Home
Psicologia
Raziologia
Puzzle della Comunicazione
Diario
Test
Info & Contatti
 
- Obbiettivo -
riabilita aiuti

Cos'è un obiettivo?

(obiettivi dal valore, obiettivi dall'antivalore)

Si definisce un obiettivo, tutto ciò che il soggetto consciamente o inconsciamente, il soggetto processa mentalmente nel momento in cui agisce per raggiungere uno stato disoddisfazione. L'obiettivo è il lato concettuale che spiega ogni azione, ogni azione è tale perché insegue la soddisfazione, a prescindere che il soggetto ne sia conscio o meno. Non esiste un'azione senza obiettivo in assenza di patologie o movimenti muscolari involontari.

L'utilità dell'obiettivo è quello di poter dare una spiegazione ad un'azione. Esempio vediamo un soggetto andare in discoteca, l'obiettivo potrebbe essere quello di provare piacere nell'essere immerso in un locale pieno di gente, l'obiettivo potrebbe essere quello di sentire della buona musica, di conoscere gente, etc... L'azione è la stessa ma le motivazioni e gli obiettivi, che siano consci o meno, sono variabili e solo andando a scavare nella mente del soggetto possiamo conoscerli.

 

 

L'obiettivo può essere fine a se stesso o far parte di un progetto e una pianificazione più ampia.

 

 

 

Si legga intenzione e motivazione per approfondire i problemi motivazioni e una spinta che non si trasforma in azione, un potenziale obiettivo non raggiunto. 

 

DA RIVEDERE

Più l'obiettivo è distante nel tempo più sarà necessaria motivazione.

Uno dei problemi più complicati da gestire all'interno degli obiettivi è che questi esistono nel futuro, tranne quei casi in cui la loro realizzazione è piacevole e motivante (motivazione intrinseca) il resto necessita di un continuo sforzo di focalizzazione sul futuro o di forza di volontà, questo potrebbe creare i famoso fenomeno della procrastinazione nel quale il soggetto lascia spazio ad attività gratificanti nel presente.

 

Uno degli errori che si commette spesso è di dare per scontato che ogni persona abbia degli obiettivi o addirittura uno scopo, dove per scopo si intende il fatto che la persona organizza i propri obiettivi per farli convogliare in un unico grande "modo di vivere futuro".

Ma non tutti inseguono obiettivi, specialmente se a lungo termine, diverse persone vivono nel presente o al limite in un piccolo specchio di futuro, vivendo prevalentemente di istinto e di eventi casuali che li motivano a fare qualcosa sempre collegato alla gratificazione presente.

Un obiettivo, specialmente quelli a lungo termine richiedono una fase detta fase strategica, si fa un'organizzazione in base alle proprie conoscenze (che potrebbero avere diversi livello di validità, ipotesi, tesi, teoria) in cui il soggetto organizza le fasi, la concatenazione degli eventi da seguire, cosa fare, come farlo, le varie tempistiche, cosa mettere prima e cosa dopo.

Questo cosa vuol dire? Che l'obiettivo necessita di una serie di passaggi da fare, elementi da costruire, qualcosa che verrà raggiunto dopo che diversi elementi si sommano.

Prendiamo l'esempio della laurea, sarà necessario fare prima una serie di esami e un tirocinio e poi la tesi finale, una serie di passaggi che porteranno all'obiettivo finale.

Dopo la fase strategica viene la fase tattica, mentre la fase strategica è qualcosa di generale ed indicativo la fase tattica evidenzia il fatto che alcune cose vanno riviste e nel caso anche leggermente cambiate in base ai fatti, alle circostanze, alle conseguenze delle azioni fatte e a tutto ciò che non poteva essere previsto o considerato in fase strategica.

La fase strategica è fondamentale ma avere anche una fase tattica, la consapevolezza cioè di poter apportare dei piccolcambiamenti all'ultimo se lo si ritiene necessario/conveniente in base agli eventi che accadono.

