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- Razionalità -
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(la differenza fra razionalità e disciplina

l'errore di chiamare razionalità una persona che pensa tanto, ma pensare tanto non vuol dire niente, anzi solitamente chi pensa tanto è irrazionale e non riesce ad uscire fuori da un vortice di pensieri sbagliati e che alimentano stati emotivi ossessivi)

Cos'è la razionalità

(pretendere razionalità da soggetti non razionali, se un soggetto non sa nemmeno cosa significa essere razionali o come si fa ad esserlo, cioè non commettere fallacie, come si può chiedere a qualcuno diessere razionale?)

Con il termine razionalità si definisce il modo di pensare privo di errori. Gli errori che si possono fare quando si pensa sono prevalentemente due:

- usare informazioni erronee, il soggetto pensa basandosi su dei dati che dà per certi o per scontati, delle credenze che ritiene vere ma che non lo sono. Fenomeno che tecnicamente si definisce partire da delle premesse errate;

- compiere delle fallacie, cioè degli errori deduttivi. Il soggetto nel processare i dati che ha, nel produrre conclusioni cade in degli errori portandolo a prendere il prodotto del suo pensiero come valido/vero quando non lo è.

Il soggetto irrazionale non si rende conto di esserlo, pensa che le informazioni che usa siano vere e/o che non abbia compiuto fallacie. L'irrazionalità, come vedremo meglio durante l'articolo, è favorita da una mentalità antiscientifica e da una componente di presunzione.

Razionalità e ragione hanno la stessa etimologia, quando ad esempio si dice a qualcuno "si, hai ragione" con questa frase si dice a livello pratico "si, penso che ciò che dici è vero, è privo di errori deduttivi". Per dire a qualcuno che pensiamo che ciò che ha detto sia razionale usiamo l'affermazione "hai ragione".

Non esistono soggetti totalmente razionali o soggetti totalmente irrazionali, la razionalità descrive il pensiero del momento, si può parlare per comodità di soggetti propensi alla razionalità, in quanto la comprendono e tentano di inseguirla e soggetti invece tendenti all'irrazionalità perché non sono istruiti su come pensare e nemmeno si pongono il problema della validità dei loro pensieri in modo sistematico.

Il concetto di razionalità si è erroneamente associato a quello di massimizzazione dell'utile o di efficienza massima, ma questo è un errore che appesantisce il concetto di razionalità. La razionalità è un pensiero "pulito", poi ci sono soggetti che hanno l'obiettivo di massimizzare e ci sono persone che non ce l'hanno. Sono obiettivi soggettivi che non vanno associati al concetto di razionalità che invece ci dice solo che il pensiero in quel momento è privo di errori.

Ma la razionalità non è tutto, in quanto per pensare è necessario avere dei dati e non è detto che un soggetto abbia dei dati a disposizione. Facciamo un esempio, c'è un soggetto che è attento al suo modo di pensare, ci tiene ad essere razionale, incontra una persona e vorrebbe conoscerla, questa persona però è schiva, non si apre, il soggetto in questo caso non riesce proprio ad inquadrare l'altro perché mancano dei dati.

La razionalità, quindi, può essere misurata su una scala di quattro livelli:

- razionalità massima, descrive lo scenario ideale dove non vi è solo ragione (assenza di errori, distorsioni) ma c'è la conoscenza totale di ogni variabile, scenario che non esiste quasi mai nell'ambito esistenziale;

- razionalità sufficiente, detta anche minima o limitata soddisfacente, nonostante non si abbia la condizione ideale il soggetto comunque ha informazioni sufficienti per fare una serie di deduzioni valide che lo porteranno ad un'azione efficace. Il soggetto può agire senza errori significativi o lacune compromettenti;

- razionalità insufficiente, detta anche limitata insufficiente, il soggetto ha potenzialmente una mente razionale ma non ha abbastanza informazioni per poter arrivare ad una conclusione efficace, il soggetto è razionale proprio perché in questo caso sa che è necessario sospendere il giudizio e l'azione fino a quando non si avranno dati sufficienti;

- irrazionalità, il soggetto pensa con una serie di errori cognitivi, credenze non valide, deduzioni errate, la scelta di un metodo euristico errato, mancanza di informazioni sufficienti, spinte parossistiche o impulsive, etc... 

