se smettiamo di essere orgogliosi.

Con queste caratteristiche si può essere contenti nella vita, fare in modo che il piacere non diventi una trappola ma possa essere una forma che ci aiuta a vivere a meglio le nostre assuefazioni, cioè quei piaceri che non si esauriscono mai e che anche una volta che ci siamo soddisfatti dopo un po' li vogliamo ancora.

 

 

 

Si parla di cupidigia per evidenziare chi non riesce a vivere queste forme di piacere in modo funzionale e le insegue fino a distruggersi.

Si parla di incontentezza/incontentabile chi invece è vittima della trappola dell'orgoglio o comunque ha altre caratteristiche psicologiche che gli impediscono di godersi ciò che ha raggiunto per desiderare immediamente altro. 

 

 

 

FINO A QUI 

 

 

(dualismo contentezza cupidigia, la cupidigia evidenzia il non avere una struttura di personalità tale da potersi fermare, ad esempio l'obeso è tale perché non riesce a contenersi con dei pasti regolari o equilibrati e mangia in continuazione per un piacere dal cibo che è come se non avesse fine ricercandone sempre di più, mentre una persona contenta con ciò che mangia non rinuncia al cibo ma ha una personalità in grado di essere appagata da quella porzione di cibo senza ricercarne sempre di più

 

incontezza e Quando una persona viene spinta intenzionalmente o casualmente ad uscire da un punto di vista specifico sul quale ormai si era fissata, si parla di defusione. Il soggetto proprio perché non si rende conto di ciò che non sa, potrebbe diventare superbo, come a dire la mia visione è quella giusta, la migliore)

Si definisce contentezza l'abilità di un soggetto di non elaborare in modo eccessivo un piacere per trovare soddisfazione in esso.

 

Questo sentimento è fondamentale perché va oltre il singolo episodio di appagamento (bisogno) o di soddisfazione (desiderio) ma la persona pensa a se stessa nel tempo, nei diversi obbiettivi raggiunti.

Pensate a quanto possa rendervi soddisfatto qualcosa ma che poi nella stessa giornata altre cose che ricercate manchino, la persona si sentirà comunque scontenta nonostante quella soddisfazione.

La contentezza è un sentimento umano in quanto la persona si svincola dalle emozioni presenti ed è in grado di pensare a ciò che ha, ciò che avrà e a se stessa in archi di tempo maggiori.

Ecco che si sentirà contenta la persona che raggiunge quella soglia psicologia che le fa dire "ho abbastanza" o "non ho abbastanza".

Essere contenti non vuol dire essere arrivati al massimo, c'è sempre un di più ma è la visione del soggetto a rendere quel punto "contento".

Una persona contenta potrebbe comunque investire per avere ancora un altro po', ma anche se questo di più non arrivasse sarebbe comunque contenta.

 

Il concetto di contentezza è utile per comprendere anche il fenomeno dell'incontentabilità, cioè di una persona che non ha un limite di contentezza in quanto desidera sempre di più.

 

Un'altra tipologia di persona inconentabile è quella che non sa cosa desidera, una persona che non ha fatto un viaggio di individuazione.

 

 

Qual è la differenza fra contentezza e accontentarsi?

Accontentarsi sebbene abbia un'etimologia simile ha un significato nettamente diverso passando da un concetto positivo e negativo, ci si accontenta infatti nel momento in cui il soggetto nonostante abbia chiaro un confine di appagamento per diversi motivi non riesce a raggiungerlo e si rassegna limitandosi a godere parte di quel piacere anche se non raggiunge il livello di appagamento.

La contentezza proprio per la sua complessità e portata è in grado di alterare in modo significativo l'umore.

Si legga piacere e felicità per approfondire, elenco di disambiguazione nell'articolo gioia.

 

Edonofobia e contentezza

Una persona che ha sviluppato particolari doveri nei confronti degli altri potrebbe provare profondo senso di colpa nell'essere contenta in quanto non può fare a meno di pensare a chi contento non lo è. Essendo la contentezza una delle forme più elevate di piacere in quanto la persona è soddisfatta sotto ogni punto di vista è probabile che qui l'edonofobia diventi ancor più intensa.

 

 


DA INTEGRARE

 

 

 

Nel linguaggio comune il termine gioia viene usato per indicare un elevato umore positivo nel presente.

