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- Fretta -
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Cos'è la fretta? Cosa si intende per fretta?

 

Fretta, movente emozioni negative da cui liberarsi il prima possibile o per evitarle,

Termine per definire quel soggetto che non prova epsressamente emozioni negative da cui vuole liberarsi ma per lo più ha credenze collegate alla velicità di esecuzione

Frenesia, movente raggiungimento del climax del piacere. La frenesia di raggiunger eun orgasmo, di saziarsi il più velocemente possibile, di comprare qualcosa. Tutto e subito del piacere, non ci si riesce a godere il percorso del piacere, godersi il crescendo del piacere, l'anticipazione, l'attesa.

Smania, fase maniacale, il soggetto è in massima fase euforica, esiste solo il piacere

Agitazione, indica quel tipo di comportamento involontario e difficilmente regolabile che si attua in stati di ansia.

 

Un soggetto che non ha fretta, non è frenetico, non è agitato si definisce calmo.

 

La fretta ha prevalentemente tre cause:

 

- eliminazione prima possibile della sofferenza (spiega anche la negligenza), immaginate una persona che sta sulla sabbia bollente, la reazione è quella di iniziare a correre per far cessare la sofferenza il prima possibile raggiungendo una zona che non ustioni i piedi, nella vita accade lo stesso chi soffre tende ad accelerare e andare di fretta per raggiungere il prima possibile l'eliminazione del dolore;

perplessità, il soggetto è stato condizionato ed educato a percepire il "metterci tempo a pensare" come negativo, da qui una fretta che nasce dalla paura di apparire perplesso. Il soggetto agisce quindi istinto, ad impulso, pur di essere il più rapido possibile;

- lentezza sbagliata, simile alla perplessità ma qui il concetto sviluppato è quello di "chi fa le cose lentamente" con relativa percezione negativa, il soggetto quindi per paura di apparire lento tende a fare di fretta, a differenza della perplessità dove il soggetto non pensa qui tende a cercare euristiche più rapide, pensieri più veloci ma comunque non elimina il pensiero come nel punto pre

 

 

- raggiungimento del piacere e assenza di godimento, il soggetto percepisce che il piacere è alla fine del percorso, percorso che non può o non vuole godersi, quindi va di fretta per poter appagarsi nel piacere che trova alla fine. Il soggetto accelera dal desiderio di raggiungere l'obbiettivo. Un atto sessuale frenetico dove la persona fa di tutto per raggiungere immediatamente l'orgasmo, o mangiare con smania. La smania è provare piacere e accelerare per arrivare al culmine e la soddisfazione il più rapidamente possibile;

 

 

 

La fretta aumenta la probabilità di fare errori, il soggetto ad esempio fa ricorso ad un pensiero rapido.

 

Un racconto dal web di chi ha capito di quanto sia disfunzionale andare sempre di fretta: 

"ho capito che devo affrontare e risolvere uno dei miei più grandi ostacoli al miglioramento della mia vita: la fretta. Mi spiego meglio: in molte cose che faccio, dal guidare, al lavorare, allo studiare, allo sport e anche nelle relazioni tendo a partire d'impulso velocemente, poi dopo poco mi stanco calo in ritmo e faccio molta fatica a continuare. In altre parole c'è questa mia spinta interna a partire ed andare veloce. A partire in quinta e questa mia partenza di scatto mi ha fatto fallire molte volte in svariati ambiti, anche perché mi fa stancare e sprecare molte energie.
Riflettendoci ora dopo l'ennesimo fallimento, credo che sia dovuto alla credenza del fatto che sia un modo giusto di agire, il modo migliore che forse nasconde il mio sentirmi inadeguato alla vita, il sentirmi in ritardo. Quasi fosse un modo di nascondere, invece finisce solo col creare disastri. Devo trovare il modo di cambiare questo mio modo di agire, cominciando a fare le cose in maniera costante, con un ritmo leggero ma deciso, invece di voler sempre correre. Spero di riuscirci.
Se avete suggerimenti, consigli, o volete solo scrivere la vostra opinione vi ringrazio molto."

 

Elenco di disambiguazione:

- agitazione,stato indotto da emozioni negative, specialmente ansia;

- Iperattività, fenomeno che descrive lo stato in cui una persona è piena di energie ma non sa dove dirigerle tipica dei bambini che non trovano nulla da fare ma che hanno un umore che li spinge all'azione finendo per fare azioni senza che abbiano una finalità specifica ma che spingano comunque a generare un cambiamento, un qualcosa da fare;

- fervore, la persona accelera perché spinto dalle passioni, dalle emozioni che prova e dalla lucidità persa iniziando ad agire sulla base di emozioni che in questo caso ne accelerano il comportamento;

- furioso, furore, quando la persona inizia ad agire impulsivamente sulla base dell'ira e del risentimento;

