Cosa si intende per fantasticare?
[da aggiungere pseudologia fantastica, articolo mentire per approfondire
il rischio di perdere il contatto con la realtà]
Nel linguaggio comune con il termine fantasticare ci si riferisce all'atto intenzionale in cui una persona simula scenari non reali e che per questo vengono definiti scenari di fantasia proprio perché il soggetto è conscio del fatto che sono cose che succedono esclusivamente nella sua mente e non nella realtà.
Perché si fantastica? Per due motivi principalmente che di solito accadono contemporeanamente:
- il soggetto è insoddisfatto, trova un surrogato di soddisfazione nella fantasia;
- il soggetto non accetta e rifiuta il mondo reale (di solito a causa di fallimento educativo) e quindi trova rilassante immergersi in un mondo, seppur di fantasia, che però accetta perché segue quelle regole a cui il soggetto crede.
Questo ci porta immediatamente a renderci conto che esistono due tipologie di fantasia:
- una possibile ma che per diversi motivi il soggetto non è in grado di realizzare, per mancanza di motivazione, per blocchi che non riesce a superare, etc..
- una impossibile, in quanto la fantasia segue delle regole che non possono avvenire nella realtà. Come ad esempio volare, cambiare corpo, la telepatia, etc...
Nella fantasia possibile il soggetto, proprio perché ha il controllo totale della fantasia, può fare ciò che non riesce a fare nella realtà. AD esempio nella fantasia il soggetto è in grado di eliminare tutto ciò che gli fa paura, agendo in modo disinibito.
Questo ci suggerisce che analizzare la fantasia di un soggetto ci rivela non solo quali sono i suoi desideri e cosa vorrebbe fare della sua esistenza (Se è una fantasia possibile) ma ci dice anche dove sono le sue fragilità, dove non riesce, dove si blocca e come lo aggira nella fantasia può dirci tanto della sua identità.
Dire le proprie fantasie ad un esterno (professionista) può essere una base di partenza per capire come superare un eventuale disturbo o blocco.
Per quanto riguarda la fantasia non possibile lo scenario cambia in modo significativo.
Qui più che persone fragili troviamo persone chiuse, persone che a causa di un fallimento educativo sono state portate ad avere una visione del mondo distorta al punto da non accettare il reale funzionamento del mondo, da rifiutarlo.
Un esempio di rifiuto della realtà lo troviamo nei soggetti che non accettano che l'amore possa finire o che non accettano tutta la dinamica sessuale, la dinamica dei tradimenti, la dinamica dei fraintendimenti. Immaginano un amore con delle dinamiche che non esisteranno mai nella vita reale.
Il solo fatto di fantasticare ci suggerisce che comunque il soggetto in qualche modo vuole ancora vivere, cerca in qualche modo di andare avanti, rifugiandosi nell'unico posto dove può far avverare tutto, la fantasia.
Questo può essere utile perché un depresso tende a non fantasticare più, è talmente arreso e anedonico che non gli rimane nemmeno la fantasia.
La linea sottole fra fantasticare e visualizzare
Fantasticare e visualizzare sono concettualmente due fenomeni simili, la differenza è il fine e l'autopercezione, si visualizza con il fine di guardare al futuro per capirlo, per motivarsi, per prevederlo, si guarda a qualcosa di possibile a cui si crede di arrivare.
Mentre si fantastica quando il soggetto sa che ciò che sta facendo rimarrà nella sua mente e basta, non lo collega con la realtà anche se il film è possibile.
Fantasticare per sfogare la rabbia
Il soggetto simula di uccidere, picchiare, vendicarsi e prova soddisfazione. Questo punto va visto come visualizzazione o fantasticheria a secondo della percezione che ha il soggetto.
Che differenza c'è fra fantasticare e idealizzare? L'idealizzazione consiste nell'attribuire caratteristiche che non esistono (o di cui comunque non si ha la prova) a dei soggetti reali, in pratica il soggetto si autoconvince o cadendo in errore finendo per credere in una realtà che non esiste, vedendo qualcosa che non è reale.
Quando la fantasia diventa appagante
In alcuni casi la fantasia diventa un rifiugio talmente appagante che il soggetto non soffre più per le carenze nella sua giornata, si limita a seguire quei doveri di base e poi investe il suo tempo nella fantasia. Altri soggetti invece non riescono ad appagarsi e comunque la fantasia gli lascia comunque un amaro in bocca dato che si rendono conto che ciò che fanno è una "perdita di tempo" e che ciò che desiderano realmente non lo ottengono.
Questo come si spiega? In due modi:
- il primo è che il soggetto diventa così abile nel fantasticare da provare emozioni al limite del reale, come se costruisse un esatto surrogato di realtà;
- il secondo è che il soggetto oltre ad avere quelle fragilità che l'hanno spinto a fantasticare ha anche altre fragilità che interferiscono con il piacere stesso specialmente se debole generando una motivazione insufficiente nella realtà che invece trova terreno fertile nella fantasia, complice anche le credenze di controllo che fanno sentire in questi casi al soggetto che la fantasia è perfino meglio della realtà stessa.
