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Cos'è uno schema? Cosa si intende per schematizzare?

Si definisce schema un insieme di regole (procedura) che non varia, frutto di una rigidità mentale che impedisce al soggetto di usare quelle regole in modo diverso, basandosi sul contesto.

 

 

Un errore che si commette è quello di pensare che esistano solo gli schemi, ma sebbene questi siano il modo più diffuso di pensare ed agire esistono anche procedure strategiche.

Lo schema diventa fondamentale per descrivere numerose attività umana.

Ad esempio schema interpersonale, quando la dinamica in un rapporto diventa schematica a causa di situazioni statiche, come aspettative, credenze sull'altro (distorte o meno), incompatibilità, etc... che ci danno modo di prevedere come ci si comporterà in quello specifico rapporto proprio a causa di questa rigidità schematica da ambo i lati.

 

Non confondere schema interpersonale con ciclo interpersonale.

 

DA RIVEDERE

 

 

Lo schema è il piano d'azione mentale che si fanno le persone che possiedono l'illusione del controllo e non riescono a capire/accettare gli esisti probabilistici delle azioni e delle simulazioni, si legga controllo per approfondire.

BOZZA

C'è una correlazione fra il rifugiarsi in degli schemi e l'insicurezza? Che ruolo gioca l'ignoranza in questo meccanismo?

 

Nella quotidianità il concetto di schema è diffuso anche se presenta confusione a causa dei diversi significati attribuiti:

- schema per intendere la rappresentazione semplificata di un oggetto reale per comprenderne le componenti di cui è composto, ad esempio lo schema di una macchina dove si evincono le componenti interne più rilevanti per il funzionamento;

- schema per intendere il piano di azione che la persona farà dato che per raggiungere alcuni obbiettivi sono necessari più step, si necessita di fare più scelte e azioni andando a costruire un piano d'azione detto anche piano preliminare, dove tutto questo si succede in uno schema dove la persona ha pensieri come "una volta fatto questo, aspetto quest'altro per foi fare quest'altro ancora, etc..".

 

Il secondo significato è diffuso nel campo esistenziale anche se le persone tendono a non darci peso, questo è paradossale perché la riuscita o meno è correlata al fatto che questo schema/piano d'azione sia efficace.

Analizzando ulteriormente questo fenomeno si scopre che questi schemi possono essere fatti in due modi:

- il primo è quello di definire a priori lo schema senza considerare nessun imprevisto, cambiamento o qualsiasi tipo di evenienza. La persona si aspetta che accadrà esattamente ciò che ha simulato/dedotto;

- il secondo invece si basa sull'assunto contrario ovvero che è improbabile che la simulazione/deduzione sia perfetta, quindi conviene aspettarsi puntualmente qualsiasi evenienza imprevisto e sopratutto considerare che tutto cambia continuamente e conviene porgere attenzione anche a tutti gli eventuali cambiamenti.

 

Essendo questi due modi di pianificare l'azione completamente diversi l'AB proprone di definire il primo "schematizzare" mentre il secondo "programmare".

Appare lampante come il primo metodo sia quello più inefficace e rischioso anche se paradossalmente è quello più diffuso. Questo accade perché la maggior parte delle persone sono paranoiche, hanno bisogno di certezze sono spaventate ed inibite dagli eventi probabilistici, ma anche perché non potrebbe accettare nemmeno in alcuni casi di fare errori o fallimenti momentanei.

Lo schema è anche meno energivoro, la persona pianifica un numero limitato di scelte cosa che sarebbe diversa nel programmare dato che richiederebbe un numero maggiore di energie spese per connsiderare tutti i vari cambiamenti e le evenienze. Tutto questo porta queste persone al bisogno di definire degli schemi, schemi che con elevata probabilità li porteranno ad una serie di situazioni inaspettate e difficili da risolvere proprio perché non ci si è arrivati preparati.

