Si definisce perplessità quel momento di pausa che una persona manifesta nel dialogo quando per diversi motivi non comprende o non è in grado di trovare o dare una risposta, o comunque farlo in un modo abbastanza rapido da non lasciare una pausa.
La perplessità a volte si manifesta con un silenzio in altri casi con azioni che lasciano intendere che la persona ci stia pensando e in altri casi ancora la persona per mascherare la sua perplessità la dissimula usando tecniche come ripetere la domanda o esporre ad alta voce i propri passaggi.
Perché questo concetto descrive un fenomeno rilevante in ambito esistenziale? Perché potrebbe spiegare l'insorgenza delle euristiche rapide e il loro mantenimento nel momento in cui il soggetto cresce in un ambiente che punisce e disincentiva la perplessità facendola percepire come qualcosa di sbagliato o qualcosa che ha a che fare con l'inferiorità.
La persona sviluppa una visione per cui "le conviene o deve dare" una risposta immediatamente senza che venga percepita una possibile perplessità, quindi questo la porta a far uso di euristiche, di interpretazioni, di risposte date anche casualmente pur di riempire il possibile vuoto con le conseguenze che questo ha nel comprendere l'altro e comprendere la realtà, non prendendosi il tempo per pensare o anche solo il tempo per fare domande o ragionare insieme all'altro.
L'assurdità è che si pensa che è intelligente una persona che risponde immediatamente andando per euristiche rapide quando è l'esatto contrario, è intelligente chi non fa errori e si fanno meno errori andando per euristiche lente.