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- Passività -
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 Cos'è la passività? Cosa si intende per comportamento passivo? 

Si definisce passivo il comportamento di chi non compie nessun azione o reazione ma assiste e subisce inerte agli eventi. Una persona che è sdraiata su un divano e si sta riposando non è definibile passiva, ma è passivo ad esempio un soggetto che mentre è con altre persone intorno non dice nulla.

La passività non va vista come generale ma come fasi, il soggetto avrà i suoi contesti dove è passivo e altri dove non lo è.

La passività come nasce? In diversi modi:

- inibizione, il soggetto dentro di se avverte dei conflitti che lo portano a non agire a causa di ciò che teme;

- strategia, il soggetto usa la passività pensando che in quel momento sia giusto agire in quel modo, pensiamo all'atteggiamento passivo aggressivo, il soggetto pensa che se intende far soffrire l'altro forse il modo migliore per farlo è non fare nulla, lasciandolo nel silenzio. Oppure una persona che desidera apparire calma potrebbe pensare che in una data circostanza sia meglio non fare niente per apparire come persone più tranquille;

- abulia, detto anche mancanza di obiettivo, mancanza di significato nel contesto che si sta vivendo, causato da una mancanza di individuazione. Il soggetto per diversi motivi non ha sviluppato una sua volontà, si ritrova immerso in uno scenario da quale non riesce a volere nulla, non avverte stimoli, non sente di voler far nulla iniziando ad esempio a sbadigliare. Solitamente questa fase si associa ad una sorta di volontà/speranza di affidarsi all'esterno e quindi il soggetto manifesta un comportamento inerziale, cioè agisce solo se dall'esterno in quel momento qualcuno riesce a mettergli la voglia di fare qualcosa. In sintesi l'abulia macroscopica si manifesta in quei momenti in cui il soggetto non ha nulla da fare, non sa cosa fare del suo tempo e della sua vita in quel momento;

inabilità, il soggetto non sa come fare qualcosa, per mancanza di abilità, ad esempio la persona non sa come porsi con gli altri, come dire qualcosa, come attuare qualcosa che vorrebbe fare. Non si sente inibita, non c'è paura, c'è una volontà ma c'è anche la percezione di non saper come fare per trasformare l'idea e la voglia di quel momento in azione.

 

 

 

Nel caso dell'inibizione il soggetto è necessario che lavori sulle sue paure, sui suoi conflitti interiori, risolti questi il soggetto non sarà più passivo.

Nel caso della strategia invece è intenzionale, qui conviene chiedersi "voglio stare con una persona che usa questa strategia" o "io che uso questa strategia, sono realmente sicuro che mi convenga?".

Nel caso del blocco la risoluzione sta nel crescere, nel migliorare la propria autoefficacia e le proprie abilità.

I casi più complessi sono due, quelli dell'abulia microscopica e macroscopica, dove scopriamo che è proprio la personalità nel profondo ad essere passiva, una personalità immatura, nel senso letterale del termine che cioè non è matura e non ha sviluppato una propria volontà, che non è arrivata al punto di avere una visione sfaccettata della realtà, sviluppare modi e tecniche proprie di fare, non riesce ad affermarsi in quel contesto nei due livelli che distinguono l'autoaffermazione e l'individualità, cioè o non sa cosa vuole o se lo sa non va oltre e quindi non manifesta nessuna micro reazione che compone il comportamento, non manfiesta quel comportamento che in qualche modo "firmi e caratterizzi" il suo modo di essere, che ne firmi la personalità.

 

Quando si è nella fase passiva si oscilla fra inerzia e remissività, si finisce per fare ciò che gli altri ci chiedono, per seguirli o per obbedirgli proprio perché manca qualcosa al di dentro.

 

Il soggetto passivo tende più o meno consciamente a rimane in attesa che un altro lo attivi, che l'altro in qualche modo gli generi voglie e gli generi la volontà di agire, o anche solo la volontà di rimanere lì ad essere intrattenuto. 

 

 

Questi comportamenti appaiono chiaramente passivi all'esterno, ci si rende conto di avere di fronte qualcuno che è passivo nel suo immobilismo o che è attivato per inerzia o che si comporta in modo remissivo e tale comportamento viene giudicato sia in termine di valore, provando apprezzamento o disprezzo a seconda delle persone, ma anche un'eventuale disapprovazione per chi ritiene giudizio e dannoso il comportamento passivo.

 

Questo in cosa si traduce? Che non c'è un giudizio definitivo e universale a riguardo, ci saranno soggetti che ricercano appositamente persone passive, pensiamo ad un uomo oggettosessuale che vuole una donna solo per il sesso e che lo segua ciecamente, una donna passiva sarebbe il suo ideale, non dovrebbe far altro che stimolarla e prendere ciò che vuole senza scontrarsi con una personalità attiva.

