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Cos'è il coraggio?

(qual è la differenza fra grinta e coraggio? La grinta è ancora più pulsionale, quasi impulsiva)

Si definisce coraggioso un soggetto che nel momento in cui ha un conflitto interno fra due motivazioni, una ad agire e una inibente, il coraggio avviene quando la motivazione a fare supera la paura.

Quando la paura è superiore il soggetto può cambiare questo stato di cose tramite conforto (aumento dell'intensità della motivazione ad agire) e/o consolazione (diminuzione dell'intensità della motivazione inibente).

Il coraggio è uno scontro puramente emotivo, dove la persona non pensa alla realtà, non analizza il "perché ho paura" "perché sono inibito" "quali conseguenze ci sono dietro quest'emozione" ma sia che ci pensi o non ci pensi arriverà all'azione coraggioso tramite una semplice matematica emozionale.

Da qui è facile comprendere il concetto di scoraggiamento, si parla di scoraggiare quando avviene un fenomeno inverso, ovvero quando tramite un esterno o pensieri interni si diminuisce la motivazione a fare o si potenzia la motivazione inibente. Lo scoraggiamento si basa in parte sulla demotivazione e in parte sul potenziamento dell'inibizione.

Il coraggio si differenzia nettamente dall'intraprendenza che invece descrive un fenomeno più cognitivo, nell'intraprendenza il soggetto interviene consciamente analizzando meglio le sue paure e le sue motivazioni ad agire, l'impatto dei rischi, modulando quindi le emozioni in gioco tramite la visione più consapevole e tramite l'eventuale ristrutturazione compiuta dal lavoro cognitivo, portando il soggetto a prendere una scelta pienamente consapevole e definita intraprendente nel caso riuscisse ad agire nonostante questo senso di insicurezza e presenza di pericoli.

 

Dissoluto, fenomeno emotivo indotto da euforia o mania, che fa sentire al soggetto l'assenza di conflitti, indotto ad esempio dall'alcohol o fasi dell'umore elevato.

 

Si legga pericolo per approfondire.

da riscrivere vedendo meglio la differenza fra intraprendenza e coraggio

Si definisce coraggiosa qualsiasi persona riesca ad agire in un contesto dove si sente insicura, cioè dove percepisce un rischio temuto, e sa che c'è la possibilità che ciò che teme accada ma nonostante questo agisce comunque, cioè fa un'azione intraprendente.

In altri termini, si definisce coraggioso colui che riesce in qualche a modo a superare l'inibizione data dalla paura paranoica (e se accadesse). Sarebbe più accurato e chiaro parlare di "atto o fase di coraggio" in quanto non esiste una caratteristica di personalità che garantisca l'essere coraggiosi sempre, si è coraggiosi al momento e in quella specifica paura, ma la stessa persona che si è dimostrata coraggiosa in uno scenario potrebbe essere codarda in un altro.

Essendoci numerosi termini come audacia, impavido, spavalderia l'AB sceglie questo articolo come pagina di disambiguazione per fare chiarezza:

 

- impavido, colui che non ha quelle paure che invece mediamente si riscontrano nella maggior parte della popolazione, persona che quindi non necessita di coraggio perché agisce in quel frangente senza paura alcuna;

- imperterrito, manifestazione comportamentale dell'impavido che dimostra di non provare paura. Come lo dimostra? Non reagisce con paura ad eventi che mediamente spaventerebbero e producono classiche reazioni (come girarsi di scatto ad un rumore intenso), il soggetto imperterrito è colui che con i modi di fare dimostra chiaramente di non provare alcuna paura dentro di sé;

- spavaldo, colui che che è dissoluto nella paura, riesce ad eliminarla solo momentaneamente per effetto euforico o l'essere in gruppo, in quel momento non ha la sensazione frenante della paura che in altre condizioni avrebbe. Questo produce uno scenario paradossale dove il soggetto nonostante abbia quelle paure non le sente, si sente al di sopra di esse, quindi si sente sicuro e agisce ma potrebbe andare in contro a enormi fallimenti e scontri con quelle paure che pensava di poter affrontare a causa di una errata stima di sé. Lo spavaldo potrebbe andare incontro a traumi;

- ardito, il coraggio e la sicurezza che nascono da un'autostima reale di sé portando il soggetto a non avere paura dei rischi o ad averne poca al punto da poter agire ed essere coraggioso senza particolari problemi. Il soggetto si sente comunque sicuro di sé perché nonostante i rischi pensa di poterli affrontare e di saperli gestire; 

- intrepido, colui che non mostra paura e conflitti interni nonostante li provi. L'intrepido si riconosce perché, specialmente ad un occhio attento, si trovano piccoli indicatori della paura che il soggetto sta provando ma il comportamento nel complesso è come se non lo facesse trasparire;

