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- Active Being -
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« Ardo dal desiderio di spiegare, e la mia massima soddisfazione è prendere qualcosa di ragionevolmente intricato e renderlo chiaro passo dopo passo. È il modo più facile per chiarire le cose a me stesso. »
(Isaac Asimov)

Cos'è l'active being?

DA RISCRIVERE

L'Active being, tradotto in italiano "essere attivi o diventando attivi", è il titolo di quella che io chiamo un'avventura, ma che si potrebbe anche definire, un percorso esistenziale, che conduce ad uno scopo, la felicità. L'AB nasce come qualcosa che è nato per me stesso, ero arrivato in punto nella mia esistenza in cui, ciò che io chiamo passività, mi stava portando all'autodistruzione, ciò che comunque mi avrebbe dovuto garantire sopravvivenza mi dava un'enorme sofferenza, ogni giorno andavo avanti, ma i miei occhi erano spenti, i sorrisi assenti, l'educazione che avevo ricevuto, il mio ambiente di sviluppo mi aveva portato una serie di disturbi, un ragionamento così distorto che la qualità esistenziale era bassa, più bassa di uno standard. Questo, unito al fiume di conoscenza di internet, mi ha portato casualmente a scoprire quella che oggi si può definire "crescita personale" ma che io considero come una scienza, o come una futura scienza, anche se oggi non è considerata come tale. Da qui mi resi conto che l'approccio della quasi totalità delle persone all'esistenza è "istintuale", ma conviene essere definito "passivo", e queste persone pensano inguenamente che ciò che non sia istinto sia razionalità, riducendo la realtà a questo bianco o nero, tutto o niente, ed è per questo che ho definito il mio percorso di attività e non razionalità, in cui non si cerca il bianco o il nero, non si alterna bianco e nero, ma si cerca una tonalità di grigio che dia possibilità alle persone di non approccarsi alla realtà in modo passivo, ma in un modo pensato, ma senza rinunciare ai colori delle emozioni, le quali non sono più anteposte ma vengono dopo. L'essere attivi quindi non è solo non essere più passivi, ma equivale a smettere di sopravvivere, di crescere, di conoscere la realtà, di conoscere se stessi, di conoscere i vari percorsi, le varie possibilità e il mio è solo uno dei tanti, una delle tante tonalità di grigio che esistono, ma queste tonalità non si trovano all'interno, ma all'esterno, cioè è possibile conoscere questo percorso studiando, non fermandosi all'educazione ricevuta, non fermarsi ai due genitori ricevuti, ma creare virtualmente altri genitori, altri insegnanti, e lasciarsi ispirare, così che poi una persona possa montare il proprio percorso. Essere attivi quindi equivale a smettere di essere fazzoletti svolazzati da quello che il destino ci ha posto come l'educazione che abbiamo ricevuto, essere attivi vuol dire iniziare una nuova ricerca esterna, una ricerca interna e crescere, senza più fermarsi, crescere ogni giorno, alcune persone definirebbero questo percorso come "essere ogni giorno una persona migliore" io invece lo definisco "essere ogni giorno sempre più vicino alla felicità, e una volta raggiunta essere ogni giorno più funzionale nel coltivarla". Alcune persone erronaneamente considerano l'esistenza come una sfida, un aiuto esterno come una debolezza, non considerando che ciò che sono non è altro che il frutto di un precedente fallimento educativo, e che da soli non avrebbero superato le prime 24 ore dopo la nascita, non si nasce autosufficienti, lo si diventa, e molto spesso chi ci mette al mondo fallisce in questo generando una identità sociale, una persona passiva, una persona che non ha abbastanza consapevolezza (pdnc) per comprendere chi è, cosa sta facendo e dove sta andando.

