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- Inclusione -
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Cos'è l'inclusione? Cosa si intende per inclusione sociale?

Con l'inclusione sociale si descrive quel fenomeno basato sull'interazione umana in cui ogni qualvolta il soggetto costruisce un prodotto rivolto agli altri o fonda gruppi si troverà ad avere dei soggetti che rientrano nei parametri (Che analizzeremo in seguito) che faranno si che avvenga l'interazione.

Non si può parlare di inclusione senza considerare anche il fattore esclusione, cioè il fenomeno opposto in cui non si rientra nei parametri e per questo si rimane fuori da quell'attività.

Il fenomeno dell'inclusione è salito alla ribalta nell'ultimo periodo, promosso da fenomeni quali femminismo ma è stato presentato in modo erroneo.

Prima di proseguire con la spiegazione dell'inclusività facciamo un po' di esempi, immaginate di creare un prodotto commerciale, questo prodotto per le sue caratteristiche è inevitabilmente rivolto solo ad alcuni soggetti e non ad altri, lo stesso prezzo che scegliete di applicare inevitabilmente finirà per tagliare fuori tutta una fetta di popolazione che non può permetterselo.

Immaginate di creare un gruppo in cui l'obiettivo è quello di discutere di libri e letteratura, questo gruppo non accetterà soggetti che hanno altre passioni, escludendo questa tipologia di soggetti.

Si può parlare di "maggiore inclusività" dove si tenta di costruire gruppi che presentino meno limiti possibili, ma non esiste l'inclusività totale, la realtà umana stessa si fonda sul concetto di selezione.

L'accezione che si vuole dare al concetto di inclusività è quella di "tentate di eliminare le barriere superflue" ad esempio, riprendendo l'esempio del club del libro, fare in modo che anche i disabili possano accedere, che non vi siano discriminazioni sulla base del colore della pelle e della provenienza, dando modo a tutti quelli che hanno la passione della lettura di fare un tentativo di entrare nel gruppo.

Tenete a mente quest'ultima frase "fare un tentativo" questo concetto è fondamentale per comprendere questo fenomeno in modo reale e non distorto in base a come si vorrebbe che il mondo sia.

Cosa accade esattamente nella realtà? Che ogni attività umana è sottoposta a fattori di selezione, quando prima abbiamo detto che ogni gruppo di fatto finisce per escludere ci si riferisce a questo, al fatto che qualsiasi cosa ha dei criteri minimi di selezione, detti fattori di selezione espliciti.

Ma non sono gli unici, ci sono anche fattori di selezione impliciti, sono fattori di selezione che i stessi soggetti entrati in quel gruppo esercitano nel gruppo stesso ammettendo o escludendo in base ai gusti della maggioranza e di ciò che rappresenta.

 

Per capire meglio questo punto è necessario introdurre il concetto di valore e di approvazione, voi ci interagire con soggetti che non vi piacciono o di cui non approvate il comportamento? La risposta è no, tentate di selezionare continuamente chi avete intorno, nel gruppo accade lo stesso, man mano che il gruppo si forma ognuno all'interno esercita fattori di elezione e quindi anche se un esterno può rispecchiare in qualche modo i fattori espliciti di selezione (ad esempio l'amante dei libri) non è detto che verrà comunque accettato dal gruppo, incluso per questioni del soggetto, come si rapporta, chi è, etc...

 

L'inclusione non è la favoletta che è salita alla ribalta ultimamente, tutti che vivono insieme e felici armoniosamente, la realtà è all'esatto opposto al punto che a volte è quasi sorprendente che comunque si riescano a formare dei gruppi.

 

Come fare in modo che il concetto di inclusività sia utile e reale? Accettando questi limiti, si parla di inclusività quando avvengono questi tre punti:

- accettare e non ostacolare i processi di selezione espliciti ed impliciti, puntando ad eliminare solo le discriminazioni (selezione distorta e preconcettuale);

- favorire la creazione di gruppi e attività sociale che non abbiano fattori espliciti di selezione superflui, ad esempio se sono un'azienda invece di creare solo un prodotto costoso ne faccio una variante più economica per includere più fasce della popolazione;

- favorire l'integrazione e non l'inclusione imposta, cioè il soggetto se così come è non rispecchia i criteri espliciti o impliciti non si può imporre che venga incluso, ma solo promuovendo il cambiamento di questo, facendo in modo che rispecchi questi criteri poi verrà incluso da sé, verrà accettato per come è cambiato e divenuto.

