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Cos'è la comprensione? Cosa si intende per comprendere?

 

avere un'uscita con una ragazza ed essere così autistici da non rendersene conto

Da riscrivere sulla base di capire.

La comprensione è data dal fatto che più elementi vengono usati e considerati insieme, non ci si basa su singoli elementi, si comprende quando si conosce abbastanza di uno scenario per avere una visione d'insieme.

Un esempio, una persona spara a qualcuno, tutti capiscono cosa è successo "tizio ha ucciso caio" ma per comprendere lo scenario è necessario capire cosa sia successo, perché lo si abbia fatto, come, cosa pensava l'assassino, cosa ha portato, etc...

DA CANCELLARE

Si definisce comprensione quell'attività psichica in grado di mandare un messaggio dotato di significato ad un soggetto. Essendo il linguaggio lo strumento principale dell'essere umano si parlerà di comprensione scritta e orale per riferirsi a ciò che viene compreso quando si parla o quando si manda un testo scritto.

La comprensione sembra banale ma non lo è, pensate a quanto è potente poter dire ad una persona "apri la porta" e questa persona fa esattamente quello che noi abbiamo pensato e abbiamo voluto che facesse proprio perché ha compreso quello che le avevamo detto.

La comprensione avviene in quanto il soggetto ricevente è in grado di dare alle parole che ascolta lo stesso significato che ha dato l'emittente. Questo avviene o per lo stesso significato o per deduzione.

Se la comprensione è scontata con frasi dal significato semplice non lo è con frasi dal significato complesso o che usano termini più astratti e meno comuni, producendo due fenomeni:

- incomprensione, il soggetto ascolta il messaggio ma non è in grado di farsi una rappresentazione dotata di significato, 

- fraintendimento, la persona crea un significato diverso rispetto all'emittente, la rappresentazione basata su quel linguaggio è differente.

 

Affinché si possa comprendere l'altro con facilità è sufficiente l'univocità condivisa, ovvero entrambi i dialoganti su quella parola usata usano lo stesso significato.

Ma la realtà è differente, quando le persone parlano o usano termini che gli altri non conoscono (producendo incomprensione) o usano termini da significati differenti, che possiedono più significati (producendo fraintendimento).

L'analfabetismo funzionale, termine oggi di moda, altro non è che un termine usato per definire il problema dell'incomprensione lato statale, se un cittadino non è stato formato a sufficienta per comprendere i testi con cui quotidianamente ha a che fare si crea un problema di organizzazione, un problema di coesione perché non c'è modo di comunicare con un soggetto che non riesce proprio a comprendere cosa gli si dice.

(l'analfabetismo funzionale evitabile, usando termini più vicini alle persone medie)

 

L'analfabetismo funzionale non va confuso con:

- fraintendimento, per soggettivismo o deduzione pensando che si possa sempre dedurre cosa intendeva il messaggio ricevuto;

- preconcetto, il soggetto leggendo una parte del testo già arriva a conflusione. Qui non c'è nemmeno un problema di comprensione ma di "salto a conclusione" di euristiche disfunzionali.

 

(migliorare la comprensione della realtà con l'univocità ma anche dando un nome alle cose che non ce l'hanno

comprensione e analfabetismo funzionale, non confondere con la percezione per preconcetti saltando a conclusione per evitare di leggere)

Pagina di disambiguazione nell'articolo dell'apprendimento. 

(comprensioni e dilemmi, quando ci sono più ipotesi che possono spiegare la realtà ma solo uno è quello valido o più valido)

(le persone che comprendono o comprendono più di altre vengono definite acute, in quanto la realtà va analizzata, i vari elementi vanno non solo riconosciuti ma anche compresi e quindi secondo la metafora della vista è come se la persona che comprendesse avesse sviluppato una vista efficace nel campo dell'esistenza

spiegare l'analfabetismo funzionale nell'ottica dello stato e del fatto che al cittadino vengono fatte delle comunicazioni che non comprende, ma è un problema specifico di comprensione di ciò che viene detto

comprender ele motivazioni degli altri aiuta ad interagire meglio sia quando si subisce sia in ottica preventiva)

 

Nel linguaggio comune il termine potrebbe produrre fraintendimento a causa dei diversi significati attribuiti, elenchiamoli:

- comprensione per intendere quel fenomeno comunicativo in cui due persone si mandano messaggi che contengono termini a cui assegnano lo stesso significato, quando invece i significati sono diversi si arriva a quel fenomeno chiamato incomprensione;

- comprensione in termini emotivi, per intendere il fenomeno dell'empatia o della deduzione emotiva comportamentale dove la persona potrebbe affermare "perché nessuno mi capisce? Perché nessuno capisce cosa sento e cosa sto passando?" Il soggetto si riferisce quindi al fatto che le persone la osservano e dal comportamento e dai modi di fare non riescono a dedurre/capire cosa ha e che c'è qualcosa che non va;

- comprensione in termini di sopportazione, "sii un po' più comprensivo" per intendere il fenomeno in cui si tenta o si richiede di sopportare maggiormente qualcosa.

 

L'AB sceglie di ridefinire il termine comprensione sulla base esclusiva del primo significato per descrivere un fenomeno esistenziale che riguarda qualsiasi comunicazione umana dove le persone anche se dialogano potrebbero avere problemi nel comprendere in modo accurato e valido il messaggio dell'altro, nei suoi significati.

