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- Avarizia -
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Cos'è l'avaro? Cosa si intende per persona avara?

Si definisce avaro un soggetto che è spinto all'accumulo e al risparmio per il piacere che ha collegato al denaro e a tutto ciò che ha un potenziale economico. L'avaro vede il denaro come un fine, in quanto più potere economico possiede, più gode, più si sente migliore di altri, si sente apprezzabile, etc...

L'avarizia è di un soggetto orgoglio e dominante che ricerca questo piacere tramite il denaro e il relativo potere che questo gli dà di sentirsi superiore a tutti quelli che hanno un potere economico inferiore al loro.

L'avarizia si manifesta prevalentemente in due condotte:

- accumulo, il denaro viene messo in banca o investito;

- risparmio, si tenta di spendere il meno possibile per le attività necessarie, così che tutto il denaro risparmiato possa essere ricondotto all'accumulo.

L'avaro potrebbe presentare difficoltà a fare delle spese, anche per cose che desidera, se il desiderio dell'accumulo supera il desiderio di ottenere quel bene in particolare. L'avaro si riconosce dal fatto che riesce a spendere senza problemsolo laddove il denaro può trasformarsi in altro denaro o in qualcosa che comunque rientra nel potere economico del soggetto, ad esempio comprando case, comprando proprietà e non spendendo per il resto di qualcosa di fine a se stesso, qualcosa di considerato vano. L'avarizia non va vista come un assoluto ma a livelli, cioè ci sono diversi livelli d'avarizia, quello massimo si può considerare come quello che non spende nulla se non per questi obbiettivi di accumulo e dominio/piacere collegato ad esso mentre ci sono persone che sebbene tendano a questo accumulo comunque in parte diversa riescono a spendere anche per altro. L'avarizia potrebbe avere cause formative ed esperienziali che hanno fatto nascere questo acceso desiderio di accumulo e dominio intorno al denaro e ciò che vi è collegato. In questo concetto è fondamentale comprendere il concetto di scelta dell'avaro, perché il denaro stesso nell'avaro non è più solo un mezzo ma un obiettivo, l'avaro è tale solo se gode al pensiero del denaro accumulato, del potere economico che possiede tramite soldi liquidi e proprietà.

Alcuni soggetti avari potrebbero non rendersi conto del loro stato, del loro "attaccamento" al denaro accumulato, a causa di una diffusa alessitimia che gli impedisce di riconoscere le emozioni che provano, di capire quanto quel denaro li faccia in qualche modo sentire "potenti" o comunque non li faccia sentire inferiori, questo perché il soggetto stesso fatica a capire e riconoscere il suo orgoglio e come si manfiesta. 

L'avarizia non è l'unico modo che descrive come le persone si rapportino con il denaro, ve ne sono altri tre:

