Home
Psicologia
Raziologia
Puzzle della Comunicazione
Diario
Test
Info & Contatti
 
- Controllo -
riabilita aiuti

Cos'è il controllo?

Si definisce controllo quella attività che una persona fa verso la realtà per vedere se questa sia cambiata, se questa possa in qualche modo danneggiarla.

Controllare vuol dire "confrontare con la versione buona" quindi ad esempio una persona potrebbe controllarsi la gamba per vedere se ci sono ferite altri possibili danni perché in mente sa come è una gamba sana e qualsiasi differenza indicherebbe un problema.

Il controllo è difesa, nasce da una volon ansiosa, da una paranoia, da una volontà di raggiungere uno specifico obiettivo ed eliminare qualsiasi cosa possa danneggiarlo.

Il controllo è vedere ciò che non va, ciò che potrebbe portare male, ciò che potrebbe danneggiarci sapendo qual è il bene, per questo il solo fatto che una persona stia controllando è indice di una paura e un'ansia insita nel soggetto.

Non si può fare un controllo senza avere un'idea, un qualcosa con cui fare un confronto.

Uno degli errori più frequenti che si fanno nel concetto di controllo è di associare a questo fenomeno anche la parte di azione e reazione, cioè di cosa fa una persona quando controllando si rende conto che realmente c'è qualcosa che non va.

Ma questo produce confusione perché innanzitutto non è detto che al controllo ci sia una reazione, la persona potrebbe essere inibita o concludere che non ne vale la pena perché il danno è minimo, in secondo luogo perché così si crea confusione, fra osservazione e azione.

Quando una persona reagisce e tenta di cambiare qualcosa si parla di regolazione, cioè mette in atto quelle che crede essere delle sue regole mentali per arrivare al cambiamento desiderato.

Si parla di illusione del controllo per intendere il fatto che la persona crede sempre di poter in qualche modo trovare e riconoscere ciò che non va ma non funziona così, perché? Per tre motivi:

- il primo è per quanto si può analizzare qualcosa, un elemento può sempre sfuggire;

- il secondo termine di paragone che usiamo è errato, quindi finiamo per vedere qualcosa che non va come qualcosa che va bene;

- il terzo è che in qualche modo non c'è nemmeno modo di arrivare a fare un controllo su qualcosa, non la conosciamo, nemmeno avevamo considerato la possibilità che andava controllata.


Si parla invece di illusione di regolazione quando il soggetto pensa di poter cambiare ogni cosa come desidera non rendendosi conto di tre cose:

- il primo è che potrebbe conoscere regole errate o si potrebbero compiere errori nel processo;

- il secondo è che ciò che desidera cambiare richiede risorse che il soggetto non ha;

- il terzo è che alcune cose non possono essere cambiate, la realtà ha delle regole che nessuno può violare.

 

Il controllo richiede una consapevolezza tale da rendersi conto dei propri limiti, di ciò che non si conosce e di ciò che si può fare.

Da qui derivano i concetti di illusione del controllo e illusione di regolazione.

 

Locus di regolazione, si chiede al soggetto se può cambiare la realtà per capire se il soggetto crede di regolare o se invece pensa di non poter fare nulla, che tutto sia casuale o basato su volonaltrui.

 

Illusione di regolazione totale e l'illusione di regolazione nulla.

Alcune persone si illudono di avere un potere totale sulla realtà, ma altre si illudono che non ve ne abbiano alcuno, la sfida consiste nel rendersi conto che si ha un potere variabile, che si può investire per aumentare tale potere, chi ha potere nullo è perché vuole avere potere nullo e si illude che sarà sempre nullo.

Non avremo mai la regolazione totale sugli eventi e sulla realtà ma possiamo darci da fare per averne abbastanza per direzionare la nostra vita, avere quel potere sufficiente che alla lunga ci porti in una situazione appagante.

 

DA RIVEDERE

Paranoia

Ansia

Controllo

Acrimonia

Ossessione

Rabbia

 

 

(controllo illusorio assolutistico, pensare che in ogni caso quella sia l'unica cosa che conti, la variabile centraleare

collegare il concetto di prudenza nel momento in cui non si possiede l'illusione di controllo e regolazione certa, il soggetto sa di poter fare errori e quindi è prudente

l'illusione del "tutto sotto controllo" non si può avere tutto sotto controllo, al limite si possono avere sotto controllo tutti gli elementi fra quelli considerati e presi in esame

controllo consapevole e controllo ignorante, definito anche illusione del controllo)

L'etimologia di questo termine è chiara e vuol dire contro registro, cioè un registro di doppia copia che minimizza la possibilità di errore. Questo termine evidenzia il fenomeno che si potrebbe definire come "il guardare per tentare di comprendere e conoscere lo stato delle cose e poter nel caso intervenire".