Perché esiste questo problema? Per dei limiti insiti in ogni linguaggio, limiti diversi e variabili in ogni lingua, questo articolo affronterà le problematiche della lingua italiana.

Nella lingua italiana a differenza di altre lingue (dove è necessario lo spelling) non ci sono problemi nell'ascoltare il messaggio e recepirlo senza errori nella sua forma, i problemi di comprensione nascono invece in due casi:

- il primo è quando i termini che compongono il messaggio vanno interpretati perché possiedono più significati e fra i due dialoganti non c'è stato e non c'è un accordo che chiarisca qual è il significato scelto su quel termine;

- il secondo è che su alcuni termini la persona non possiede alcun significato valido ma una "sensazione di significato", un qualcosa che lo illude di poter interpretare e comprendere quel termine quando in realtà non può, provate a definire o far definire termini "complicati" come amore, ossessione, compatibilità ma anche termini meno complicati, vedrete persone che non riusciranno a dire nulla o quasi, sono persone che credono di sapere, ma è più una sensazione, sanno ricondurre il significato a qualcosa di famigliare ma non è qualcosa di pensato, di approfondito, di valido da usare nel dialogo con qualcuno.

 

Il primo elemento si risolve in due modi, uno è definitivo e per il momento anche abbastanza utopistico dove si va a modificare quella che è la lingua cosa che l'AB ha fatto nel dizionario presente all'interno del sito, uno è provvisorio dove con ogni persona ci si accorda sui significati, in questo caso avere un dizionario scritto da far consultare agli altri facilita questo passaggio specialmente nei rapporti intimi o nel setting terapeutico. Detto in altre parole, se tutti prendessero come punto di riferimento un lavoro come quello proposto dal sito non ci sarebbero più problemi, come alternativa più pratica è necessario ad ogni persona proporre questo dizionario scritto (o nel caso fare questo percorso oralmente volta per volta) così da potersi accordare sui significati con ognuno di loro.

Il secondo elemento invece indica una debolezza nella personalità del dialogante, un deficit che finché non viene risolto impedirà di comunicare su quegli argomenti dove si hanno dei deficit dato che la persona non ha una base per recepire il messaggio, penserà solo di aver capito qualcosa di "sentito".

Uno degli esempi più lampanti è quello sull'amore quante volte le persone si dicono ti amo non avendo nemmeno capito cos'è l'amore? Percepiscono quel "ti amo" come una cosa positiva, sentono che va bene ma non sanno e non sapranno cosa l'altro intende comuniare, non lo posso capire perché non hanno una base nella loro mente per capirlo.

Anche in questo caso un dizionario come quello proposto dall'AB può facilitare questo percorso di crescita, dove la persona ha modo di studiare una definozione appofondita in modo da colmare la lacuna.

Quando una persona inizia questo percorso nel porre attenzioni ai significati e di colmare le proprie lacune ci si rende conto che ciò che si va a costruire nella propria mente è qualcosa che necessità anche di organizzazione (riprendendo la teoria costruttivista) e quanto più sono organizzati nella mente della persona quanto più saranno chiari e verranno utilizzati con frequenza e "fluenza" (per comprendere cosa sia la fluenza immaginate in base alla vostra esperienza quella difficoltà a parlare che le persone trovano quando iniziano a parlare di argomenti complicati, a dimostrazione che se l'argomento è complicato e i vari termini (con relativo significato) non sono stati organizzati la persona farà fatica a pensare rapidamente, a trovare le parole stesse.

Questi due elementi in pratica ci dicono due cose:

- la prima è che innanzitutto se intendiamo comunicare con qualcuno è necessario che siamo noi stessi i primi a spiegare i significati che abbiamo e fare in modo da risolvere sia il problema della scelta dei significati sia che colmare eventuali deficit dell'altro, quest'ultimo punto cosa che diventa assai difficile da mettere in pratica perché nell'assurdità umana, individuare un deficit in un'altra persona fa scattare la difensiva, come se ad esempio la persona si offendesse o reagisse per orgoglio, persone che preferiscono illudersi di capire e comunicare non che fare i conti con questa realtà dove i loro termini sono deficitari. (In ambito terapeutico si trova persone che sono meno restie a difendersi proprio perché sono in cerca di aiuto?);

- la seconda è che sia in ambito terapeutico che interpersonale avere un dizionario dove far studiare e recuperare il deficit all'altro è uno strumento efficace, ma sopratutto rapido e dando modo al paziente di far fruttare il tempo che intercorre fra una seduta e l'altra.

 

Qualcuno a questo punto potrebbe dire ma non esistono i vocabolari? La risposta è si esistono ma sono inutili perché come già detto nel corso dell'articolo i problemi sono due, problemi a cui il vocabolario non da soluzione:

-il vocabolario non spiega, anzi con quelle breve definizioni per lo più circolari (cioè spiegando facendo rimando ad altri concetti) alimenta l'illusione di aver capito;

- il vocabolario non elimina i significati multipli anzi li conserva.

Il lavoro proposto dall'AB invece è un'opera "pensata" che è l'equivalente di avere un maestro che ti spiega e ti guida sull'apprendimento approfondito e accurato di ogni significato in modo univoco, spaziando dalle teorie ai metodi, aiutando perfino nell'organizzazione dei significati.

