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- Ristruttrurazione -
togli aiuti

"Se una persona sta soffrendo è perché ha un modo di vedere le cose e di fare che la porta a stare male, solo cambiando la persona la si può portare via da quella sofferenza"

Cos'è la ristrutturazione? Cosa si intende per ristrutturazione di personalità?

 Con questo termine si evidenzia una tecnica di inntervento psicologico che ha l'obiettivo di cambiare la personalità del soggetto per migliorarla, cambiando tutta quella serie di pensieri e credenze che sono alla base di disturbi o condotte negative per il soggetto.

Per ristrutturare qualcosa è neccessario prima conoscere la personalità del soggetto, questa scoperta avviene prevalentemente in quattro modi:

- empirismo collaborativo. Al soggetto si chiede collaborazione, di dirci tutto ciò che pensa, chi è, di lavorare su stesso quanto possibile per esporci la sua personalità. L'empirismo collaborativo pone l'accento sul fatto che per conoscere chi abbiamo di fronte è necessario che questo intenda dirci tutto senza omettere nulla e senza mentirci. Se il soggetto non collabora e non ci mette del suo la terapia potrebbe fallire. Il paziente non deve mentire, deve dirci tutto e deve lavorare su se stesso il più che può per comunicare tutto ciò che pensa e chi è. L'empirismo collaborativo riesce se il terapeuta è abile a formare una solida alleanza terapeutica, il soggetto percepisce quanto sia necessario e conveniente che lavori in questo modo per il suo interesse. L'empirismo collaborativo ha un potere ristrutturante perché il soggetto di fatto tira fuori qualcosa che ha dentro e ci pensa, il fatto che ci pensa esercita un cambiamento anche minimo;

- dialogo socratico. Con questa tecnica si inizia un dialogo con l'altro che è produrrà una serie di domande ad oltranza dove non si contraddice mai l'altro ma lo spinge affinché ci parli quanto ascia che l'altro ci parli quanto più possibile, ci esponga la sua tesi, ce la svisceri totalmente limitandosi a chiedere "perché" "sei sicuro" etc.. con la speranza che nel farlo si renda conto di lacune o errori. Il dialogo socratico viene usato in modo complementare all'empirismo collaborativo, sia per prendere più infornazioni di quelle che il soggetto spontaneamente ci fornisce ma anche perché il dialogo socratico ha un'azione ristrutturante definita Maieutica. Questa avviene perché inevitabilmente il soggetto più parla di sé, più viene mosso ad approfondire ed esporre le sue credenze più profonde più inevitabilmente ci viene in contatto e le osserva, forse per la prima volta e questo attua un cambiamento, una ristrutturazione più potente di quella che avviene nell'empirismo collaborativo. Questo evento non è scontato, può avvenire come non avvenire, è una delle tante armi che il terapeuta ha a disposizione;

- addestramento alla consapevolezza interiore. Il soggetto viene addestrato a riconoscere il proprio mondo interiore che sebbene non sia conscio può essere comunque accessibile (preconscio). In questo mondo troviamo quelli che vengono detti pensieri automatici, ma anche tanto altro materiale che con uno sforzo può essere reso conscio, può essere verbalizzato. Questo punto si potrebbe definire come il tentare di tradurre ogni contenuto psichico in un contenuto conscio, renderlo conscio anche quando non lo era. In questo punto ricade anche il raccogliere quei pensieri consci che facciamo ma a cui non diamo peso. L'addestramento alla consapevolezza consiste quindi anche nel fatto di rendere esplicito e produrre un dialogo verbale "unidirezionale" senza che il tutto rimanga implicito nella propria testa. Il soggetto in questo modo inizia a fare più attenzione al proprio stato cognitivo interiore e al tempo stesso depotenzia tutto quello che fino a quel momento avveniva in modo automatico, spalcando le porte alla metacognizione e iniziare ad essere coscenti di sé, scettici di se stessi. Quello che inizia come un addestramento alla consapevolezza interiore evolverà nel tempo in una vera e propria capacità metacognitiva, dove non ci si limita solo a conoscere il proprio contenuto mentale, ma anche a lavorarci sopra per migliorarlo;

- scoperta guidata. Il terapeuta aiuta il soggetto a guardarsi dentro ed esporre chi è, ciò in cui crede, i suoi pensieri interiori, da quelli più consci a quelli più automatici (preconsci) scoperti con l'addestramento alla consapevolezza. La scoperta guidata è necessaria perché non è detto che il soggetto da solo sappia dove guardare per esporre tutto ciò che ha dentro. La scoperta guidata è fondamentale perché arriva laddove l'empirismo collaborativo non riesce, cioè per quanto si possa chiedere al soggetto di dirci tutto non avrà sempre i mezzi per farlo o potrà fallire in tal senso. Anche la scoperta guidata va visto come un mezzo complementare, che fornisce strumenti migliori al paziente ed interviene per aiutarlo senza limitarsi a fare solo domande come avviene del dialogo socratico o all'empirismo collaborativo dove ci si limita a chiederci tutto. Nella scoperta guidata il terapeuta smette di fare domande ad altranza ma inizia a fare domande specifiche a partire da ipotesi che esso stesso ha fatto sul paziente e che desidera approfondire

 

Questi quattro mezzi d'indagine hanno un potere ristrutturante implicito ma non sempre questo è sufficiente e quando non basta ecco che si passa all'uso di mezzi di intervento mirati alla ristrutturazione: 