Il controllo è cioè il mezzo che porta il soggetto ad un intervento, detto intervento di regolazione, prendiamo l'esempio stesso citato nell'etimologia del termine ovvero quello del "contro registro", il fatto che esista un controregistro dà modo di conoscere l'errore e intervenire "regolandolo" cioè correggendolo in questo caso.

Questo ha portato nel linguaggio comune a usare controllo con entrambi i significati, invece di parlare dei due momenti distinti di "controllo" e poi successivamente nel caso di "regolazione" si tende ad usare solo controllo per entrambe le accezioni.

Questo può causare fraintendimento, fraintendimento che viene meno quando si distinguono le due fase aiutando a comprendere chiaramente il fenomeno, anche perché essendo due fasi distinti si possono fare errori in entrambe le fasi ed esserci delle illusioni a carico di ognuna di queste.

Il controllo a volte è facile o perfino automatico, è la realtà stessa o il nostro modo di guardare che ci fa vedere senza sforzo alcune cose, mentre in altri casi è necessario ricorrere ad una strategia come quella del "contro registro", oppure basandoci su previsioni in base a quello che pensiamo possa succedere a partire da indicatori.

La regolazione è un fenomeno complesso in quanto il soggetto agisce sulla base delle regole che ha sviluppato per intervenire nella realtà e cambiarla, con tutte le possibilità che esistono di cambiamento come creare, modificare, distruggere, etc...

 

Controllo e regolazione possono essere attivati da diversi motivi, insicurezza, realizzazione, etc...

 

Luogo di controllo e luogo di regolazione

Se la persona crede che è lei ad avere il potere di fare e cambiare qualcosa nella sua vita o se invece è basato solo su volontà esterne.

 

 

Il collegamento fra controllo e responsabilità, guardando al passato e al futuro

 

FINO A QUI

Il controllo si basa sulla conoscenza del soggetto e dell'acquisizione di regole che lo portano in tale direzione, per comprendere cosa fare per poter apportare un cambiamento.

Una persona che non vuole rimanere sola eserciterà un controllo invitando delle persone, sa che se invita qualcuno queste persone arriveranno da lei e le faranno compagnia.

Allora cosa vuol dire il termine regolare? Il controllo è l'atto creativo, l'atto di volere una cosa e costruirla, la regolazione invece pone l'accento sul fatto di cambiare e modificare un evento già esistente, modificarlo in accordo con ciò che si vuole.

Controllo e regolazione sono due faccie della stessa medaglia, d auna parte l'atto creativo e dall'altra l'atto di modificare e intervenire su qualcosa che già c'è e che si vuole in modo diverso.

DA RIVEDERE

Il controllo si potrebbe definire come il comportamento insicuro per eccellenza, dove il soggetto spinto dalla percezione del rischio va alla ricerca stessa dell'evento minaccioso, come se volesse vedere con i suoi occhi che ciò che teme e/o non accetta non si sia manifestato e nel caso intervenire in modo tempestivo.

Non solo il controllo nasce anche dal fatto che le cose vadano in una data direzione, non solo che non accadano eventi minacciosi ma anche perché più vuoi che le cose siano fatto in uno specifico modo più "tutto il resto" è una minaccia, quindi c'è ancora più la ricerca del controllo, del vedere se le cose stanno andando diversamente da come si era preventivato.

Questo ci fa comprendere che il controllo non nasce anche da un'insicurezza generica ma anche da persone che vogliono che le cose vadano in uno specifico modo, aumentando gli scenari di rischio, aumentando il bisogno di controllo. Più si ha paura, più si vuole che la vita e le cose vadano in uno specifico modo più il soggetto avvertirà il bisogno di controllare, di spendere risorse per vigilare sui rischi che avvenga un danno.

