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- Codipendenza -
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Cos'è la codipendenza? Cos'è si intende per essere codipendente?

Si parla di codipendenza per descrivere un particolare fenomeno dove in un rapporto una pesona dipende e l'altra sfrutta tale dipendenza a proprio vantaggio.

 

DA RISCRIVERE

 

BOZZA

dipendenza affettiva= codipendenza

 

Nel linguaggio comune il termine codipendenza non è diffuso, viene usato in ambito psicologico per descrivere quel rapporto di dipendenza che una persona può sviluppare nei confronti di un'altra.

Erroneamente si pensa che la dipendenza sia solo a livello emotivo ma si possono sviluppare anche dipendenze a livello operativo.

Questo fenomeno è scarsamente considerato perché, complice il romanticismo, c'è una visione diffusa che il rapporto è normale che si basi sull'essere incompleti e non autosufficienti, come se dipendere da qualcuno sia sinonimo stesso di amore.

Il problema non si pone per molte persone perché nel momento in cui smettono di dipendere da qualcuno finiscono subito fra le braccia di un'altra persona verso la quale dipendere, alcune persone infatti non lasciano il "vecchio ramo" fino a quando non ne trovano uno nuovo, come a dire anche se non desiderano più stare con l'attuale partner sanno che da soli non possono stare e quindi lo lasciano solo quando sanno che staranno con un'altra persona, per evitare di soffrire senza nessuno.

Il problema si pone per quelle persone meno pragmatiche, più ingenue e deboli che credono che quell'amore durerà per sempre, che l'altro non tradirà la fiducia del rapporto, non si pongono il problema per poi ritrovarsi in una realtà in cui "soffrono così intensamente da venirne disturbate" una volta che il rapporto per qualsiasi motivo si interrompe.

Alcune persone si convincono che questa sofferenza sia normale, che è "normale distruggersi per amore una volta che finisce" come se facesse parte della vita stessa, sono persone che probabilmente o non l'hanno mai passata quella fase o se ci sono passare non erano così dipendenti/sensibili da soffrirne al limite del disturbo.

 

si tratta di codipendenza quando entrambi dipendono uno dall'altro?

 

I paradossi della codipendenza ovvero iniziare a rendersi conto di quanto questo stato oltre che appagante sia anche sofferente per una serie di caratteristiche come gelosia, possessività, ansia, etc.. e quindi il soggetto nonostante soffre nello stare da solo preferisce questo stato non che appagarsi al prezzo di una notevole sofferenza.

 Questo potrebbe sfociare al punto che il soggetto nel momento in cui si rende conto che sta per innamorarsi di qualcuno in modo intenso (limeranza) e che potrebbe sfociare in codipendenza si allontana per non rischiare.

Un altro paradosso lo si riscontra nell'interrompere il rapporto nel momento in cui si percepisce un possibile abbandono, il soggetto si rende conto che essere lasciato sarebbe ancora più sofferente e per non rischiare preferisce lasciare seguendo una logica che si potrebbe descrivere così " Non mi puoi abbandonare se sono io a lasciarti per primo". Questo evidenzia come in alcuni casi nonostante non sia intenzione dell'altro lasciare il soggetto nella sua percezione distorta vede questo rischio e chiude un raopporto che altrimenti non sarebbe finito.

Codipendenza reciproca

Le persone codipendenti si rendono conto dell'effetto che questo genera nella durata del rapporto e nelle intenzioni a portarlo avanti ed essere presenti, questo le potrebbe portare a ricercare un rapporto di codipendenza reciproco dove vedono che anche l'altro è codipendente nei loro confronti. In questo modo è come se sapessero che l'altro avrà il loro stesso comportamento, la loro stessa presenza e desiderio di vedersi e portare avanti il rapporto, come se si fosse anche accorta invece di come i rapporti con persone più autosufficienti o che comunque non manifestano questa dipendenza affettiva siano più variabili, più propensi a finire all'improssivo o comunque ad essere "sporadici". La codipendenza reciproca si innesca nel momento in cui il soggetto desidera ricevere delle attenzioni costante, delle dimostrazioni e qual è l'unico modo se non essere l'oggetto di dipendenza per qualcuno?