- impeto, particolare forma di impulso che ha connotazione violenta, l'impeto si potrebbe considerare come la singola azione dell'impulsivo che viene percepita come violenta da chi la riceve. La probabilità che una persona furiosa venga percepita violenta aumenta, quindi l'impeto si potrebbe considerare come una possibile conseguenza dell'essere furiosi;

- precrastinazione, la persona ha desiderio o bisogno di raggiuingere l'obbiettivo il prima possibile , in sintesi il comportamento opposto a chi procrastina;

- Esuberanza, pone l'accento sul fatto che un elemento anche se positivo se in eccesso può essere fastidioso, l'esempio classico di una portata di cibo così eccessiva da far venire un mal di stomaco o un senso di pienezza sgradevole o l'eccesso di una persona simpatica ma che proprio perché sta andando oltre diviene fastidioso;

- irrequieto, definisce quello stato comportamentale fatto di movimenti ripetuti, come ad esempio muovere la gamba, è un indicatore di essere inquieti e di una spinta all'azione che si sta frenando;

- inquieto, persona che prova emozioni negative, essere inquieti o anche inquietudine. Con questo termine la persona è come se dicessdef rapidamente che nella sua mente ci sono emozioni negative in atto e quindi non può "riposare emotivamente";

- smania, descrive il comportamento visibile  di un frettoloso che desidera raggiungere rapidamente il piacere e il relativo apice;

- smanioso, che non accetta l'attesa, nel linguaggio comune viene definita come una persona che "vuole tutto e subito" e che per questo fatica ad avviare progetti a lungo termine, uno smanioso appare agitato proprio per i suoi tentativi di prendersi e avere ogni cosa immediatamente nei confronti di ciò che dà piacere, lo smanioso desidera una soddisfazione immediata;

- impaziente, soggetto che non riesce a trattenersi dall'avere una risposta comportamentale quando non accetta qualcosa lasciando che l'intolleranza si trasformi in un sentimento più complesso;

- smaniare, la persona

- Ansia, il soggetto simula il futuro e ne anticipa le paure nel presente sfociando in uno specifico comportamento;

- furibondo, sinonimo di furore.

disposto a pagare quanto prima si libera delle emozioni negative che lo accompagnano ad un obbiettivo non svolto;"

 

 

"

class="messageTitle">Vivere accellerati

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Spero di aver catturato l'attenzione di qualcuno che vive il mio stesso disagio, leggendo solamente il titolo.

Spesso mi accorgo di quanto viva la mia vita di corsa, freneticamente, continuamente affannato, impaziente, colto da una smania cronica.
Lo realizzo nello svolgere attività di tutti i giorni, o di come, alcune di esse mi risultino impossibili.

Quando aiuto mia madre a preparare la cena, quando sono al pc finendo per fare più cose contemporaneamente, quando lavo i denti, quando cammino (questo meno), quando sono con gli altri e non vedo l'ora di andarmene o tornare a casa o di non sentirmi tranquillo con loro, quando mi sveglio al mattino, quando chiacchiero con qualcuno, quando disegno; tutto fatto in accellerazione, a volte quasi non realizzo cosa sto facendo, cosa ho fatto, oppure quando è finito mi accorgo di non essermi nemmeno goduto ciò che stavo facendo.

non riesco a concentrarmi, a stare su un qualcosa con calma, focalizzando e godendomi il momento (non riesco per niente a leggere, per esempio, vedere un film ecc.)

il punto è che io non ho affatto una vita frenetica, impegni e così via; nessuno mi corre dietro ma sento che è come se fosse così. mi sento inseguito da qualcosa, come se non ci fosse tempo a disposizione, come se dovessi fare qualcosa, ma non so cosa; andare da qualche parte, ma non so dove.

ci sono poi quei pochissimi momenti di calma, in cui riesco a rallentare. poco fa mi è successo mettendo su l'acqua per il tè. è stato un brevissimo momento di pace, di stasi; tutto ha rallentato e io mi sentivo a mio agio fermo in quel lasso di tempo. descriverei la sensazione come: avere una ciglia nell'occhio/camminare con qualcosa nella scarpa per tempo indefinito, poi riuscire a toglierla e sentire il comfort di quella ''liberazione''. ma dura così poco.

poi mi chiedo se sia quella la normalità, se tutti vivono per più tempo 'senza qualcosa di fastidioso nella scarpa' o con."

 

 

 

"è dall'inizio dell'anno scolastico che provo un senso di ansia diffusa.


Ieri sono finite le vacanze di Natale e io sono tornata a scuola. Non sono stata affatto contenta di tornarci e questo mi sembra normale. Ero preoccupata, perché adesso incomincia un nuovo quadrimestre ed è tutto da rifare da capo, dovrò sostenere un sacco di compiti in classe, interrogazioni... Per fortuna nessuno mi ha chiamato, ma la sensazione di malessere era persistente, e mi ha perseguitata anche per tutte le vacanze, anche se per altri motivi, e sto finendo per non capirci più niente.

