Cos'è il comunismo?

Per poter definire il comunismo è necessario entrare nell'ottica di chi ha dato il via a questo movimento, quando, come e perché.

Il comunismo è nato con Marx ed è una specifica variante del socialismo nato per rispondere a quello che poteva essere considerato un problema oggettivo nella rivoluzione industriale, ovvero una schiera di persone che avendo potere economico e di altra natura in assenza di leggi riusciva a sfruttare questa situazione a proprio vantaggio schiavizzando di fatto numerose persone della classe operaia.

Il problema c'era e Marx propose una possibile soluzione passando per un movimento che lui stesso definì rivoluzionario e in un clima di corruzione e di conservazione del potere si può capire il perché della scelta rivoluzionaria.

La parola comunismo si potrebbe tradure per semplificare in "in comune" in quanto la tesi di Marx, sebbene articolato e complessa, puntava ad una collaborazione che si può definire oggi come utopica.

Qual è stato l'errore di Marx? Probabilmente quello egocentrico, se la società fosse stata composta da tutte persone come lui probabilmente avrebbe generato un paradiso in terra ma il problema è che l'essere umano medio non è come Marx e per fare un esempio paradosso lo stesso operaio sfruttato dal padrone se avesse avuto l'opportunità probabilmente sarebbe stato esso stesso un padrone sfruttatore.

La soluzione, come anche oggi vediamo e tocchiamo con mano, passa tramite leggi che funzionino, cioè riescano ad intrecciarsi con la realtà complessa in cui ci troviamo e riescano ad impedire all'essere umano medio di danneggiare la società proprio a causa della sua "mediocrità" e di suoi desideri che cozzano con la collaborazione e con la crescita sociale e relativo benessere.

Per dirla in soldoni se Marx si fosse limitato a fare una rivoluzione per portare ad una legislazione migliore in favore degli operai come  limitare il potere dei padroni, imporre salario imnimo e orario di lavoro massimo avrebbe portato avanti la società di almeno un secolo in termine di benessere della classe operaia.

Il comunismo è un fallimento sotto ogni punto di vista perché si basa sul presupposto che ogni soggetto sia un Marx e con relativi buoni propositi ma l'essere umano medio è più vigino ad un "animale" considerando i bassi istinti e le basse pulsioni che per lo più lo spingo. Ma oltre questo anche il solo fatto di pensare che possa esistere una società egalitaria è errato come è errato pensare di poter riuscire a imporsi in dinamiche così complesse come quelle di una società, le leggi funzionano perché limitano ma non impongono, come a dire "tu fai ma ricordati che nella tua libertà di azione non puoi sforare in determinati punti" e così funziona proprio perché la società stessa nella sua complessità procede come un macchinario estremammente complesso, quando si pensa di poter prendere una società fatta da milioni di persone diverse e farla funzionare si cade già nel delirio di controllo (non illusione perché per poter arrivare a questo pensiero c'è un delirio dietro) in quanto un soggetto crede di poter essere in grado di capire, agire e mandare avanti un sistema che si avvicina alla complessità infinita.

Definire come comunismo il solo pensiero di Marx (ed eventuali rivisatori e pensatori che hanno cavalcato quel pensiero) è fondamentale per avere chiarezza e riuscire a capire il filone socialista che è quello principale, ovvero che racchiude ogni pensatore che ha proposto tesi riguardo a come migliorare la società.

 Quando una persona si definisce comunista è necessario fare attenzione se sta usando erroneamente tale termine per riferirsi al pensiero socialista o se invece si sta riferendo al pensiero Marxista, nel caso fosse questo secondo punto vuol dire che si ha di fronte un soggetto a cui sfuggono completamente le dinamiche della società da un punto di vista umano ed è caduto nella stessa fallacia di Marx ovvero quella egocentrica.