La fase tattica è fondamentale perché è dove avviene l'azione, l'esecuzione di qualcosa scelta per un obiettivo più grande, cioè sulla base della strategia e del piano che si sta seguendo. La fase tattica richiede comunque le abilità, la comprensione di ciò che l'obiettivo fissato richiede e sopratutto, la tattica come già detto risente di ciò che non si era previsto, è un'azione su un campo solo "immaginato" e quindi eventuali errori di strategia potrebbero portare un soggetto particolarmente abile in fase tattica a fare cambiamento efficaci al volo che migliorino il risultato rispetto al fatto di come si fosse comportamento se avesse seguito fedelmente e ciecamente il piano strategico.

L'obiettivo richiede pazienza per evitare che parossismi producano danni al soggetto, cioè spinte emotive spingano a comportamenti che vanno contro la fase strategica o tattica danneggiando l'obiettivo stesso.

 

La determinazione evidenzia il fenomeno in cui una persona porta a termine gli obiettivi, ma questo è possibile perché é quello che c'è stato dietro la creazione di un obiettivo non ha avuto errori, meno errori farà una persona in questa fase quante più alte saranno le probabilità che l'obiettivo venga poi portato a termine.

Quindi quanto detto ad inizio articolo, che l'obiettivo necessita di motivazione, di emozioni da usare o accedendere, sono elementi che fanno la differenza fra chi sarà determinato e chi non lo sarà, cioè fra chi porrà obiettivi in modo valido e chi no, quando le persone si pongono obiettivi su cui hanno zero motivazione o vanno perfino contro le motivazioni che hanno è praticamente scontato il risultato, evidenziando poi la loro successiva mancanza di determinazione.

 

Obiettivo e autostima, "posso farlo" se al soggetto manca l'ottimismo e un'autostima dinamica potrebbe non agire. Questo elemento è uno dei tanti che genera ostacoli e conflitti, potremmo dire uno dei più grossi in quanto una persona che manca di autostima riuscirà ad agire comunque solo se è fortemente motivata.

Questo ci fa capire anche che, conviene prima risolvere le proprie criticità a livello di personalità e poi porsi degli obiettivi, si fa meno fatica.

 

 Efficacia dell'obiettivo

La necessità di lucidità e razionalità, eliminando parossismi e prendendosi tutto il tempo e le risorse necessarie.

 

 

Passiamo ora ad un altro problema degli obiettivi, quello in cui viene fissato un obiettivo in cui la motivazione è stata solo illusoria, frutto dell'idealizzazione dell'attività, frutto di unapercezione distorta che man mano che si pratica l'attività viene corretta facendo perdere motivazione fino al punto in cui l'attività stessa viene sospesa.

Prendiamo un racconto dal web

"Mi stanco troppo facilmente delle cose

class="messageBody">
Ultimamente mi rendo conto che è molto facile per me stancarmi (anche velocemente) delle cose, anche le più belle.
Ad esempio, da circa 2 anni sono iscritto in palestra.
Mi ricordo bene che la notte prima di iscrivermi quasi non ho dormito dalla gioia, e quando ci andavo all'inizio era tutto stupendo.
Pian piano la voglia di andarci sta calando notevolmente, probabilmente se non pagassi l'abbonamento non ci andrei neanche più.
E' anche vero che appena inizio una cosa ci metto una dose di energia e di entusiasmo quasi fuori dalla norma, non vorrei che questo potesse avere ripercussioni negative in seguito."
 
Una cosa smette di stancare quando non genera più piacere, piacere che nasceva da tutta le aspettative e la visione che il soggetto si era fatta di quell'attività,smontante nel tempo, quando ha avuto a che fare realmente con quell'attività.
Questa forma di soddisfazione nasce quindi da:
- una percezione distorta che genera piacere nel vedere una cosa differente da quella che è, quando il soggetto smette di avere quella percezione finisce anche il piacere, la soddifazione e di conseguenza la motivazione;
- una percezione distorta su ciò che accadrà, sul futuro anticipando cose che in realtà non avverranno mai. Più passa il tempo e vede che ciò non avviene o non avviene com evuole ecco che smette il piacere e la motivazione, non c'è più la soddifazione o la possibilitù di soddisfazione futura. 

