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- Pazzia -
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Cos'è la pazzia?

Termine che in passato veniva usato per indicare i soggetti che oggi chiamiamo schizofrenici e deliranti, cioè soggetti che hanno allucinazioni o hanno un comportamento tale da far percepire chiaramente che ci sia qualcosa che non va in loro.

Ad oggi questo termine è conservato ma ha assunto sfumature differenti, prevalentemente tre:

- viene usato per indicare un soggetto che non è particolarmente adattato e abile con gli altri nella cultura di riferimento in cui è inserito, questo lo porta a fare scelte non considerate normali, venendo etichettato come "pazzo" da chi analizza superficialmente quel comportamento. Il soggetto fatica a rendersi conto pienamente di ciò che sbaglia, soffre questo stigma che si porta dietro;

- viene usato per indicare soggetti in preda a crisi isteriche, parossismi ed impulsi, soggetti in preda a stati emotivi che li portano ad esempio a spaccare tutto, urlare, etc.. "quello lì è impazzito". Usato anche per intendere quel che comunemente viene indicato come esaurimento nervoso, cioè il soggetto si trova in un periodo così stressante da modificargli il comportamento al punto che fuori è visibile questa differenza; 

- viene usato per indicare chi nonostante sia adattato rifiuta la cultura in cui si trova, si ribella, fa scelte che gli altri considerano da "pazzi".

 

Il termine pazzia conviene eliminarlo dal proprio vocabolario, sia per l'alone che si porta dietro di disfunzione mentale, accostandolo al manicomio o quei soggetti che si vedono nei film o serie tv, sia perché anche l'uso che se ne fa al giorno d'oggi è confusionario avendo assunto numerose sfumature di significato.

La mente umana è complessa, sono numerose le situazioni, provvisorie e non, che portano un soggetto a perdere la sua salute mentale, non esiste il "pazzo" esistono soggetti che per un motivo o per un altro hanno perso la loro sanità mentale, manifestando diverse patologie in una manifestazione unica, in quanto ogni soggetto ha la sua vita, la sua personalità e la sua unicità anche nella manifestazione patologica.

Una persona che soffre è solo una persona che soffre, non esiste il soggetto pazzo, alcune forme di patologie mentali richiedono un approccio psicologico, altre psichiatrico, altre ancora un approccio combinato, ma tutti possono riacquisire la loro salute mentale.

 

Al termine di pazzia vanno usati altre termini:

- disturbato, quando il soggetto per diversi motivi non riesce a raggiungere la vita che vorrebbe avere. Ci sono elementi che glielo impediscono come ansie eccessive, incapacità in alcuni ambiti, persone che non sa affrontare, etc...

- sofferente, cerca aiuto per soffrire di meno, nonostante la sua vita vada avanti grossomodo come prima prova delle emozioni negative che la inquinano. Pensiamo all'ansia, all'indecisione di saper cosa fare in una data situazione, alla perdita di una persona importante. Tutte esperienze che non alterano la vita del soggetto ma che lo fanno stare male e vorrebbe far cessare,

- schizofrenico, quando il problema è biologico e non psicologico, trattabile con psicofarmaci.

 

La pazzia come descritta nei film non esiste, chi va dallo psicologo ci va prevalentemente perché è disturbato o sofferente. PErdere il controllo della propria mente è una finzione, la schizofrenia reale è molto meno scenica e pesante di come si possa pensare.

 

La fallacia del cambiamento, se possono cambiare queste cose allora potrei anche impazzire.ho cambiato i miei gusti, la mia personalità è cambiata quindi potrei impazzire.

DA CANCELLARE

Rapidamente si definisce senno la qualità del giudizio, che può essere alterata da errori errori di giudizio, deduzioni o dalle emozioni intense che si provano portando il soggetto a dire o fare cose sbagliate, perfino bizzarre. Si parla di raziocinio invece per porre l'accento solo sul comportamento in generale, sull'uso del pensiero e si parla di perdita di raziocinio quando il soggetto tende ad agire più emotivamente che razionalmente, la sua condotta viene alterata dalle emozioni intense che prova, condotta che viene comunemente definita come un "agire di pancia". 

La perdita di senno è imputabile ad errori cognitivi, a volte facilitati dalla lucidità che scende, ma in ogni caso il senno misura la qualità del pensiero e le azioni che ne conseguono, la perdita di raziocinio invece evidenzia proprio una perdita di pensiero e del fatto che il comportamento non è più conseguente di ciò che si pensa e come si pensa ma solo delle emozioni intense che si provano che fanno emergere un comportamento ad esse strettamente collegato, comportamento basato su impulsi e parossismi, più animale che umano.

