Home
Psicologia
Raziologia
Puzzle della Comunicazione
Diario
Test
Info & Contatti
 
- Emotività -
riabilita aiuti

Cos'è l'emotività? 

L'emotività descrive il fenomeno della spinta emotiva ad agire che un soggetto prova di fronte ad alcuni stimoli esterni o interni. 

 

L'emotività è probabilmente uno dei concetti più importanti per chi sta tentando di fare un percorso di crescita personale o di cambiamento interno.

Perché, perché per quanto tu possa essere intelligente e razionale, se cedi all'emotività questa ti fotterà tutto il buono e il giusto che hai scelto quando eri lucido.

Questo articolo verrà usato prevalentemente come pagina di disambiguazione per tutti i concetti più strettamente collegati all'emotività.

Elenco di disambiguazione:

apatia, stato non voluto in cui il soggetto ha assenza di passioni quando le vorrebbe, il soggetto manca di stimoli sufficientemente intensi che desidera che lo porterebbero a sentirsi "vivo" a sentire emozioni intense. Ad esempio avere amici con cui divertirsi, un partner con cui emozionarsi e stare bene, fare qualche attività coinvolgente. Solitamente il soggetto apatico afferma "vorrei fare qualcosa, ma non so cosa, mi sto annoiando";

- tranquillità, si parla di tranquillità nel momento in cui un soggetto è in grado di rispondere ad un stimolo emotivo con lucidità, cioè lo stimolo emotivo ha un'intensità gestibile dal soggetto che può quindi, se lo desidera, processarlo con razionalità. Il soggetto è cioè in grado di coesistere con tali eccitazioni e gestirle senza compromettere la sua stabilità emotiva/comportamentale;

- anedonia, stato transitorio assenza di piacere in attività che invece lo presentavano peri l soggetto in passato. Non è il soggetto ad essere cambiato ma le emozioni negative che si provano a creare un'interferenza emotiva momentanea, tolta l'interferenza emotiva tutto torna come prima;

- atarassia, stato di tranquillità totale e assoluto. Va inteso come concetto utopico o da aspirazione, in quanto è improbabile che il soggetto possa essere tranquillo su tutto. Quando un soggetto non è tranquillo, è inquieto o irrequieto ed è chiamato a "combattere" in quello che è definito come temperanza dove il soggetto resiste all'eccitazione, regolando le emozioni e il proprio comportamento;

- morigeratezza. Strategia che punta all'evitamento degli stimoli in grado di produrre uno stato di inquietudine o irrequietezza, prevenire invece che curare. A differenza della frugalità che è una fuga totale, nella morigeratezza c'è una fuga parziale;

 

- irrequietezza, concetto fondamentale che descrive lo stato psichico del soggetto che viene alterato dalle spinte emotive a seguito di uno stimolo esterno che a causa per l'appunto questi fenomeni di eccitazione interna. Il fenomeno avviene per la natura stessa dell'eccitazione che porta a una destabilizzazione del pensiero e comportamento. Risulta facile per un esterno rendersi conto di come ci sia un'alterazione nel soggetto irrequieto che si osserva. Un soggetto può avvertire la sua irrequietezza solo se ha una capacità di mentalizzazione sufficiente. L'irrequietezza, per definizione, altera parzialmente il soggetto ma il suo reale impatto su scelte e conseguenze sarà basato sulla capacità temperante, ovvero se cederà o meno a tale spinte eccitative (vanno considerate anche le spinte inibitorie frutte del condizionamento che potrebbero comunque arginare l'irrequietezza e le sue conseguenze);

- inquietudine, concetto fondamentale per descrivere il fenomeno della alterazione dell'umore senza la spinta emotiva come nell'irrequietezza, ma che comunque in qualche modo alterando l'umore potrebbe influenzare negativamente il nostro comportamento e le nostre scelte se non regolato;

- irruenza, definisce un soggetto irrequieto scarsamente temperante come concetto statistico, cioè si definirà irruente una persona quando conoscendola i rendiamo conto che nella maggior parte dei casi cede alle spinte eccitatorie e nella sua irrequietezza ne viene travolta e fa scelte per lo più emotive;

- impeto, concetto utile a descrivere la spinta all'azione chiara che nasce dall sensazione interna di eccitazione nello stato di irrequietezza. L'utilità di questo termine consiste nel definire quello stato in cui il soggetto non sta solo sentendo qualcosa, non vi è solo l'ecciazione e l'alterazione mentale, ma avverte chiaramente dentro di sé proprio l'azione chiara che il suo corpo e il suo istinto gli chiedono di fare;

 

- esagitato, soggetto in preda a parossismi (eccitazione alla massima potenza), in cui la coscienza  viene annullata completamente dalla forza emotiva e il soggetto non ha più alcun freno. Esempio la madre che reagisce alla notizia della morte di un figlio, una persona che reagisce di fronte ad un attacco improvviso, come ad esempio di fronte ad un pericolo di morte. L'esagitazione è un termine utile per descrivere un tipo particolare di comportamento che si può osservare in soggetti sopraffatti dai parossismi;

- agitazione, si descrive in termini generici qualsiasi comportamento sia mosso e alterato da un'emotività di fondo, si percepisce chiaramente che c'è un'emotività che sta prendendo il sopravvento sul soggetto. La persona che parla velocemente, che non riesce a stare ferma, indicatore di un'irrequietezza interna che vuole uscire. Termine utile per un osservatore esterno;

- Quiete, assenza di stimoli che producono una spinta emotiva significativa o un'alterazione significativa dell'umore;