 

FINO A QUI

Questo significa che la volontà umana è sempre possibile rappresentarla con una motivazione e un obbiettivo.

Se una persona cambia all'impro

 

L'obbittivo viene vissuto in tre modi a seconda della personalità del soggetto:

- il soggetto ha un locus of control interno, pensa che quella cosa sia sotto al suo controllo e al tempo stesso ha sviluppato un'agenticità positiva intorno a quell'obbiettivo, credere di poterlo fare e quindi inizia ad agire per raggiungerlo;

- il soggetto ha un locus of control interno, ma al tempo stesso non ha sviluppato un'agenticità positiva intorno a quell'obbiettivo, qui se sarà ottimista inizierà comunque ad agire per raggiungere l'obbiettivo costruendosi man mano ciò che manca, se sarà pessimista invece penserà che non c'è modo e si fermerà;

- il soggetto ha un locus of control esterno, pensa che quella cosa sia al di fuori del suo controllo e quindi accadrà solo se "gli eventi esterni lo vorranno".

 

Gli obbiettivi non esistono senza motivazione ed è per questo che per diverse persone questo discorso non ha alcun senso, ad esempio quando arbitrariamente si fissano un obbiettivo ma non hanno la motivazione per raggiungerlo, questo obbiettivo verrà definito obbiettivo sterile.

Uno degli errori che si commettono nel pensare all'obbiettivo è quello di pensare che obbiettivo sia sinonimo di serietà, ma non è così, l'obbiettivo descrive qualsiasi cosa la persona desideri fare e agisca per fare, anche le più frivole.

Quando la persona si pone un obbiettivo ed inizia ad agire, almeno che non agisca di impulso o inconsciamente si baserà su un progetto.

Per progetto si intende il fatto che una persona attinge dalla sua memoria per comprendere cosa fare, il solo estrapolare una regola come "se faccio questo ottengo questo" costituisce il progetto della persona e quelle che sono le sue intenzioni che si trasformeranno in volontà al momento che il soggetto riterrà migliore.

I progetti possono essere semplici ma anche complicati, l'obbiettivo di rivedere un vecchio amico è estremamente più semplice dell'obbiettivo di costruire una famiglia.

Nel primo caso la persona userà un progetto basato su due passaggi, chiamare l'amico e fissare un appuntamento, il secondo progetto probabilmente non basterebbe un articolo per descriverlo.

Il progetto può raggiungere alti livelli di complessità, specialmente se l'obbiettivo è distante nel tempo, dove la persona inizia anche a prevedere i possibili fallimenti, fare dei piani B, costruire quindi diversi scenari ipotetici a seconda poi di quale piano verrà eseguito, etc...

Si potrebbe affermare che quanto più un progetto è approfondito e vadido quante più sono le probabilità di riuscita, ponendo l'accento su quanto sia saggio investire su un progetto affinché sia privo di errori.

 

Gli obbiettivi si possono distinguere a loro volta in due gruppi:

- obbiettivi personali, il soggetto ha un progetto che non implica nessun'altra persona;

- obbiettivi collettivi, il soggetto ha un progetto che implica altre persone, come ad esempio quello di costruirsi una famiglia.

 

Nel caso di obbiettivi collettivi che implicano anche altre persone si inserisce il concetto di propositiva e progetto condiviso.

Si parla di progetto condiviso quando le due persone si accordano e avendo già il progetto in mente si limitano ad attuarlo, si parla di propositività quando il progetto non è condiviso quindi stà alla persona avanzare proposte affinché anche l'altro avanzi nel progetto insieme. Qui entra in gioco anche il concetto di assertività e compatibilità, cioè trovare una persona compatibile a cui dire chiaramente quali sono gli obbiettivi e le intenzioni per trovare un accordo e arrivare ad un progetto condiviso.

Il concetto di propositività è fondamentale ad esempio in un rapporto di coppia, dove uno continua ad avanzare proposte senza aspettare che per magia le cose vadano come da progetto o che le cose funzionino.