La differenza consiste che mentre nel senno si pone l'accento su un comportamento che nasce da una serie di errori di giudizio, dove comunque il raziocinio c'è anche se alterato, la persona vede qualcosa in modo distorto e di conseguenza agisce male, da qui la perdita di senno. Nella perdita di raziocinio invece il pensiero viene messo proprio da parte, il comportamento è prettamente su base emotiva ci sia un deterioramento della qualità del giudizio indotto da qualcosa, dove anche se non c'è senno comunque il comportamento è indotto più dalle emozioni conseguenti.

Episodi comuni capitati a tutti sono quando qualcuno è stato chiamato pazzo non perché sembrasse poco lucido o emotivo, ma solo perché stava facendo, secondo gli osservatori, una cosa molto stupida, che non si faceva e quindi dare del pazzo è etichettare un comportamento senza che sia necessario comprenderlo, senza che si faccia lo sforzo cognitivo di capire che l'altro sta facendo degli errori, che ha un punto di vista distorto, etc..

Oppure pensiamo al soggetto che di fronte alla paura e il dubbio di un possibile tradimento, inizia a fare indagini, ad indagare, a far precipatare i suoi pensieri sempre sulla possibilità di un tradimento, lasciando che queste paure alterino il suo senno, lo portino ad essere schiavo di dubbi, ad avere paure e comportamenti infondati. Il tutto vissuto senza che sia mai accaduto nulla di reale ma solo qualcosa che l'ha spaventato o reso insicuro e l'ha portato a cadere in questo circolo che gli ha diminuito la qualità del pensiero.

Ma ci sono anche episodi comuni quando si è dato della pazza ad esempio alla moglie che una volta scoperto il tradimento ha iniziato a rompere tutto, ad urlare ai passanti che suo marito l'ha tradita, etc.. A prescindere che il tradimento era solo immaginato o reale, poi la pazzia è nata da quel comportamento. Donna a cui si poteva dare della pazza sia quando immaginava un tradimento che non c'era, se come lo diceva e raccontava veniva percepito come se avesse perso il senno, ma anche quando in seguito a quell'emozioni ha iniziato un comportamento impulsivo.

 

 

La pazzia ha prevalentemente quattro possibili accezioni:

- perdita momentanea di senno;

- perdita momentanea di raziocinio;

- perdita definitiva di senno;

- perdita definitiva di raziocinio.

 

Nel momento in cui si comprende il concetto di senno e raziocionio ci si rende conto che le perdite definitive non esistono ma sono solo stati transitori indotti dalle emozioni intense del momento o da errori che il soggetto compie, a volte anche in modo sistematico perché fanno parte del suo modo di vedere o pensare (bias).

Più si comprende il concetto di pazzia più ci si rende conto di come la pazzia sia una conseguenza naturale dell'essere umano, un qualcosa che capita a tutte quelle persone che fanno errori di giudizio significativi o sono attraversate da emozioni intense, viene da sé che se una persona è frequentemente in uno di questi due stati farà e apparirà frequentemente come pazza ma non perché lo è in modo definitivo solo perché attualmente la situazione è tale da aumentarne la frequenza degli episodi.

Più si comprende il concetto di pazzia più si riesce a distinguere quella pazzia che nasce da un'emozione intensa del momento da quella che è invece una percezione distorta, non solo, si comprende anche che il termine pazzia non può essere usato così con leggerezza per le diverse definizioni che possiede che generano confusione, spingendo in alcuni casi alcune persone erroneamente a pensare che lo stato di pazzia sia definitivo, producendo pensiero come "vedi? Anche gli altri dicono che sono pazza o che comunque la pazzia esiste".

Ci si rende conto che si usa il termine pazzia come un giudizio rapido e sintetico scaricando una generale colpa astratta sull'altro, come a dire "se stai facendo qualcosa di bizzarro, anormale, estremo è perché c'è qualcosa di sbagliato in te, forse sei fatto così e sarai sempre così, forse sei nato male, diverso dagli altri" proprio perché quando non si comprende il fenomeno è così che si vede la pazzia, come qualcosa di non specifico ma comunque sbagliato, difettoso.

Dalla mancata comprensione del concetto di pazzia si manifesta il fenomeno della psicopatofobia, dove il soggetto teme di divenire pazzo in modo definitivo o di esserlo già e non redersene conto.

