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- Inconscio -
riabilita aiuti

"L'inconscio è la fontana dalla quale sgorgano le proprie emozioni, i propri impulsi e le pulsion e qualsiasi altro fenomeno che sfugge alla volontà del singolo"

Cos'è l'inconscio?

Si definisce inconscio ogni elemento che sebbene sia stato osservato a livello comportamentale non è stato possibile indagare, in quanto tramite il pensiero e il linguaggio non c'è stato modo di conoscerne la causa e la dinamica.

L'esempio del terapeuta che chiede "perché il suo cuore sta battendo così forte? Può controllarlo?" oppure "perché se emetto un suono intenso e improvviso lei prova paura?"

 

Il ruolo chiave del condizionamento, della nascita delle emozioni da stimoli esterni, questo è a livello esistenziale il ruolo chiave dell'inconscio e del "passato che vive nel nostro presente".

 

inconscio, tutto ciò che non è accessibile ma che viene percepito indirettamente o usato dalla coscienza. L'inconscio può essere parzialmente scoperto con il tempo quanto meno ricordare frammenti e comprendere come potrebbe essersi creata quell'emozione, l'esempio della parola cane o del perché alcune cose ci facciano paura senza che comprendiamo perché;

preconscio,tutto quel materiale che viene rievocato per stimolo e ed è accessibile alla coscienza, ma solo tramite stimolazione, non è qualcosa a cui la persona ha un accesso diretto ma può essere facilmente rievocato. Esempio "dimmi tutti i ricordi che hai di 10 anni" il soggetto non può accedere a questi ma ci sono e la persona stessa sa che ci sono, poi conq ualche stimolo, parlando di qualcosa, vedendo qualche foto ecco che i ricordi riemergono;

subconscio, qualsiasi elemento è conoscibile ma non si trova il modo di farlo, l'ipotesi che qualcosa sia subconscia e non inconscia, che ci sia un modo per accedervi va conservata;

priming, il fatto che a livello inconscio l'attivazione di uno stimolo poi cambierà il tipo di stimolazioni e rievocazioni successive, conoscendo il concetto di preconscio si comprende che la persona non "pensa a informazioni massime" ma il suo modo di pensare è influenzato anche dalla stimolazione ambientale e di quelle porzioni di informazioni che vengono attivate.

 

 da rivedere

 

Si definisce come inconscio qualsiasi contenuto psichico o comportamento che non sia un prodotto dall'io e non sia quindi una diretta conseguenza della volontà del soggetto. Questo cosa vuol dire? Tentiamo di comprenderlo con degli esempi, pensate alla fame che ciclicamente vi torna o pensate alla paura che provate all'improvviso di fronte ad alcuni eventi, pensate all'erezione o alla lubrificazione che avete quando qualcosa di esterno vi eccita, questi elementi li conoscete e non vi spaventano, avete imparati a capirli e anche a controllarli in qualche modo ma resta il fatto che sono inconsci e non rispondono alla vostra volontà.

La persona potrebbe aver imparato in modo così efficace alcuni dei propri meccanismo inconsci che li prevede e questa previsione e attesa potrebbe trasmettere l'illusoria percezione che sia qualcosa di conscia, faccia parte del sé ma così non è.

Se potete in questo momento tentate di craere un'emozione, tentate di alterare il vostro battito cardiaco, quello che noterete è che non potete in modo diretto perché sono cose che vengono gestite dall'inconscio.

Sapete che una persona vi fa stare bene e che voltete stare bene quindi potete chiamare questa persona, quello che state facendo è usare la vostra conoscenza dell'inconscio, la vostra conoscenza per produrre qualcosa in modo indiretto.

Qui entra il concetto di subconscio, in quanto il termine inconscio non è sufficiente. Cos'è il subconscio e cosa c'entra con l'inconscio? Una persona ha una personalità e il fatto che non la conosce non vuol dire che questa sia inconscia, è necessario quindi dividere i contenuti psichici e l'io che il soggetto ancora non conosce di sé, ancora non ha capito con quello che invece non potrà mai essere conosciuto, capito o controllato dalla coscienza.