Una persona che schematizza si predispone non solo ad una notevole dose di risentimento dato che si ritroverà a non accettare tutti i cambiamenti e gli imprevisti che possono accadere, ma anche al probabile abbandono dello schema stesso e dell'obbiettivo qualora non riuscisse più a sopportare o tollerare tutta questa diversità rispetto al suo schema originario.

Con il programma invece la situazione è esattamente l'opposta, la persona ha in anticipo una visione realistica di ciò che succederà questo dà la possibilità sia di calibrare una dose adeguata di motivazione, sia di arrivare a qualsiasi intoppo o cambiaento preparata così da poterlo accettare o tollerare con immediatezza. 

Una mentalità probabilistica, l'assenza di paranoia e la preparazione ad investire maggiore risorse temporali ed attentive ripagano la persona di un percorso strategico sereno, privo di risentimento e che con un'alta probabilità arriverà a compimento, dato che una persona che schematizza potrebbe non reggere il carico e fermarsi prima, anche perché la motivazione potrebbe essere sufficiente a coprire solo il percorso "idilliaco" del suo schema e non è in grado di affrontare la realtà dei fatti con tutti gli imprevisti e cambiamenti.

 

E' necessario ricordare che un conto è pianificare le azioni con i due modi un conto è avere anche l'attitudine per svolgere poi le azioni richieste, non ci sono solo scelte da fare ma anche azioni da compiere.

Questo significa che programmare di per sé non è sufficiente a garantire la riuscita dell'obbiettivo ma è necessaria anche un'attitudine.

Alcune persone specialmente quelle che tendono a schematizzare non solo scelgono un percorso non realistico ma potrebbero perfino non aver compreso il concetto di attitudine pensando che la realtà sia qualcosa su cui sia sufficiente esercitare il proprio controllo o è sufficiente scegliere, ritrovandosi non solo di fronte ad imprevisti ma anche di fronte ad azioni che non sono in grado di fare.

Tutto questo ci fa comprendere come esistano degli indicatori per comprendere se una persona è in grado di programma efficacemente o invece tenderà a fare schemi irrealistichi, questi sono:

- paranoia;

- scarsa motivazione;

- credenze illusorie sul controllo.

La scarsa motivazione potrebbe spingere le persone a ricercare schemi perché non ha la motivazione sufficiente per sopportare gli imprevisti, i cambiamenti e qualsiasi altra evenienza, le altre tre componenti invece spiegano perché la persona non si rende conto di quanto sia irrealistico fare degli schemi.

Un altro indicatore di persone che tendono alla schematizzazione è quello di persone che vanno alla ricerca di "trucchi, segreti e tutto ciò che gli permette di arrivare all'obbiettivo nel minor tempo possibile. Queste persone non si rendono conto della complessità della realtà e potrebbero nella loro percezione distorta sia essere dispensatori di queste illusioni come "ti rivelo il segreto per fare quello che ho fatto io ovvero..." oppure andare alla ricerca di questi "Dai ti prego dimmi il segreto di come hai fatto, dimmi quale è il trucco", riducendo un percorso soggettivo fatto di variabili uniche, imprevisti unici e basato sulla propria attitudine a poche righe che applicate da altre persone saranno un fallimento garantito.

 

Concludendo si può affermare che l'unico strada che garantisce al tempo stesso serenità ed efficacia è quello di programmare i propri obbiettivi considerando la necessità di aver sviluppato le attitudini implicate in tali obbiettivi.

 

Alcune persone parlano di schemi ricorrenti per rifersi al fenomeno della profezia che si autoavvera, si legga il relativo articolo per approfondire.

APPUNTI:

 

Programma e attitudine, schema ed illusione del controllo, un indicatore di chi usa gli schemi è il bisogno e l'attesa di queste persone delle regole, dei trucchi e dei segreti su come agire, illusioni per chi non si rende conto di cosa sia un'attitudine e di come si sviluppi.

ultima modifica il: 13-06-2019 - 19:29:28
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