L'essere umano tende a fare errori di giudizio, a fare comportamenti bizzarri e a perdere il controllo di sé, fa parte della natura umana di ognuno di noi, solo comprendendolo e accettandolo si possono fare quei passi in avanti necessari per migliorarsi per non perdere mai il senno, per non perdere mai il controllo e usare al meglio il proprio raziocinio, per ridurre gli episodi di pazzia.

 

In definitiva questo è un termine da non usare, perché crea confusione, tende ad alimentare una visione distorta della realtà, alimenta la credenza che la pazzia sia qualcosa che capita all'improvviso, che ci si nasce o che possa essere definitivo quando invece la realtà è ben diversa e tutti sono passabili di episodi di pazzia transitoria con una frequenza variabile e soggettiva.

 

Il discorso è analogo per il termine matto.

 

Esempio dal web:

"Per me,attualmente,la paura piú grande è di perdere la testa e non avere piú controllo di me stessa,fare o dire cose irrecuperabili socialmente e al tempo stesso avere dei momenti di lucidità in cui mi rendo conto della gravità di ciò che ho detto è fatto.
Ho paura di questo perchè ultimamente mi sento sempre piú invalidata dalla fs,non capisco piú nulla e perdo il controllo del mio cervello, vado in tilt totale.In genere mi limito,per ora,a bloccarmi e ritirarmi,ma a volte invece straparlo e agisco a caso.
Mi sento come una bomba a orologeria...temo il tso,l'abbandono da parte delle persone vicine e l'essere socialmente ritenuta pazza,e non poter piú recuperare."

Al posto del termine pazzia si possono usare altri termini per spiegare in modo chiaro il fenomeno:

- disturbo;

- emotività;

- parossismo;

- impulso.

 

FINO A QUI

Tre termini che insieme spiegano tutte le eventuali problematiche che possono colpire una persona senza commettere alcuna riduzione o generalizzazione, allora perché fare questo uso? La risposta la possiamo trovare nel fallimento educativo diretto e indiretto, dove durante l'infanzia si forma una credenza seconda la quale esistono delle persone che "impazziscono" persone che non rientrano in nessuna delle tre precedenti definizioni dell'AB, persone che senza capire il perché il cervello ha "smesso di funzionare bene" e hanno perso il controllo sulla loro esistenza, la persona si è quindi rovinata, è come se fosse morta e al suo posto ci fosse un mostro che si è impossessata del suo cervello e del suo corpo.

Questa visione è talmente diffusa che viene ripresa nei film continuando ad alimentare questa visione magica e da fantascienza della mente umana.

Questo fenomeno semplicemente non esiste ma il solo fatto che la persona arrivi a sviluppare questa credenza va ad innescare la loro componente paranoica e anche il minino dubbio che possa accadere le fa soffrire, sviluppando una paura di impazzire, la quale può sfociare in reale disturbo.

E' la paranoia e il bisogno di mantenere la certezza del controllo a fare in modo che questa credenza illusoria faccia tutti questi danni esistenziali, la persona potrebbe anche rendersi conto che è un'illusione ma per il fatto che non ne se riesce a convincere per il solo fatto che mantiene il dubbio ecco che si ritrova con tutte queste conseguenze.

Il cervello a livello psichico può subire esclusivamente i tre problemi citati (le tre D di disturbo, destabilizzazione e dissonanza) a livello biologico anche può danneggiarsi ma non abbiamo alcun fenomeno simile a quello della pazzia, ci sono persone che perdono capacità cognitive.

Quindi la pazzia è semplicemente una cosa che non esiste, e una degenerazione neuronale non ha alcuna differenza da una degenerazione di qualsiasi altra parte del colpo, quindi questa eccessiva considerazione verso la testa non ha alcun fondamento coerente.

 

Per questo l'AB propone lo spegnimento di questo termine.

 

Non confondere  la paura di impazzire con le paure collegate alla depersonalizzazione, la persona potrebbe parlare di pazzia erroneamente quando ciò che intende è di rimanere bloccata in quello stato di depersonalizzazione per sempre.

 

 

APPUNTI:

 

http://www.youtube.com/watch?v=Ix0oS76jR2k

sono film come questo a causare confusione nella quotidianità.

 

"Come puoi avere paura di impazzire quando non sai nemmeno cosa sia la pazzia? In realtà non sei pazzo, sei paranoico e la pazzia è una delle tante cose che ti spaventa o ti può spavantare, come qualsiasi altra cosa ti venga in mente di cui puoi avere il minimo dubbio che accada"

ultima modifica il: 02-04-2019 - 14:14:20
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