Qui non si sta parlando di frasi come "passami un bicchiere d'acqua" che non necessita di nulla, qui si sta parlando di frasi  "ti amo" oppure "mi rovini l'umore" oppure ancora "sono ossessionato da qualcosa non so come uscirne", elementi che toccano argomenti complicati, persone che non sono preparate a capire e farsi capire.

In sintesi l'AB ha investito nel puzzle della comunicazione, al fine di poter dare un significato univoco, approfondito e chiaro ad ogni termine usato così che la persona più preparata con una rapida lettura possa "capire" ma anche quella meno preparata possa usarlo per studiare, capire per la prima volta.

 
A livello teorico non è detto che ogni essere vivente debba fare riferimento a questo specifico dizionario, ognuno può sviluppare il suo personale, la teoria esposta in questo articolo è generale poi ognuno può sviluppare il "dizionario" che ritiene migliore, ma questo comunque non esula dal fatto che si desidera comunicare con qualcuno è necessario possederlo e farlo conoscere all'altro, l'opera proposta dall'AB è un punto di riferimento per chi non intendere rifare questo enorme lavoro ma semplicemente studiarlo appropiandosene e poi riusarlo con altri. 

La realtà che abbiamo intorno ogni giorno è diversa da quella proposta in questo articolo. Questo cosa produce? Ha due conseguenze prevalentemente:

- le persone hanno enormi difficoltà a comunicare, capire e farsi capire nelle tematiche più complicate;

- le persone hanno difficoltà anche con  il pensiero interno, "la comunicazione con se stessi" quante volte vi sarà capitato di dire o ascoltare "penso, penso, penso eppure non arrivo a nulla" oppure "a volte sono così confuso, mi sembra di non aver capito nulla".

 

Volendo riepilogare e sintetizzare quello detto fino ad ora potremmo dire che la comprensione sia intrapsichica che interpsichica ha due nemici":

- mancanza totale o parziale del significato di una parola usata, la persona non conosce in modo profondo la logica e il significato dietro un termine usato;

- presenza di significati multipli in un termine, la persona si ritrova con un termine di cui possiede più significati e quindi potrebbe non sapere quale sia quello che effettivamente l'altro abbia scelto ma anche fare confusione con se stessa quando si riascolta o rilegge a distanza di tempo.

 

Questi due elementi insieme ci suggerisce l'esistenza di due tipo di dialoghi:

- uno "sofferente" per non dire impossibile dove le persone si rendono conto che comunicare su alcune cose è una tortura, questo accade quando due persone con metodo critico cercano di entrare in intimità o risolvere un problema e si rendono conto che parlano parlano ma non arrivano a nulla;

- uno "illusorio" dove la persona non si rende conto che ciò che sta capendo o deducendo dal dialogo con l'altro è solo un'illusione, per i significati che non ha o per quelli che possiede diversi o a cui fra i significati multipli ha scelto quello diverso.

 

In pratica per ogni nuovo termine la domanda è "ma quale significato dei vari attribuiti hai utilizzato? Quale significato possiedi?Come la affronti questa tematica?"

Il lavoro che ne risulta è enorme sia in termini di mettersi d'accordo con l'altro sia di colmare le proprie lacune, per questo alcune persone intenzionalmente si autoconvincono di tre cose per poter andare avanti senza fare tutto questo:

- illudersi di possedere un significato, la persona istintivamente è come se sentisse di capirla una cosa, di possederne il significato, quando in realtà non possiede nulla se non questa sensazione o convinzione che la trae in inganno cosa che le impedisce di migliorare ,di rendersi conto di un deficit, quelle poche volte che viene messa alle strette e arriva a rendersi conto del deficit riesce comunque a rimuovere quell'evento pensando che sia normale, che possa succedere;

- illudersi di comprendere l'altro senza che sia necessario fare questi approfondimenti e questa conoscenza sul significato utilizzato, interpretano a loro modo e dato che le persone si accontentano di un cenno con la testa, non criticano, non tendono a validare se è realmente avvenuta una comunicazione nessuno si accorge di nulla se non quando il discorso continua  e ci si rende conto che in realtà l'altro non aveva capito;

- generica chiusura mentale, la persona si convince ancora di più che ciò che lei pensa siano i significati universali che tutti pensano.  Questa chiusura mentale si manifesta con risentimento e rabbia quando qualcuno non lo comprende "ma che sei stupido che non mi capisci? Io parlo italiano come te". 

 

Un esempio di comprensione:

"Entrambi parliamo dell'amore, entrambi abbiamo analizzato l'amore e ci rendiamo conto che le visioni su queste sono molteplici quindi l'unico modo per comprendersi è "che significato/logica attribuisci" all'amore? Una volta che ci si è risposto a vicenda si può utilizzare il termine amore nelle frasi senza rischio di non fraintendersi".

Ma quante persone avete visto fare così prima di comunicare? Quante persone avete visto comunicare a questo livello? E' da qui che nasce la locuzione "discorso da bar" per intendere che chi parla non ha né studiato abbastanza da poter parlare sull'argomento né è in grado di comprendere e farsi comprendere, rilevando numerose lacune.