 

Il concetto di obbiettivo si interseca con quello di azione efficace e di opportunità, l'azione efficace ci ricorda che è necessario sviluppare una comprensione e un'abilità verso ciò che si desidera così da poter agire in modo tale da raggiungere l'obbiettivo, l'opportunità ci ricorda che in alcuni casi non è necessario un progetto perché a causa di diverse circostanze l'obbiettivo si raggiunge da sé, questo si traduce che prima di spendere energie in un progetto dispendioso è da considerare la possibilità di lasciare uno spazio di tempo e investire nel favorire qualche opportunità, se questa non arriva allora procedere nel progetto. Oppure nel progetto fare in modo che parte di esso sia comunque orientato a favorire delle opportunità.

 

 

Ricapitolando le persone arrivano ad agire per un obbiettivo solo se hanno la motivazione per farla e hanno una personalità che superi questi tre passaggi mentali:

- il primo passaggio consiste nel locus of control, se la persona crede che gli eventi siano al di fuori del suo controllo qualsiasi obbiettivo cesserà di esistere perché pensa che non dipende da lei e non può fare nulla a riguado, se invece la persona ha un locus di controllo interno e crede che le cose possano essere modificate e create da lei allora potrà porsi degli obbiettivi e passare al secondo passaggio;

- il secondo passaggio consiste nella fattibilità, la persona in modo più o meno euristico si domanda se ciò che sta facendo può essere fatto al momento da lei, se possiede l'adattamento e le risorse necessarie per farlo. Se la risposta è si agisce immediatamente altrimenti si passa al terzo passaggio. Questo passaggio non è detto che venga svolto in modo valido, le persone potrebbero fare errori nel cacolare la fattibilità;

- terzo passaggio, la persone possono agire in modo ottimistico o pessimistico, l'ottimista è colui che pensa che a prescindere da ciò che manchi questo possa essere colmato, il pessimista viceversa pensa che questo non è possibile che le cose rimangono così e non ci sarà verso di renderle fattibili.

 

La persona che ritiene fattibile non necessariamente agisce in tal senso, potrebbe comunque scartare tale opzione perché non ritiene conveniente e razionale investire risorse per rendere fattibile quell'obbiettivo, cioè a prescindere dalla fattibilità lo ritiene comunque non convienente.

 

Qual è la differenza fra progetto e piano? Il progetto si basa su una sola linea di costruzione, ad esempio il progetto di un ponte, il progetto di un rapporto.

Il piano invece implica le possibili alternative in caso di problemi, la persona non si limita a progettare ma anche a fare piani alternativi nel caso ci fossero problemi nel progetto, si considerano quindi sia i rischi che le cose non vadano, sia che convenga cambiare strada in base a diversi fattori.

Un piano è quindi più articolato di un progetto, si potrebbe vedere come un insieme di progetti collegati fra loro e che veranno scelti in base a specifiche circostanze.

 

APPUNTI:

obbiettivi a motivazione negativa, 

Questi passaggi non esistono nel dovere, quando una persona ha il dovere di fare qualcosa la fa e basta, anche se concettualmente quelle azioni sono finalizzate ad un obbiettivo futuro nei doveri la persona agisce e basta focalizzata sul presente, agisce per evitare il senso di colpa del presente e nient'altro.

 

si parla di obbiettivo solo nel momento in cui c'è da realizzare qualcosa?

aggiungere obbiettivi basati su inclinazioni e vocazioni

obbiettivo e dispersione di energie, il soggetto investe energie ma in modo dispersivo, cioè potrebbe usarne di meno e avere lo stesso risultato, si migliora l'efficienza non aumentando l'uso delle risorse ma eliminando le risorse spese superflue)

Si definisce obbiettivo ciò che la persona intende raggiungere, l'azione che farà sarà dettata dalle sue motivazioni se non c'è motivazione non ci sarà azione.

Le motivazioni sono diverse e variegate, ad esempio il solo fissare l'obbiettivo potrebbe essere per il soggetto motivo di agire ad esempio per vedere come va, per mettersi alla prova.

La motivazione non va visto come qualcosa di magico, la motivazione sono le emozioni negative e positive che si provano nei confronti dell'obbiettivo e possono essere le più disparate infatti come detto prima il solo essere curiosi di scoprire cosa si prova ad inseguire quell'obbiettivo e di cosa è composto è fonte di una motivazione.