 

Questa scala ribadisce un concetto fondamentale, l'assenza di errori deduttivi non è tutto, non ci si può concentrare solo sugli errori deduttivi o sulle premesse errate, in alcuni casi potremmo non avere informazioni sufficienti per poter pensare, perché mancano dei dati fondamentali per comprendere ed operare, per fare le deduzioni necessarie.

L'obiettivo per pensare non è solo quello di evitare errori nel dedurre e di non usare informazioni distorte, ma è anche quello di scoprire informazioni, conoscere e comprendere, per avere tutto quel materiale da poter processare razionalmente e usare per i propri obiettivi.

 

Ogni volta che sbagliamo qualcosa, la prima cosa da chiederci è "siamo stati irrazionali? O non avevamo abbastanza informazioni?" o l'una o l'altra o entrambe. 

La razionalità spalanca le porte alla contezza, cioè il soggetto razionale diventa pienamente cosciente non solo di quello che sa, ma anche di quello che non sa e potrebbe non sapere, inizia a considerare tutte le variabili come unico modo per agire al meglio nella realtà.

Il soggetto razionale diventa curioso (scoprire ciò che non sa) e diventa scettico (prima di usare una propria credenza la mette in discussione) e da qui partono cicli di riflessione, il soggetto razionale pensa di più, non è più impulsivo o automatico.

Questo ci porta a renderci immediatamente conto che un soggetto che agisce rapidamente, che va veloce, difficilmente è razionale anche se paradossalmente viviamo in una cultura, medioevale, che incoraggia questa velocità, la apprezza, di fatto viviamo in una società che incentiva l'irrazionalità, vedendo la riflessività e la razionalità come qualcosa di negativo perché lenta.

 

La razionalizzazione evidenzia il fenomeno in cui il soggetto riesce in qualche modo a prendere i propri contenuti irrazionali a metterci la ragione di mezzo, solitamente questo accade quando il soggetto è stato spinto da degli impulsi ad accelerare e ha perso di lucidità e grazie alla temperanza si ferma e riesce a sistemare eventuali pensieri distorti.

La razionalizzazione diventa un modo per fronteggiare scenari difficili ed emotivi, di recuperare dopo un periodo variabile di tempo tutta una serie di pensieri e azioni basati sull'irrazionalità.

La razionalizzazione può aiutare se il soggetto aveva un contenuto distorto, eliminando tutto quel dolore e tutte quelle emozioni che provenivano da un'illusione, da una distorsione, dal frutto dell'irrazionalità.

 

Come abbiamo detto pocanzi per pensare è necessario prendersi del tempo, riflettere sulle cose, essere scettici e curiosi e non farlo si trasforma praticamente in una condanna di irrazionalità.

Alcuni stati emotivi facilitano l'irrazionalità, perché le emozioni per definizione, spingono all'azione, all'accelerazione, tolgono il tempo e tutto questo non fa altro che promuovere l'irrazionalità.

Pensate a tutte quelle volte che avete discusso da arrabbiati, nel giro di frazione di secondi rispondevate con qualcosa di pensato al momento, di quasi automatico, per rendervi conto solo dopo di quanto alcune cose dette siano state irrazionali e che al momento non riuscivate a fermarvi talmente era poca la lucidità mentale e intensi i parossismi.

Questo vuol dire che la razionalità, oltre che esistere quando si possiede una forma mentis che la insegue e la conosce, trova terreno fertile nell'atarassia, cioè in quelle situazioni in cui il soggetto è lucido o in grado di resistere alle emozioni che prova senza accelerare con il pensiero, senza che smetta di riflettere a causa di ciò che prova.