- Pacatezza, altro termine utile per un osservatore che non sapendo cosa accade nella mente del soggetto lo vede comunque in grado di temperare le emozioni o di essere tranquillo con risposte comportamenti raramente influenzate dalle emozioni;

- imperturbabile, termine ingenuo per descrivere il concetto di atarassia;

 - Agio, il soggetto non sta provando emozioni negative ma prevalentemente positive in un particolare scenario, lo stato di quiete è alterato ma in positivo;

- lucidità, il soggetto prova emozioni che non hanno un'intensità tale da intaccare la lucidità cioè influezarne il comportamento o i pensieri. La lucidità si ha quando non vi è parossismo e il soggetto riesce ad essere tranquillo nonostante l'eccitazione o in stato di quiete. La temperanza è un tentativo di arrivare ad una scelta valida e funzionale come quella lucida nonostante si sia in uno stato alterato;

- passione, con questo termine si evidenzia la "potenza" delle emozioni che si provano. La passione è il livello di emotività massimo che un soggetto può provare. Solo un soggetto particolarmente temperante o atarassico è in grado di resistere alle passioni, le persone tendenzialmente cedono ad esse arrivando perfino ad azioni direttamente goverante dal parossismo (riflessi emotivi); 

- Calma, il comportamento manifesto di un soggetto tranquillo, in alcuni casi anche un soggetto estremamente temperante può apparire calmo;

 

- Adiaforia, concetto fondamentale per comprendere che non tutte le emozioni vanno necessariamente temperate. Temperiamo un'emozione perché percepiamo che la spinta emotiva ci porta al male, ma non tutto è bene o male quind in contesti dove una cosa non è ne bene e ne male, cioè è un ambiente protetto si può scegliere di abbandanrsi alle spinte emotive;

 

- Placidità, concetto che descrive un particolare tipo di temperanza dove il soggetto resiste alla gratificazione immediata, quindi non insegue la spinta emotiva a soddisfarsi immediatamente, come nel test del MarshMallow;

- Continenza, concetto che descrive un particolare tipo di temperanza basata sui doveri e proibizioni del soggetto, il soggetto fa uso di ulteriori emozioni interne che attiva per bloccare la spinta ad agire;

- Frugalità, strategia emotiva ad evitare qualsiasi cosa possa minare la quiete del soggetto;

- Flemmatico, stato biologico dove il soggetto a causa di condizione psicofisiologiche transitorie, come una malattia, un danno celebrale, un calo degli ormoni, risponde in modo minore agli stessi stimoli e quindi è piu facile regolarli;

- Tolleranza, concetto che descrive un particolare tipo di temperanza dove il soggetto resiste alla spinta emotiva facendo leva sulla convenienza, sfruttando quindi l'avversione alla perdita, frena la spinta emotiva pensando a ciò che questo gli farebbe perdere;

- Impassibile, altro concetto ingenuo per descrivere l'adiaforia.

 

Il concetto di emotività non verrà ulteriormente approfondito in questo articolo perché rientra in un concetto più ampio che è quello sul comportamento.

 

Facciamo un test per vedere se si è compreso.

Una famasa serie televisa chiamata Dr.House  narra la storia di un dottore che è caratterizzato da non incontrare e conoscere mai il paziente in modo tale che non si affezzioni e non corra il rischio che le emozioni possano renderlo irrazionale e poco lucido, così da poter fare comunque la miglior scelta possibile nel campo della razionalità e dell'obbiettivo "curare il paziente". Questo perché provare affetto per un paziente potrebbe portarlo ad una situazione di non riuscire più ad affronare il rischio anche di ucciderlo rimanendo nell'inazione o in scelte apparentemente più sicure ma non razionali.

Che strategia è? Morigerattezza.

Questa strategia non è applicabile sempre.

 

 Una frase che può descrivere l'emotività:

"Sono irruente ma stupido. Sento tutto ma non vedo nulla"

Cosa si tenta di comunicare con questa frase? Il fatto che le emozioni sono tante, portano ad agire rapidamente, velocemente e per questo si fanno tante cose stupide. Si sente tutto, inteso come ogni cosa produce emozioni, ma il soggetto non vede niente perché non è in grado di essere lucido o temperante, agendo in modo parossistico o avvertendo l'irrequietezza ma non avendo altre strategie che inseguire tale spinta emotiva.

 

 

" Mi chiedevo, dato che inca...si e prendersela a male è inutile (come dice il detto: fai 2 fatiche, ti incazzi e poi ti scazzi) come si può fare per rimanere in uno stato di quiete perenne? è possibile fregarsene altamente di tutto e tutti?

E' uno dei miei obiettivi e in parte ci sto riuscendo ma non del tutto. Con il tempo (anche per la mia depressione) riesco a fregarmene sempre di più cose, prese in giro lievi, comportamenti scorretti, ingiustizie, falsità.. riesco a gestirle con una certa disinvoltura, ma ad esempio certe cose mi stressano, anche il lavoro per esempio, il problema è che se non fai bene una cosa non puoi fregartene e conseguentemente mantenere la calma, perché c'è sempre un rischio: licenziamento o altro.
Quindi le mie domande sono: è possibile mantenere una quiete perenne? Prendere la vita senza alcuna preoccupazione o stress può essere una cosa positiva o può diventare un'arma a doppio taglio?"

In questo discorso il soggetto si rende conto che non può o non vuole fare una vita frugare, ma al tempo stesso non riesce a comprendere il concetto di cambiamento che è necessario fare per diventare temperanti o tranquilli agli stimoli che lo inquietano e lo rendono irrequieto.

 

 

ultima modifica il: 08-12-2023 - 22:41:34
Sito Realizzato da Palombizio Valerio Giuseppe