- tirchio, il soggetto di fronte all'atto di fare una spesa prova delle emozioni negative che lo spingono a non farlo. Queste emozioni negative sono prevalentemente di due tipi, senso di colpa profondo collegato allo spendere e orgoglio. Analizziamo prima il punto del senso di colpa, sentimento che nasce a causa di un'educazione che ha inculcato in modo bigotto il non spendere, producendo un condizionamento profondo non solo conscio ma anche inconscio. Il soggetto quando sta per spendere si sente in colpa perché pensa che sia sbagliato anche se non è in grado di spiegarlo chiaramente, lo vive come obbligo interno. Questo si traduce nel provare emozioni negative ogni qualvolta spende denaro, specialmente se non viene speso verso quei pochi frangenti che gli educatori non l'hanno punito se spendeva o se lo loro per primi non si sono fatti problemi a spendere in quel versante (in alcuni casi il soggetto potrebbe essere tirchio in tutto e non aver nessun versante dove può spendere liberamente). Ciò che viene inconsciamente inculcato è che spendere è sbagliato, spendere soldi poderà ad un danno, danno che non avverrà invece se si conserva sempre del denaro, se si tende ad averne sempre perché "può servire". Come si manifesta questo fenomeno? Nel caso dell'istintivo o della persona che segue queste emozioni si assiste ad un fenomeno lineare dove il soggetto è tirchio e non ha alcun conflitto interno e si limita a seguire quello che sente o l'educazione datagli anche se comunque soffre per le privazioni che questo potrebbe comportare, mentre il conflitto potrebbe nascere nel momento in cui il soggetto si rende conto che il denaro è un mezzo ma nonostante questo fare fatica a causa delle emozioni negative radicate nel suo inconscio cosa che lo porterà in alcuni casi a cedere o in altri a vincere ma sentirsi comunque in colpa per la spesa fatta.  Il tirchio ha due condotte, una che si basa sul "se posso evitarlo allora non lo compro" seguendo la strada della rinuncia e dell'insoddisfazione portando ad una diminuzione della qualità esistenziale netta, la seconda è la strada dello spilorcio "risparmiare ovver spendere il meno possibile" in cui ad esempio si comprano cibi di bassa qualità a discapito della loro salute pur di risparmiare, andare continuamente a caccia di offerte, del prezzo più basso come unico modo per non sentirsi in colpa.  Lo spilorcio in questo modo riesce ad autoingannare il suo stesso inconscio, andando alla ricerca del prezzo stracciato e dell'occasione è come se ingannasse quella punizione allo spendere cifre grosse, in quanto più la cifra è alta più il senso di colpa aumenta. Nell'essere spilorcio invece, specialmente se i suoi stessi educatori si sono comportati così, trova ampio respiro dove può comprare senza sentirsi in colpa scivolando però nel paradosso che crea questo tipo di acquisto. Sono soggetti che in alcuni casi per assurdo spendono di più in quanto all'inizio andando a risparmio finiscono per comprare qualcosa di inutile (non sufficiente) o di una qualità così bassa che finisce per rompersi. Il tirchio che evita la spesa lo si riconosce anche per frasi come "no questa cifra è troppo" oppure "non spenderai mai così tanti soldi, preferisco faticare il doppio ma non la spendo quella cifra", indicando come non riesca a fare una scelta razionale senza che questo senso di colpa o altre credenze inculate si mettano in mezzo all'uso dei soldi come mezzo per migliorare la propria qualità e vivere. In sintesi il tirchio è mosso da un senso di colpa che lo porta a non comprare nulla o a comprare solo a prezzo da occasione con tutti i contro del caso perché non è in grado di vedere i soldi come un mezzo per migliorare la sua esistenza, come un mezzo per raggiungere i suoi obbiettivi e viversi la vita. Quando il soggetto riesce a superare questo senso di colpa comunque paga il prezzo non riuscendosi a godere appieno l'acquisto proprio perché si sente in colpa. Una persona tirchia faticherà a spendere per qualcosa che le piace perché si ritroverà ad una lotta interna con se stessa, tentando di razionalizzare e nel caso autoingannarsi pur di poter spendere. Si legga risparmio per approfondire. Per quanto riguarda invece l'orgoglio il soggetto potrebbe avvertire il fatto che quella spesa avvantaggia qualcun altro, come se fosse una sfida, componente che paradossalmente potrebbe comparire anche con amici o parenti, il soggetto quindi viene frenato dal fatto che non vuole che gli altri "godano" del suo denaro, ma come se ci dovesse godere solo lui. Il tirchio potrebbe manifestarsi con una condotta paradossale perché non è interessato all'accumulo, non ha una visione costante sul denaro, l'unica cosa che fa è seguire degli imperativi che si attivano al momento sotto forma di emozioni inibitenti, all'atto della spesa. Per questo il tirchio potrebbe in alcuni scenari non dare alcun peso al denaro, come riscuotere una piccola cifra o spenderla in alcuni contesti, mentre poi dargli peso in altri;

- taccagno, il taccagno è spinto all'accumulo per insicurezza e dalla paura di non avere soldi quando serviranno. Questo fenomeno è strettamente collegata all'ansia e alla paranoia di un soggetto di fronte a scenari di povertà, perdita di lavoro, spese impreviste e tutto ciò che comporterebbe poi ricevere il giudizio degli altri, l'umiliazione nel chiedere aiuto. Ad esempio un soggetto che ha perso i genitori è più probabile che manifesti una condotta taccagna perché non ha nessuno ad aiutarlo, chi ha entrambi i genitori benestanti invece difficilmente sarà taccagno nona vendo alcuna paura, "tanto ci sono i genitori". Il taccagno quindi è mosso dalla ricerca di una cifra che lo faccia sentire sicuro, ma paradossalmente se il soggetto ha una scarsa comprensione della realtà, dei rischi, potrebbe piombare in un circolo infinito perché mai nessuna cifra lo farà sentire al sicuro. Questo ci porta alla convenienza di suddividere le persone taccagne in due gruppi, quelli intelligenti e quelli stupidi. Ad esempio una persona che sotto i 20000€ è taccagna perché teme che possano esserci spese impreviste va considerata come potenzialmente razionale, oppure una persona che ha definito in modo valido una soglia oltre la quale preferisce non spendere. Viceversa è da considerarsi un taccagno irrazionale chi non sa fare questi conti in modo valido ed è spinto da una generica spinta al risparmio e all'accumulo senza che stia capendo cosa fa, quali rischi reali ci sono, etc.., andando a sensazione.
In sintesi il taccagno è colui che viene mosso dall'insicurezza perché sotto una certa soglia teme che possano accadere scenari dove necessita di soldi che non ha. Sebbene questa strategia possa avere un fondo di validità, nel taccagno intelligente, conviene approcciarsi ai soldi in un modo più completo e razionale, non spinto da paure ma  in un'ottica parsimoniosa generale. Il taccagno conserva anche nel migliore dei casi un'accezione negativa, perché in qualche modo è sempre la paura e il conflitto interno a farla da padrone e non c'è una lucidità completa come nel parsimonioso;