 

L'irrazionalità può essere vista come un cane che si morde la coda, perché? Perché ogni volta che partoriamo un pensiero irrazionale, arriviamo ad una conclusione errata, questa poi diventa parte del nostro bagaglio e a sua volta verrà usata in futuro producendo ad altri pensieri distorti perché la base di partenza lo era.

Questo ci fa capire quanto sia importante essere scettici, intervenire su tutto il proprio castello di credenze e convinzioni, perché basta un piccolo numero di credenze distorte a monte e poi tutto quello che si è pensato e concluso per una vita intera è viziato da quell'errore originale.

 

Ricapitolando, fino ad ora abbiamo detto che l'irrazionalità si basa su una serie di fallacie deduttive o uso di informazioni di partenza distorte, è aggravata dall'emotività che è nemica della riflessività.

Ma a livello pratico, cosa deve fare una persona che vuole iniziare questo percorso di razionalità, cosa deve studiare ed acquisire per poter vedere i suoi errori che prima non vedeva? Sono tre i passaggi:

studiare lo scetticismo, apprenderne i passaggi e applicarlo sistematicamente ad ogni premessa usata. Il soggetto quindi acquisisce un metodo che prima non aveva, diventando scettico in modo sistematico. Senza illudersi di saperlo fare, altrimenti lo si sarebbe già fatto. Si studia per maturare questa abilità e usarla;

- studiare le fallacie. Come si fanno a riconoscere le fallacie? Conoscendole, quindi solo studiandole il soggetto può guardare sistematicamente al suo modo di dedurre e riconoscerle, non solo, studiando le fallacie studierà anche i modi corretti di dedurre. Anche qui lo studio è fondamentale, senza questa componente non si può fare nulla. Si legga l'articolo sulla logica per migliorare su questo frangente;

- riconoscere e capire il concetto di euristica. Ogni conoscenza a cui siamo giunti, che sia questa un'informazione, una regola che usiamo per dedurre, questa l'abbiamo costruita. Cosa sono le euristiche quindi? Sono tutti i metodi che il soggetto usa per costruire la consocenza ha, per acquisirla, non solo quella dedotta. Conoscere le proprie euristiche, aiuta il soggetto a rendersi conto di due cose. La prima è che tutto ciò che sa potrebbe contenere errori, è una insieme di cose che si è costruito e potrebbe aver fatto più errori, rendendo ancora più utile il concetto di scetticismo. Non solo, consocendo il concetto di euristica il soggetto porge più attenzione al proprio modo di acquisire informazioni, migliorandolo, riuscendo a capire come la deduzione sia solo uno dei modi in cui si può arrivare a conoscere qualcosa. 

 

La razionalità è complicata ma si può raggiungere iniziando a lavorare da questi tre strumenti, con lo scetticismo, con lo studio della logica, con la conoscenza ed eliminazione delle euristiche rapide.

Con tutto questo il soggetto può sistematicamente prendersi del tempo per riflettere e pensare senza errori per vivere al meglio, per agire senza sbagliare e senza fallire, ritrovando la curiosità di scoprire il mondo senza fretta, godendosi il viaggio della vita con calma sia fisica che mentale.

Per un soggetto che è ancora irrazionale cosa può fare per limitare i danni? Un modo per salvarsi "in calcio d'angolo" è quello di sospendere ogni azione per validare almeno un po' tutto ciò che si è pensato.

Inserire una sorta di freno che consiste nel "siccome tendo a pensare di fretta e con errori, almeno prima di usare quel pensiero per agire mi interrogo se sia errato e quanto lo sia" un po' come a dire che il soggetto sa che la sua psiche produce roba difettosa, siccome non sa come impedirlo, almeno prima di usare tali prodotti fa qualche check oppure chiede aiuto ad esterni.

