Cos'è la compliance?

Questo termine viene dall'inglese e non ha un sostituto nella lingua italiana sebbene il fenomeno che sottolinea è frequente e signiticativo a livello esistenziale. Con il termine compliance si fa riferimento al fatto che una persona faccia ciò che le abbiamo detto, quindi si parla di compliance nel momento in cui si dice a qualcuno cosa fare e quanto più la persona ha un comportamento che si avvicina a ciò che le è stato detto di fare quanto più la compliance sarà alta, viceversa sarà bassa.

In italiano i termini che più si avvicinano a questo concetto sono:

- obbedienza ma che ha un'accezione negativa e vicina al concetto di dominio o comunque di persona che percepisce in quello specifico modo la richiesta fatta;

- conforme ma è più vicino al fenomeno dei prodotti più che del compotamento, 

- acconsentire/accondiscendere, anche qui c'è un'accezione negativa dato dal fatto che la persona è inibito e non riesce ad essere assertiva.

Con questo termine ci si limita a guardare al risultato, cioè si vede come l'altro ha eseguito tali direttive e nel caso quanto si sia discostato da esse.

Con la compliance non ci si interessa alle motivazioni che hanno spinto la persona a seguire tali direttive ma si tenterà invece di spiegare le cause che ha spinto il soggetto a fare errori o allontanarsi intenzionalmente da tali direttive.

La compliance non è un fenomeno solo lavorativo ma anche un fenomeno che troviamo nei rapporti d'amore e d'amicizia, dove le persone proprio perché si rapportano finiranno con il chiedere o dare direttive all'altro.

La domanda a questo punto è "cosa porta una persona ad allontanarsi dalle direttive dategli?" l'AB trova sei risposte fornendo al tempo stesso anche la soluzione per evitare tale problema:  

- ricettività, l'altro potrebbe non aver capito o compreso, per vedere se c'è questo problema è sufficiente chiedere all'altro di ripetere le direttive date; 

- emozioni negative e lucidità, la richiesta e anche il come è stata fatta potrebbe aver fatto scattare emozioni negative che hanno portato il soggetto a perdere di lucidità e fare errori. Per risolvere o evitare questo problema è necessario chiedere all'altro cosa pensa della richiesta, se questa la infastidisce o le ha suscitato in qualche modo delle emozioni negative;

- emozioni negative e conflitto, la richiesta e anche il come è stata fatta potrebbe aver fatto scattare emozioni negative che hanno portato il soggetto in una situazione conflittuale da una parte si conserva la motivazione a seguire le direttive ma dall'altra le emozioni potrebbero spingere in un senso differente, pensiamo all'orgoglio e alla spinta a disubbidere o ribellarsi per non sentirsi inferiori. Anche qui per risolvere o evitare questo problema è necessario chiedere all'altro cosa pensa della richiesta, se questa la infastidisce o le ha suscitato in qualche modo delle emozioni negative;

- disadattamento e autoefficacia, la persona potrebbe non essere adattata a tale richiesta quindi per prevenire e risolvere è necessario chiedere al soggetto se si sente in grado di svolgere quel compito o se sa come farlo, nel caso aiutarlo in tal senso per evitare che le azioni del soggetto, sebbene abbia compreso cosa fare, vadano in direzioni errate diminuendo la compliance;

- confutazione, chiedere al soggetto se crede a ciò che gli abbiamo detto, se lo ritiene valido e nel caso ci fosse invece qualche problema di esternarlo per risolvere.

Nel caso di emozioni negative conflittuali e della confutazione le persone che hanno una posizione di superiorità tendono a fare leva sul concetto di obbedienza, ma questo anche se può essere efficace nel presente nel lungo periodo aumenterà le probabilità di disobbedienza o perfino ribellione, in alcuni casi perfino vendette.

L'illusione di pensare che la responsabilità sia solo del ricevente quando è anche chi ha esternato le direttive ad avere una coresponsabilità, quella di non aver svolto le procedure sopraelencate per prevenire una bassa compliance.