La fantasia è quindi appagante in due scenari uno dove il soggetto è così abile da crearsi un surrogato identico di realtà e in un altro dove soggetti fragili e con una particolare visione delle cose trovano paradossalmente più appagante e facile soddisfarsi nella fantasia non che nella realtà stessa.
Racconto dal web:
"Evado dalla
realtà continuamente,
tanto che per
molte
persone sembro avere
sempre la testa tra le nuvole. Credo sia una
conseguenza in
evitabile della
solitudine e di mille altri
problemi. Ti crei un mondo
tutto tuo perché quello in cui
vivi è
orribile e non sai come uscirne, allora ti crei la tua falsa
realtà perfetta. Mi domando quando arriverò a un punto in cui pure questa si sbriciolerà e non mi rimarrà più niente, cosa farò? che mi suc
cederà?"
"Tutta la mia
vita, da una
certa età in poi, ha girato attorno a questo: il
fantasticare.
L'in
capacità del
pensiero di
aderire alla
realtà. Vivere di fantasie,di
speranze per il
futuro ed essere in
capace di stare nel
presente.
Non che non ci abbia provato, ma senza
successo. Tutt'ora mi
sembra che
cercando di essere
pratico, di "
aderire" alla
realtà,
io violenti me stesso. Difatto durante i periodi in cui mi sono
sforzato di essere
semplicemente
pratico, l'ho fatto autoannientandomi.
Tutt'ora, quando
penso
pratico
penso
male. Nel mio
pensare
pratico c'è una
rinuncia a qualcosa di mio, che recupero nel
fantasticare.
E come se o sono
io, o sto nel mondo. E fin'ora sono
stato nel mondo in modo meccanico,
automatico,
vivendo in un mondo
separato nella mia testa e nella mia anima. Ma appena
provo a essere
pratico è come se dovessi annientarmi, come se non ci fosse modo di far si che
io possa portare me stesso nel mondo.
Come avere un seme (io) e un vaso di terra (il mondo), e ogni volta che getto il seme manco il vaso.
Oppure nel vaso
giusto non c'è terra, e il vaso con la terra è quello
sbagliato,lo butto li, viene fuori il germoglio e appassisce."
class="messageTitle">"Come vi immaginate nei vostri film mentali?
class="messageBody">
Non so nemmeno se sia la sezione
giusta, nel
caso cancellate pure questo thread.
Sto per confessare qualcosa di cui nessuno é a
conoscenza: i miei
film mentali.
O
meglio, i kolossal mentali.
Si perché i miei non sono
film classici su storielle e ragazze...
Sin da bamino per addormentarmi avvio la "cinepresa" e ...sbam, partono i kolossal. Salvo mondi dalla
distruzione, compio
eroiche
imprese di guerra, scalo montagne ed attravero oceani, esploro
pianeti e galassie, ri
vivo
tutti i libri letti in prima
persona o come passante
presente ai fatti, divento
ricco ed
aiuto le persone, o
immagino di esser
vecchio e
vivere in modo
semplice su un'isola ddll'oceano. Poi
ovviamente vi é anche la parte
sentimentale dove ragazze che mi piacciono o
vecchie fiamme riappaiono... Ma é una parte secondaria, d'appendice.
Insomma,
immagino di
vivere
avventure straordinarie.
Forse ho letto troppo in
vita mia, o visto troppi
film.
Peró mi
aiuta a prender sonno.
In questi
sogni ad occhi aperti
proietto
tutti i miei
aspetti
positivi, così da addormentarmi
serenamente.
Beh, ammetto che
risulta alquanto
ridicolo continuare ad
immaginarsi
protagonista di storie d'
avventura a venti e passa anni, ma é un
vizio che mi porto dietro fin da quando sono
piccolo. Troverei più
facile smettere di
fumare che
rinunciare a questi trip la sera!
E voi, come siete nei vostri
film mentali (se ne fate)?"
class="messageFooterRight">
FINO A QUI
La fantasia come surplus
La fantasia come compromesso
La fantasia come alternativa
La fantasia come alternativa indica personalità che, sonostate cresciute illuse di una realtà che non può esistere, persone che per evitare la condanna dell'insoddisfazione o del ciclo "idealizzazione delusione" preferiscono rifugiarsi in via definitiva nel loro mondo di fantasia, affermando frasi come "perché non è come nei film?" "perché non può essere come funziona nella mia testa?".
La fantasia come compromesso è analogo al punto precedene con l'unica differenza che la persona non è accetta questo stato come migliore, continua a preferire se fosse reale, non riuscendo a trovare un completo appagamento nella fantasia.
Indicatore di persone che hanno problemi con la realtà è quello di investire il loro tempo per intrattenersi con contenuti di finzione sentimentali ed emotivi, come romanzi, film, libri che riescano a fargli immaginare e provare quelle cose che non hanno o che gli mancano nella realtà.
DOmanda dal web "
class="messageTitle">Qual è il rapporto tra fantasia (immagini mentali) e realtà?
class="messageBody">
Ognuno di noi ha una fantasia , intendo quando ''
sogniamo ad occhi aperti''(almeno
penso).Quest'
immagine di noi in vesti diverse
serve a qualcosa ,
deve essere
ascoltata ?"