 

 

 

L'illusione dell'associare l'irrazionalità all'emotività

L'irrazionalità è promossa dall'emotività, ma associare le due cose è un errore, si può essere irrazionali anche quando non si è emotivi semplicemente perché non si sa pensare bene, si fanno errori, etc... 

 

L'errore di pensare che la razionalità sia all'antitesi delle emozioni

Alcuni soggetti pensano erroneamente che essere razionali impedisca di vivere di passioni o di provare emozioni. L'errore consiste nel fatto di aver percepito che nell'irrazionalità è facile illudersi, idealizzare qualcosa e provare emozioni intense non per la realtà che si ha di fronte ma per l'illusione che si percepisce. Hanno associato il fatto che la razionalità invece sia un nemico, perché se capiscono cosa hanno di fronte, sentono meno non potendosi più illudere. Ma non è affatto così, si possono provare emozioni intense per qualcosa di bello che si trova o si costruisce senza necessariamente distorcerlo o idealizzarlo. Si può vivere emozioni intense per qualcosa di reale, ma questo richiede l'abilità di trovarlo o di costruirlo. Diventa più facile per le persone quindi autoconvincersi che la razionalità sia un pericolo e che l'unico modo per vivere emozioni intense sia cavalcare l'onda dell'idealizzazione, dell'illusione fino a quando dura.

 

Qual è la differenza fra razionalità e saggezza?

La saggezza evidenzia l'abilità di saper vivere, cioè elenca tutte quelle caratteristiche e visioni del mondo che portano un soggetto a sapere cosa fare per essere felice. La saggezza si potrebbe vedere come la conoscenza razionale del mondo sufficiente per costruire e vivere una vita felice.

 

L'irrazionalità, nel suo essere infinitamente differente ha comunque delle manifestazioni più frequenti ed eclatanti di altre come:

- metodo del consiglio illustre, se qualcuno di preparato mi dice qualcosa allora è necessariamente vera (ubbia);

- metodo istintivo, se ascolto le mie emozioni queste non sbaglieranno;

- metodo della riprova sociale, se tante persone dicono la stessa cosa allora è vera.

 

 

La razionalità olimpionica

Qualcuno a questo punto potrebbe chiedersi, ma possibile che la razionalità sia qualcosa di così difficile al punto da sembrare una gara olimpionica? C'è da conoscere tutte le fallacie, essere continuamente scettici, resistere alle emozioni per restare lucidi, scoprire il mondo. Essere razionali diventa un'impresa titanica. La realtà è questa, se un soggetto intende essere sempre razionale di fatto ciò che gli si richiede è una sfida titatica e olimpionica, fatta di anni e anni di studio su di sé e sugli altri. Ma la razionalità è solo questa? No, non necessariamente, c'è una strada alternativa meno pesante che può giovare comunque al miglioramento della qualità esistenziale. Questa strada si chiama "aspirazione razionale". In cosa consiste? Piuttosto che puntare ad una razionalità al 100% il soggetto ragiona in questi termini, si studia le fallacie più comuni, impara ad essere scettico e tenta di applicarsi quante più volte possibile. Migliora la sua razionalità, in modo percentuale, passando ad esempio da uno scenario in cui era raramente razionale ad uno dove arriva ad esserlo nel 50% dei casi ad esempio. Guarda a quanto la sua qualità esistenziale migliora, in quanto meno errori si fanno, meglio si sta e di conseguenza si regola se vada bene così o se sia il caso di aumentarla ancora di più. Si fa un percorso meno faticoso, meno lungo e invece di puntare ad una razionalità olimpionica si punta ad una percentuale di razionalità tale da arrivare ad un'esistenza soddisfacente. 

 

 

Articoli consigliati per l'approfondimento:

- scienza

- logica

- euristica

- emotività

 

 APpunti:

- irrazionlità da emotività

- irrazionalità da fallacie

 

Collegamento con iper razionalizzazione

 

 

 

 

ultima modifica il: 21-09-2019 - 8:25:34
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