La motivazione diventa un problema mediamente per obbiettivi dalla lunga durata, specialmente se queste attività non sono sempre piacevoli e i vari premi sono solo alla fine.

Probabilmente si avranno cali di motivazione che il soggetto fronteggerà in vari modi ricorrendo in alcuni casi anche alla lena negativa, cioè una sorta di "visualizzare conseguenze nefaste per soffrire e continuare ad agire".

L'obbiettivo concettualmente parlando esiste sempre, la persona agisce perché sta andando in una specifica direzione ma non è detto che la persona l'abbia concettualizzato e se lo sia rappresentato nella sua mente in modo chiaro.

Si parla di proposito invece nel momento in cui la persona fissa qualcosa da raggiungere ma non è detto che sia mativato a farlo, non è detto che lo farà,  si parla di propositi quando ad esempio la persona pensa "cosa potrei fare quest'anno" e fa un elenco provvisorio di cose possibili da fare senza che siano necessariamente fissati come obbiettivi.

L'utilità di questo dualismo consiste nel differenziare immediatamente ciò che la persona è intenzionata a fare e ciò su cui sta ancora pensando.

Motivazione intrinseca ed estrinseca, scoprire facendo esperienza quelle attività che a prescindere da dove portino sono piacevole e quindi sono costantemente motivate ma non è sempre così.

Per fare un esempio una persona casualmente è in giro con un amico e fa un'esperienza di bici positiva, essendo un'attività piacevole a prescindere degli obbiettivi che si potrà porre che hanno a che fare con la bici la persona nel tempo è probabile che continui a farlo a prescindere in quanto l'obbiettivo di per sé diventa "fare qualcosa in bici" perché è un'attività che da piacere al soggetto e lo motiva intrinsecamente.

 

Qual è la differenza fra obbiettivo e progetto? Si parla di progetto per intedere un obbiettivo che non può essere attuato da subito ma scatterà in base alla pianificazione data. Il progettare non va confuso con il procrastinare, un conto è dire "lo faccio domani" un altro è dire "oggi sto facendo questo, al termini di questo obbiettivo potrà far partire il prossimo".

FINO A QUI

Il proposito invece viene vissuto in questo modo "lo sport mi farebbe bene, meglio che ne faccia di più, forse andare in bici o sui pattini potrebbe piacermi domani vado a fare una prova". Nel secondo caso la persona ha il proposito ma non è detto che questo poi diventi un obbiettivo o qualcosa che è motivato a fare.

In ogni caso l'essere propositivi e quindi tentare di fissarsi nuove cose da raggiungere e da provare per ampliare il proprio parco di attività è comunque una cosa positiva, aumenta la possibilità di fare esperienze singole o di gruppo.

Il partner propositivo è ad esempio il partner che anche se non ci sono cose che al momento si desidera fare propone comunque attività che potrebbe piacere, che potrebbero essere interessanti e spinge in tal senso.

I propositi potrebbero infrangersi contro l'abulia in soggetti depressi o che faticano ad anticipare e non riescono a vedere "potrei fare una scoperta positiva". Essere propositivi non è da tutti e non è sempre fattibile anche se converebbe lavorare su questo punto, specialmente in un'ottica preventiva e avere comunque una conoscenza di sé e dei propri piaceri scopribile non solo casualmente ma anche con questa tendenza a provare cose nuove anche se ancora non si sa se potrebbero piacere o meno.

 

L'obbiettivo presenta tre criticità:

- la prima è nella concretezza, il soggetto nonostante sia motivato a farlo non è detto che convenga che lo faccia;

- la seconda è nella demotivazione.

- la terza è nello scopo, un obbiettivo anche se concreto potrebbe comunque danneggiare lo scopo

 

Eliminare il concetto di obbiettività e sostituirlo con lucidità.

 

FINO A QUI

La fattibilità dell'obbiettivo è data quindi da una motivazione solida (assenza di quei tre punti descritti) e dalla concretezza.