Questo vuol dire che crescere come persone vuol dire fare in modo di ridurre progressivamente il subconscio, arrivando a conoscere ogni aspetto di sé sia conscio che inconscio o comunque tentare di conoscere e capire il più possibile sviluppando un'identità estesa.

Questo servirà al soggetto per sviluppare quelle procedure in grado di tenere a bada il proprio inconscio, capirlo e conoscerlo al punto sufficiente per poter avere una vita felice e non problematica, pensiamo al termine alessitimia, essere alessitimici altro non è che non aver sviluppato la propria conoscenza di sé, non capire un'emozione, non saperla comunicare e sopratutto non capire come fare per poterla gestire, per poterla controllare in modo indiretto.

Una persona che cresce è una persona che si studia, che fa esperimenti su di sé, ecco perché di frequente si ascoltano persone dare consigli come "fai esperienze, prova, tenta di capirti, ascolta il tuo corpo, studiati, etc.." sono persone che si sono rese conto che il subconscio è un nemico, che non conoscere se stessi non è funzionale alla propria qualità esistenziale.

L'esterno è un banco di prova che ci aiuta non solo a capire come funziona la realtà esterna ma anche come funzianamo noi, sia consciamente ma anche inconsciamente, conoscere e comprendere la propria unicità.

Ci vogliono anni per raggiungere questo obbiettivo, farlo in modo attivo accelera il processo ma ciò che conta è fare esperienza e interrogarsi, tentare di capire sia la propria conscienza intesa come una serie di pensieri, deduzioni e conclusioni sia il proprio inconscio come una serie di emozioni, come queste emozioni si presentano, quando si presentano, come fare per non farle presentare.

Detto in altri termini conoscere la propria coscienza è complicato, profondo ed è come studiare un libro in un viaggio che viene definito come metacognizione in cui il soggetto potrebbe anche ristrutturarsi, mentre l'inconscio è più qualcosa di meccanico, non lo si può capire o capirne il perché se non con "è frutto del nostro DNA e dell'esperienza condizionata dei primi anni di vita" qui ciò che conta è capire in termini meccanicistici e procedurali, cioè capire quali sono le cause scatentanti, se sono dei pensieri o degli elementi esterni, se ciò che accade è ciclico o ha una causa, se è evitabile o inevitabile in un dato contesto, cioè arrivare a capire la dinamica per poterla controllare non direttamente ma indirettamente, perché se la persona si rende conto che se si stressa mangia in modo eccessivo sa che se riduce lo stress può risolvere quell'emozione che non può controllare (almeno al momento) in nessun altro modo.

L'inconscio si regge prevalentemente su due punti:

- innato

- condizionato

 FINO A QUI

La situazione diviene complessa per tre motivi:

- la persona a causa del suo subconscio esteso potrebbe non riuscire a capire nulla e avere confusione totale, non riuscire a distinguer efra quello che ancora non sa di sé, fra quello che non capisce, quello che è inconscio, quali sono i propri pensieri che attivano determinati eventi inconsci e quali invece no;

- anche quando la persona azzera il proprio subconscio e si conosce a menadito escono fuori scenari complessi dove le dinamiche inconscie sono attivate contemporaneamente e in modo intersecato sia da pensieri e da rappresentazione mentali, sia da stimoli. Un caso eclantante lo troviamo ad esempio nel giudizio, 

Sebbene la definizione sia relativamente semplice

Un racconto che ci dimostra come l'inconscio non possa essere liquidato in modo così scontato come diversi cognitivisti pensano:

