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- Sensazione -
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"Non controlliamo le emozioni ma è la nostra personalità a determinare i sentimenti che ne conseguono"

Cos'è una sensazione? 

La sensazione fa riferimento alle informazioni proveniente dai sensi, il sentimento alla percezione delle emozioni.

BOZZA

Nel linguaggio comune il termine sensazione è diffuso e viene usato per indicare il fenomeno per cui una risposta fisiologica si tramuta tramite gli organi sensoriali in una risposta neurologica, informazioni che arrivano alla coscienza.

Il fenomeno di per sé è chiaro ma nonostante questa chiarezza ci sono tre problemi che rendono questo concetto a rischio fraintendimento:

- il primo problema nasce nel momento in cui le persone hanno iniziato ad usare il termine sensazione per indicare uno stato che non deriva dagli organi di senso ad esempio con frasi come "senso di colpa, mi sento in colpa" oppure "mi sento solo, ho la sensazione di essere solo", la persona ha iniziato a definire sensazione anche ciò che in realtà nasce dall'inconscio o è una risposta di pensiero alle proprie emozioni;

- il secondo nasce con il termine sentimento, dove la radice è la stessa "sensazione/sentimento" e il verbo alla base anche ovvero il "sentire" ma i due significati sono letteralmente all'antitesi dato che uno proviene dagli organi di senso mentre l'altro viene dalla propria psiche;

- il terzo nasce con l'uso che si fa a volte delle sensazioni per intendere l'istintività, l'andare a "sensazione" per intendere di affidarsi alle emozioni come bussola comportamentale.

 

L'AB sceglie di risolvere questo problema eliminando il concetto di sensazione come fenomeno fisiologico e di ridefinire la sensazione alla stregua di quello che è il sentimento, lasciare che il verbo "sentire" descriva un particolare fenomeno che accade a livello psichico quando la coscienza si fonde con le emozioni.

Come chiamare quindi quelle che sono le sensazioni fisiologiche? Con i termini specifici come ascoltare, vedere, toccare, odorare, gustare. 

 

Ora che abbiamo equiparato la sensazione al sentimento e al sentire in generale è più facile rendersi conto di quale fenomeno si stia trattando, di quel fenomeno emotivo particolarmente complesso dove le emozioni si sono fuse con la coscienza, dove l'io pensa sulle emozioni e le trasforma, quello che nel lessico comune viene detto "sto provando qualcosa", dove il "fiume conscio si fonde con il fiume conscio" dando luogo a quello che è il sentimento, la sensazione.

In questo modo ci si rende conto di come l'emozione si qualcosa di base, qualcosa che proviene dall'inconscio e che può "evolversi" in sentimento nel momento in cui la coscienza ci pensa, la analizza creando questo prodotto chiamato sentimento.

Nonostante le persone siano arrivate a provare determinati sentimenti potrebbero comunque non aver compreso la logica che vi è alla base e quindi si assiste a persone che non hanno difficoltà a riconoscere un sentimento ad esempio nel campo dei rapporti, dove si rendono conto che c'è una persona che fa loro provare emozioni e che il solo fatto di esserne consci, il solo fatto che ci pensino abbia trasformato il tutto in un sentimento ma non riescono ad esempio a rendersi conto che l'ansia è un altrettanto sentimento, una un sentimento che nasce dall'emozione della paura e che viene analizzato dalla coscienza generando quel particolare stato emotivo.

Questo problema di mancato riconoscimento potrebbe avere anche una spiegazione romantica, dove si è fatto pressione affinché le persone stiano lì ad analizzare le emozioni che sono in gioco in un rapporto definendo solo queste come "sentimenti" e non avere lo stesso interesse nel trovare un nome a quelle che sono invece problematiche d'ansia.

L'AB scardina questo limite ed estende il sentimento a qualsiasi emozione venga provata dalla coscienza, ma esattamente quale effetto produce la coscienza nel momento in cui "prova" un'emozione. Sono due gli effetti:

- l'effetto eco, un'emozione è limitata nel tempo e scarica in base alla durata dello stimolo che la produce, ma pensandoci si è in grado di far "riecheggiare" nella propria mente questa emozione per più tempo proprio grazie al sentimento che si produce, come se questo pensarci portasse avanti un'emozione che ormai è lontana nel tempo;

- l'effetto modulazione dell'intensità, ovvero il come la mente pensa riguardo quell'emozione è in grado sia di diminuire che aumentarne l'intensità della stessa.

