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- Emotore -
riabilita aiuti

"Se puoi conoscerli, puoi gestirli, puoi spegnerli".

 

DA RISCRIVERE IN BASE ALLA TEORIA DI EMOTIVITA' PASSIVA E ATTIVA

 

Teoria provvisoria:

compulsioni, nevrosi, riflessi, fanno parte dell'emotore, cioè come le emozioni spingano una persona ad agire nonostante questo non possa venire ricollegato ad una volonprecisa e conscia, ma appunto sotto forma di sensazioni che fanno scattare una molla interna alla persona una molla che ha componente conscia minima o comunque non sufficiente a gestire la molla stessa.

 

DA ELIMINARE

 Emotori del pensiero, ibrido io-emotore con ragionamento euristico Emotori del comportamento, ibrido io-emotore con io quasi nulla, euristica quasi totale. Cos'è l'emotore? L'emotore è biologicamente parlando la porzione del cervello nella quale risiedono le emozioni, il generatore di ciò che sentiamo e proviamo anche quando non vorremmo sentire nulla, quando vorremo smettere di sentire e provare la sofferenza, la solitudine, la frustrazione, il senso di colpa, eppure il semplice volerlo, non è sufficiente, perchè? Potrebbe dipendere dall'emotore che è in ognuno di noi e dalla mancanza di alternativa in cui quasi nessuno investe. Le emozioni sono intese come il motore della vita, condizione necessaria per sopravvivere. Ma quale logica seguono queste emozioni? Da dove arrivano? Perchè ognuno di noi sente e prova cosa diverse, anche se in qualche modo simili? Per rispondere a tutte queste domande ho definito l'"emotore". Per comprenderlo possiamo iniziare a contrapporlo alle tre istanze psichiche di Freud le quali nella mia visione della realtà non spiegano quasi nulla del comportamento umano, anzi vanno a creare confusione. Freud ipotizzò l'esistenza di "Io, es e super io", ma a livello funzionale questa separazione non aiuta ad avere quel controllo sulle emozioni che le persone vorrebbero, mentre conoscere l'emotore può dare la possibilità di gestirlo e spegnerlo, e di conseguenza avere anche la possibilità di gestire le emozioni, passaggio priotitario per raggiungere una consapevolezza e l'uscita dalla prigione emotiva. Perchè l'emotore lo correliamo alla prigione emotiva? Per spiegarlo possiamo considerare ciò che ci fa sopravvivere quando nasciamo, in quella fase di sviluppo siamo esseri quasi puramente emotivi, urliamo, ci sorprendiamo, ridiamo, piangiamo, in cerca di attenzioni e di cure, perchè senza una o più figure tutrici potremmo non sopravvivere, allo stesso tempo e con una velocità sostenuta iniziamo ad imitare queste persone, in modo da imparare come loro sopravvivono, le etichettiamo come figure autorevoli e iniziamo ad ricevere dei condizionamenti in seguito a ciò che dicono o ciò che fanno, ma tutto questo avviene senza che ci sia un io formato, ma allora cos'è che sta agendo al vostro posto? E' l'emotore, qualcuno lo chiama istinto, ma io lo chiamo emotore, perchè l'istinto lo possiedono anche gli animali, ciò che noi abbiamo è più complicato ed evoluto, tanto che dopo si viene ad integrare con l'io stesso, andando a costituire un ibrido. Perchè parlo di ibrido e di io passivo, perchè come ci dicono i cognitivisti noi pensiamo, elaboriamo, ma alla fine le decisioni, quelle che hanno un peso concreto sull'esistenza continuano ad essere quelle prese emotivamente, euristicamente in seguito ai condizionamenti. Questo ibrido si regge appunto sulla possibilità di avere una coscienza ma anche di avere un parco di riflessi assimilati ed imparati negli anni con i quali si può avere la possibilità di agire nell'ambiente circostante e a volte si può arrivare a non potersi tirare indietro dal metterli in pratica. L'emotore è uno delle poche teorie, se non l'unica che spiegherebbe sia la teoria cognitivista che comportamentista, perchè a seconda dello sviluppo dell'io ci potremmo trovare di fronte a persone che fanno o largo uso dei riflessi o largo uso del pensiero, facendo quindi o un