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Cos'è la vita? Cosa si intende per vivere in ambito esistenziale?

 

(vita come viaggio, vita come gioco)

Sebbene il termine vita venga usato generalmente per indicare uno stato biologico in cui l'organismo continua a funzionare da un punto di vista esistenziale il termine assume un significato diverso e più utile.

Si può parlare di vita nel monto in cui una persona esce fuori dalle condizioni di sopravvivenza, quindi non vi è nessuna minaccia di morte significativa (niente guerra, condizioni sociosanitarie sufficienti, niente malattie o altri problemi sociali) e ha sufficiente tempo e risorse per inseguire la propria indole.

La vita inizia nel momento in cui i bisogni primari (quelli definiti da Maslow) vengono soddisfatti e la persona può pensare a qualcosa che vada oltre la semplice sopravvivenza, ma possa pensare di costruire la propria vita con una qualità relativa.

Ma cosa fa una persona nel momento in cui i suoi bisogni primari sono soddisfatti? Inizia a seguire la sua indole, cioè ciò che le piace e che se avrà successo lo porterà ad essere felice.

La vita che ogni persona fa è frutto delle azioni che fa, azioni che vengono definite delle direttive in quanto direzioneranno l'esistenza del soggetto, costruiranno o distruggeranno qualcosa, porteranno alle conseguenze che daranno o meno al soggetto ciò che ricerca o per assurdo della sofferenza.

La qualità della vita è strettamente collegata all'intelligenza del soggetto, la sua abilità di fare azioni efficaci prive di errore e che lo porteranno all'obiettivo prefissato.

Detto in altri termini la personalità gioca un ruolo chiave in quanto è il centro in cui si svolgerà la comprensione del mondo, la pianificazione dell'azione e farà la differenza in termini di efficacia e di successo nel raggiungimento di obiettivi, i quali saranno basati sull'idiosincrasia e l'indole del soggetto.

 

 

La vita è tale nel momento in cui il soggetto si pone degli obiettivi, si parla di assenza di vita quando il soggetto per diversi motivi smette di agire in tal senso, smette di avere obiettivi e di tentare di raggiungerli, diventa cioè un soggetto depresso.

 

 

 

Ognuno di noi che se ne accorga o meno, ogni giorno da una direzione alla propria esistenza, che se ne accorga o meno dirige la sua esistenza, anche non scegliere, essere passivi o accomodanti è di fatto una scelta che cambierà la nostra esistenza, l'unica cosa che una persona potrà dire a se stessa è "mi sto dirigendo verso la vita che voglio" o "mi sto dirigendo verso una vita che non voglio". 

 

FINO A QUI

Nel caso questo stato non arrivi si parla di sopravvivenza, dove il soggetto in primis si rende conto che quello che sta passando non è vita ma un semplice sopravvivere, andare avanti come entità biologica e la cui entità psicologica soffre e resiste sebbene possa avere momentanei sprazzi di serenità o gioia.

A livello tecnico una persona si sente viva quando raggiunge e ha raggiunto la maggior parte dei desideri che ha o pensa di essere sulla strada del raggiungimento, ritrovandosi quindi in una vita considerata autentica anche se possono esistere problemi o piccoli elementi che vanno contro.

Non conta tanto la perfezione quando il "grossomodo" alcune persone si avvicinano di più altre di me, ma per l'appunto grossomodo tutte sentono di vivere la loro vita, si sentono vive.

 

Alcune persone confondono il "sentire" con la vita, ma fosse così sarebbe una definizione inutile in quanto ogni persona prova emozioni, anche la persona più depressa è pervasa da un profondo stato di tristezza e sofferenza che non gli fa sentire null'altro ma la depressione la sente.

Sentirsi vivi è probabilmente l'unico motivo e l'unico scopo che abbiamo come esseri umani viventi, cioè essere in grado di concettualizzare e rappresentarci noi stessi e il nostro viaggio fatto di un inizio e una fine.

 

Quali sono i maggiori ostacoli alla vita? Sono tre:

- l'inautenticità, il soggetto insegue cose che non sente proprie, università, lavoro, rapporti, amici, non vive perché ciò che fa non lo soddisfa, non lo sente proprio. In alcuni casi al persona potrebbe non aver nemmeno ancora trovato il suo "senso della vita" cioè cosa desidera, cosa le piace;

- disadattamento e inadattamento, il soggetto sa cosa desidera ma non sa come averlo, non sa fare progetti, compie numerosi errori e di fatto è inappagato perché non raggiunge i propri obbiettivi.

 

La vitalità tenta di misura la vita del soggetto, misura il tempo perso in autenticità o nella passività e intrattenimento di far passare il tempo che non si vive e misura il tempo in cui il soggetto si vive ciò che desidera e sente proprio.

La vivacità misura la propensione al continuare a scoprire sé e gli altri, scoprire cose nuove, conservare quindi una curiosità e un interesse per aumentare la propria conoscenza.

 

Un'esistenza saggia è quella in cui nelle giornate c'è solo vitalità e vivacità, con una dose minima di intrattenimento.

 

Frasi come "questa per me non è vita" oppure "se devo vivere a queste condizioni preferisco non vivere affatto" ci indicano come il soggetto probabilmente non si senta vivo.

 

 

ultima modifica il: 26-01-2019 - 12:22:32
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