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Si legga rigore 

 

BOZZA

Se me lo domandi posso dirti di no, ma se me lo comunichi posso solo accettarlo o meno. Non chiedere permesso, fai quello che desideri fare nei limiti della legge, se non ce la fai da solo chiedi supporto.

L'AB mette questo termine come parola rossa in quanto non c'è alcun scenario in cui convenga chiedere il permesso, l'unico caso limite è quello dove il soggetto comunica le sue intenzioni e inizia una discussione con l'altro e dove alla fine considerando gli elementi fuoriusciti da questa discussione sceglie di non farlo più o di fare altro così come sceglie di continuare lo stesso.

Il permesso invece pone il soggetto in una situazione di subordinazione che si traduce in "lo faccio solo se per te è ok altrimenti non lo faccio".

Questo genere di comportamento nasce in tre modi, due  nei contesti fallimentari educativo dove il bambino o perché costretto o come mezzo difensivo verso una reazione generalmente violenta di un genitore suscettibile al risentimento inizia a maturare questa forma di richiesta e il terzo è da ritrovarsi in una generale paura e generali emozioni negative che il soggetto prova nei confronti degli altri che risolve chiedendo il permesso.

Per usare termini tecnici una persona che chiede permesso la si trova in tre caratteristiche di personalità:

- persona moralizzata e quindi educata a chiedere permesso;

- persona condiscendente;

- persona zerbino.

 

Nel primo caso è la conseguenza di un'educazionche il soggetto eseguirà come dovere o obbligo a seconda di come la percepisce, nel secondo e terzo caso si trova una persona non assertiva che si rifugia in questo comportamento teso a chiedere il permesso.

 

Chiedere permesso indica anche ignoranza, perché? Perché sono persone che non si rendono conto che qualsiasi cosa faranno finiranno inevitabilmente per essere violenti nei confronti di qualcuno e le uniche soluzioni sono due:

- o si vive l'esistenza in un costante e perenne stato problematico/paranoico annientando se stessi per gli altri;

- o si vive l'esistenza con individualismo, dove ci si limita a seguire le norme o le proprie credenze (e comunque la legge) a discapito di qualsiasi conseguenza (la logica del chi mi ama mi segua altrimenti faccia come desidera) e dove al limite si può in alcuni casi discutere delle proprie scelte senza chiedere permesso.

 

L'uso del termine anche in altri contesti che sembrano scollegati in realtà indica un'educazione del soggetto che essendo stato in prima persona moralizzato in questa visione del permesso diviene esso stesso una persona che si aspetta che gli altri facciano lo stesso e quindi l'uso di questo termine indica proprio questo, una persona che dice ad un'altra "non te lo permetto" richiama questa educazione al "chiedere permesso che la persona pratica e si aspetta che gli altri facciano a sua volta".

L'AB sceglie come soluzione migliore quella individualista e della scelta di agire o discutere a seconda della libertà del soggetto e cosa percepisce come più conveniente scartando qualsiasi forma e motivazione al permesso che altro non è che l'indicatore di una personalità fragile o moralizzata ad una schiavitù sociale.

Una persona a questo punto potrebbe chiedersi "meglio chiedere il perdono o il permesso?" la risposta è nessuno dei due, chi è intrappolato in questo dualismo è proprio perché è talmente fragile da sentirsi in colpa se nel suo essere libero e coerente ha danneggiato qualcuno intorno a sé, persona probabilmente succube. 

ultima modifica il: 23-01-2019 - 10:43:18
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