L'AB riprende questa definizione e definisce gioioso quel momento in cui una persona ha un umore positivo. 

 

La gioia per l'AB è una condizione necessaria per generare la felicità, in quanto si definisce felice una persona che preso un intervallo di tempo (ad esempio un anno) sia stata prevalentemente di umore positivo e al tempo stesso serena.

 

 

Qual è la differenza fra gioia e benessere?

Il benessere è un concetto strettamente collegato alla gioia e intende analizzare la questione da un punto di vista generativo cioè "cosa produce gioia in un soggetto?". Questo vuol dire che una persona quando parla di benessere si riferisce in specifico modo a ciò che le produce gioia, le motivazioni che portano una persona a ricercare benessere sono quei luoghi o quelle persone che produranno una volta in contatto gioia nel soggetto.

Bene essere, cioè ciò che farà "essere bene" una persona.

Questo vuol dire che ogni soggetto è alla ricerca del benessere per provare quelle emozioni positive che lo porteranno in uno stato umorale di gioia.

Si legga felicità per appronfodire.

 

FINO A QUI

prende anche della sofferenza.

Questo passaggio è fondamentale per comprendere perché alcune persone nella loro ricerca della gioia finiscano comunque per non aumentare il loro bilancio perché finiscono per produrre anche altra sofferenza, ma non solo, alcune persone potrebbe trovare problematico il fatto che la ricerca di questa gioia sia un investimento rilevamente di energie da fare giornalmente, si pensi alla passione e alla sua "semplicità" mentre si pensi ad una persona che trova la sua gioia nel giudizio altrui e si ritrova a fare di tutto e di più per strappare l'approvazione da chi lo circonda.

Per questo l'AB ritiene anche che la passione sia più efficiente, sia per la stabiltà, sia per le poche risorse che richiede se paragonate ad altre attività, definendo le passioni come componenti primarie di gioia per la propria esistenza.

Questo non vuol dire che le passioni siano necessariamente l'unica fonte anche per una persona consapevole, ci possono essere a ltre fonti di gioia compatibili con la visione dell'AB, facciamo qualche esempio:

La gioia data dalla condivisione della passione con qualcuno;

La gioia data da tutte quelle persone che senza alcuna nostra aspettativa ci danno qualcosa che desideriamodall'esterno, ci fanno innamorare;

La gioia data dal divertimento casuale, come guardarsi un film comico o avere conversazioni divertenti con qualcuno;

 

La gioia può essere costante ogni secondo? La risposta è superflua perché nessuna persona desidera la gioia ogni secondo, è più una componente che si prende in periodo di tempo più estesi come ore o giorni, ma nessuno analizza la propria soddisfazione secondo per secondo sarebbe "eccessivo".

Cosa si prova nel momento in cui una persona che in quel preciso istante non sta gioendo di nulla e si ritrova con la sua serenità? Può essere la serenità stessa fonte di gioia?

Si legga l'articolo non smettere mai di migliorarti per approfondire

Concludendo potremmo dire che nella quotidianità si sono inventati tanti termini cercando di individuare tante sfumature come benessere, contentezza, allegria etc.. per l'AB tutte queste sfumature non contano, la gioia è tutto l'insieme, può essere sia la sensazione positiva più fievole come quella più intensa, perché per l'AB non conta trovare la sensazione piacevole più intensa, ma eliminare la sofferenza così che tutte le sensazioni positive, anche la meno rilevante possa condire la nostra esistenza rendendoci felici.

DA MODIFICARE

Le prime tre sono una gioia presente, la seconda è una gioia futura ma che viene provata anche nel presente. Il paradosso esistenziale è che nonostante ci siano tre fonti di gioie presenti e una futura, molte persone non sanno gioire nel presente, e ripongono la maggiorparte della loro gioia nelle ambizioni. Ancora di più se consideriamo l'aspettativa delle persone non autosufficiente che le porta all'insoddisfazione e quindi a mancare la gioia.

Da questo articolo si deduce che conviene basare la propria gioia su interessi presenti, investire nella semplificazione, e non crearsi aspettative o ambizioni, ma porsi obbiettivi che portino questa gioia avanti fino a che non si raggiunga lo scopo della felicità.

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ultima modifica il: 20-04-2019 - 9:21:28
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