 

 

La difficoltà nella lettura dei testi scritti

Nel momento in cui la persona ha un testo scritto di fronte e quindi non ha modo di domandare nel caso di significati multipli l'unica cosa che può fare è procedere per deduzione, se il testo è sufficientemente approfondito e non sono stati usati gli stessi termini con altri significati(perché se si fossero usati la deduzione sarebbe in pratica impossibile) è possibile, con i limiti del caso, riuscire a dedurre il significato scelto dall'autore. Questo non sarebbe necessario se fosse stato inserito un dizionario come ha fatto l'AB così da poter interpretare senza errori come se fasse una domanda e con un semplice click troverebbe la risposta, come se fosse una discussione dal vivo.

A volte leggere un testo scritto è difficile non tanto per i significati ma o per le lacune del lettore, specialmente se vengono usati tecnicismi, sia perché l'autore potrebbe aver scritto in modo chiaro, tirando fuori quello che è il suo caos di pensiero interno indicando la scarsa organizzazione e fluenza.

 

 

 

Questa teoria ci mostra una realtà a tratti paradossale dove le persone sono isolate nel loro mondo di significati nelle tematiche più profonde le quali sono quelle che di fatto caratterizzano il nostro essere, la nostra intimità e sono quelle che più contano quando ci rapportiamo.

Fino a quando una persona non farà questo lavoro attivo prima con se stessa, organizzando e sviluppando i suoi significati dal punto dei deficit e poi con qualcuno per accordarsi sui significati, si ritroverà ad avere affianco persone che parlano la stessa lingua, capiscono il messaggio a livello di parole ma non comprendono i significati anche se si illudono di farlo, si illudono di essere compresi e di comprendere.

Stato illusorio che non genera sofferenza fino a quando il rapporto non durerà abbastanza da smascherare questa illusione e rendersi conto che non ci si capisce, non si viene capiti e che tutto quello che è stato detto e fatto è stato probabilmente inutile. Alle persone potrebbe sfuggire questa realtà perché non riescono a distinguere la differenza fra conoscere e capirsi sulle frivolezze e conoscersi e capirsi sulle cose più complicate e profonde dell'intezione umane. Si lasciano abbagliare dal fatto che ci sia un'intesa (scontata) sulle cose banali ed è come se siccome le cose più profonde sono minori come numero si possa sorvolare su tali dinamiche.

Difficile capire se questo è un errore di comodo o non intenzionale, sta di fatto che alimenta la problematica, impedisce alla persone di rendersi conto di quanto quelle poche cose, le più profonde e rivelanti per l'intimità del rapporto, siano state mancate e di quanto queste "poche cose" abbiano un enorme impatto.

 

A livello psicologico il fenomeno espresso in questa teoria è stato definito "analfabetismo funzionale", termine che l'AB preferisce scartare in quanto è come se creasse l'illusione di una malattia, quando in realtà qui si tratta della conseguenza di deficit di significato e metodi comunicativi, si tratta della conseguenza di un mancato lavoro interno alla persona facilitato da un fallimento educativo.

Parlare di problemi di comprensione è qualcosa di più familiare, che ricorda alla persona di avere un reale problema che ha già affrontato quando non riusciva a farsi comprendere dal proprio partner o dai propri familiari, che le ricorda quando a scuola non riusciva a comprendere alcuni testi, cosa che inficiaca ed inficia tutt'ora anche la sua abilità mnemonica.

L'analfabetismo funzionale anche se a livello psicologico non viene usato più per indicare una malattia, viene usato più per indicare deficit che una persona ha quando affronta tematiche sconosciute come i tecnicismi legislativi, dando l'idea di un fenomeno che non riguarda la sfera esistenziale, mentre parlare di deficit di comprensione porta la persona a confrontarsi con quella che è la sua realtà, affrontiamo la realtà di un vasto numero di persone figlie di un generale fallimento educativo, sia a livello familiare che scolastico che le porta ad avere problemi quando parlano con altri o con se stesse sulle tematiche più complicate.

E' scontato che una persona a cui non sono stati spiegati i termini tecnici utilizzati in un documento legale non riesca a comprendere il testo perché manca di quei punti chiave, è meno scontato che la persona usi ansia, abbia un problema con l'ansia e nemmeno lei sappia spiegare cos'è l'ansia stessa cosa che si potrebbe dire per altri mille termini esistenziali come amore, giustizia, volontà, etc...

Il deficit di comprensione smaschera l'illuso, lo mette di fronte a quella che è quella che si potrebbe definire "euristica della comunicazione" dove la persona ad esempio appena vede un termine che non conosce o che non sa usare, invece di individuare il deficit, fermarsi e risolvero lo salta immediatamente tentando di colmarne il significato per deduzione, per sensazione.

Persone che tentano di estrapolare significato da ogni cosa, purché sia celere, sia "automatico" e non necessiti di lavoro comunicativo o lavoro interno portando a quello che poi sarà il fallimento comprensivo del testo e del dialogo.

 

Ricapitolando potremmo affermare che comprendere un testo che ha come incognite i tecnicismi è relativamente semplice perché è sufficiente studiarsi quel significato univoco  per poter procedere con la comprensione, mentre la situazione si complica quando si ha un dialogo esistenziale perché in questo caso non si usano tecnicismi ma parole con significati arbitrari, parole ormai colme di sensazioni ed illusioni, parole su cui potrebbero esserci deficit o più significati attribuiti.

