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- Svilire -
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Cosa vuol dire svilire?

Nel linguaggio il termine svilire è diffuso e viene utilizzato per intendere un generico "parlare male dietro" o "sparlare". A livello letterale vuol dire rendere una persona vile. Ma cosa vuol dire esattamente? Per scoprilo è necessario prima conoscere e comprendere il concetto di vile.

Per vile si intende la considerazione e l'idea più bassa che si può avere di una persona, quella che più si disapproverebbe o comunque si desiderrebbe tenere lantana da sé.

 

Per esempio una persona che ha come valori il lavoro e la famiglia percepirà come vile una persona disoccupata e senza famiglia, vile è come se fosse un simbolo, una categoria di giudizio rapida per indicare il fatto che si sta parlando della più bassa stima e considerazione che si potrebbe fare di una persona.

Il simbolismo del vile è quanto di più potente possa esistere perché racchiude in un'unico termine il giudizio più negativo che qualsiasi persona può avere nella sua soggettività verso qualcun'altra.

Per ogni persona c'è il vile, per una persona saggia il vile è colui che è all'antitesi della saggezza, per una persona che mette la consapevolezza al primo posto vuol dire che considerà come vile le persone più ignoranti, la viltà è un concetto che esiste nella relatività del modo di giudicare di qualcuno.

Per una persona onesta il vile sarà il truffatore o il criminale e così via.

Svilire quindi vuol dire intervenire sul processo di considerazione che fa una persona su qualcuno e fare in modo che ci si autoconvinca o si convinca qualcun altro a giudicare quella persona "nel peggior modo possibile".

Si parla di denigrare quando invece il processo è graduale, sono sottigliezze etimologiche che possono comunque aiutare a comunicare in modo più accurato.

I tentativi di svilimento nella maggior parte dei casi si trasformano solo in una denigrazione (specialmente quando vengono fatti ad occhi di un terzo) perché c'è comunque la possibilità che il giudizio non "cadi così in basso".

 

 

Lo svilimento così come la denigrazione possono produrre solo due esiti:

- uno di riduzione di un'immagine sovrastimata, il soggetto ha un giudizio errato e la denigrazione o lo svilimento svegliano dall'errore, ad esempio una persona ha a che fare con un traditore e non se ne accorge e un soggetto esterno evidenzia questi fatti, producendo quindi uno svilimento o una denigrazione del soggetto portando la persona a rendersi conto di chi ha realmente di fronte;

- uno che invece tende ad abbassare la considerazione di qualcuno portandola ad appaire più basso di quella che sarebbe stata una condizione oggettiva e reale una volta conosciuto.

 

Questo si potrebbe sintetizzare in giudizi validi e giudizi non validi.

Fra quelli non validi va considerato la possibilità sia che il soggetto lo stia facendo in modo non intenzionale ma anche intenzionale ad esempio uno svilimento o denigrazione di un esterno per convenienza oppure un autosvilimento o autodenigrazione per attirare attenzioni e farsi dare giudizi positivi con il classico esempio "io sono brutta" e l'esterno "ma no non sei brutta sei bella".

 

L'AB individua altre quattro principali motivazioni:

- superbia, svilire l'altro equivale ad una sorta di vittoria popolare dato che la persona si sente vittoriosa dato che verrà giudicato migliore dell'altro ma anche una vittoria nel essere riusciti a indebolire l'altro, attaccandolo;

- aumentare le probabilità di fare colpo su una persona catturandone l'interesse con ciò che ne consegue, inutile negarlo o girarci intorno le persone non sanno giudicare in modo efficace, procedono per euristiche e riuscire ad apparire migliori di altri anche se in modo fittizio può fare la differenza fra l'essere scelti o scartati, se la persona svilisce le persone intorno a sé agli occhi di qualcuno può fare in modo di venire scelto essendo percepito come migliore;

- vendetta, la persona sa quanti danni possa fare svilire qualcuno agli occhi di un altro e usa questo sistema per punire e vendicarsi su una persona;

- invidia, la persona soffre e non accetta per quello che una persona ha e che non riesce ad avere e svilendo questa persona è come se tentasse di nascondere al mondo o ad altri questo suo oggetto di invidia ma anche come se fosse una sorta di vendetta verso questa persona che invidia.

 

 

Anche se l'articolo riguarda lo svilimento la dinamica è comunque la stessa della denigrazione cambia solo l'obbiettivo che una persona si pone, cioè di quanto in basso si desideri far cadere la considerazione.

C'è da dire che lo svilimento non valido non ha una durata lunga in quanto le persone continuandosi a conoscere si renderanno conto di come è l'altro e di come lo giudicano senza distorsione, cioè se Luca, Gino e Marco iniziano un percorso si amicizia e Luca parla male di Gino a Marco, anche se Marco all'inizio possa cascarci e avere una considerazione più bassa di Gino con il tempo si renderà conto che le parole di Luca non erano valide.

L'efficacia massima quindi di svilimento e denigrazione non valida la si ottiene con risultati a breve termine come ad esempio per l'istrionico o una persona che desidera essere selezionata e far scartare altri o una persona superba, etc..

 

 

Qual è la differenza fra svilire e sminuire? Lo svilimento e la denigrazione sono rivolti al giudizio esterno cioè una persona agisce affinché la sua persona o un'altra persone vengano considerate in un determinato modo da un terzo, mentre nello sminuire è la persona stessa che nel giudicare qualcuno lo fa con un giudizio minore o una valutazione minore per determinati obbiettivi o per errore.

Si legga sminuire per approfondire, Pagina di disambiguazione sminuire.

 

 

ultima modifica il: 16-07-2016 - 1:02:07
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