 

Bozza Vecchia

Chi è il passivo? Una persona che non ha controllo sulle proprie emozioni e che non comprende la convenienza di risolvere i propri conflitti. Il rischio di un passivo potrebbe essere quello di ritrovarsi a gestire pulsioni che potrebbe non volere, oppure pulsioni che non sa essere la ragione del proprio livello qualitativo di vita. Pulsioni che non riesce sempre a gestire controllare, e quindi è succube delle sue stesse emozioni con tutti i rischi che ne conseguono, da qui il termine passivo e la necessità di divenire attivi (Active Being). Il passivo quindi si può trovare o in conflitto con la propria pulsione oppure trovarsi in sintonia, in quest'ultimo caso tende a farsi lasciare trasportare dalle emozioni e relative sensazioni, e in caso di scelta o dubbio questa tenderà ad essere condizionata da ciò che prova o controcondizionata da un eventuale esterno (si pensi alla paura, il dovere, etc..). In entrambi i casi c'è un assenza di consapevolezza e di una finalità a lungo termine. ESEMPIO: Perdere l'interesse per qualcosa solo perchè una persona ci ha fa fatto provare dispiacere o perchè il nostro stato affettivo è negativo. Perchè essere attivi? Perchè non essere passivi? Essere attivi vuol dire non rischiare di essere condizionati dall'emotore, il quale rievoca schemi appresi o imparati e ci spinge ad agire su riflessi più o meno elaborati. Non conviene essere passivi, perchè altrimenti la nostra esistenza è una risposta a ciò che c'è intorno, non possiamo sincronizzarci con il progresso ma rimaniamo ancorati al nostro sviluppo prossimale e ai condizionamenti parentali o autoritari. Passivi ed asserviti. Un esempio specifico di passività, di rischio di passività e di essere asserviti ad una persona per l'intero corso dell'esistenza (padre padrone, madre amica/dominante, autorità varie), nel quale si va oltre la manipolazione del presente nel passivo, questa persona codificherà schemi in cui c'è il bisogno che questa persona sia presente, che questa persona ci possa proteggere, che questa persona ci possa aiutare, illusioni che diventano bisogni. Il mio esempio da passivo e la ricerca attiva Da bambino sono stato una persona emotiva, con una intensità superiore alla media, fino ad un anno fa mi portavo ancora dietro un disturbo sociale da giudizio, in cui ogni ipotetico stimolo che mi facesse passare colpevole di aver infranto una regola ed io stesso mi sentivo colpevole, mi faceva avvertire una fitta allo stomaco in conseguenza ad una serie di emozioni negative inibitorie. Si sono stato un inibito, i condizionamenti ricevuti da mia madre e dai miei nonni mi hanno portato a codificare schemi irrazionali, in cui la componente inibitoria era rilevante. Se fossi rimasto passivo quali sarebbero i cambiamenti concretamente visibili? Questo sito non esisterebbe, non avrei ricercato un oggetto d'amare prioritario come il tennis, non sarei riuscito a sviluppare una capacità da amare, non avrei risolto i miei disturbi che sono cessati nel momento in cui ho sostituito l'emotore con il pensiero, non sarei riuscito ad essere indipendente, ora nessuno può ferirmi dato che nessuno è più importante per me, affronto l'esistenza da solo, la felicità per me è uno stato indipendente, non cado più nell'errore dell'infelicità, che era una illusione dato che la felicità per definizione una persona passiva non può comprenderla, da quando sono passato da passivo ad attivo, ho iniziato a progredire nelle fasi della sopravvivenza e ora l'ultima fase che mi separa dalla vita è la sopravvivenza minore. Perchè essere attivi? Perchè non essere passivi? Essere attivi vuol dire non rischiare di essere condizionati dall'emotore, il quale rievoca schemi appresi o imparati e ci spinge ad agire su riflessi più o meno elaborati. Non conviene essere passivi, perchè altrimenti la nostra esistenza è una risposta a ciò che c'è intorno, non possiamo sincronizzarci con il progresso ma rimaniamo ancorati al nostro sviluppo prossimale e ai condizionamenti parentali o autoritari. Passivi ed asserviti. Un esempio specifico di passività, di rischio di passività e di essere asserviti ad una persona per l'intero corso dell'esistenza (padre padrone, madre amica/dominante, autorità varie), nel quale si va oltre la manipolazione del presente nel passivo, questa persona codificherà schemi in cui c'è il bisogno che questa persona sia presente, che questa persona ci possa proteggere, che questa persona ci possa aiutare, illusioni che diventano bisogni.

ultima modifica il: 05-04-2016 - 9:34:40
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