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- Timia -
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Cos'è la timia? Cosa si intende per timia?

Con questo termine si definisce il fenomeno dell'umore, è una parola che deriva dal greco ed è utile per generare parole composte.

Seguirà ora l'elenco dei termini più utili in ambito esistenziale che hanno la radice timia:

 

 

Qual è la differenza fra distimia e depressione? La distimia è una condizione momentanea causata dall'umore, la persona ha la stessa visione della realtà, la stessa voglia di fare, ci crede e sa che è solo questione di tempo, di una tempesta momentanea (umore negativo) che la sta frenando e rallentando e che prima o poi passerà.

La depressione invece evidenzia il fatto che il soggetto non ha più voglia, non ci crede più, nella depressione è proprio la percezione del soggetto ad essere negativa e pessimista, non è un fatto negativo che incide sul suo progetto, il depresso non crede ci sia più un futuro.

 

 

 

 

FINO A QUI

 

 

Il ruolo dell'umore nei conflitti interiori:

euforia, effetto disinibizione

disforia, accentuazione dell'effetto inibitorio?

 

 

Il ruolo dell'umore nello scatenare l'effetto demotivante

eutimia, quando l'umore del soggetto non intacca in alcun modo la motivazione, le sensazioni che si provano per qualcosa

distimia, quando l'umore del soggetto, le emozioni che prova per altri contesti intaccano ciò che sente e la motivazione.

 

La distimia produce quello che comunemente viene definita depressione, questo termine però è entrato nel linguaggio comune in modo semplicistico, pensando che la depressione sia una sorta di malattia  o che sia totale.

La realtà è completmente differente, la depressione è collegata alla distimia, distimia che proviamo tutti, quante volte avete sentito affermare "oggi non ne ho voglia" "con questo umore non mi va proprio di farlo".

Ciò che accade si potrebbe definire come anedonia e indolenza, cioè il soggetto a causa dell'umore non percepisce più le emozioni che lo motivavano, né quelle positive né quelle negative.

La depressione ha una variante normale che colpisce praticamente chiunque, tutti l'abbiamo provata, l'aspetto patologico nasce quando la distimia ha un effetto demotivamente che non passa e che va a colpire attività significative per la qualità esistenziale del soggetto, in alcuni casi estremi demotiva ogni attività producendo un'anedonia totale.

Nessuno percepirebbe come patologico il fatto che una persona un sabato sera non abbia voglia di uscire quando normalmente la ha, sebbene quello sia un episodio depressivo, nessuno la chiama depressione, sebbene non si possieda il concetto di distimia mediamente si intuisce che questa sia collegata all'umore.

Cosa succede? Perché le persone non riescono a capire ed accettare la depressione come stato patologico altrui?

La risposta probabilmente è nella "reazione", le persone normali, cioè la maggior parte delle persone hanno sviluppato dei metodi per reagire o hanno comunque una serie di motivazioni che li aiutano in tal senso, ma ci sono dei soggetti che hanno personalità più deboli, con più problemi, con più distorsioni e queste persone finiscono per una serie di fattori a non riuscire a reagire ma al contrario sprofondare nella depressione, specialmente quando capita qualcosa di particolarmente negativo.

In termine tecnico la depressione acquisisce conottati patologici nei soggetti poco o per nulla resilienti, 

 

 

 

Eutimia, quando l'umore nel suo complesso è percepito come buono dal soggetto e non gli è da ostacolo ma anzi promuove i suoi obbiettivi e il suo vivere anche se possa esserci qualche emozione negativa, nel complesso l'umore è comunque positivo

 

La mancanza di eutimia viene descritta in diversi modi a seconda del problema:

 

Distimia, il contrario della eutimia, l'umore negativo ha la meglio, quindi cosa scatta? qual è la differenza con la depressione?

Ciclotimia, quando l'umore del soggetto è così variabile da risultare un problema per il soggetto stesso che si rende conto che così non riesce ad andare avanti in modo costante verso un obiettivo ma svolazza in direzioni opposte in base ad un umore che varia per opposti e crea un problema nella sua esistenza. L'umore variabile danneggia il raggiungimento dei suoi obiettivi fra procrastinazione e azioni controproducenti.