Al contrario meno la persona ha paura, più tende ad accettare tutto, più si eleva in una sorta di "mi fanno bene gran parte delle cose che potrebbero succedere" meno c'è bisogno di controllare, la persona si può concentrare sul momento presente, viverlo senza spendere le risorse a controllare l'immediato futuro.

Perché questo è il paradosso del controllo, non ci si vive il presente, quante volte avrete ascoltato persone che dicevano di non riuscire a concentrarsi o vivere il presente perché stavano lì a controllare se potesse succedere qualcosa di brutto, qualcosa che temevano, che le cose andassero in un modo inaccettabile.

Mentre si difendevano da un probabilmente futuro perdevano in modo certo il presente, scivolando in un circolo a volte senza via di scampo perché il fatto stesso che non si vive a pieno il presente può essere la causa stessa dei danni da cui il soggetto tenta di difendersi.

Il controllo non va visto necessariamente come qualcosa collegato alla paura, il controllo è guardare alla realtà affinché poi si possa intervenire fuggendo o combattendo la minaccia.

Il controllo nel linguaggio comune viene associato erroneamente al fenomeno della regolazione, questo perché le persone che controllano solitamente sono anche intende ad agire in modo preventivo, stare lì ad agire sulla realtà affinché questa non diventi minacciosa. Per comodità questi fenomeni vanno distinti, il controllo è solo attentivo e la regolazione invece è il modo di agire della persona sfruttando le regole che conosce per apportare qualsiasi cambiamento alla realtà.

 

Un altro errore che viene fatto è quello di confondere il controllo con l'attenzione, si porge l'attenzione a qualcosa per innumerevoli motivi e non solo per controllare i rischi, il controllo è un particolare tipo di attenzione che nasce come meccanismo di difesa in scenari di rischio.

Questo ci porta a comprendere che quando una persona afferma ho perso il controllo è più probabile che si riferisca alla lucidità mentale, alla coscienza e l'attenzione non al fatto che ha smesso di controllare qualcosa, ad esempio perché si era distratta.

 

Anche la locuzione "illusione del controllo" può creare confusione perché questa ha due significati:

- l'illusione che tutto sia controllabile, che ogni minaccia può essere vista immediatamente o in modo preventivo, il soggetto potrebbe per questa convinzione investire ancora più risorse nel controllo proprio perché pensa che tutto sia controllabile;

- l'illusione di controllo, il soggetto crede di avere controllo cioè che in un dato scenario anche se rischioso i rischi non ci siano, come se "non vederli equivale al fatto che non ci siano" ma non è così.

 

Queste due illusioni sono di fatto collegate dalla stessa credenza di base, che il soggetto possa operare un controllo totale sulla realtà basta che la osserva, da una parte questo lo spinge a investire più risorse nel controllo e dall'altra a pensare che un rischio non ci sia solo perché non lo vede.

 

Erroneamente viene chiamata illusione del controllo quella in cui il soggetto complice un'alta autostima, tende a sentirsi sicuro, pensa che se le cose le fa lui non ci siano rischi, ma questa è da definirsi come l'illusione della regolazione, il soggetto crede di far azioni perfette verso la realtà come se potesse regolarla a proprio piacimento, senza limiti o possibilità di errore.

 

FINO A QUI

 

La differenza fra controllo e stare accorti, 

 

Paura delle conseguenze, dalla paura dell'errore?

Il controllo solo nella propria azione? Altrimenti diventerebbe sinonimo di paranoia?

Timore e apprensione, timore verso qualcosa che può accadere, apprensione per qualcosa che si pensa possa accadere, entrambi producono ansia.

 

Perdere il controllo cosa vuol dire?

 

 

 

 

 

(preferire esercitare un controllo anche se ciò comporta rinuncie piuttosto che gestire una situazione più complessa e imprevedibile regolandola, questo sopratutto quando c'è la percezione di un pericolo?

 

esistono due illusioni del controllo, la prima più comune è quella del controllo totale, la seconda è quella di credere di avere più controllo di quanto in realtà si abbia al momento.