"Patrizia è una donna sposata, che si definisce soddisfatta per aver creato il quadro di vita che aveva in mente di madre e moglie realizzata. Si prodiga per tutti, mette avanti i bisogni esterni ai suoi, mamma e moglie attenta e premurosa. Il marito non fa nulla perché, anche avesse voluto inizialmente, Patrizia ha fatto tutto sin da subito, da sempre. Finchè un giorno le accade una cosa inquietante: mentre cucina le viene un attclass="text_exposed_show">acco di panico. Non capisce da dove arriva, perché. E le successive volte che cucina le balena un pensiero: “non è che in questo stati ansiosi sbaglio e metto qualche ingrediente mortale nel cibo? Veleni, detersivi, finanche l’acido muriatico. Inizia a nascondere tutti questi prodotti, sotto chiave, ma l’ossessione non passa. Razionalmente, al di fuori dei momenti in cui cucina, si rende conto che il pensiero è assurdo, eppure non lo controlla. E così alla fine decide di smettere di cucinare. Inventa di avere scuse e impegni. Ma il pensiero ossessivo si sposta: dopo nasce l’ossessione di lasciare sostanze tossiche in bagno quando pulisce, o oggetti ingeribili dai bimbi. Quando la cosa sfugge oramai dal controllo decide di rivolgersi allo psicologo. Riesce a liberarsi da queste ossessioni quando si rende conto che esse vogliono tenerla lontana da questa vita da mamma e moglie prodiga e abnegante. Quelle ossessioni erano tutti i no che non poteva dire, l’aggressività repressa e una buona occasione creata dalla psiche per sottrarsi a quel ruolo. (dott.ssa Chiara Pica)"

Questo racconto ha due interpretazioni una inconscia ma anche una semiconscia. Abbiamo una donna con profondi conflitti interni che probabilmente senza che se ne sia resa conto ha iniziato a coltivare quelle ossessioni perché si è resa conto dal primo momento che si sono palesati che avevano un potere tale da riuscire a interrompere il circolo di dovere a fare la casalinga, situazione che la stava stressando ma che nonostante tutto continuava a mandare avanti. Trovava sofferenza ma anche sollievo in una situazione che spezzava quelle catene che forse la imprigionavano da anni ma la domanda comunque resterebbe, come ha fatto a manifestarsi per la priva volta questo pensiero così dal nulla? Casualità? O inconscio? L'AB non pretendere una risposta essendo aperto al mondo inconscio, così come accetta la possibilità che la dinamica si sia formata in modo inconscio con questi pensieri che venivano dall'inconscio, immagini e paure che la portavano a fare quei pensieri e che la donna percepiva come intrusivi. Ciò che appare evidente è che probabilmente l'inconscio gioca un ruolo e che la risoluzione è stata quella di aiutare la donna a spezzare quelle catene che da sola non era riuscita a fare, il punto focola è trovare una soluzione prendendo in considerazione entrambi i mondi psichici senza elevare uno dei due a sistema.

 

BOZZA

Nel linguaggio comune il termine inconscio è diffuso 

Il jolly per ogni cosa che non si comprende della personalità

 

DA RISCRIVERE

Questa "fatica" nasce anche dal fatto che non è chiaro cosa sia questo inconscio, viene visto come qualcosa che fa parte di sé ma non se definisce il ruolo.

La psichiatria ad oggi lo definisce come tutto ciò che non è coscienza facendo degli esempi buttandoci dentro:

- immagini;

- sensazioni;

- comportamenti;

-etc..

Questo non fa altro che mandare le persone in confusione perché in realtà queste sono tutte cose che la persona in un modo o nell'altro arriva alla sua coscienza.

Il contenuto più rilevante di tutti è la sensazione, ogni sensazione umana è frutto dell'inconscio, e la dimostrazione è che la coscienza non è in grado di creare sensazioni a comando né di poterle spegnere o controllarle in alcun modo (attenzione a non confondere sensazione con emozione).

L'errore di fondo che è stato commesso che ha impedito alla gente comune di appropriarsi di questo concetto è stato quello di non mettere in chiaro un passaggio fondamentale ovvero che l'inconscio è il produttore di tanti contenuti che l'uomo erroneamente scambia per contenuti della sua coscienza.
L'inconscio sebbene si potrebbe definire come un organo a sé stante, questo è in stretto collegamento con la coscienza e nel momento in cui una persona arriva a rendersi conto di questo vede l'inconscio non come un qualcosa di "magico" e "ignoto" dentro se stesso, al contrario si rende conto di quanto sia concreto e rilevante questa sua parte interiore che conviene approfondire per intervenire sulla qualità esistenziale.