uso massimo dell'emotore o un uso minimo dimostrando già di possedere una capacità di gestione dello stesso e di aver sviluppato alternative al metodo decisionale. Ma ora arriviamo al dunque, perchè l'emotore è necessario nello sviluppo primario (infanzia) ma allo stesso tempo conviene gestirlo e spegnerlo nello sviluppo secondario (età adulta)? Perchè nell'emotore ci sono riflessi che seguono processi euristici, non c'è un approfondimento della realtà, ma l'obbiettivo primario è la sopravvivenza, sopravvivere nel modo più rapido possibile, facendo un riferimento anche al nostro ambiente primario di sviluppo che non è paragonabile a ciò che ci circonda ora, in un passato lontano dove potevamo ancora essere predati, dove gli individui della nostra specie potevano essere la causa stessa del decesso, in quello statom una decisione rapida poteva fare la differenza da una decisione lenta, ma oggi? Qualunque persona adulta oggi conosce il paradosso delle emozioni, che da una parte sono capaci di far sentire la vita, di far provare emozioni paradisiache e dall'altra far sentire e provare l'inferno in terra, originando i disturbi noti in cui alcune persone rimangono intrappolate. Questo accade perchè essendo l'emotore integrato nella fase decisionale (conviene leggere l'articolo sulla scelta e la decisione per avere una visione chiara) l'individuo rimane ancorato a ciò che ha sempre utilizzato, e anche se vorrebbe avere alternative non ne ha, ciò quindi lo porta ad un circolo viziosi di decisioni che si riveleranno probabilmente disfunzionali e che concatenandosi in un circolo vizioso di emozioni negative-decisioni disfunzionali possono portare l'individuo a sprondare in un profondo scoinvolgimente emotivo. Le emotore che è quindi alla base della sopravvivenza nel lungo periodo ha un possibile effetto secondario, cioè quello di portare la sofferenza perchè può non essere adeguato a gestire e prevenire il dispiacere in una realtà così complicata, complice un io passivo e incompleto. A questo punto non è sufficiente spegnere solo l'emotore ma conviene anche completare l'io (si legga l'università della vita) così che non ci sia più il bisogno di affidarsi solo all'istinto o a ciò che si è imparato per prendere decisioni in maniera sbrigativa e approssimativa, ma attraverso lo studio dell'esistenza e della realtà arrivare a prendere scelte accurate e approfondite che portino alla felicità tramite investimenti concreti e coerenti. Quindi l'emotore è l'ancora di salvezza per tutte le persone che hanno avuto una infanzia difficile, che hanno avuto figure parentali che non sono state insegnanti di vita, ma chi sono e quante sono queste persone? A sorpresa la maggior parte della popolazione (attenzione a non cadere nell'errore di deduzione che chiuenque abbia un io incompleto sia automaticamente infelice o inadeguato alla vita) le quali possono restare in equilibrio, o meglio l'ibrido io-emotore mantiene una funzionalità tale che se anche l'individuo prova dispiacere il bilancio con il piacere gli permette di rimanere entro i limiti della "normalità", a considerarsi una persona "tuttosommato felice o serena" proprio perchè ad ogni scoinvolgimento ci sono tentativi di ripristinare l'equilibrio, ma se quest'ultimo non ritorna allora si può parlare di disturbo o complesso. A questo punto quindi conviene inserire oltre alla definzione di emotore, anche un nuovo elemento nel binomio conscio-incoscio. Perchè? Perchè se una persona può essere conscia della coesistenza voluta o non voluta dell'emotore come definire una persona che ha studiato e conosciuto l'emotore fino in fondo e lo ha spento completando l'io attraveso l'università della vita? Questo livello viene definito consapevole, quindi il binomio inconscio-conscio, diventa la triade inconscio-conscio-consapevolezza. Dove nel conscio si trovano tutte le possibile combinazioni ibride fra io ed emotore, nel conscio si trovano tutte le personalità che non hanno completato