 

Il primo fenomeno è rilevante nell'ambito dell'umore, l'effetto eco è alla base dell'influenza umorale dove alcune emozioni continuano ad avere un'influenza sul comportamento perché è la persona che le mantiene attive pensandoci.

Il secondo fenomeno è invece alla base di diversi fenomeni che sono correlati alla variazione dell'intensità emotiva, si pensi al sentimentalismo dove la persona fa in modo di potenziare e amplificare quanto più possibile le emozioni che prova, o al fenomeno disturbo emotivo dove la persona non si rende conto che come pensa riguardo a quell'emozione a quel fenomeno amplifica quell'emozione che la fa soffrire.

Questo secondo fenomeno ci suggerisce due, la prima è che ogni qualvolta si sta analizzando il proprio o altrui stato emotivo è necessario rendersi conto di quanto la persona abbia modulato intenzionalmente o meno l'emozione, così da poter rendersi conto che nel caso di interevento sia necessario intervenire a livello di personalità o a livello inconscio e di decondizionamento.

La seconda è che potenzialmente ogni persona è in grado di sviluppare una persona in grado di diminuire l'intensità delle emozioni, non vi è mai sembrato "strano" che alcune persone intorno a voi siano riuscite ad affrontare sfide ed inibizioni che sembravano impossibili? Ad avere reazione che non erano commisurate all'evento che è accaduto nonostante abbiate percepito in loro che comunque c'era stata una risposta emotiva, in alcuni casi anche particolarmente intensa? La risposta è in questo effetto modulatorio, dove la persona è riuscita tramite percorsi mentali (non sempre consapevoli e validi, a volte anche distorti ed errati) a diminuire le emozioni in gioco producendo sentimenti che nell'insieme erano meno intensi dell'emozione originaria.

Questo discorso difficilmente viene "digerito" perché le persone sono solite esperire l'effetto "amplificazione" e  raramente l'effetto diminuzione, questo si spiega con il fatto che l'intera società e la stessa componente biologica ci abbia spinto verso l'amplificazione delle emozioni con il fine di provare quanto più piacere possibile, questo sentimentalismo (sia di origine romantica che biologica) misto ad un fallimento educativo ha prodotto personalità che nella loro ignoranza a livello generale tendono a fare dei pensieri che mediamente amplificano qualsiasi emozione, sia positiva che negativa, riuscire ad avere una gestione sulle emozioni implica che la persona abbia superato questo stato di ignoranza emotiva, abbia superato la sua alessitimia e abbia perfino sviluppato dei metodi in grado di aiutarlo a diminuire l'intensità delle emozioni (il tutto in salsa probabilistica, nessuno ha il controllo sulle emozioni).

 

Un esempio lampante di quanto il sentimento amplifichi l'emozione lo troviamo nel sentimentalismo e nell'insoddisfazione, una persona per aumentare il piacere usa diversi trucchetti come "crearsi una serie di aspettative", questo porta da una parte la persona a provare più piacere nel momento in cui l'altra persona soddisfa dimostrando quanto ci sia di mentale in questo meccanismo, dove la persona fonde dei piaceri fisici con delle aspettative che si è creato pensandoci cosa che comunque la porterà nel caso a soffrire anche di più se rimarrà delusa, ed ecco che una persona ha amplificato sia la possibile riuscita nel piacere che il possibile fallimento nel non ricevere nulla di ciò che si è aspettata.

 

Quali sono le sensazioni più diffuse? Elenchiamole:

- ansia;

- senso di colpa;

- sensazioni istrioniche;

- senso di tristezza;

- senso di rabbia.

 

Questi sentimenti nascono dal fatto che la persona raccoglie l'emozione e ci costruisce su qualcosa, pensiamo all'istrietismo dove la persona sa esattamente quale "osservatore" desidera soddisfare, o alla rabbia verso quale persona desidera "sfogarsi/vendicarsi", o il senso di colpa dove sa quale regola morale ha disatteso.

Prendiamo l'esempio dell'istrietismo dove la persona da una parte prova quelle emozioni immediate di imbarazzo, emozioni che devirano dal suo condizionamento, ma poi la vergogna si forma nel momento in cui la persona continua a credere a determinate cose, continua a pensare che sia realmente necessario fare in modo che l'altro ci giudichi, che nel mondo il giudizio dell'altro conti e tutta questa serie di pensieri scatena la vergogna perfino amplificandola. Al contrario quanto più la persona smonta consciamente ciò che c'è dietro questo fenomeno istrietico quanto più riuscira a diminuire l'imbarazzo anche se ancora non è intervenuto a livello di decondizionamento.