 

 

L'obbietivo una volta raggiunto produce soddisfazione in quanto si è raggiunto ciò che si desidera, ma potrebbe produrre altri sentimenti come l'innalzamento dell'autostima, autoefficacia o produrre un sentimento di realizzazione.  

 

Elenco di disambiguazione:

- scopo, come l'obbiettivo ma su un livello diverso e più esistenziale, lo scopo risponde alla domanda (come vorresti passare la tua vita? Come ti vedi? Quali cose vorresti fare? Come vorresti essere etc..

- fine, sinonimo di motivazione, qual è il tuo fine = qual è la tua motivazione

- progetto, alcune situazioni necessitano di una serie di obbiettivi concatenati in modo efficace, l'esempio di fare una casa e di prendere un caffè al bar, l'esempio di costruire un lavoro nella sua crescite e altri elementi

- pianificazione, in modo schematico (controllo ed elementi non variabili) o programmatico

 

Mestiazia e assenza di obbiettivi 

 

 "non c'è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare"

[da riscrivere in contrasto con i valori e aggiungere l'errore di non considerazione dei mezzi]

APPUNTI:

Obbiettivo passionale, coerente, funzionale, consapevole,anevrotico   ofaccp

La passione da l'inesauribilità e la gioia

la coerenza oltre che incidere sulla funzionalità è necessaria per lo scopo 

Funzionale, cioè definendo un piano d'azione che funzioni nel raggiungimento e nel mantenimento se richiesto

consapevole, cioè raggiunto con l'accumulo di conoscenza in uno stato impavido

anevrotico, oltre che intendere la mancanza di nevrosi e quindi come già implicato nella passione, ci si riferisce anche ad uno specifico non etico, non morale. Anevrotico potrebbe essere opzionale perché implicato sia in passione, che in coerente e consapevole, ma specificarlo conviene per la comprensione.

 

Il fatto che sia un obbiettivo è sufficiente ad indicare che sia di per se' sostenibile, misurabile realizzabile etc.. perché altrimenti sarebbe un sogno e non un obbiettivo (si legga desiderio obbiettivo e sogno).

 

Scopo felicità per ogni essere umano, definire obbiettivi che siano quindi ofaccp per raggiungere lo scopo, considerando l'opzione mantenimento.

Obbiettivi opzionali e obbiettivi non opzionale.

L'iter per ogni essere vivente che aspiri alla felicità non può non considerare questi obbiettivi:

avere uno sport passione, lo chiamo sport passione, perché l'errore che di solito si fa quando una persona comprende anche ingenuamente che è necessario fare sport è che non lo trasforma mai in passione, del ofaccp, quello che manca è la componente passione che lo fa deragliare, andando a sviscerare la situazione si vede che più o meno manca tutto, la persona arriva per una via traversa tipo "fare sport = perdere perso" o "devo fare sport per rassodare", e infatti dopo poco fallisce l'obbiettivo.

 

Il desiderio che diventa obbiettivo, il desiderio che diventa progetto e il desiderio che diventa sogno.

Si legga l'articolo "risultati".

Obbiettivo accumulare, 

Progetto implica che ci sia una costruzione, il progetto di una casa, perché fate una casa? Non è solo la casa di per se che volete ma anche tutto quello che può offrire avere una casa.

Obbiettivo  è limitarsi al risultarto, obbiettivo contoinbanca in cui una persona investe per far crescere il numeretto senza nessun'altra implicazione specifica.

Un progetto va oltre l'effetto risultato, i schiavi del risultato.

Obbiettivo e risultato.

 

Volontà con approccio calmo, anche la persona più passiva o emotiva, ha dei momenti in cui agisce con calma, in quel caso sta seguendo degli obbiettivi.

Doveri,

Passioni, condivisioni non sono obbiettivi perchè c'è un trasporto funzionalmente validato.

Nella quotidianità viene usato come sinonimo di interesse. L'AB invece considera il concetto interesse come quello in cui inserire, obbiettivi, sogni, passioni,ambizioni.

ultima modifica il: 17-12-2018 - 12:42:12
Sito Realizzato da Palombizio Valerio Giuseppe