- Discutere. Si discute con il soggetto di tutto ciò in cui crede, di tutto quello che vede o pensa e si attacca questo pensiero nel caso sia distorto evidenziano gli errori o la scarsa validità. La discussione potrebbe evolvere nel disputing nel momento in cui il soggetto si difende perché crede che le cose stiano realmente così, ne ha una dimostrazione, le sente vere e non accetta l'attacco, non ritiene la sua credenza falsa, nonostante le dimostrazioni contrare che vi sono portate;

- Defusione. Nella defusione si attua una strada differente dall'attacco frontale, si fornisce al soggetto un punto di vista alternativo che in quel momento non considerava a causa della chiusura mentale (focalizzato solo su quel punto di vista ritenendolo vero). Nella defusione si tenta di portare un punto di vista considerato altrettanto valido dalla persona che inevitabilmente lo porterà a farsi domande anche sul suo punto di vista, quello originario. La defusione ha il potere di ridurre il carico emotivo della percezione del soggetto, in quanto finirà per riconsiderare un po' di cose, almeno inizialmente. Un esempio di defusione lo abbiamo nel reframing, dove si porta al soggetto un modo nuovo e diverso di guardare il contesto di partenza, facendogli capire che una stessa cosa vista da angolazioni diverse suscita emozioni differenti. La defusione si può usare in contesti irrazionali ma è particolarmente utile in contesti in cui il soggetto sta soffrendo e sta avendo disturbi per qualcosa che non è irrazionale ma è solo una parte dell'insieme, con la defusione si aiuta a guardare oltre;

- Intervento sull'intelligenza, questa strada consiste nell'intervenire ad un livello più profondo di personalità del soggetto, facendo in modo che il soggetto migliori sui tre pilastri dell'intelligenza e di conseguenza possa a partire da questo sviluppare una migliore visione della realtà, capisca cosa vada cambiato, cosa no. In alcuni casi non si tratta di cambiare ma proprio di colmare lacune del soggetto, credenze e modi di pensare che una volta aggiunti migliorano la personalità del soggetto e ristrutturano nel complesso la personalità. In questo modo è come se al soggetto si dessero degli strumenti migliori per pensare, per capire e quindi sia in grado di intervenire da sé o capire meglio l'intervento che si sta facendo.

 

 

La ristrutturazione rieduca il soggetto, ne modifica la percezione e il comportamento. La psicoterapia si basa sul modificare gli schemi di pensiero di un soggetto, sia quelli irrazionali ma anche quelli razionali, in modo che il soggetto abbia una percezione della realtà che non lo disturbi più e risolva quegli aspetti in cui inizialmente si lamentava.  

 

In alcuni casi è sufficiente utilizzare i metodo di indagine per ristrutturare un soggetto, mettendolo di fronte a cose che da solo non avrebbe mai visto o analizzato ma in altri casi questo non è sufficiente ed è necessario intervenire in modo strutturato.

 

Qual è il ruolo della metacognizione in tutto questo? Ogni volta che il soggetto guarda al suo stesso pensiero e lo analizza stiamo parlando di metacognizione, il terapeuta in modo attivo spinge il soggetto ad analizzare i suoi stessi pensieri e fare metacognizione durante la ristrutturazione.

Diventa sempre più probabile che il soggetto, proprio sotto questa spinta, inizi anche in autonomia a fare questo processo acquisendo in modo definitivo quegli strumenti e quelle abitudini che lo aiutano a cambiare da sé i pensieri disfunzionali, senza che sia necessario il terapeuta.

 

 

 

FINO A QUI

 

[svuotare e riempire di nuovo le credenze, migliorare i metodi deduttivi]

Con il termine ristrutturazione si intende quel intervento psicologico alla base della terapia cognitiva (ma anche cognitivo comportamentale) in cui si va a modificare il modo di pensare di un soggetto in modo che cambiando il pensiero cambino anche le emozioni e in questo modo si possano risolvere quelli che prima erano problemi invalidanti.

Il termine ristrutturazione viene usato prevalentemente per le credenze, ad esempio quando una persona è convinta di qualcosa errata ristrutturare vuol dire fare in modo che quella persona si renda conto che quella credenza era errata e quindi la abbondoni per sostituirla con una valida.

Se portiamo il termine ristrutturazione nell'ambito dell'adattamento scopriamo che questo però può essere esteso anche ai metodi deduttivi e alle abilità, andando quindi a cambiare la persona anche in altri frangenti della sua personalità.

Il termine ristrutturazione può essere quindi un termine generico e utilizzabile per qualsiasi cambiamento mirato a cambiare una caratteristica di personalità correlata al problema o disturbo in essere.

 

La ristrutturazione può essere fatta in due modi, uno passivo dove il terapeuta è colui che analizza il pensiero del paziente e fornisce il piano di cambiamento ma può essere fatto anche in modo attivo dove è il paziente/persona stessa che inizia ad analizzare la sua mente, la sua personalità inizia a capirla (sviluppando i strumenti per farlo) e per primo progetta un piano di cambiamento (complice il terapeuta). Il modo passivo è alla base di qualsiasi terapia cognitiva o cognitivo comportamentale mentre il  modo attivo è alla base della terapia metacognitiva dove il paziente per primo interviene su di sé, diventa attore e fautore del piano di cambiamento.

Per fare un esempio immaginate che la vostra casa abbia un problema, nella terapia cognitiva chiamate qualcuno che pagherete per attuare il cambiamento, nella terapia metacognitiva chiamerete qualcuno che ci recluterà nel cambiamento vi darà degli strumenti per poter lavorare e insieme apporterete il cambiamento.

ultima modifica il: 10-03-2019 - 17:58:00
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