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Cos'è un imprevisto?

Si parla di imprevisto nel momento in cui un soggetto sta tendando di gestire e risolvere un problema si ritrova con qualcosa che non aveva minimamente considerato e previsto.

La previsione è un tipo specifico della simulazione in cui il soggetto guardando al come la situazione può evolvere si focalizza sui possibili punti negativi e quindi è in grado di prevederli, se non avesse fatto questo investimento questi si sarebbero presentati in modo imprevisto.

Quindi ogni volta che un soggetto guarda al futuro ogni elemento che trova viene definito previsione o "previsto" a seconda della costruzione grammaticale del testo.

Esempio un soggetto organizza un viaggio e allo stesso tempo tenta di prevedere qualsiasi cosa possa andare "storto" e quindi prepararsi o correggere il tiro, ogni elemento che trova sia che possa accadere sia che possa non accadere viene chiamato "previsto" mentre quelle dinamiche che accadono e  non aveva considerato si chiamano imprevisti.

Quando il meteo ci dice cosa sta per succedere si chiamano previsioni e possono essere sia positive o negative ovvero "è previsto che piova" o "è previsto che non nevichi" tutto ciò che il meteo non aveva accennato si chiama imprevisto ad esempio inizia a tirare del vento improvviso e il meteo non aveva detto nulla a riguardo che sarebbe accaduto ne che non sarebbe accaduto.

Le previsioni possono comunque essere errate ma non è ciò che interessa in questo articolo in quanto ci si focalizzerà sull'avvenire di eventi che non sono minimamente considerati e che non li si attendeva minimamente.

Questo vuol dire che l'imprevisto per definizione è indefinibile, se il soggetto prova timore per qualcosa che ha definito nella sua testa non si tratta del fenomeno dell'imprevisto. Da un punto di vista statistico non c'è modo di impedire che accadono gli imprevisti in quanto l'essere umano non è in grado di esercitare alcun controllo ma investe con un margine di errore in una realtà complessa e probabilistica che può direzionare ma non controllaree come già detto, per quanto un soggetto possa investire per prevedere e fare in modo che alcune cose non accadano eliminando anche gran parte degli elementi negativi che è in grado di prevedere non può prevederli tutti.

L'esitenza dell'imprevisto se la si conosce o la si accetta o non la si accetta.

Perché le persone temono imprevisti? Sono quattro le maggiori motivazioni:

- sono fragili e temono che possa accadere qualcosa che sia per loro fonte di sofferenza e in alcuni casi perfino qualcosa da fargli provare delle emozioni incontenibile (panico);

- sono doverizzate a fare le cose senza errori e quindi l'imprevisto è una minaccia terribile in quanto modifica quello che secondo la loro visione non deve essere modificato ma deve rimanere "perfetto"

- fobia specifica per l'imprevisto in sé, causato per lo più da soggetti apprensivi che tendendo a catastrofizzare anche nell'imprevisto e quindi hanno un'idea secondo la quale se accadrà qualcosa che non possono prevedere sarà qualcosa di catastrofico "oddio chissà cosa potrebbe succedere, sarebbe la fine";

- cause inconsce, il soggetto ha ricevuto un condizionamento tale da fargli percepire un imprevisto come una fonte di sofferenza senza che capisca il perché, lo prova e basta e quindi ogni qualvolta si rende conto che potrebbe accadere un imprevisto cessa l'attività in corso perché si inibisce o la evita e questo non esporsi a tali imprevisti impedisce di decondizionarsi. La cosa migliore da fare in questi casi è con grinta superare queste emozioni negative e riuscire comunque ad andare avanti e affrontare poi gli eventuali imprevisti che accadranno così che il soggetto decondizionerà il suo inconscio facendogli capire che in realtà l'affrontare tale imprevisti non è letale come si pensava favorendo il decondizionamento in quanto c'è l'associazione ad eventi neutri o perfino positivi.

 

In alcuni casi non c'è solo timore ma anche intolleranza, cioè si il soggetto non accetta nemmeno l'esistenza stessa dell'imprevisto provando oltre che timore (o paura nel caso riguardi il presente) anche tristezza o risentimento per l'evento.

 

Se escludiamo per un momento il primo punto scopriamo che i restanti tre punti sono specifici il primo invece raggruppa una serie vasta di punti tanti quante sono le fragilità che può avere un soggetto.