 

 

Ulteriore approfondimenti sull'euristica della comunicazione 

Come fanno le persone ad illudersi di aver compreso se alcuni significati comunque non li conoscono o non sanno come l'altro li ha mai usati?  Come fanno ad illudersi di vernire compresi? Con il metodo euristico della deduzione a partire dall'atteggiamento, la persona sopperisce alle mancanze di significato e di comunicazione deducendo dall'atteggiamento altrui, dalle circostante è come se utilizzasse un enorme e complicato metodo euristico basato sull'esperienza, dove la persona aiutata dai condizionamenti e dall'istinto è come se deducesse le intenzioni e il messaggio altrui da come parla, come si agita, come gesticola, che intonazione della voce usa, o nel caso si trattasse di un testo da quello che viene scritto prima o dopo.

Questo spiegherebbe perché noi italiani siamo il popolo che gesticola di più e al tempo stesso la nazione con la più alta statistica di problematiche di comprensione, questa euristica ci spinge ad essere noi stessi i promotori per facilitare qualcuno (anche inconsciamente) tendiamo a comunicare per atteggiamento e l'atteggiamento non è abbastanza accurato per spiegare argomenti complicati e profondi, difficile spiegare l'amore agitando maggiormente le braccia e le mani.

Questo spiegherebbe perché nella lingua italiana si siano diffusi termini con una moltitudine di significato, perché é come se le persone non si fossero mai poste il problema di riuscirsi a spiegarsi con le parole, come se non se ne fossero rese conto nel tempo perché distratte da questo metodo euristico di deduzione a partire dal contesto, a partire dal non verbale, come se fossimo tutti illusi di poter controllare la comunicazione, capendola sulla base di quello c'è nel contesto.

 

 

 

Indicatori di persone che tendono ad illudersi di aver compreso

Queste persone che euristicamente si appoggiano all'atteggiamento per poter comprendere (o almeno illudersi di farlo) sono persone che proprio per questo non intendono leggere o comunicare per via scritta con le persone, dato che in questo modo non avrebbero modo di leggerne l'atteggiamento.  Avere un testo scritto li mette di fronte ai loro limiti e li costringe ad usare un metodo algoritmico e di linguaggio che non possiedono, facendogli provare delle vere e proprie emozioni di sofferenza, sono persone che preferiscono dal vivo e se proprio non possono ricercano la chiamata perché possono da lì avere almeno una base come velocità delle parole, volume, tono, percezione delle emozioni, etc..

 

L'illusione di aver compreso è un problema enormemente più grande del bloccarsi durante la comprensione, perché? Perché una persona che si illude di aver compreso inizierà a fare delle azioni sul messaggio distorto che ha recepito finendo anche per fare danni, sia a se stesso che ad altri, reagendo ad un messaggio inesistente dato che quello reale non è stato interpretanto validamente. Quando la persona ha difficoltà nel comprendere e si blocca, blocco che lancia un chiaro messaggio all'altro e aumenta le probabilità di comprendersi, ci sarà più attenzione, ci saranno più spiegazioni e il dubbio che l'altro potrebbe comunque non aver ancora compreso, il fatto stesso di essersi bloccato evidenzia il problema e quindi aumenta le possibilità che in qualche modo la persona finisca per chiedere o induca l'altro a chiedere finendo per comprendersi realmente, in sintesi è come se questo fatto suggerisse alla persona che non è il caso di procedere per uristiche  e quindi si dispongono più risorse, più tempo e si procede in modo più algoritmico.

 

 

Approfondimenti sull'illusione di possedere i significati e di averli organizzati dentro si sé

Come è stato già accennato esiste quella che può essere definita l'illusione di possedere i significati o di usare i propri termini in un modo organizzato senza rendersi conto che in realtà si sta parlando di qualcosa in modo disorganizzato e che aumenta le probabilità che l'altro non comprenda, specialmente se nessuno poi fa domande. Che vuol dire organizzato? Che la persona non ha sviluppato uno o più significati intorno a quel termine, non li hai mai analizzati/studiati in modo che questi termini avessero una coerenza nel tempo (immaginiamo due persone che parlano per più tempo e in questo modo hanno modo di conoscersi e fare domande mirate alla conoscenza che useranno nelle discussioni a venire).

La persona non si rende conto di questa illusione perché è convinta di non aver problemi, non ha un metodo critico e mentre parla, anche se sta usando termini a caso, anche se nemmeno questa stessa persona ha un significato chiaro in mente sente comunque che le cose filano, sente di aver dentro di sé  qualcosa che fila.

Ma per quanto una persona possa rimanere illusa e sentire di possedere un significato chiaro e che lo stia trasmettendo questo comunque si scontra con due realtà:

- si ricevono critiche esterne da persone che  sono attenti al significato e sono interessate a comprendere il come una persona usi determinati termini, sono persone che tendono a ricercare una reale e continua comprensione;

- notato che hanno di fronte persone notevolmente confuse, nonostante non dicano nulla.

 

Questa illusione li spinge a fare pensieri come "io so cosa intendo dire, e so comunicarlo"  invece di rendersi conto e pensare "effettivamente ho un problema, non ho mai analizzato le parole che uso e quindi probabilmente nonostante io senta che le cose hanno un senso forse non ce l'hanno nemmeno per me, figuriamoci per un esterno" questo le porta a stare sulla difensiva quando si scontrano con il deficit piuttosto che rendersi conto e migliorare.