 

 

 

 

Viviamo in una realtà separatista, cioè inevitabilmente gruppi di soggetti si escluderanno a vicenda, ognuno si troverà le sue nicchie di prodotti, nicchie sociali, dove è incluso (naturalmente) e dove è escluso da altri, creando appunto realtà separate.

Solo un illuso può pensare che tutti possano stare insieme in un'unica grande famiglia, accettare questa realtà non vuol dire lasciarla immutata, si può migliorarla eliminando le discriminazioni per creare gruppi non su base distorta, si possono migliorare i processi di integrazione, si possono migliorare le fondamenta di alcuni gruppi, ma di fondo va accettata la realtà umana separatista e che esistono ed esisteranno sempre gruppi differenti basati su fattori di selezione.

 

Per approfondimenti si legga l'articolo sulla selezione.

 

 DA INTEGRARE

on questo termine ci riferisce ad un generico "fare parte di", un collegamento logico fra due concetti ad esempio la balena appartiene alla famiglia dei mammiferi, il figlio appartiene alla madre.

L'appartenenza è un concetto che non descrive necessariamente il possesso ma descrive il collegamento logico e pratico che vi è fra due elementi.

A livello esistenziale l'uso più rilevante e significativo con cui si usa questo termine è l'appartenenza sociale, dove una persona 

La restante parte dell'articolo si concentrerà nello spiegare il fenomeno dell'appartenenza sociale.

L'appartenenza sociale è un fenomeno imprescindibile dell'essere umano per il semplice fatto che qualsiasi attività si faccia richiede il contatto umano, non solo ogni persona sviluppa bisogni e desideri che vanno a comporre obiettivi sociali, dove si ricerca intenzionalmente altre persone, si ricerca la costruzione di rapporti.

Pensiamo al piacere che si ha nel contatto umano, nell'avere un rapporto sessuale, nello stare in intimità con qualcuno, questi piaceri costituiscono un obiettivo sociale che si può soddisfare solo se si trova qualcuno che desidera stare con noi, che anche lui ci accetta e ci fa stare con lui per fare queste cose.

L'appartenenza sociale si potrebbe descrivere come la presa di coscienza che altre persone ci vogliono con loro, ci hanno accettato, ci hanno apprezzato e ci danno modo di interagire con loro con il fine di soddisfare gli obiettivi sociali.

L'appartenenza sociale è un sentimento positivo che si prova quando i lsoggetto è stato in grado di integrarsi socialmente, di costruire e raggiungere i propri obiettivi.

C'è un dualismo in cui una persona si rapporta, ha un rapporto e sente di appartenere all'altro o ad altre persone, come se il rapporto fosse costituito da più parti dove ci si sente una parte di esso.

L'appartenenza come nasce? Avviene quando il soggetto riesce a costruire il rapporto e sentirlo reale, e questo necessita di due requisiti:

- generare valore e sapersi far apprezzareo, l'altro o gli altri vedono in noi un valore, qualcosa che vogliono o che può essere utile e per questo ci lasciano entrare nelle loro vite, ci accolgono e ci vogliono;

- accettazione/compatibilità, riguarda il fatto di essere accettati, non essere percepiti come un possibile danno che generebbe un'acrimonia che a sua volta spingerebbe a conflitti e anche all'allontanamento.

 

Questi due concetti sono fondamentali per poter aderire ai gruppi o costruire singoli rapporti dal quale poi nascerà un sentimento di appartenenza.

 

I cinque scenari possibili dell'appartenenza sociale:

- tento di appartenere ma vengo rifiutato

-  non faccio nessun tentativo e dall'esterno nessuno si interessa a me

- mi allontanano intenzionamente evidenziando che non solo non interesso (rifiuto) ma sono anche considerato non gradito

- mi cercano anche se non io non mi avvicino (indica un valore riconsociuto e cercato all'esterno)

- ci provo e vengo accettato ma se non ci provo non ho persone che si interessano attivamente (indica un valore scarso o un valore che non arriva all'esterno, il soggetto non si ssa vendere, è isolato).

 

Usato erroneamente come sinonimo di possesso. Il possesso e la possessività indica un concetto differente anche se è intersecato con l'appartenenza.

 

Si legga possessività per capire la differenza.

 APPUNTI:

Il concetto di appartenenza sociale è stato ridefinito in adesione sociale. 

 

Sentirti apprezzati e approvati per i propri obiettivi sociali, che parola?

 

Stare in un gruppo di persone che la pensano similmente a noi, stesso modo di vedere le cose, di fare, stessa sensibilità?

 

ultima modifica il: 04-12-2018 - 15:27:25
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