Se la componente più rilevante dell'inconscio sono le sensazioni è sufficiente comprendere cosa siano le sensazioni per 

Di tutti i contenuti che rimangono non c'è nulla che possa avere un'influenza sull'esistenza come ce l'hanno le sensazioni, ad esempio se io dicessi ad una persona una parola a caso come "cavallo" e chiedessi "che parola in mente ti viene" ascolterei una parola che proviene probabilmente dall'inconscio almeno che la persona non usi un metodo conscio come "ti ho detto la parola che più mi piace".

Questi sono "giochi inconsci" ma a conti fatti non hanno un ruolo esistenziale come ce l'hanno le sensazioni, allo stesso modo di come un ricordo viene in mente o di come un'immagine compare nella nostra mente all'improvviso, almeno che non si entri nella sfera dell'intrusività sono contenuti neutri a livello esistenziale.

Per questo l'AB suggerisce di studiare in modo approfondito le sensazioni nel relativo articolo per comprendere in modo approfondito la parte inconscia più rilevante a livello esistenziale che ognuno di noi ha.

 APPUNTI:

- l'inconscio non è solo rimozione, http://www.stateofmind.it/2015/09/inconscio-psicologia/

- l'inconscio viene confuso con l'istinto, l'inconscio potrebbe essere inteso per comodià come tutto ciò che non è conscio,quindi non c'è unica zona o un'unica funziona, qualsiasi siano le sue parti e il modo di processare le informazioni l'unico modo che ha di influenzare l'esistenza è o quello di aggirare completamente la coscienza e portare ad azioni stereotipate, si pensi al braccio che ritraiamo quando c'è una fonte di calore o quando rimaniamo pietrificati per la paura, oppure influenza la nostra coscienza e il comportamento conscio tramite le sensazioni.

L'inconscio è un'entità che si plasma per la maggior parte sulla base all'esperienza del singolo, analogamente a quanto accade per la nostra personalità e per la nostra coscienza, ma l'inconscio contiene anche delle componenti geneticamente innate chiamate pulsioni che non sono spiegabili con l'esperienza o in nessun altro modo.

Teoricamente una persona sarebbe in grado di spiegare l'evoluzione inconscia,  il perché sente alcune cose o il perché entra in emotività passiva in alcuni contesti ma può farlo soltanto se ricorda il trascorso passato che ha portato a quel condizionamento, se invece quel trascorso è stato rimosso allora non è nemmeno in grado di spiegarselo.

 

Questo porta la persona a trovarsi di fronte a due tipologie di sensazioni:

- quelle che sa spiegarsi;

- quelle che non sa spiegarsi.

 La psiconalisi ha per anni affermato che alcune problematiche inconscie ovvero sensazioni disfunzionali fossere eliminabili intraprendendo un percorso basato sul ricordo del trascorso rimosso, come se ricordare cosa ha ci ha condizionato possa aiutarci a superarlo.

In parte è così se ad esempio si sfruttano quelle informazioni per fare un lavoro di decondizionamento attivo ed efficace, ma è comunque un tentativo che si fa e che non garantisce nulla, specialmente il solo "comprendere" cosa è successo nel passato fa poco o nulla.

Per l'AB l'inconscio è qualcosa che ha avuto un ruolo fondamentale durante la sopravvivenza della specie umana, quando la coscienza non era in grado di fronteggiare eventi repentini in cui qualche secondo facevano la differenza fra esistere o morire, in cui l'istinto giocava un ruolo, oggi la società non presenta più queste minacce e tutti questi meccanismi non sono più un vantaggio specialmente in persone che sviluppano una coscienza in grado di prendere decisioni e compiere azioni.

Per questo nella metafora del terreno psichico l'AB propone un indebolimento, in alcuni casi anche rilevante (persone che hanno avuto un infanzia più fallimentare della media) in modo che queste sensazioni e siano minori e non siano in grado di mandare la persona in emotività passiva, la persona resta lucida e nel caso analizza queste sensazioni per comprendere se hanno un fondo di validità ma comunque basando le proprie scelte e azioni su saggezza e attitudini.

L'inconscio è alla base di diversi fenomeni che l'AB ha già descritto:

- intrusività, dove sensazioni e pensieri automatici non vengono accettati dalla coscienza della persona a causa del suo approccio ad essi;

- istinto, la persona pensa che queste sensazioni siano una risorsa e le sfrutta;

- sensibilità, tutto ciò che sentiamo proviene dall'inconscio sembrerà una banalità mondo di bene.

