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"Lo stupore o la conoscenza?"

Cos'è lo stupore?

DA RISCRIVERE SULLA BASE DI SORPRESA

Nella quotidianità il termine stupore si riferisce a ciò che una persona prova quando riceve una "sorpresa", cioè quando accade un evento che non si aspettava.

Lo stupore non è un'emozione negativa o positiva ma può essere condita sia da gioia o sofferenza a seconda dell'evento che capita e della nostra percezione del mondo.

Lo stupore è una emozione scarsamente considerata ma che per l'AB invece gioca un ruolo rilevante nel campo esistenziale in due versante:

- una parte dello stupore è strettamente correlato all'aspettativa

- un'altra parte a come la persona simula gli eventi e quindi tutte le credenze di come gli eventi si sviluppino.

Abbiamo una persona che quindi può essere stupita o da un evento accaduto nella realtà circostante che non aveva simulato oppure da un evento ci interazione che non si aspettava (si ricordi che l'aspettativa si nutre nei confronti di persone per soddisfare i propri bisogni).

Questa differenza è necessaria per comprendere come alcune persone, specialmente nel secondo caso, possano arrivare e vedere questo "stupore" come un bisogno, desiderando che le altre persone facciano provare loro questa emozione.

Ed è su questo secondo piano che si scontra la partita fra "folle" e "aspettativa strategica", il folle è colui che si limita a sperare ed aspettare che qualcuno prima o poi lo stupisca, dall'altra parte c'è la persona che ha compreso che se non è lui a fare la prima mossa, ad innescare una serie ci cause e conseguenze dall'altra parte non arriverà lo stupore.

Ma qui iniziano a piovere numerose critiche da parte di molte persone, definendo qualsiasi aspettativa strategica come "impossibile, non si può stupirsi se non è si è totalmente estranei alla cosa".

Come risolvere la questione? L'AB vede lo stupore come una "emozione" e "sensazione" di serie B, "il gioco non vale la candela" cioè una gioia, come tante altre gioie su cui non conviene investire, ma si può rinunciare per averne delle altre più stabili e coerenti con la felicità.

Questa scelta può essere validata anche da un'altra ipotesi, cioè quella per cui una persona che investe nello stupore e quindi in questo bisogno di essere stupito faccia un investimento disfunzionale, cioè tenta di conoscere e scoprire il meno cose possibile specialmente nel campo esistenziale, approfondire il minor numero di cose possibili così da poter aumentare secondo qualche "pensiero distorto" la probabilità di rimanere stupiti (o stupidi?).

Ma non solo smette anche di fare simulazioni, quelle stesse simulazioni che però servono anche ad altro nell'esistenza, come la prevenzione, quindi per soddisfare il proprio bisogno di stupore la persona finisce per andare in balia del caso, sacrificare la propria esistenza per un po' di gioia? No grazie, specialmente se esistono altre fonti di gioia.

Lo stupore è una emozione che conviene relegare al campo dell'infanzia, un'emozione casuale, che è ancora compatibile con una fase di sviluppo,sia di una persona che una "aspettativa strategica indiretta" perché non si aspetta tanto da chi ha intorno, sia perché conoscendo poco, avendo un metodo simulativo ancora incompleto si stupisce anche per ogni evento che gli accade intorno, è un'emozione che ogni insegnante di vita potrebbe da subito iniziare ad arginare facendogli comprendere che un giorno conoscerà a sufficienza gran parte delle dinamiche e degli scambi fra le persone e che questa gioia che prova ora verrà sempre meno e quindi conviene focalizzarsi su altri fonti di gioia.

 

Stupore come sensazione o emozione?

ultima modifica il: 05-01-2017 - 17:45:40
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