"Credo di aver paura. Ho paura che le persone a cui voglio bene non mi vogliano bene tanto quanto io voglio bene a loro. Un po' il complesso della bimba che viene messa da parte, se volete... Per questo non riesco a coltivare troppe relazioni "superficiali", per paura di affezionarmi e scoprire che il mio bene non era ricambiato: quando ci provo mi stanco, rimango in un continuo stato d'ansia.
In tutto questo sento un forte desiderio di amare ed essere amata, ma (probabilmente anche per la mia vita sociale non così attiva) non trovo qualcuno che sento a me veramente affine. E questo, sommato al fatto che posso contare solo su mia madre (la mia famiglia in pratica finisce lì) e qualche amico, per quanto siano persone che stimo e alle quali voglio bene, mi fa sentire un po' persa, se volete un po' sola. Ed essere l'unica vera colonna portante di se stessi da una vita non è semplice, non a 20 anni."

FINO A QUI

Un test per la codipendenza: "Pensa al rapporto più stretto che hai attualmente nella tua esistenza, immagina di perderlo. Cosa proveresti? Cosa ti accadrebbe?"

Qualsiasi risposta diversa dal "la fine di un rapporto è un evento normale e accettabile, conserverò i ricordi piacevoli portandoli con me nel mio futuro e cpsì farà l'altro" indica che probabilmente si tratta di codipendenza o comunque che ci sia dipendenza da parte di uno dei due.

 

Dipendere da qualcuno non è la normalità, non è sinonimo di amore, è solo la testimonianza di essere una persona non autosufficiente che non sa bastare a se stessa che necessita di qualcuno per sentirsi vive, per provare qualcosa o per fare qualcosa, cose che da sole non saprebbero come fare, ci si può rapportare con le persone senza dipendere da loro.

 

Quando affezionarsi peggiora il quadro del codipendente

L'affezionamento rende ancora più sofferente la condizione perché nella persona si radica anche la credenza che questa persona che ha è rara e una volta persona non la riuscirà a rimpiazzare, non troverà qualcuno con cui riuscire a completarsi.

 

"Due mesi fa ho subito una brutta rottura dalla persona con cui stavo da tre anni. All'improvviso. Il mio equilibrio si è stravolto e mi sono trovata di fronte una persona che non conosco e che mi ha fatto male in modi che neanche potevo immaginare. Ha tolto ogni luce alla mia vita. E pensare che quella insoddisfatta da un anno a questa parte ero proprio io, io che parlavo, io che cercavo una strada comune, nuove cose da fare. Lui è il mio opposto: studente all'ultimo anno di medicina, persona fredda, apatica, senza passioni se non quelle per i giochi da tavolo e il cellulare. Passa la sua vita a studiare nella sua bella facoltà circondato da alcuni che fino a poco tempo fa chiamavo Amici. Con me però era diverso, riusciva ad essere dolce e presente, mi faceva sentire sicura anche se ho sempre pensato che i nostri mondi potessero essere incompatibili. Io vivo di emozioni, troppo forse. La mia eccessiva sensibilità mi ha portato negli anni a soffrire di depressione, sin da piccola e per questo sono stata qualche anno in terapia e ancora oggi fatico ogni giorno per trovare la mia sicurezza e stabilità. Ma di passi avanti ne ho fatti tanti, e di questo vado fiera. Credevo che il suo modo di affrontare la vita distaccatamente, senza farsi problemi per nulla e per nessuno fosse sinonimo di intelligenza. Invece ho capito che è superficialità. Menefreghismo e noncuranza. Il problema è che nonostante io sia a conoscenza di queste cose, ancora non riesco a buttarmi tutto alle spalle e ricominciare a vivere. Mi alzo ogni giorno con un peso sul cuore che non mi abbandona in ogni gesto che faccio, per non parlare delle lacrime, sempre lì lì per scendere. Il mio inconscio non mi lascia in pace, neanche nel sogno. Lui è sempre lì, che mi ignora e magari con un'altra accanto. Non è la mia prima storia, ne ho avute altre due importanti e forse sì, ho dimenticato il dolore che si prova, il senso di perdita e inadeguatezza che non ti lascia. La pace che non arriva. Eppure sto cercando di reagire. Ho tanti progetti nell'angolo, ma ora subentra l'ansia di rimanere inchiodata a questa angoscia, a questo sentimento buttato nel cestino come fosse la cosa più semplice e normale del mondo. Di rabbia ne ho tanta, di paura anche. E nonostante l'aiuto di persone intorno, quando mi ritrovo a casa, da sola...è tutto nero. L'equilibrio crolla e non so che fare per evitare di buttare il pensiero sempre lì. A volte mi sembra che invece di passare aumenti..."