 

 

Un esempio di paura inconscia

 

Ciao a tutti. Ho 19 anni, sono una ragazza.
Ho questa 'fobia' da quando avevo 6 anni. Non ne ho mai parlato a nessuno, se ci provo vengo derisa. Io stessa mi derido, ma onestamente non so come guarirne. Mi ci sta volendo uno sforzo immenso per scriverlo qui, ho paura di essere schernita, ma spero ci sia qualcuno disposto ad aiutarmi.

Mio padre ha il vizio di tirare spesso su con il naso, o produrre altri suoni con la bocca, tipo inumidirsi le labbra con la lingua in continuazione. Questi suoni mi fanno paura. Una paura molto intensa e indomabile. Ogni volta che li sento, inizio a tremare, mi lacrimano gli occhi, vorrei gridare ma mi limito a coprirmi la testa con le mani e respirare profondamente finché non mi calmo. A volte per contenere l'impulso di urlare mi sfogo mordendomi un braccio. Quando ero piccola piangevo a dirotto e i miei genitori mi rimproveravano e mi davano della stupida. 
L'unica risposta plausibile che posso dare a questa mia reazione insensata, è che il suono mi rimandi inconsciamente a un evento della mia infanzia dove ho subito traumi, ma, appunto, non ricordo nulla.

Preciso che io non odio mio padre e siamo in buoni rapporti, è solo il suono che mi terrorizza. Non posso parlargliene, ci ho già provato, non capirebbe.

Per favore, aiutatemi. Non avete idea a che razza di stress sia vittima a causa di tutto questo. È ridicolo se paragonato a molti altri problemi ma non posso farci nulla.

DA CANCELLARE

 

Cos'è l'incoscio? L'AB ha una visione diversa dalla visione psichiatrica e dalla visione della quotidianità. Essendo l'idendità di una persona composta da "io" "Super io" "istinto", l'inconscio potrebbe essere considerato ingenuamente come tutto ciò che non è "io" e quindi come "super io" e "istinto", ma non sarebbe poi un concetto pratico.

L'AB considera l'inconscio come un ibrido "Io-Istinto" in cui la persona esiste in una dimensione di conscio-inconscio, non si spiega tutto ciò che gli passa per la mente, non si conosce, ed alterna questo ragionamento all'emotività, tanto che appunto con il senno di poi, è possibile considerare questo inconscio, queste decisioni non completamente conscie.

Quindi a differenza della visione odiena, non si può parlare di completamente inconscio, ma si può parlare di componente "io" e componente "istinto", in cui ad esempio anche nel raggiungimento della consapevolezza, l'inconscio non sparisce, come ad esempio non è possibile far sparire l'indole, ma vengono ridotte quasi a zero.

L'inconscio viene studiato con la metafora dell'iceberg, in cui l'io è visto come la punta, e su questa metafora sono d'accordo, perché spiega una persona passiva, ma questo iceberg non è inevitabile, anzi conviene farlo emergere completamente, crescendo con l'io diminuendo la componente istinto nell'insconscio.

L'indole non è inconscia, ma istintuale, ed emerge tramite l'inconscio.

L'inconscio quindi non è l'opposto di conscio.

Il super Io, non fa parte dell'ibrido al più manipola il comportamento dell'ibrido..

Perché ci ritroviamo con questo ibrido? Fallimento educativo, bambino dimenticato.

 

Nella quotidianità l'incoscio ha acquisito un significato analogo a quello di genetica, una scusa valida per ogni cosa ma non solo, una persona parla del suo inconscio come se lo conoscesse, non comprendendo le dinamiche che conoscere l'inconscio non è possibile proprio per le definizioni delle parole, portare a coscienza un contenuto inconscio, cioè non raggiungibile precedentemente dall'io, fa si che non sia più coscio, ma l'errore di fondo è che queste persone pensano che in loro esista solo conscio/inconscio, non considerando istanza istintiva/emotore e l'istanza del super io.