- temerario, il soggetto non si sente insicuro solo perché non pensa ai rischi a cui sta andando incontro, sono persone che agiscono perché non si rendono conto di ciò che stanno facendo, a cosa andranno incontro, quali conseguenze avranno e quindi agiscono sentendosi sicure ma solo perché non se ne rendono conto. Se analizzassero di più la situazione sarebbero insicure e probabilmente si fermerebbero o comunque vivrebbero quell'azione in modo conflittuale ad esempio sentendo la necessità di rassicurarsi prima in qualche modo;

- sicuro, il soggetto si sente sicuro se in un dato scenario e in una data scelta/azione non percepisce possibili rischi collegati a ciò che teme;

 - audace, si definisce come audace un soggetto che affronta una sfida non necessaria solo per dimostrare qualcosa a qualcuno. L'audacia si riferisce di solito all'"eroe" nei racconti, ma anche ad esempio ad un ragazzo che desidera far colpo su una ragazza. Ad esempio una persona è in pericolo e fra gli osservatori c'è una persona audace che va in soccorso, motivata dalla "gloria" e dall'approvazione che quell'atto di coraggio (anche se potrebbe essere stato impavido) produce. Di solito l'audacia nasce da opportunità del momento e non c'è particolare tempo per analizzare in modo approfondito rischi e contro, quante volte avrete ascoltato fatti di cronaca in cui qualcuno ci ha perfino rimesso la vita nel tentativo di compiere un gesto d'audacia. Questo fenomeno non va confuso con chi ha il dovere di intervenire, si definisce audace chi lo fa esclusivamente per motivi istrietici e di ritorno di immagine e giudizio (a volte questa scelta potrebbe avvenire perfino di impulso o di istinto in soggetit particolarmente istrietici, ad indicare quanto la loro esistenza sia stata condizionata ad agire per il ritorno di giudizio). L'audiacia è un fenomeno complesso perché il soggetto potrebbe aver paura ma vincerla per il ritorno di immagine o non averla affatto.

 

Questo ci fa comprendere chiaramente cosa sia il coraggioso, ovvero colui che ha dentro di sé un conflitto interno dove da una parte c'è una volontà ad agire ma dall'altra c'è una volontà a non agire, a tirarsi indietro, ad evitare/fuggire perché in quello che intende fare c'è la percezione del rischio, ci vede qualcosa che fa paura.

Qui la differenza fra agire e non agire la fa l'inibizione, portandoci a due tipi di coraggio differenti:

- corraggio pronto, la situazione del soggetto, senza che sia necessario fare nulla, è già di motivazione all'azione che supera quella all'inibizione, o perché la motivazione è enorme o perché la paura non intensa. Quello che conta è che il soggetto di fatto, a parte un tentennamento iniziale, agirà senza problemi, forse con impacciatagine data dai conflitti interiori che prova, ma non ci sono di fatto problemi;

- coraggio non pronto, la situazione qui è esattamente l'opposta della precedente, la paura supera in intensità l'inibizione e il coraggio del soggetto consisterà nelle sue abilità di elaborare il conflitto interno.

 

Come fa un soggetto ad elaborare il conflitto interno? In tre modi:

- motivazione, lavora sulla motivazione e fa in modo che questa aumenti al punto da superare il potere inibente;

- conforto, il soggetto lavora sull'umore e sul benessere in modo tale che, indirettamente, la paura sia meno sentita, perda di potere e questo di conseguenza fa diminuire il potere inibitorio;

- consolazione, il soggetto lavora direttamente sulla paura, percendola in modo diverso, diminuendone l'intensità e il potere inibitorio.

 

 

 

 

Non c'è coraggio senza paura, senza paura si diventa impavidi.

 [collegamento con conforto e consolazione]

DA RIVEDERE

Metodo stabilizzante per superare l'indecisione e l'inibizione data dalla fobia, dall'ansia o dal senso di colpa.

Il coraggio non è l'unico modo per agire, potrebbe anche annullare o comunque diminuire le sensazioni e le emozioni che inibiscono, cambiando la personalità.

Cos'è il coraggio? Il coraggio viene inteso ingenuamente come l'assenza di paura, ma non è così, il coraggio è la possibilità di agire nonostante le inibizioni della paura o del senso di colpa, inibizioni non nel presente ma da paranoia. Il caraggio è la volontà dell'io che "vince" l'inibizione quindi è un metodo stabilizzate in cui la persona vince la paura che lo porterebbe istintivamente a fuggire o a evitare, a vincere il senso di colpa dato dall'etica, a vincere il giudice. Il coraggio anche se funzionale, cioè le persona tramite il coraggio supera le inibizioni, indica un contesto esistenziale in cui l'io si ritrova in guerra con il suo mondo psichico (istinto e super io). Non conviene affrontare le proprie paure con coraggio conviene spegnere le paure, spegnere l'istinto, azzittire il super io e qualsiasi giudice, spegnere l'etica che è in noi e tramite un approccio calmo operare nella realtà con obbiettivi definiti e coerenti.

Eliminata l'insicurezza non c'è più bisogno del coraggio.

ultima modifica il: 06-11-2018 - 16:16:44
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