Non è sufficiente quindi sapere se una persona ha un locus of control esterno o interno, ma anche quanto crede sia quello interno

 

Agire per poter avere più controllo

Il limite temporale del controllo, ad esempio il controllo sull'altro dato dall'affezionamento, se finisce l'affezionamento o diminuisce finedsce e diminuisce anche il controllo esercitabile grazie a questo stato

)

 qual è la differenza fra fatalista e locus of control esterno? Il locus of control esterno pone l'accento su cause esterne, il peso della causalità, il ruolo dei genitori, la persona si concentra su tutte le cause avverse e facilitanti e tutto quello che a livello meccanicistico ha formato la sua esistenza. Il fatalismo invece è di colui che crede in una superstizione, cioè che sia tutto mosso da qualcosa più grande di lui.

In ognuna di queste due varianti il soggetto non ha un locus interno del controllo, quindi non si forma, non agisce e tende a non darsi da fare per controllare la realtà esterna e avere quello che desidera.

(la paura di perdere il controllo, intesa con le emozioni intense, da cosa nasce? Paura delle conseguenze che si farebbe in quello stato? Si più paure si hanno più si necessita di un controllo per illudersi e fare in modo che tale evento pauroso non accada)

Il controllo è la vita stessa, le persone vivono perché esercitano un controllo nella loro esistenza, il fatto di poter comunicare, di poter comprare, di poter prendersi ciò che desideran o cambiare ciò che non accettano, ognuno di questi elementi è possibile perché le persone possono esercitare un controllo nella realtà che le circondano.

Il controllo evidenzia un fenomeno lineare, possibile in scenari semplici dove si conoscono chiaramente le variabili in gioco e gli effetti delle azioni che si compiono su esse, quando il controllo lineare non è possibile si parla di regolazione.

Le origini di questo termine sono diverse dall'uso comune, letteralmente controllo significa "conservare un registro in modo che si possa fare un confronto" richiamando quindi concetti quale verifica, ispezione e monitoraggio.

L'AB riprende l'uso comune del controllo, cioè quello dell'azione, dove la persona con il termine controllo intende sottolineare che con le sue azioni ha il potere di ottenere qualcosa e di esercitare un cambiamento nella realtà che lo circonda.

Ogni cosa la si ottiene perché in qualche modo il soggetto ha saputo esercitatare un controllo sugli eventi. Non solo, ogni problema, ogni difficoltà, ogni ansia, ogni risentimento e ogni ossessione nascono dal mancato controllo che il soggetto, dal fatto che la persona in qualche modo si è resa conto di non poter ottenere ciò che desidera, cambiare le cose come desidera o come ha bisogno.

Il controllo è strettamente collegato con il concetto di responsabilità e di regola, una persona è in grado di controllare la realtà perché sa che ad un'azione ci saranno delle conseguenze quindi nel momento in cui la persona conosce questa regola di causa effetto le sarà sufficiente "essere causa" per avere la conseguenza desiderata. 
Ad esempio una persona si rende conto che le persone quando sono contente tendono ad essere più simpatiche e più propense a dare, quindi nel momento in cui desidera qualcosa da qualcuno sa che se sarà in grado di renderla contenta potrà ottenere quello che desidera e da questa regola sa come esercitare il suo controllo.

Il controllo diviene sempre più complesso e complicato quanto più ci si addentra negli ambiti dell'esistenza, quando si acquisiscono regole sempre più approfondite in settore profondi dell'esistenza, scoprendo amaramente che quasi mai c'è "una regoletta semplice e assolutistica che sia valida per tutto".

Questo spiegherebbe perché i bambini siano così attratti dai cartoni animati, i quali sono una semplificazione della realtà, sono governati da regole semplice e assolute facili da acquisire, che in un'ottica di "via di passaggio" possono avere una loro efficacia per arrivare a comprendere invece le regole del mondo reale nella loro complessità buttando via le "regolette".

Per comprendere meglio il concetto di controllo è necessario possedere quattro altri concetti:

- regola e procedura, la persona inizia a conoscere la realtà e i nessi di causa effetto che la governano, nel momento in cui la persona conosce questo nesso sviluppa una procedura perché saprà cosa fare e come agire per ottenere quella conseguenza desiderata;

- efficacia e autoefficacia, le azioni non sono necessariamente infallibili come potrebbero non esserlo le regole e le procedure che si sono acquisite, si parla di efficacia per porre l'accento non solo sull'azione come la si è pensata e sul controllo che si pensa di poter esercitare ma anche sulle conseguenze reali che si andranno a misurare a seguito dell'azione. Nel fare errori c'è il percorso che porta all'autoefficacia dove la persona riuscirà a migliorare le proprie procedure o acquisirne di altre per  essere statisticamente sempre più efficace, quindi si pone l'accento sull'adattamento e il percorso di crescita che porta la persona ad acquisire le procedure che userà per essere efficace. Si tratta di un circolo virtuoso, più si fa, più si fanno errori più si impara e meno se ne faranno in futuro;