l'io e che possono trovarsi in uno stato di scarsa coscienza, in cui seguono il modello comportamentista, con una esistenza basata prevalentemente su riflessi semplici e complicati affidandosi all'emotore, oppure con un io quasi completamento formato ma non abbastanza per raggiungere la consapevolezza che spiega il modello cognitivista, in cui questa persona con una componente emotiva quasi nulla, fa largo uso del pensiero e abbandona l'euristica e l'immediatezza dei riflessi (abbandondano indirettamente i condizionamenti). La crescita dell'individuo quindi si potrebbe far passare per tutti queste fasi ibride, in cui l'io aumenta e l'emotore diminuisce fino ad arrivare alla consapevolezza (io completo ed emotore nullo). Ma allora l'inconscio cos'è alla luce di questa nuova triade? L'inconscio sono le radici dell'emotore ed il terreno da cui esso attinge linfa vitale, il serbatoio riempito durante l'esistenza, in cui si sono ricevuti i condizionamenti, in cui si è imparato per tentativi ed errori, in cui si sono imitate o emulate figure autorevoli, in cui si sono originati i primi bisogni, i primi desideri, in cui l'io seppur in minima parte ha assistito in maniera conscia e passiva, ha poi lasciato scivolare in questo serbatorio, piuttosto che riniziare un nuovo studio e abbandonare ciò che ha ricevuto passivamente, l'individuo tenta la strada più breve, quella di elaborare il tutto con l'illusione di far uscire qualcosa di funzionale, con il risultato più probabile di creare qualcosa di confusionario che fa ritornare al punto di partenza, il bisogno di processare il tutto euristicamente. Quindi ora è più facile comprendere come i bisogni, i condizionamenti, i desideri, le certezze le convinzioni siano anche se apparentemente consci frutto di una esperienza passata prevalentemente passiva, la maggior parte delle persone emotive alla domanda "ma cosa vuoi veramente dalla vita?" crollano, perchè? Perchè appunto vanno avanti da una spinta passiva che si potrae con l'emotore piuttosto che per un io coerente ed organizzato che avanza dritto verso la strada che si spiana da solo, infatti questa è una delle tante domande a cui un io completo risponde al volo senza esitazione, senza tentennamenti. Si pensi alle persone che sentono il bisogno di sposarsi, il bisogno di avere figli perchè così hanno imparato, così hanno visto fare nel tempo dagli altri, perchè così fan tutti, in poche parole l'emotore riduce la libertà del singolo riportandolo ad una serie di schemi imparati ed elaborati i quali sono basati sulle stesse emozioni congruenti con cui li hanno esperiti nel tempo, una persona sente che è giusto sposarsi perchè quando immagina il matrimonio prova piacere, questo proprio per l'esistenza dell'emotore, paradossalmente è più importante il piacere del desiderio non che dalla considerazione delle possibile conseguenze, della considerazione delle alternative, e ciò che vi aiuta a decidere quando non sapete cosa fare, non sapete come investire il tempo, ciò che sentite, perchè questo avete fatto nel tempo, agire con ciò che sentite, però quandi si arriva ad un vicolo cieco emotivo, non sapete come reagire, perchè manca una consapevolezza generale che vi dia la possibilità di comprendere ciò che è l'esistenzza, di costruire una alternativa, perchè non la vedete questa alternativa. Alcune persone percepiscono questo limite alla libertà, questa prigione emotiva, di solito sono le persone che stanno nel mezzo, che hanno un emotore ed un io che si competono il dominio del comportamento, queste persone paradossalmente cercano vie alternative ma come in un labirinto ritornano al punto di partenza, io dal mio punto di vista ero uno che stava nel mezzo, ho trovato degli insegnanti di vita tramite la lettura di libri che mi hanno portato a questo livello di consapevolezza. Poi ci sono le persone che hanno un io poco sviluppato che potrebbero addirittura risentirsi con questa mia teoria, dato che questa distruggerebbe