Al deficit che è di per sé un problema se ne aggiunge un altro, la reazione negativa al problema stesso. Pensate quando questa figura che non sa esprimersi e non se ne rende conto è un "padre padrone" e vedendo un figlio che non lo comprende, lo punisce anche, non è difficile rendersi conto di quanto questo possa far soffrire e danneggiare a sua volta qualcuno.

Come poter smascherare in modo univoco questo deficit? Ci sono due modi:

- il primo è far parlare una persona con sé stessa, portarla a scrivere un diario o fare dei video in modo che riascoltandosi tramite l'effetto tempo e avendo dimenticato cosa provava sentiva o pensava in quel momento, si renda conto che nemmeno lei "si capisce" che il messaggio che ascolta in quel momento non ha un significato chiaro;

- il secondo è di chiedere una spiegazione, una esposizione su quel significato, cosa che porta la persona al blocco quel blocco che di solito le persone tendono a rimuovere ma quando c'è qualcuno di fronte che ne evidenzia le implicazioni diventa più difficile da fare.

 

All'atto pratico nel momento in cui una persona usa questo metodo euristico per comunicare quello che sta facendo è pescare termini a caso (quasi come fosse un impulso, parlare e formulare pensieri di impulso) la persona è come se nella sua visione del mondo non si rendesse conto che l'altro non gli legge la mente e che in quel modo non verrà mai compresa sopratutto se che quello che sente dentro di sé, che sente avere un significato potrebbe in realtà nemmeno averlo indicando come ad un problema di significati multipli risolvibile potrebbe affiancarsi quello di deficit non riconosciuti. 

 

 

 

Comprensione e ascolto attivo

Nell'ambito del counseling (assurdità che non sia un protocollo nato dalla psicologia o psicoterapia) si definisce un protocollo utile e interessante che però non va confuso con la comprensione, dove si istruisce qualsiasi persona anche se è rivolto in particolare alle figure professionali ad usare un metodo comunicativo che tenga conto delle emozioni che la persona prova, di ciò che potrebbe impedirle di comunicare, di capire o farsi capire non per deficit ma a causa di ciò che sta provando. Anche se con questo metodo non si è arrivato a rendersi conto del ruolo dei deficit, si è comunque fatto un passo avanti nei confronti della comunicazione.

L'ascolto attivo viene spiegato dall'AB nell'articolo della difensiva.

 

 

L'alessitimia è il problema di comprensione e comunicazione delle proprie emozioni

La comprensione riguarda prevalentemente il problema di comunicare e far comprendere all'altro il proprio messaggio, ma come abbiamo già detto il pensiero umano altro non è che una comunicazione con se stessi e se la persona non possiede dei significati univoci e approfonditi finisce per avere problemi perfino nel pensare, uno di questi problemi più rilevanti e diffusi riguarda le proprie emozioni, dato che la persona fino a quando non sa riconoscerle e comprenderle dentro di sé non può nemmeno gestirle, perché è come se finisse per essere in balia di qualcosa che gli succede ma che non sa spiegarsi, non sa comprendere, ne tanto meno comunicare per farsi aiutare. Questo fenomeno viene definito alessitimia.

 

La difficoltà di accordarsi con i significati se prima non si sono sviluppati significati in proprio

Accordarsi sui significati vuol dire discutere di qualcosa, a volte si tratta di dare una semplice spiegazione a volte potrebbe nascere una discussione perché l'altro potrebbe criticare il nostro significato o la nostra teoria a riguardo, ma come poter fare questo se la persona non ha prima passato del tempo a sviluppare il proprio significato su qualcosa? Analizzarne la logica, studiarla, etc..? Questo spiegherebbe perché con alcune persone sia comunque difficile riuscire a comprendere perché fare una domanda equivale a vedere l'altro cascare dalle nuvole e non riuscire a dire nulla come se fino ad allora non si fosse mai interrogato su quel significato ma fosse andato avanti usando quelle parole quasi in automatico, senza nemmeno rendersi conto nemmeno nella propria testa di quale significato le stava attribuendo (la teoria del pensiero emotivo/condizionato).

 

Come si fa a capirsi? Alcune persone invece di usare il termine comprensione potrebbe usare il termine "capirsi", ma il significato non cambia così come non cambia la risposta, se non ci si accorda sui significati e ancor prima non si sviluppano significati in proprio da poter comunicare/discutere difficilmente due persone potranno comprendersi in modo valido.

 

 

 

I limiti della comprensione

La comprensione ha dei limiti, esattamente due:

- il primo limite riguarda la comprensione "totale" del messaggio, quando due persone si accordano comunque non riusciranno mai a recepire il messaggio in maniera esatta, si tenta di comprenderlo in modo valido, privo di distorsione ma comunque nessuno pretende di comprendere la visione o i significati dell'altro al 100%, sarebbe un'illusione vederla in questo modo;

- il secondo è la qualia, ovvero l'impossibilità di conoscere in modo esatto cosa l'altro stia provando o sentendo, soprattutto dal punto di vista della quantificazione. Questo vuol dire che per quanto una persona possa accordarsi sul significato delle emozioni e riuscire a capire cosa l'altro sta provando non può comunque capire quale sfumatura esatta di emozione o sensazione l'altro provi, e non ne può comprendere l'intensità perché questa non è comunicabile in alcun modo.