- complessità e rappresentazione, quando guardiamo alla realtà tentiamo di comprenderla, cioè di estrapolare le variabili principali tentando di non semplificare eccessivamente il quadro in modo da poter essere comunque efficace nelle azioni. Prendiamo l'esempio della mappa, una mappa descrive il territorio in modo semplificato ma al tempo stesso dà modo ad esempio ad un esploratore di poter percorrere quel territorio senza perdersi, la mappa non è la rappresentazione  totale del territorio ma tenta di dare una rappresentazione sufficiente per degli obbiettivi;

- concatenazione di eventi, fino a quando la persona tenta di controllare un solo passaggio, cioè un solo nesso causa effetto, il controllo ha un'elevata probabilità di essere efficace ma quando si tratta di controllare scenari che si basano su un susseguirsi di eventi ecco che la probabilità di mandare le cose esattamente come si era pensato è minima.

La persona diviene agente per ottenere le conseguenze desiderate e questo fenomeni si chiama controllo. Un essere umano fin da piccolo inizia ad acquisire queste regole e inizia ad essere conscio che può esercitare un controllo sulla realtà circostante.

Il concetto di controllo è complicato e complesso e verrà sviscerato nel corso dell'articolo, il primo punto da toccare è proprio quello sulla propria coscienza di controllo.

Le persone hanno visione diverse riguardo al controllo che per comodità possono essere distinte in:

- locus of control esterno, cioè luogo di controllo ester.no dove il soggetto crede che sebbene abbia un controllo questo sia ampiamente limitato dal fatto che la sua intera esistenza sia per lo più goveranata da fattori su cui non può fare nulla e che le cose rimarranno così;

- locus of control interno, cioè luogo di controllo interno, al contrario del punto precedente la persona invece pensa di avere un ampio margine di controllo e che può trasformare la sua esistenza a piacimento.

L'unica visione valida è quella sul locus of control interno, a patto che la persona riconosca i limiti del controllo, cioè per quanto una persona possa avere margine di controllo questo è comunque limitato in base alla libersoggettiva, cioè i vincoli e la possibilità di scelta del soggetto (anche se questi sono migliorabili nel tempo).

Le persone sviluppano un locus of control esterno a causa di due errori:

- il primo è quello di pensare che siccome fino a quel momento sono stati governati dall'esterno, come ad esempio accade a quasi tutti i bambini allora sarà sempre così;

- il secondo è la mancata comprensione del mondo, le persone si rendono conto che non hanno compreso abbastanza del mondo e senza la comprensione non c'è modo di esercitare controllo, senza adattamento si è in balia degli eventi e da qui per comodità si illudono che sia così per tutti, che tutti vivano schiacciati da un modo troppo complicato e che non si comprende.

 

Una persona funzionale e che cresce arriva a sviluppare un locus of control interno al punto che questo viene visto dall'AB come una caratteristica di saggezza, specialmente se la persona ne riconosce anche i limiti.

Una persona che sviluppa un locus of control esterno viene definita fatalista.

Il locus of control è quindi correlato con quello che si potrebbe definire "control zone" o zona di controllo, cioè tutto quello che il soggetto pensa sia sotto il suo controllo. Questo concetto è utile non solo perché riassume da un punto di vista diverso i due locus of control descritti prima ma perché si ricollega con l'agenticità del soggetto e il relativo adattamento. Cioè la persona ad esempio crescendo in un settore, scoprendolo e conoscendolo finirà per acquisire ulteriori credenze e dimostrazioni che può controllare e fare quindi più cose. Ad esempio uno studente che studia chimica si renderà conto che in un laboratorio ci saranno sempre più cose che sa fare e che può controllare.

 

Il secondo concetto da approfondire è quello dell'accortezza, si definisce accorta una persona che si rende conto che il controllo che esercita è probabilistico cioè che anche se comprende la realtà e ha acquisito un controllo questo non va inteso come infallibile. Una persona che acquisisce questa consapevolezza rimarrà accorta, cioè sa che comunque può fallire e quindi è preparata fin da subito a tale possibilità rimanendo vigile ogni volta che esercita il controllo.