Ma ci sono persone che invece vogliono avere affianco qualcuno da conoscere, qualcuno con cui confrontarsi, qualcuno con cui vivere un'avventura unica sapendo che così come loro cercheranno di autoaffermarsi anche di fronte troveranno qualcuno attivo che tirerà fuori ciò che ha dentro.

Questo concetto è fondamentale perché fa capire la dinamica della passività, l'origine e anche l'effetto che avrà sugli altri, alcuni vedranno la passività come qualcosa di valore altri la vedranno come qualcosa da scartare e allontanare.

Non solo, nella passività c'è inevitabilmente una connotazione di "malattia" o sarebbe meglio dire di personalità problematica, come nel caso dell'inibizione, o di personalità immatura, di personalità che ha fallito nel percorso della crescita o non l'ha fatto affatto, una persona che non ha sviluppato abilità o che non ha svolto un percorso che l'ha portata a capire cosa vuole, ad avere dei suoi modi di fare, ad avere una reazione alla ricchezza di stimoli della realtà. In ogni modo c'è una persona che vive di meno, non è cresciuta, non ha completato il suo percorso di crescita come individuo e tutta la passività che manifesta è l'indicatore di ciò che si porta dietro e che ne frena il vivere.

Quindi in defitivia si può affermare che anche rimanendo passivi si possono trovare persone che apprezzano questo modo di essere ma che in ogni caso essere passivi, tranne per l'aspetto strategico di questo compormento, indica che c'è qualcosa di problematico e di irrisolto nella personalità del soggetto e parlare di "sono fatto così" o "sono una variante normale dei modi di vivere" è un'illusione di comodo.

 

Il paradosso del passivo

Uno degli errori che potrebbe commettere il soggetto passivo è quello di pretendere, la persona passiva in quanto tale può solo aspettare e sperare che dal di fuori arrivi ciò che ricerca, oppure pretendere che un soggetto esterno non si stufi mai di quel suo stato di passività. Chi è passivo e al tempo stesso ha compreso come funziona il mondo accetta il rischio di aspettativa, cioè che l'altro non faccia nulla, accetta il rischio di disprezzo, cioè di non piacere all'altro. Nel momento in cui fa qualche pretesa o si lamenta vuol dire che non ha capito nulla della sua condizione, non ha capito nulla di come va il mondo.

Un soggetto passivo può pensare solo questo "so di essere una persona passiva, so di avere i miei problemi ma al tempo stesso so che ci sono la fuori persone a cui piace una persona passiva, mi limiterò ad aspettare di trovare una persona del genere, sapendo che non posso, specialmente all'inizio, pretendere nulla limitandomi ad aspettare che l'altro faccia e mi prenda così come sono senza lamentarmi quando vengo scartato, critica o lasciato ad aspettare".

 

La televisione è l'emblema del passivo inerte

Una persona che in un dato momento si annoia, non sa cosa vuole, non sa cosa fare e prende un telecomando e inizia a cambiare canale sperando che, nello scorrere, arrivi quella trasmissione che in quel momento la intrattiene, senza che faccia nulla, comodamente seduta su una sedia o un divano subirà passivamente un esterno che le farà passare dei momenti e a cui in cambio non dovrà dare nulla.

 

Un esempio di persona remissiva la troviamo nella sessualità, quando qualcuno con cui si fa sesso non prende mai l'iniziativa, si limita a godere in modo remissivo e lascia fare tutto all'altro limitandosi a seguire ciò che si inizia o viene detto. Non ne parla, non fa nulla per caratterizzare ma solo prendere e seguire ciò che l'altro fa, ciò che l'altro afferma e caratterizza.

 

 

La passività come questione di chimica in un rapporto o in un contesto

Come accennato ad inizio articolo non esiste il soggetto completamente passivo e completamente attivo, c'è una fase attiva o passiva in base a come è la persona e quale contesto sta affrontando. Se una persona insieme ad un'altra si sente passiva perché inibita o perché con quel tipo di persona non sa cosa fare, non sa come comportarsi potrebbe prendere anche in considerazione la possibilità di cambiare persona, cambiare frequentazione o luogo come reazione strategica momentanea fino a quando non risolverà i suoi problemi interiori di personalità.

 

 Un esempio di strategia passiva, non scelgo mai e aspetto di essere scelta

Questa strategia nasce da più cause ma prevalentemente è per inibizione e paura del rifiuto o di arrivare a prendersi una persona a cui non piacciamo realmente. Ma potrebbe essere causato anche da blocco (non so come approcciarmi agli altri) o da abulia ( non mi piace nessuno, non mi interessa nessuno, aspetto che siano loro a conquistarmi percHé non so quello che voglio). 

 

ultima modifica il: 23-01-2019 - 11:05:47
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