Questo caso oltre che evidenziarci le conseguenze della rottura da codipendenti che sfociano fino al disturbo ci ricorda anche come una persona sia talmente interessata nel "completarsi" che ignora perfino la compatibilità, ritrovandosi con una situazione ancora più sofferente "ma come ha potuto farmi questo" o "difficile da accettare che la persona con cui sono stata oltre che mi ha abbandonata sia anche diversa da come la immaginavo" etc..

 

Codipendenza e abbandono

 

 

VALUTARE LA POSSIBILITA DI USARE LA CODIPENDENZA PER DEFINIRE LA DIPENDENZA RECIPROCA

La differenza fra dipendenza e codipendenza consiste nella reciprocità, affermare di dipendere da qualcuno non ci dice nulla sul come l'altro si rapporta con noi, affermare di essere codipendenti vuol dire specificare che in un rapporto entrambi dipendono l'uno dall'altro.

 

Quale comportamento esegue un codipendente? Si legga dipendenza per approfondire.

 

Come si smette di essere codipendente? I rapporti di codipendenza difficilmente nascono per caso, di solito le persone ricercano in modo specifico qualcuno che veda le cose a suo modo,che si rapporti al suo stesso modo, questo vuol dire che per evitare questi rapporti è necessari cambiare questo modo di esistere e di cercare i rapporti alla radice, puntando all'autosufficienza e cercando persone che sappiano fare lo stesso.

Quali sono i rischi della codipendenza? Il rischio della codipendenza è quello di creare dinamiche di sofferenza più intense di qualsiasi altro rapporto, sono persone che proprio perché sono così saldate, hanno paure, ansie, sovradimensionate a causa del fattore "potrei perderlo e non posso accettarlo", stessa cosa per il risentimento, come si può accettare uno "sgarro" dalla persona che ti è così unita? Il vissuto emotivo di queste coppie è amplificato e nel caso di incompatibilità, nel caso di componenti ansiose e paurose presistenti si rischia di passare gran parte della giornata a soffrire e litigare.

Sebbene questo evento possa essere difficile e ridurre la qualità esistenziale dei due, ciò che più potrebbe impattare sulla qualità esistenziale è lasciarsi, dato che in questo modo si perderebbe ciò che completava con il rischio che il proprio vuoto interiore destabilizzi e disturbi (ma questo è anche il rischio della sola dipendenza).

 

La manipolazione del dipendente (chiamata erroneamente disturbo borderline)

Una persona dipendente nel suo egoismo e bisogno dell'altro potrebbe arrivare a sviluppare strategie tese a sfruttare eventuali emozioni dell'altro per non farsi abbandonare come minacciare suicidio, farlo sentire in colpa, etc..

ultima modifica il: 13-11-2016 - 13:34:44
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