Questo punto ci suggerisce come una persona accorta non è solo quella che sa che può fallire ma anche quella che sa che può aver fatto degli errori, pensare di aver compreso ma che forse non è così e quindi è scettica nei propri confronti. Pensate a quelle volte che iniziate ad essere efficaci in qualcosa e lo controllate per la prima volta, è probabile che sebbene abbiate compreso qualcosa altre cose possanoe ssere errati e le cose stiano funzionando per casualità all'inizio. Una persona accorta conserva questa visione e quindi pone l'accento anche sulla propria visione.

 

Quando le persone non sono consapevoli e non conoscono il controllo si potrebbe andare incontro al fenomeno che si definisce illusione del controllo, questo si suddivide in diversi aspetti:

- il primo che si può descrivere come illusione del controllo esatto, dove la persona crede di avere una visione infallibile, la persona non considera minimamente la possibilità che la sua rappresentazione o le sue procedure siano errate o che comunque si agisce in una realtà probabilistica e il rischio di fare errori c'è sempre, partendo con pensiero come "deve funzionare, deve andare così, non è possibile che non vada" producendo una visione sul controllo chiusa, mentre una visione più aperta sul controllo produce immediatamente pensieri come "ho agito ma ho fallito, vuol dire che ci sono stati errori e quindi va cambiato il modo di controllare". Detto in altre parole questo punto spiega come alcune persone nel momento di agire con un obbiettivo in mente nemmeno considerino la possibilità di errori ma al contrario continuo a ripetere l'azione perché secondo loro è la realtà che si deve piegare alla loro visione delle cose. Questo punto tocca la definizione di Einstein di follia, che definì per l'appunto folli quelle persone che continuavano a ripetere le stesse azioni non rendendosi conto degli errori che la loro strategia aveva. Questo controllo si basa sul concetto "se faccio questo ottengo questo" e che questo sia possibile in ogni scenario ma così non è. In alcuni casi la persona può solo fare tentativi di regolazione e non è nemmeno detto che riesca nell'obbiettivo post;

- il secondo che si può definire come l'illusione del controllo totale, in scenari complessi il controllo si può esercitare solo su alcune variabili. Sulla base di questa illusione le persone si sentono sicure perché credono che ogni variabile sia sotto il loro controllo, illusione che è facilitata dall'ignoranza che hanno a riguardo, non considerano ciò che non conoscono o non sanno illude di conoscere tutto di uno scenario quando invece né lo conoscono tutto né possono controllarlo tutto;

- il terzo lo si può descrivere come l'illusione temporale. La persona si illude che il suo controllo avrà specifiche conseguenze nel tempo ma questo non è possibile saperlo specialmente nel lungo periodo.

 

 

Non avere illusioni sul controllo vuol dire essere consapevoli di ciò che si può fare e ciò che non si può fare, consapevoli dei propri limiti provvisori (percorso di autoefficacia) e soggettivi (non si può andare altre), consapevoli della possibilità di errore e che in uno scenario non tutto può essere controllato.

Essere consapevoli del controllo aiuta il soggetto nei confronti della fattibilità e quindi riorganizzare e pianificare le sue scelte per trovare la sua felicità laddove ha potere di controllo o di regolazione.

Il controllo ci fa comprendere che nel momento in cui ci si pone un obbiettivo, questo può essere meglio raggiunto se consapevoli del proprio controllo pianificando l'obbiettivo stesso su base concreta.

Essere consapevole sul controllo aiuta a vivere meglio ma non solo implica che il soggetto abbia compreso ciò che gli manca o cosa va fatto per aumentare il suo controllo sugli eventi senza illudersi mai che questo sarà sempre totale, esatto e che si possano controllare anche le conseguenze. 

