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- Fatalismo -
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Cosa è il fatalismo?

Con questo termine nel linguaggio comune si descrive  di chi crede di non poter in alcun modo contribuire al raggiungimento di un obiettivo ma che le cose accadano per motivi prevalentemente esterni.

Il fatalista quindi come vive? Si limita ad una singola esposizione, ad un singolo tentativo, come a dire "io faccio la mia mossa, poi si vede".

Ad esempio il fatalismo chiede ad una ragazza di uscire, se questa dice no la sua reazione è "non doveva succedere, era destino" oppure "se non le piaccio non le piaccerò mai".

Il fatalista è tale perché non comprende il funzionamento della realtà, non capisce i nessi causa effetto e quindi non può dedurre o comprendere il piano di azioni da fare per raggiungere l'obiettivo.

Il fatalismo in alcuni casi invece è favorito da una distorsione, da regole assolutistiche come "l'unica cosa che conta è l'aspetto estetico genetico", come a dire l'unica cosa che posso fare è questa o va o non va.

Il fatalismo porta necessariamente ad uno stato che si può definire come di immobilismo, il fatalista non è in grado di muoversi per fare, per agire o per costruire, è in balia di eventi che non comprende o che vede in modo distort.

Tecnicamente parlando il fatalismo è di chi ha una visione di locus of control esterno, cioè di chi crede di non avere alcun potere regolativo, il fatalista finisce per arrendersi e disinteressarsi agli eventi esterni, non facendo nulla per modificarne il decorso.

Attenzione a non confondere il fatalismo con altri tre fenomeni:

- il pessimista, il pessimismo è la visione di chi pensa che le cose non possano essere cambiate, fra i tanti motivi può esserci il fatalismo ma non è l'unico. Il pessimista è chi crede che non potrà mai migliore, non capirà mai alcune cose e in alcuni casi che le cose non cambiano perché tutto dipende dall'esterno;

- risentimento per le avversità, le avversità esistono e alcune persone potrebbero avere difficoltà con l'accettarle finendo per finire ossessionate da queste, ad esempio la persona non accetta di essere nada in un determinato ceto o di aver avuto alcune "sfortune casuali";

- determinismo, la persona pensa che sia tutto determinato, cioè che la realtà sia frutto di un meccanicismo totale e che ogni scelta presa non sia frutto di un libero arbitrio ma che doveva per forza andare così, in termini pratici questo non cambia nulla se la persona non si lascia influenzare o deprimere da questa visione delle cose, la persona continua a fare la sua vita con questo alone di "copione già scritto" e di destino inesorabile. Il determinismo diventa una sorta di trappola o scusa per non impegnarsi, finendo per agire a istinto o lasciandosi consigliare da scelte altrui.

 

Il fatalista non si pone uno scopo o non lo insegue perché pensa che la sua vita sia determinata per lo più da eventi esterni e che qualsiasi cosa farà sarà inutile.

Il determinismo è alimentato da un senso di inadeguatezza e/o incapacità precoce, dove probabilmente il soggetto nella sua prima di vita non è stato formato per fare scelte efficaci e avendo visto che qualsiasi cosa faceva quello che si poneva non è accaduto ha sviluppato questa visione distorta del controllo.

Si legga controllo per approfondire

 

 

 

Prendiamo un esempio dal web: 

"Sono pessimista in teoria, ma in realtà sono abbastanza ottimista  Nel senso, sicuramente vedo il mio futuro nero e non penso succederanno cose belle, ma appena all'orizzonte sembra capitare qualcosa di bello mi metto a fantasticare e sono contento, come se nulla fosse. Per esempio mi chiamano per un colloquio, io lo so che non vuol dire nulla ma mi sento automaticamente sollevato come se mi avessero già preso, mi immagino già quello che posso fare, poi ovviamente dopo il colloquio mi deprimo. Però appunto, anche se so come vanno le cose, divento ottimista in maniera automatica, anche se non ci credo veramente, mi succede anche con altre cose".

 

Questo racconto dimostra l'ipotesi sul senso di inadeguatezza o incapacità in quanto il soggetto appena ottiene qualche risulto e migliora nella sua autoimmagine o nella sua autoefficacia ecco che parzialmente abbandona l'ipotesi fatalista che ricompare immediatamente al primo tentativo fallito in quanto resta comunque un soggetto che non ha compreso il mondo e non sa operare efficacemente in esso.

La persona sta chiamando fatalismo con il termine pessimismo. 

 

Pagina di disambiguazione pessimismo.

 

 

 

ultima modifica il: 26-02-2020 - 7:57:33
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