 

E' proprio questo secondo punto e l'impossibilità di comunicare l'intensità delle emozioni in modo accurato che ci fa comprendere come le persone nonostante possano perfino rendersi conto di questi limiti pretendano di comprendere arrivando perfino ad illudersi, perché per loro conoscere e sapere è così fondamentale che non riuscirebbero a starne senza. Questo accade in personalità che tendono alla paranoia e al controllo e non possono accettare l'idea di avere qualcuno che prova emozioni per loro e al tempo stesso non riuscere a quantificarle.

L'unico modo che si può usare per comunicare le emozioni è fare un termine di paragone, ad esempio "sei la persona per cui provo più sentimenti in questo momento", anche se non da una cifra esatta comunque la persona può farsi un'idea approssimativa, specialmente quando una persona è vicina al massimo o è il massimo in qualcosa (o viceversa al minimo) ma già in casi in cui la persona si distanzia fra questi due poli la situazione diventa così approssimata da divenire inutile.

Pensate ad una persona che trovate bella, ma non è la persona più bella che abbiate mai visto, come fare a spiegare a questa persona quanto la trovate bella? Non si può, solo voi sapere quanto vi attrae, perché lo sentite dentro, ma quell'intensità non c'è modo di trasformarla in un dato numerico che sia valido per un esterno.

 

 

Comprendere la realtà

La comprensione è un fenomeno che riguarda prevalentemente la comunicazione con gli altri, ma non si può far a meno di portare il discorso anche a quello che è il pensiero (che si può intendere come una comunicazione con se stessi) portandoci di fronte alla realtà per cui possedere dei significati non è necessario solo per comunicare con gli altri ma anche per comunicare con se stessi mentre si analizza la realtà, mentre si pensa in modo che il pensiero sia fluente, scorra e sia approfondito e accurato verso una realtà che conosce

Non è difficile immaginare cosa succeda al pensiero quando la persona non ha organizzato chiaramente i suoi significati dentro la sua mente, non li ha organizzati, privati dei sinonimi, non li ha approfonditi, in alcuni casi non li possiede nemmeno (si pensi alla sensazioni di conoscere qualcosa, o di processarla emotivamente) generando un pensiero disorganizzato, lento, lacunoso, spiegando perché le persone a volte nonostante si sforzino di pensare non riescano ad arrivare ad alcuna conclusione utile.

La comprensione insieme alla percezione sono i due grandi pilastri del pensiero umano, significati, credenze e deduzioni, questo è l'essere umano, ciò che lo distingue dall'animale, ma quandi questi due grandi pilastri mancano ecco che la differenziazione si assottiglia così tanto da poter definire una persona come "animale parlante".

 

 

Approfondimento sui sentimenti che portano la persona ad illudersi di possedere un significato un concetto

Come abbiamo già detto nel corso dell'articolo, un nemico alla comprensione è l'illusione istintiva/emotiva che alcune persone possiedono che le porta a credere che in realtà loro le cose le sanno, possiedono questi significati, questi concetti ma hanno solo della difficoltà ad esprimersi, come se possedessero un qualcosa di simile all'idea ma non riuscissero a tirarla fuori o a collegarla a qualche termine. Questa è una semplice illusione, si pensi al concetto di amore, l'articolo raggiunge i cinque mila termini, una persona che non ci ha mai pensato in modo analitico a riguardo, non l'ha mai teorizzato o cercato di conoscerne la logica e il significato non possiede nulla, l'inconscio finisce per percepirlo come un termine familiare dato che la persona l'avrà ascoltato in diversi contesti, ma a parte qualche pensiero sporadico a riguardo proprio perché non è stato fatto alcun lavoro dietro la persona non possiede alcun significato ed ecco perché se interrogata sull'argomento si blocca anche se poi questa potrebbe difendersi e dire che in realtà sa cos'è solo che non riesce a spiegarsi. Questa illusione emotiva è una sorta di difesa/comodità che le persone attuano sia per non affrontare il problema di studiare la realtà, di analizzarla per poterla comprendere, in questo modo il problema non lo vedono anzi si illudono di saper tutto ciò che occorre, pagando il prezzo in termini di qualità esistenziale perché come è stato già spiegato non comprendere la realtà vuol dire perdere di efficacia nei propri obbiettivi, ritrovandosi con una ridotta o perfino insufficiente qualità esistenziale.

 

La difesa del "non pensiamo per parole ma per concetti" la persona erroneamente chiama concetti quelle che sono solo sensazioni, quelle descritte pocanzi.

 

Racconto dal web:

"Da un po di tempo a questa parte mi accorgo che spesso fatico a capire le richieste di alcuni colleghi, e loro faticano a comprendere le mie.

In parole povere, se mi viene fatta una richiesta o spiegato qualcosa, per come è spiegato da loro, non la comprendo e questo accade in modo bidirezionale, dalla loro parte e dalla mia.

Ogni tanto questa cosa mi capita anche con gli amici.

Il danno maggiore che questa cosa mi sta causando sul lavoro è che sto passando per stupido e rimbambito ed è una cosa che non mi piace, perché a parere mio non corrisponde alla realtà.

Ora come ora, suppongo che il problema sia la tipologia di comunicazione che c'è dalle diverse parti, solo che non so come ovviare a questo problema."