 

Bozza vecchia

"L'incoscio viene fuori trasportato dagli emotori, si manifesta in riflessi, in cui l'individuo ne diventa conscio quando osserva o ripensa a ciò che ha fatto". "L'inconscio esiste nell'eco delle emozioni". Cos'è l'inconscio? Ciò che non è conscio, il contenitore di ciò che è stato codificato durante il percorso di vita, delle capacità non disponibili alla coscienza, la sede dell'emotore, sembrerà banale ma non lo è. Perché noi sappiamo quale materiale abbiamo a disposizione e i vari di livelli di coscienza possibili, ma non sappiamo cosa abbiamo dentro l'incoscio. Un esempio classico è quando una persona pensa ad una azione appena compiuta sotto l'impulso più o meno emotivo ed esclama "non pensavo di essere capace di fare ciò". La nostra spinta alla sopravvivenza, dal primo giorno che siamo nati fa sì che assorbiamo una mole enorme di informazioni che rimangono dentro di noi non accessibili alla conoscienza se non quando l'inconscio durante una scarica emotiva li porta a coscienza senza che questa possa fare nulla, arrivando ad agire direttamente per riflesso. Quindi l'inconscio e il conscio vengono visti metaforicamente come competitori, essendo la nostra mente un "terreno" limitato, quanto più spazio abbiamo annesso alla coscienza e per quanto più prabiblità abbiamo di pensare ed opere a livelli di coscienza per avere un controllo strategico sulla vita, e non basandolo su riflessi emotivi. Il rischio del passivo infatti è che l'emotore condizioni i nostri livelli di coscienza o bypassandoli (sopravvivere). L'inconscio non va distrutto, va dismesso, va controllato, e è necessario investire sul pensiero e sulla coscienza per trovare un'alternativa all'inconscio, si può vivere di sola coscienza? No, ma si può vivere controllando l'inconscio e l'emotore, sovvertendo il programma genetico per cui l'inconscio è alla servitù dell'emotore, portando al centro del controllo la coscienza. Sogni ed inconscio I sogni, ricordano al razionale, che il mondo inconscio esiste, ma che può prendere il sopravvento solo quando la coscienza si riposa, perchè al risveglio si smette di sognare tornando ad operare con il mezzo pensiero e non il mezzo emozioni. Bisogno dell'inconscio bisogno dell'emotore Quando la coscienza non è in grado di affrontare o cade in errori come quello di legame e mancata aspettativa, ecco che la discesa nell'inconscio, è quasi voluta, e dico quasi perchè in quelle poche frazioni di secondo c'è una sinergia, fra la coscienza che si ritira perchè non pronta ad affrontare ciò che ha davanti ed una escalation emotiva tendente ad agire per riflesso. Inconscio ed immediatezza, paragone nel mondo animale. Dialogo con l'inconscio E' possibile un dialogo o un rapporto con l'inconscio? No, l'obbiettivo dell'inconscio è quello di portare l'individuo a sopravvivere, mentre la vita, la felicità è una possibilità secondoria se consideriamo ciò per cui siamo stati messi al mondo, se consideriamo il nostro programma genetico. L'incoscio, ritornando alla metafora del trasbordare, crea indirettamente una coscienza, in cui un individuo investendo su di essa e cercando di controllare l'incoscio può arrivare a vivere. Quindi l'inconscio cercherà di prendere il sopravvento tramite l'emotore, conviene non fare "a botte" con l'inconscio per arrivare a determinare un vincintore, ma indebolirlo e dismetterlo (prevenzione) con il controllo diretto sulla realtà da parte della coscienza, definendo una strategia operativa in cui l'individuo ama, interagisce con ciò che può controllare (oggetti da amare) senza che questi possano controllarlo, tramite ad esempio l'esposizione controlla, si può arrivare quindi a non avere più il bisogno diretto dalle emozioni, ma facendole diventare l'ultimo mezzo della catena di montaggio della vita, quello in cui l'individuo dopo l'approccio razionale alle cose, può lasciare libere le emozioni in un recinto costruito appositamente. L'emotore, una trasportatore di insconscio, il traghettatore del bambino dimenticato.

ultima modifica il: 17-07-2017 - 11:59:30
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