 

A questo punto si può parlare delle conseguenze della varie illusioni, una delle conseguenze più eclatanti la si può trovare nel primo punto dove la persona inizierà ad oscillare fra continue credenze di controllo, ad esempio la persona all'inizio crede che sarà sufficiente mangiare solo riso per stare in forma  e quindi inizierà questa dieta ferrea, fino a quando ci crederà continuerà ma ad un determinato punto la realtà gli urlerà in faccia che non è come credeva lei e quindi perderà quell'illusione del controllo per acquisirne un'altra. Questo ci suggerisce come l'illusione del controllo nasce anche dal fatto che la persona non solo non sia accorta ma non comprende quanto la realtà sia complicata e pensa di poterla controllare con una singola regoletta, come quello del fare una dieta basato su un singolo alimento miracoloso o viceversa eliminare un alimento infernale (demonizzazione). Quanto più la credenza di controllo è eclatamente falsa quanto più rapidamente la persona la cestinerà, viceversa quanto meno è eclatante quanto più il soggetto la porterà avanti fino a quando non si renderà conto che era errata.

Un esempio dal web su questo fenomeno:

"intraprendo una dieta e mangio riso tutti i giorni, poi mi fisso con le proteine ed elimino totalmente i carboidrati, butto via il cibo che non mangio più e lo demonizzo.."

class="messageBody"> 

Esempio di controllo distorto, il soggetto di solito si rende conto di questa distorsione dopo che mettendola in pratica non arrivano risultati o peggio ci sono dei danni anche se a volte il soggetto a causa della sua chiusura mentale potrebbe continuare a perpetrare il controllo inefficace o disfunzionale. 

Questo ci fa comprendere quanto sia fondamentale che la visione del soggetto non sia distorta ma sia efficace e valida.

Nel secondo caso, l'illusione del controllo totale ci sono altre conseguenze. Questa illusione viene sviluppata da persone che hanno difficoltà con gli imprevisti, sono sensibili ad alcuni scenari e nel momento in cui pensano che questi possano avvenire inizia l'ansia e la paranoia.

Con l'illusione del controllo totale la persona pensa che le cose andranno come dice lei, gli scenari saranno esattamente come dice lei e non ci saranno imprevisti alcuno.

Quando la persona non riesce a sviluppare questa illusione inizia a fare un percorso di previdenza, una strategia di coping che fanno per diminuire l'ansia ovvero prepararsi in anticipo al possibile problema così sapendo di poterlo fronteggiare con pensieri quali "se succede questo saprò cosa rispondere".

Questa è una forma di controllo nel senso che la persona per diminuire l'ansia si prepara in anticipo in modo che possa controllare quell'episodio nel caso capitasse, un metodo che si potrebbe definire "stesura di procedure di previdenza per poter gestire rapidamente un problema se dovesse capitare". Questo elemento può evolvere in ossessione nel momento in cui il soggetto vede un'infinità di possibilità negative e tenta di preparsi a tutte, cose che non si può fare.

Quando una persona pensa di non poter essere previdente inizia a rintanarsi in una zona di comfort limitato dove sono le uniche persone ad esercitare controllo perché si rendono conto che questo è l'unico modo per eliminare imprevisti (cioè eliminado il fattore umano e quante più variabili possibili). 

 

Nella terza illusione la persona perde di accortezza, non rimane vigile sulle conseguenze e queste potrebbero un giorno ritorcesi conto. Una persona accorta rimane vigile sapendo che comunque il fare non solo porta a conseguenze desiderate ma potrebbe portare anche conseguenze inattese.

 

Nella quarta illusione troviamo persone che non si rendono conto che in alcuni scenari nessuno può avere controllo, sono scenari così complessi che l'unico modo di viverli è proprio quello di tenere a mente che l'unica cosa possibile è esercitare il proprio controllo in una tempesta di casualità. L'esempio lampante è quello di chi desidera trovare lavoro, immergersi nel mondo del lavoro è altamente complesso e almeno che la persona non abbia qualche via facilitata a cui aggrapparsi, si troverà in un mondo così complesso che non può controllarlo esattamente, potrà mandare curriculum, mettere in mostra il proprio valore ma non sa esattamente cosa otterrà e come lo otterrà. Una persona che si illude invece prende continuamente delle cantonate perché le cose non andranno mai esattamente come pensava lui in ambiente complessi, non sarà sufficiente mandare 20 curriculum per trovare il lavoro dei sogni.

 

 

Cos'è il grado di controllo? Con questo termine si riassume il concetto di controllo limitato ma che al tempo stesso può essere aumentato, non sarà mai totale ma ciò non toglie che le persone investendo in questo controllo possano crescere e migliorare il loro margine di controllo.