 Disoratimia

Alessitimia, il soggetto fa fatica a comprendere il proprio stato emotivo e le conseguenze che questo ha sulla sua esistenza e azioni

 

- eutimia, specifica la presenza di una serie di emozioni nel complesso positive nonostante qualche emozioni negativa che dà modo al soggetto di avere un'esistenza soddisfacente, raggiungendo i suoi obiettivi. L'eutimia è l'assenza di distimia e ciclotimia, creando un umore prevalentemente stabile;

- distimia, l'umore del soggetto ha emozioni così negative da eliminare parte della sua motivazione, dei suoi obiettivi anche se non tutti lasciando alcune emozioni attivanti intatte. La distimia evidenzia l'effetto depressivo;

- ciclotimia, evidenzia l'effetto negativo del cambio repentino delle emozioni che porta il soggetto a fare azioni differenti per obiettivi differenti non riuscendo a portare avanti con costanza nulla. Il danno viene da un umore che per eccessiva sensibilità del soggetto varia, spingendolo a fare cose che o vanno in direzione diversa, disperdendo le energie del soggetto o in direzione contraria ai propri obiettivi danneggiandoli. La ciclotimia quantifica i danni causati da distimia euforia e disforia, non solo quindi di eventuali momenti depressivi ma anche quando il soggetto è più inibito o disinibito su cose che lo danneggiano ;

 

variazione dell'umore giornaliera, le emozioni della sera e della mattina

lo sbalzo d'umore

 

parossismo, 

borderline, insegu

istintivo, 

 

 

demotivazione su diversi settori ma non totale, di solito ciò che restano sono i "doveri più radicati", esempio

" ogni cosa che faccio la faccio solo perché DEVO farla ,non per il piacere di farla."

si legga depressione 

 

Nella quotidianità il termine distimia non è diffuso. Viene utilizzato in ambito psicoterapeutico o psichiatrico per definire lo stato umorale di una persona.

Con il termine depressione si definisce quello stato in cui una persona ha l'umore bassissimo, al minimo al punto da non riuscire a trovare piacevole nulla (le emozioni sono competitive).

Ci si è resi conto che le persone finivano per chiamare depressione tutte le sfumature di umori bassi che si protraevano avanti nel tempo come a dire "è da un po' di giorni che sono giù, sono depresso".

Questo creava non pochi problemi di comprensione, una persona che stava sul letto 24 ore su 24 in stato semi vegetativo e zero voglia di vivere si definiva allo stesso modo di una persona che aveva grosso modo l'esistenza di prima con l'unica differenza che c'era un umore basso che si protraeva nel tempo ma non ai livelli minimi.

Con il termine distimia si tenta di risolvere questo problema, da una parte c'è il depresso con un umore bassissimo, dall'altra parte il distimico dove ha un umore basso ma non così basso.

Questa è la visione quotidiana che sebbene possa sembrare chiara in realtà non spiega nulla, dato che non tiene conto né della componente motivazione, né di una visione concreta del disturbo.

L'umore non è la variabile primaria nella motivazione umana, si potrebbe considerare come una variabile secondaria dove quando l'umore a volte si abbassa può inibire una motivazione già esistente, cosa che non sempre accade.

La depressione per l'AB non si presenta quando l'umore si abbassa ai minimi, ma quando la persona a causa di determinate circostanze perde la possibilità di realizzare il proprio scopo sul quale è motivato e sul quale ha già investito numerose risorse, l'emozione principale è il risentimento e la tristezza così intensi da buttare l'umore al minimo, dato che viene anche meno quello stesso progetto che dava gioia.

Non sono i livelli di umore a spiegare questi fenomeni così diversi come si fa ingenuamente in psichiatria, ma sono due fenomeni completamente diversi, la depressione si basa sulla compromissione del proprio scopo di vita o comunque di un obbiettivo particolarmente fondamentale, la distimia si basa sulla possibilità che in alcuni casi l'umore inibisca la motivazione.

Su questo ultimo punto è fondamentale fare attenzione a non confondere una demotivazione causata da altri fattori dal fattore specifico dell'umore basso.

La distimia si basa sulla prevalenza delle emozioni negative su quelle positive nell'arco della giornata, arrivando quindi allo stato distimico quando la sofferenza è stata superiore o più rilevante della gioia in quella giornata.

Contrapponendo la distimia all'eutimia ovvero lo stato opposto dove è la gioia a superare la sofferenza.

ultima modifica il: 13-02-2019 - 0:27:04
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