 

Le due fragilità più diffuse:

- succubi e quindi temono che l'imprevisto possa alterare i loro progetti e intenzioni e di conseguenza causare modifiche ai lori piani specialmente agli occhi degli altri e i relativi giudizi che ne conseguiranno;

- mancanza di gestione dei problemi e quindi vanno in panico perché partono con il presupposto che se accadrà un imprevisto non sapranno gestirlo o con enorme difficoltà.

 

Nel primo caso abbiamo un soggetto che è fragile alle conseguenze dell'imprevisto, nel secondo caso abbiamo un soggetto che avendo un generale disadattamento alla realtà in cui va ad interagire si rende conto che già ha difficoltà ad agire quando si è preparato ad ogni cosa e il solo fatto che possa accadere un imprevisto lo fa entrare in un'ottica di difficoltà che va oltre ciò che è in grado di affrontare e gestire.

Ricapitolando sono quattro le possibili cause al timore dell'imprevisto ed è sufficiente averne una sola per rientrare in questo fenomeno, questo vuol dire che un soggetto che non ha alcuna di queste quattro caratteristiche non avrà in alcun modo timore dell'imprevisto.

 

Il timore dell'imprevisto ha un effetto inibente ed evitante, la dinamica è quella di un soggetto fragile agli imprevisti e che ad un certo punto rendendosi conto che questo  potrebbe accadere entra in uno stato ansioso provandone timore.
Questo pensiero nasce o perché casualmente ci va a pensare o perché qualcosa glielo ricorda oppure perché in quello scenario si sente maggiormente insicuro e privo di controllo cosa che lo spinge a pensare che non essendoci certezze potrebbe capitare di tutto anche ciò che non può prevedere. Il pensiero è quello di focalizzarsi sul fatto che può accadere qualcosa che non riesce in nessuno a modo a prevedere, cioè non sa cosa accade ma sa che può accadere.

Il timore genera inibizione ed evitamento che spingeranno il soggetto ad allontanarsi o a inibirsi nel momento in cui penseranno al fatto che può accadere un imprevisto.

Si parla invece di ansia e di timore specifico quando il soggetto pensa a qualcosa di specifico ad esempio prevede che può fare un'incidente ed ha paura di tale episodio, facendolo entrare in un vortice ansioso altrettanto inibente o evitante ma che non ha nulla a che fare con la dinamica dell'imprevisto.

 

 

Come si risponde al timore dell'imprevisto senza andare a cambiare le proprie fragilità? Con il controllo, questo è il modo più facile e immediato con cui il soggetto può superare il timore. Con questa illusione è in grado di convinersi che l'imprevisto non si manifesterà perché la realtà risponderà esattamente alle sue azioni senza che accada altro. Quando il soggetto non riesce a convincersi del controllo entra in uno stato di bisogno del controllo, cioè si rende conto che l'unico modo che ha per annullare il timore dell'imprevisto è di poter controllare gli eventi.

 

Qual è la considerazione del timore dell'imprevisto per l'AB? La soluzione migliore è quella di investire nella prevenzione senza divenire ossessionati dal prevenire e prevedere tutto, fare un investimento coerente e funzionale nella prevenzione e accettare quegli imprevisti che comunque usciranno. Quindi l'AB boccia sia quelle persone che invece di risolvere le loro fragilità di personalità investono enormi risorse per prevenire e tentare di controllare la realtà (illudendosi) sperando in un'utopica assenza di imprevisti e sia quelle persone che invece consce del fatto che gli imprevisti non si possono evitare smettono completamente qualsiasi componente preventiva finendo per assurdo a risolvere una moltitudine di problemi che invece poteva prevenire finendo comunque per impattare negativamente nell'esistenza.

Questa visione proposta dall'AB diviene possibile solo per quei soggetti investono nella loro personalità ed eliminano le fragilità di personalità esposte in questo articolo così da poter accettare l'imprevisto e poi in un secondo momento è necessario anche che capiscono e sappiano gestire una realtà probabilistica e quindi sapare quanto convenga investire nel ridurre una percentuale di potenziale imprevisti investendo nella prevenzione e nella ricerca di questi ultimi accettando l'idea che comunque alcuni sfuggiranno a questa indagine e si manifesteranno per l'appunto in modo imprevisto.

Questo aiuta a superare anche quello che si potrebbe definire come "senso di colpa per non averlo previsto", una persona che sa di aver fatto un investimento e che non è possibile prevedere tutto non prova alcun senso di colpa in quanto sa di aver fatto il possibile.