 

Il fenomeno evidenziato riguarda due possibili problemi:

- entrambi i dialoganti hanno sviluppato dei significati ma sono distanti e nessuno fa nulla per accordarsi, specialmente la persona autrice del messaggio che non fa nulla per tentare di comprendere perché lei abbia sviluppato mediamento dei significati così distanti dalla media;

- entrambi i dialoganti fanno uno diverso della scelta dei significati nel caso fossero multipli, analogamente a quanto detto precendemente la persona ha sviluppato una scelta di uso del significato mediamente diversa da quella che fanno le persone intorno a loro e per questo non riesce a comprendere i loro messaggi.

 

Appare chiaro che nonostante la responsabilità sia di entrambi i dialoganti, è la persona che soffre di tale situazione di incomprensione a cui maggiormente conviene fare qualcosa per uscire da tale situazione problematica. Questo racconto ci ricorda anche come per alcune persone anche nei significati più comuni, senza necessariamente spaziare nei concetti più profondi e complicati dove quasi ogni persona fatica a comprendersi, trovano difficoltà di comprensione perché nel loro passato c'è stata qualche variabile che l'ha portata a sviluppare significati diversi da quello che invece accade alla media della popolazione, come ad esempio un genitore chiuso mentalmente e isolato dal resto mondo, etc..

 

 

Non comprendere qualcosa e non rendersi conto dei propri deficit/distorsione

Ogni volta che non si comprende qualcosa una persona ha due scelte di fronte a sé:

- autointerviene si questo evento illudendosi che non era possibile comprendere, che era difficile, che non significa niente, etc..

- accettare che è stato commesso un errore che può essere rinconducibile o a un deficit di significati (quindi problema di comprensione)e/o ad una percezione distorta (credenze errate o deduzioni fallaci).

Come è stato già ripetuto più volte nel corso dell'articolo le persone scelgono la prima strada dimostrando quanto, anche se non se rendono pienamente conto, siano responsabili dei loro problemi di comprensione verso gli altri e la realtà. Quante volte un errore poteva essere un'occasione per rimettere in discussione se stessi, per rendersi conto di eventuali deficit o distorsione, per rendersi conto che quelle euristiche non aiutano ma portano in errore?

Potrebbe anche accadere che la persona non abbia gli strumenti per intervenire su stessa, in questo caso la persona potrebbe prendere la mancata comprensione come un campanello di allarme che necessita di un cambiamento generale radicale di personalità, migliorando percezione e comprensione a livello generale.

 

 La comprensione nello studio, senza comprensione non può esserci studio, il meccanismo che c'è dietro la comprensione aiuta a creare quei collegamenti che fissano i ricordi, l'impalcatura concettuale che li lega, comprendersi e organizzarli è come creare un doppio sostegno. Teoricamente sarebbe possibile anche organizzare qualcosa senza comprenderlo in modo valido ma che senso ha organizzare qualcosa di errato o di frainteso?

 

 

Un racconto dal web di una persona che si è resa conto del problema comunicativo ma non sa affrontarlo:

"Piano piano mi sto rendendo conto di quanto mi sto indurendo, poichè non ho modo di potermi confrontare e molto spesso evito di aprirmi soprattutto per la paura di non essere compresi . Già, la comprensione, questa sconosciuta! Quanto è difficile per voi relazionarsi con gli altri? Fate degli sforzi contro la vostra natura per cercare di stare in mezzo agli altri?Ci riuscite? Perchè io no. Ogni volta che provo a socializzare mi sento un pesce fuor d'acqua. Forse il mio disgusto è generato dalla frustrazione che si innesca quando hai difficoltà ad esprimerti; poichè gli altri, (tutti) non hanno voglia o si sono disimparati ad ascoltare. Le volte che provo ad aprirmi un pò, ho subito la percezione che quella persona non sta realmente ascoltando ciò che dico .Poichè i concetti che vengono espressi da coloro che non danno peso a ciò che stai dicendo sono frettolosi e superficiali. Allora pensandoci , mi dico che è meglio tenermi tutto dentro."

 

Il racconto di una persona che si è resa conto delle difficoltà comunicative ma non è disposta ad affrontare ad esempio istruendo chi si ha di fronte o di tentare di far capire il problema a sua volta, preferendo quello di evitare questa situazione difficile.

 

Comprensione sufficiente e comprensione estesa

 

Comprensione e intendimento

Con il termine comprendere ci si riferisce all'atto di comprendere proprio perché si possiedono i significati che l'altro dà alle parole che usa, con l'intendimento si intende il lavoro che si fa prima nel dare questi significati.

La differenza fra capire e comprensione, la comprensione è riferita al messaggio, il capire alla dinamica, cioè si ha l'adattamento in termini di conoscenza che di deduzione che di abilità per l'azione, per fare scelte e non per dialogare. Capire implica variabili aggiuntive come conoscere la realtà, capirne le dinamiche, avere delle inferenze a riguardo, avere un'abilità e quindi andare oltre quello che è un dialogo in cui lì conta solo avere dei significati su cui ci si è accordati per comprendersi.

 

 

L'illusione del "io uso i significati più diffusi quindi il problema è tuo"

 

 

APPUNTI:

Il metodo per comprendere quando non si conosce il significato che l'altro ha attribuito al termine usato

 

 

ultima modifica il: 27-01-2019 - 20:47:51
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