Quando sono tornata a casa ho cucinato perché mia madre lavora, ho pranzato, poi ho letto un libro e mi sono addormentata perché mi sentivo davvero stanca, esausta. Io non dormo mai di pomeriggio. 

Quando mi sono svegliata erano le cinque e ho studiato per tutto quello che restava del pomeriggio; finito di studiare filosofia, che è una materia che mi piace molto, ho cenato. Durante la cena ho provato una sensazione orribile: mi veniva da piangere perché pensavo al giorno dopo e anche se avevo studiato pensavo di non aver fatto abbastanza. Ho trattato male i miei genitori, perché vedere che non si preoccupavano per me mi faceva davvero infuriare, e sono andata in camera mia per continuare a studiare. Ho aperto il libro ma non capivo niente di quello che leggevo, riuscivo solo a piangere! Non riuscivo nemmeno a capire bene perché stessi piangendo così, non è mai successo prima e la filosofia di solito mi piace. Mia madre è entrata in camera per sistemare delle cose e in quel momento, vedendola così tranquilla, mi è venuto da piangere ancora di più. All'improvviso ho perso di vista tutto, e mi sono spaventata anche io, perché praticamente non ero in me. Piangevo e ridevo come una pazza isterica INSIEME. Mia madre si è avvicinata perché si è spaventata anche lei, e io ad un certo punto ridevo e piangevo così tanto da non riuscire a respirare! Non mi è mai successa una cosa simile in vita mia ed è stato davvero orribile! Tremavo e sembrava che avessi le convulsioni, quasi. Alla fine sono riuscita a far smettere quell'attacco ma la sensazione di malessere e agitazione non mi è passata, infatti lei mi ha dato delle gocce che usa per sé, non so se sono delle gocce calmanti o che fanno dormire, e gliel'ho chiesto io perché avevo paura di non riuscire a dormire (cosa successa il giorno prima del ritorno a scuola).

Di notte ho dormito tranquillamente dimenticando tutto, ma appena mi sono svegliata e mi sono ricordata di dover andare a scuola quell'orrenda sensazione di ansia mi si è piazzata di nuovo sullo stomaco. Allora visto che non ho fatto nemmeno un'assenza fino ad ora ho deciso di restare a casa, far finta di essere malata (non so se per suggestione, ma alla fine mi è venuto anche un fastidioso mal di stomaco). 

Io ho davvero paura adesso, non solo di domani, ma anche di dover di nuovo stare così male. Quando sto seduta muovo sempre la gamba, di continuo, perché non riesco a stare seduta e basta. Mi mangio anche le unghie. Queste cose accadono sempre, forse sono anche "normali" per una ragazza della mia età, ma io non voglio diventare pazza! Vorrei soltanto mandare tutto a quel paese e stare serena, ma so che è impossibile. Io vorrei che qualcuno mi aiutasse, credevo di riuscire ad aiutarmi da sola, ma ieri è stato davvero orribile... Io altri tre anni di liceo così non intendo passarli, scusate per l'anacoluto.

Non riesco a capire se ho bisogno di uno psicologo o qualcosa del genere... se mia madre non dice niente al riguardo forse mi sto facendo solo troppe fisime, ma non sono sicura che tutto questo sia normale. è piuttosto imbarazzante dover dire queste cose e so già che mi pentirò di questo post, ma non sapevo più a chi rivolgermi 

 

APPUNTI:

- L'agitazione rende meno efficaci ma ciò non vuol dire che il soggetto non si abile

- agitazione settoriale, la persona si agita non in ogni campo ma solo in alcuni perché i doveri ricevuti non sono generali ma specifici;

DA RIVEDERE

Agitazione e frenesia

L'agitazione potrebbe essere confusa con frenesia, in realtà questi due fenomeni hanno differenze nette, mentre l'agitazione riguarda l'ambito comportamentale in cui la persona non pensa ma si affida all'istinto la persona con la frenesia invece tenta di usare la testa ma lo in modo talmente rapido affidandosi alle euristiche che il risultato sarà probabilmente fallace. Sono simili per alcuni versi questi due fenomeni e non è raro trovarli nella stessa persona.

 

Rischi dell'agitazione?

Il rischio più elevato dell'agitazione è quello di non essere efficiente, la persona commette tanto di quegli errori con i quali perderà altro tempo per correggerli, che nell'insieme se avesse agito con calma e puntando all'efficienza avrebbe risparmiato tempo e risorse.

Il secondo rischio più rilevante è quello di fallire, la persona non puntando all'efficacia rischia di fallire l'obbiettivo o per il troppo tempo perso, o per errori irrecuperabili che impediscono di arrivare all'obbiettivo.

 

ultima modifica il: 01-05-2019 - 21:39:40
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