 

L'imprevisto però non si manifesta solo sotto forma di timore ma impatta a livello esistenziale in due modi:

- uno sotto forma di timore, che è il punto che ha maggiore impatto a livello esistenziale nei soggetti spingendo all'evitamento e l'inibizione;

- l'altro sotto forma di evento che aggrava le difficoltà nel raggiungimento di un obbiettivo e nella gestione del problema, una cosa che ha un impatto ridotto in quanto produce una maggiore difficoltà solo nel momento in cui si manifesta, specialmente se il soggetto lascia che l'imprevisto gli tolga la lucidità.

 

Tenere a mente questi due punti è fondamentale in quanto l'articolo si è concentrato fino a questo momento sullo spiegare il timore dell'imprevisto, come si affronta l'imprevisto sarà invece spiegato ora in quanto le persone reagiscono in modo differente.

Questo vuol dire che fino ad ora abbiamo considerato lo stato precedente all'avvenimento dell'imprevisto ma cosa accade nel momento in cui l'imprevisto accade?

L'imprevisto a prescindere dalla personalità del soggetto ha un impatto negativo in quanto ci sarà un evento negativo da risolvere che richiederà tempo e risorse.

Ci sono tre caratteristiche che lo rendono maggiormente negativo:

- la prima è il possibilparossistico o borderline, il soggetto inizia a provare emozioni intende che rende l'imprevisto stesso ancora più pesante e difficile da superare;

- la seconda è l'intolleranza, non accettare l'imprevisto porta il soggetto a provare risentimento, rabbia o tristezza che facilitano l'insorgenza del primo punto e rendono nell'insieme l'imprevisto ancora più pesante;

- la terza è la non consapevolezza, il non tenere a mente il fatto che possano accadere imprevisti produce l'effetto sorpresa negativa che facilita l'insorgenza dei due punti precedenti, ma non solo diminuisce il tempo di reazione perché un conto è tenere a mente che può accadere qualcosa, un altro conto è non aspettarselo minimanete. 

Un soggetto che non ha alcuna di queste tre caratteristiche negative elencate sarà un soggetto con "reazione immediata e lucida all'imprevisto" cosa che in pochi soggetti hanno e che di conseguenza avranno un impatto negativo maggiore dell'imprevisto quando si abbatterà.

C'è da dire che alcuni soggetti per non avere timore dell'imprevisto tentano in ogni modo di non pensarci e questo anche se evita loro il timore comunque renderà ancora più difficile risolvere l'imprevisto quando questo si manifesterà perché li costringe di fatto a non avere consapevolezza del poter sopraggiungere dell'imprevisto, condannandoli a non avere mai una reazione immediata all'imprevisto.

 

 

 

 

Imprevisto e l'illusione del merito

Le persone più disadattate e che credono che le cose accadano per una questione di merito vanno letteralmente in tilt quando accade loro un imprevisto negativo perché questo non è concepibile con la loro visione delirante del mondo, iniziando a fare pensieri contorti nel tentare di capire perché abbiano meritato una cosa negativa quando in realtà loro pensanvo di meritare solo cose positive.

 

 

 

L'imprevisto come fenomeno può produrre ossessioni? Si, in quanto il soggetto non accettando l'imprevisto potrebbe iniziare a compulsare ma non riuscendo a trovare il modo di convincersi che può controllare la realtà finire in un'ossessione dove tenta continuamente un controllo che non riesce a trovare nemmeno autoconvincendosi. 

 

Un racconto dal web:

"Detto in poche parole, ho l'impressione di aver paura degli imprevisti: per prevenire un qualsiasi intoppo, sono costantemente allerta ed alla ricerca di errori, oppure ad immaginare eventi imprevedibili quanto catastrofici. Quando l'imprevisto si concretizza, ecco che si scatena una vera e propria crisi di panico: il respiro si fa affannoso e il cervello sembra girare a mille, impedendomi di sentire il mio corpo (fra cui anche gli stimoli fisici: fame, sete, ecc.). Cessata la crisi, il corpo si fa sentire...eccome: mi sento indebolito e come se avessi percorso due maratone sotto il sole cocente. " 

APPUNTI:

alcuni soggetti non percepiscono la convenienza nel fare prevenzione e investire nel prevedere in quanto sono illusi che le cose con il tempo si sistemano da sole, quindi è come se pensassero "tanto il futuro andrà tutto meglio, che senso ha fare prevenzione se tutto migliora e si sistema da solo". DImostrando di non capire nemmeno la differenza fra prevenzione a breve termine, medio termine e lungo termine, ma seguendo un istinto disfunzionale.

 

ultima modifica il: 29-08-2016 - 18:07:42
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