le loro illusioni di libertà, di coscienza, i bisogni su cui da tanto stanno investendo, anche se alla domanda, sei felice così? La maggiorparte delle persone risponde con uno strano si o con un tentennamento che fa percepire come la persona abbia almento intuito che la gioia momentanea non è la felicità. Come già accennato prima, questo ibrido emotore-io può essere fatto risalire al fallimento delle figure parentali, persone che non ha compresso granchè nella vita, e sono convinte illusoriamente che i figli si crescano da soli, o che li crescano gli altri, tipo la scuola, e a questo c'è quindi da aggiungere anche il fallimento scolastico. Troviamo in questa cerchia di persone quelli che usano la violenza fisica e psicologica come "lo sgridare, o minacciare, o incutere paura", troviamo persone che pretendono che una persona agisca senza che sappiano spiegare funzionalmente cosa fare e come farlo, e allo stesso tempo non rassicurano il bambino, il quale invece ha un bisogno di essere rassicurato, persone che non hanno una consapevolezza statistica e inculcano credenze e convinzioni le quali possono essere portate dietre per un lunghissimo periodo, da queste persone poi per finire c'è anche una imitazione e emulazione passiva. Concludendo cos'è l'emotore? L'emotore è ciò che tramite i condizionamenti ed i processi euristici spinge l'individuo ad avere una risposta da riflesso (semplice o complicata che sia), il tutto tramite le emozioni che trascinano l'individuo senza che questo possa esserne conscio o consapevole, perchè come abbiamo detto l'emotore attinge alla sfera prevalentente conscia. Ma precisamente come si precipita in questo riflesso? In seguito a degli stimoli esterni i quali appunto avviano questo riflesso che coinvolge i processi euristici, infatti è qui che si vede la differenza abissale, mentre con l'emotore c'è una risposta immediata, una decisione di agire presa velocemente, un io completo in quel momento invece inizia l'analisi, considera le varie ipotesi di operazione, consulta la propria memoria, consulta fonti alternative e inizia a definire la procedura che porterà ad una risposta che considererà gli obbiettivi esistenziali (prevenire il dispiacere per la felicità), scegliendo la procedura più funzionale. Qui occorre fare chiarezza sul concetto di invetimento sul proprio stato esistenziale, altrimenti non si comprende perchè una persona seppure abbia il tempo per pensare non lo adoperi, alcune persone proprio per le decisioni errate che prendono riducono la loro qualità della vita al minimo, in uno stato in cui comincia a fare la differnza fra una risposta veloce ed una lenta, perchè queste persone non hanno investito minimamente nella prevenzione, infatti un io completo, conoscendo la necessità di avere tempo per pensare, investe affinchè in qualsiasi momento possa avere a disposizione questo tempo, altrimenti l'emotore tornerebbe ad essere indispensanbile. Nonostante questo si passa comunque ad un processo euristico perchè non si conosce un metodo più approfondito, ritornando all'incompletezza dell'io, all'inadeguatezza esistenziale. Qual'è la conseguenza della gestione dell'emotore? L'insesibilità, ovvero l'assenza di riflessi. Ma una persona comunque ha la possibilità di sentire e poi di provare ciò che vuole, senza più essere intrappolato nella prigione emotiva. "Investi affinchè tu abbia sempre a disposizione il tempo per pensare" Emotori e PNL, pnl intesa come SCL schematizzazione nl, che fa leva sugli emotori e la passività. Emotore e Rinascita Per rinascita si intende la possibilità di spegnere l'emotore e di completare l'io è possibile ma se una persona non studia la realtà, non studia l'esistenza e mette in discussione tutti i costrutti certi che ha accumulato, probabilmente rimarrà ancorato in una dimensione ego-emotore che non si è scelta, ma con l'illusione di essersela scelta, ma non c'è libertà in una prigione, prigione reale o prigione emotiva che sia, anzi in