Home
Psicologia
Raziologia
Puzzle della Comunicazione
Diario
Test
Info & Contatti
 
- Emancipazione -
togli aiuti

 

Cos'è l'emancipazione?

Letteralmente vuol dire "privare del dominio" il che non si traduce nel divenire liberi ma il non essere più assoggettati a delle figure di riferimento.

Si definisce emancipata quella persona che diviene come le altre, che pagherà per le sue azioni come qualsiasi altra persona senza che debba più rendere conto ad una o poche figure. 

Questo vuol dire che l'emancipazione esiste proprio perché nella storia e in alcuni casi anche nel presente ci sono state persone che non erano sotto il dominio e sopratutto non si sentivano libere.

Sono prevalentemente tre le forme di emancipazione:

- emancipazione delle donne dagli uomini, sopratutto dal marito cambiando una società che era definita patriarcale e dove comandava sempre una figura maschile, questa è quasi conclusa in Italia;

- emancipazione degli schiavi dal padrone, conclusa in Italia;

- emancipazione dei minori dai propri genitori, ancora in corso. L'emancipazione del minore intende abolire la visione del "figlio come proprietà del genitore" che porta quest'ultimo a dire "è mio figlio e posso fargli quello che gli pare". Cioè così come un genitore è libero di tentare di educare il figlio come meglio crede allo stesso tempo il figlio dovrebbe essere libero o meno di inseguire tale educazione senza che il genitore ricorra anche a punizioni o altro per inculcargliela.

 

 

Per evitare incomprensione l'emancipazione del minore si basa sulla tesi che un genitore invece di limitarsi a trasmettere la sua educazione al figlio, che tra l'altro potrebbe non essere moderna e nemmeno funzionale per il mondo che affronterà il figlio, in modo speculare tenta di basarsi sui feedback del figlio, su cosa recepisce e cosa invece fatica ad accettare tentando di educarlo sui suoi bisogni, su suoi desideri e dando il massimo in tal senso, cioè riuscendogli comunque a spiegare l'esistenza, dargli delle basi e del supporto senza sfociare in comportamenti austeri o nella critica di quello che si percepisce deviante da sé.

Non si tratta di dare libertà totale al figlio che tra l'altro nemmeno potrebbe capire o usare, si tratta di cambiare la concezione distorta per cui la persona vede un figlio come proprietà, una persona non riesce a riconoscere i limiti della propria visione del mondo, della propria educazione, etc..

In Italia questo problema è ancora presente, è un problema culturale e sociale in quanto le persone in primisi non sono consapevili dei limiti della loro visione del mondo, per prime non capiscono il mondo, non capiscono il cambiamento non capiscono gli errori che stanno nella loro morale specialmente quando questa la considerano assoluta e a pagarne sono i figli che rimangono intrappolati in questa schiavitù famigliare, non è un caso che numerose persone abbiano definite la loro casa e la loro famiglia come una prigione.

Il punto di vista sopra descritto è quello italiano e in generale questi tre punti sono indicatori per determinare il progresso della società e quella italiana non si può ancora definire come "uscita dal medioevo" anche se comunque ha risolto due punti su tre.

Un figlio non è tuo come non è di nessuno, è un futuro cittadino del mondo e ti è concessa la possibilità di amarlo, di proteggerlo e di essere il suo mentore fino a quando non sarà una persona autosufficiente. Qui si evince ancora l'arretratezza di uno stato che non va ad analizzare l'adattamento e l'idoneità di un soggetto ad essere genitore, non c'è la visione del "prepararsi e formarlo ad esserlo" e non c'è appunto la visione del "futuro cittadino del mondo".

 

ultima modifica il: 27-01-2017 - 19:08:22
Sito Realizzato da Palombizio Valerio Giuseppe