Mediamente le persone non si rendono conto di questo fenomeno e danno per scontato che il problema sia solo nelle emozioni, generando paradossi in cui le persone non si rendono conto di quei casi dove il problema in realtà è causato prevalentemente dall'amplificazione che fanno e non si rendono nemmeno conto di come potrebbe risolvere la situazione cambiando la personalità senza nemmeno la necessità di decondizionarsi.

Questo vuol dire che alcune problematiche anche se hanno un origine inconscia esplodono perché poi c'è la personalità a dare fuoco, ad ampliare l'esplosione ed i danni, ed è per questo che da una parte la maggior parte di queste problematiche in alcune persone cessano automaticamente con una crescita naturale, mentre per altre questo percorso di modifica di personalità viene fatto fare solo se aiutate dall'esterno (quanto conta il fallimento educativo in questo percorso?).

La situazione diventa più complicata quando effetto eco e modulazione sono frutto di una casuale ignoranza della persona, di una percezione distorta o di processi mentali che vengono fatti più per imitazione o automatismo inculcato non che per loro scelta, vi siete mai chiesti perché un genitore ansio tendi a trasmettere questo suo modo di essere al figlio? Non è genetica, accade che quando sono alcuni modi di pensare, modi di essere a generare una problematica data appunto da questi due fenomeni è probabile che queste caratteristiche vengano riprese dai figli per imitazione, vengano ripresi indirettamente e quindi senza che ce ne se renda pienamente conto si fanno dei percorsi mentali disfunzionali ripresi di generazione in generazione. Questa è una delle mille sfaccettarure del fallimento educativo e di come i genitori (o gli educatori in generale) possano danneggiare i propri figli sia direttamente che indirettamente.

 

Questa teoria ci spiega anche la differenza che c'è fra noi e gli altri animali, le emozioni ci accomunano a qualsiasi essere vivente, ma sono le sensazioni/sentimenti a distinguerci, questo spiegherebbe perché l'uomo arrivi a manifestare disturbo emotivi che altri animali non presentano, perché sono noi abbiamo modo di produrre questi particolari effetto (eco e modulativo) con una coscienza così sviluppata, cosa che negli animali non potrà accadere per i loro limiti strutturali cerebrali.

 

APPUNTI:

Il ruolo determinante del pensiero nell amplificare e far durare nel tempo l emozione

- per i sentimenti vale la stessa problematica di qualia delle emozioni,

- sentimenti e alessitimia

- l'emozione condizionata che non ha un riscontro pratico, facciamo subito alcuni esempi per comprendere, pensiamo ad una persona che prova un'intensa paura per qualcosa, per poi scoprire soltanto dopo che in realtà non c'era nulla temere. Questo accade perché al persona si "fida" dell'emozione, e di conseguenza il sentimento non include una minima critica verso l'emozione stessa, ma la avvalora.

- l'aiuto farmacologico serve sia per "intontire" quella parte della coscienza che pensando andava ad amplificare le emozioni, sia a diminuire l'intensità alla base, un aiuto efficace sopratutto se provvisorio mentre la persona inizia il cambiamento interno.

- la difesa del "che senso ha vivere se non si ricerca il maggior piacere possibile?"

 

- si legga insoddisfazione per prendere spunto 

-Vivere di sentimenti

Alcune persone si rendono conto del potenziale positivo che hanno alcuni sentimenti, di quanto sia possibile accentuare le emozioni quando a livello mentale si creano ad esempio numerose aspettative verso una persona, o si usa l'effetto sorpresa etc..

Queste persone potrebbero divenire come dei veri e propri drogati di sentimenti alla ricerca sempre di quelli più intensi e per questo orientare la propria parte conscia in modo da avere il maggior potenzialmente possibile quando proveranno delle emozioni.

Il paradosso in cui finiranno queste persone è che tutto questo le porterà a provare per la maggior parte del tempo sentimenti negativi "intensissimi" dato che per produrre questo potenziamente è necessario vivere in mancanza di autosufficienza, con aspettative verso l'esterno.

 

 

ultima modifica il: 26-07-2017 - 14:00:22
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