quest'ultima a differenza della prima non si possono nemmeno rompere le sbarre, perchè non conviene, le sbarre non sono fuori intorno a noi, ma dentro, sono quelle sbarre che paradossalmente ci fanno sopravvivere, perchè non abbiamo un io completo, sviluppando questo io autaticamente le sbarre cadranno una ad una. Spegnere l'emotore e liberarsi dai riflessi e dalle decisioni Emotore nel concreto, l'illusione della fiducia e l'assenza di critica e di ricerca delle fonti Emotore Es e Super Ego L'emotore quindi contiene sia l'es ed il super ego. Ciò che ci hanno impartito dall'esterno non avrebbe effetto se non facesse leva sulla paura del giudizio, sul senso di colpa, sulla responsabilità, su tutte le emozioni che hanno usato per inculcarci ciò è giusto, ciò che è sbagliato, ciò che si deve fare, il rispetto etc.. tramite una generalizzazione di emozioni primarie come la paura, il senso di colpa che si sono specializzate sull'insieme dei condizionamenti che una persona si porta dietro. BOZZA VECCHIA L'emotore tramite diverse intensità di emozioni può generare in base all'intensità la voglia, il bisogno e la pulsione. L'emotore nel passivo ha la maggiorparte del terreno psichico a disposizione, diventendo il mezzo decisionale principale e rappresenta quindi lo stato in cui sono le emozioni a controllare o condizionare il comportamento attraverso i tre livelli d'intensità descritti oppure può si anche verificare che ci sia una elaborazione tramite ciò che si prova nelle emozioni da avere una escalation. L'emotore è ciò che permette la sopravvivenza e ciò che se controllato permette anche la vita. L'emotore è ciò che permette ad un bambino di sopravvivere nonostante abbia a disposizione solo poche capacità innate, ciò che permette di apprendere codificando tutto ciò che gli è intorno emotivamente, l'emotore è ciò che permette ad una persona di sopravvivere nonostante non abbia compreso nulla dalla vita affidandosi alle sensazioni che gli trasmette (vivere per emozioni). Controllare l'emotore è una condizione necessaria per essere attivi e felici, sostituire l'emotore, mezzo che permette di sopravvivere, dalla consapevolezza che permette di non essere solo una risposta all'ambiente, e quindi di non rischiare il dispiacere perchè con questa e felicità sono due concetti incompatibili l'uno esclude l'altro. Emotore e Condizionamenti Se non fossimo condizionabili non potremmo sopravvivere, ma se a sua volta non potessi liberarci dai condizionamenti non potremmo vivere, i condizionamenti non si cancellano, ma vengono o annulati tramite il controllo sull'emotore e sull'esposizione o ricodificati. Il bisogno dell'emotore Quando la coscienza non è in grado di affrontare la realtà, quando la coscienza non è abbastanza sviluppata da prendere in mano l'esistenza dell'inviduo, l'emotore è un bisogno, diventa necessario per sopravvivere, siglando la fase di sopravvivenza secondaria, in cui le emozioni diventano un guida, tramite i desideri, le pulsioni i riflessi, la voglia senza che l'individuo sia costretto a fare qualcosa che teme tanto "pensare". Il controllo sull'emotore Esistono due modi per contrallarlo, uno è usato prevalentente dagli irrazionali, ed è il metodo della resistenza, il secondo è quello di spegnerlo costruendo una personalità nuova che si appoggi sull'emotore ma che abbia un approccio insensibile alla realtà. Spegnere l'emotore e gestione dei tentativi di accensione automatica La nuova personalità permette di ridurre al minimo la probabilità che l'emotore prenda il sopravvento perchè non ce n'è il bisogno, controllando l'esposizione si da il "colpo di grazia" ma non essendo il controllo totale sulla realtà potrebbe verificarsi un evento che potrebbe andare a interagire direttamente con l'emotore, e li si parla di gestione dell'evento imprevedibile, che essendo sporadico aumenta la probabilità di gestione.

ultima modifica il: 09-05-2016 - 9:46:37
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