 

Il collegamento fra perfezione e controllo

Nel momento in cui la persona sviluppa una regola, questa presenta delle condizioni necessarie e solo quando queste verranno raggiunte la persona vedrà "la perfezione" altrimenti ci sarà un visione deficitaria, perché per il soggetto manca qualcosa.

 

Il paradosso del controllo che distrugge

Quando una persona acquisisce una visione distorta della realtà potrebbe piombare in una dimensione paradossale dove il fare corrisponde al distruggere, portando la persona in una situazione per cui non fare niente è meglio che fare, in quanto fare peggiora le cose. L'esempio classico è quello del dismorfofobico che inizia una serie di controlli sulla sua estetica, il soggetto all'inizio può percepirsi più bello ma la realtà dei fatti è che queli interventi hanno peggiorato e se non avesse fatto nulla sarebbe rimasto più piacente. Il punto cruciale di questo paradosso è che il soggetto non si rende conto di ciò che fa, questo perché non ha quello scetticismo che lo aiuta ad evitare di procedere con convinzioni certe, per lui le sue regole sono infallibili e descrivono ciò che accadrà. Questo è l'unico modo per spiegare come una persona continui a distruggersi per diverso tempo senza rendersi conto di ciò che sta facendo, perché il risultato che lui vede è positivo, la distruzione oggettiva che si nota all'esterno per il soggetto è almeno al momento un soggettivo miglioramento, almeno che fino a quando i risultati della loro distruzione saranno così evidenti da mandarli in dissonanza. Queste forme di controllo sono collegate nella maggior parte dei casi a deliri, cioè non c'è una singola regola distorta ma una profonda visione distorta difficile da comprendere e su cui districarsi.

 

Racconto dal web sulla paranoia da mancanza di controllo totale:

"A casa cerco di occuparmi la mente con altro, ma non mi aiuta ho dei momenti dove il cuore va a mille, giramenti di testa, tremore alle mani, problemi alla vista e all'udito, respiro corto e veloce (qualcun'altra conosce questi sintomi o sto impazzendo completamente ora?)
Non appena metto un piede fuori casa mi sento già come se stessi per svenire.
Mi devo sforzare a non correre subito a casa, cerco di dirmi che é solo l'ansia quindi "niente di grave", ma a ogni passo ho la sensazione di perdere il controllo del mio corpo.

E se svengo ? Se non ho digerito il pranzo e devo vomitare davanti a tutti? Se mi succedere qualcosa ? Se se se... Faccio il possibile per togliermi questi "se" dalla testa ma nulla da fare, pensieri fissi che mi fanno capire che non riesco a tenere sotto controllo il mio corpo, e le probabili conseguenze mi fanno sudare freddo.
Oggi addirittura avevo una persona davanti a me che mi stava parlando per più di mezzora, credo di non aver capito nemmeno 1/3 di quello che ha detto.
È come se la mia testa va in tilt, non lo so descrivere in altri modi. È molto difficile trovare le parole giuste per descrivere queste sensazioni."

In questo racconto si evidenzia come il soggetto teme particolari eventi e il fatto di non poterli controllare in modo totale alimenta ansia e paranoie con il risultato che il soggetto ricerca costantemente la fuga e il ritorno alla zona di comfort, alla base di questo comportamento ci sono probabilmente elementi di distorsione anche se il soggetto non argomenta quali sono i suoi pensieri.

 

 

Esempi di locus of control esterno:

"siamo quello che decidono gli altri alla fine, c'è poco da fare"

"Quando la gente si è fatta una certa idea di te non c'è niente che tu possa fare per far vedere come sei realmente"

APPUNTI:

 - chiusura e testardaggine nel controllo alimentano le varie illusioni del controllo

- Bisogno di controllo, le persone hanno bisogno del controllo perché è l'unico modo che hanno per non andare in paranoia, cioè possono eliminare qualsiasi imprevisto o possibile minaccia.

- Paura di perdere il controllo, con questa locuzione ci si riferisce a diversi fenomeni fra i quali la paura di non avere più alcun controllo su stessi (perdere la coscienza) o potrebbe riferirsi alla paura di perdere lucidità, oppure letteralmente alla paura di perdere il grado di controllo come nel caso precedente dove la persona ha bisogno di controllo totale e non accetta di averne di parziale.

 

 

ultima modifica il: 07-04-2019 - 13:41:28
Sito Realizzato da Palombizio Valerio Giuseppe