- parsimonioso, persona che è consapevole che il denaro è un mezzo ma al tempo stesso che è una risorsa limitata e quindi tenta di raggiungere l'appagamento e ciò che desidera spendendo le risorse in modo efficiente. Il parsimonioso non presenta una condotta di spilorceria ma riesce a fare una scelta razionale fra denaro a disposizione, situazione di vita e gli obbiettivi che fanno parte della sua autenticità e del suo benessere. Spende in modo lungimirante, consapevole e coerente con la sua esistenza considerando imprevisti e investimenti e al tempo stesso non fare rinuncie. Il parsimonioso si prende del tempo per fare compere, in modo tale che comunque la spesa sia appagante, sia razionale e con la spesa minore. Il parsimonioso è colui che dopo un'attenta riflessione potrebbe comprare anche il bene più costoso se quello è ciò che gli serve, in quanto necessità ad esempio di standard elevati di qualità affinché duri nel tempo. Il parsimonioso è colui che non commette errori e ha un programma di spesa e investimento funzionale. Il parsimonioso si potrebbe vedere come una sorta di taccagno razionale, una persona che quantifica, si pone obbiettivi e tenta di organizzare le spese in modo tale da annullare i rischi, avere una scorta di denaro sufficiente per i possibili imprevisti e al tempo stesso spendere per il suo appagamento senza sprechi. Essere parsimoniosi è una delle cose più difficile da fare perché è necessario comprendere la realtà, comprendere i rischi, non fare errori deduttivi e riuscire al tempo stesso a fare spese efficaci per il proprio appagamento senza fare rinuncie eliminando eventuali paranoie e paure. Molte persone probabilmente si dichiarano parsimoniosi per poi però fare degli errori che li portano in qualche modo a non esserlo di fatto, anche se lo erano nelle intenzioni.

 

 

 

Queste sono le quattro motivazioni che spiegano come le persone si rapportino con il denaro, a volte ne possono coesistere più di una contemporaneamente. Guardate il comportamento di chi volete comprendere, cercate di capire in quali di questi quattro punti ricade.

 

Queste componenti possono produrre comportamenti tipici quali:

- avidità, il termine avidità letteralmente significa "intenso desiderio" e viene associato al concetto di denaro per descrivere un soggetto che nel suo essere interessato al denaro sfocia in comportamenti antisociali e abusi vari, cioè la persona è disposta a generare sofferenza intorno a sé pur di inseguire il suo obiettivo. Ad esempio sarà avido il politico che per accumulare soldi si è lasciato corrompere danneggiando la collettitività, o sarà avido l'imprenditore che per risparmiare denaro inquina danneggiando le persone che vivono in quel posto, avido il padre che accumula non pensando al benessere dei figli privandoli di qualcosa che invece avrebbe potuto offrirgli;

 

- gretto, evidenzia un fenomeno in cui il soggetto non segue la dinamica di scambio. Ad esempio se riceve regali poi quando tocca a lui fare il regalo non lo fa o lo fa spendendo di meno. Se fra gli amici ognuno paga a giro ogni tanto, lui fa in modo di saltare il suo turno, etc... Il gretto danneggia la sua socialità apparendo antipatico agli occhi degli altri;

 

- spilorcio, si definisce spilorcio un soggetto che tenta di spendere il meno possibile entrando in quella che viene definita come logica fallace di risparmio. Le attività più comuni dello spilorcio oltre quella del risparmiare sono anche quelle di porre attenzione all'usura degli oggetti, persone che vivono in continui stati ansiosi pur di non "rovinare" così dopo non dovranno rispendere. Persone che perdono in salute (mentale e fisica) ed energie esistenziali quello che risparminano in soldi. La fallacia di queste persone consiste nel non rendersi conto che spendendo il meno possibile a tutti i costi scendono in dinamiche assurde quale comprare roba che non è sufficiente, che si robe subito, che danneggia loro stessi. Un altro esempio di spilorcio è quello che si rovina la salute e l'appetito per spendere il meno possibile alla dieta, mangiando roba di scarsa qualità non rendendosi conto del peso che questo avrà a lungo termine e sulla sua qualità esistenziale e di quanto ad esempio lo ripagherà con medicinali, malattie, sofferenza. Lo spilorcio è chi mette in secondo piano i suoi desideri, ciò che è, la ricerca del piacere e della qualità perché irrazionalmente lascia il denaro sia la cosa più importante. L'essere spilorci è al tempo stesso un modo per assecondare le spinte a non spendere ma anche per aggirare la sofferenza stessa collegata alla spesa, come se sopraggiungendo il "Costa poco" "è un affare" il soggetto riesce a spendere senza quel conflitto interiore. 

 

L'avido danneggia gli altri, il gretto non scambia con gli altri ricevendo e non dando, lo spilorcio danneggia se stesso.

 

 

 

 

 

Quando vediamo una persona tendere all'accumulo o al risparmio non possiamo capire facilmente le motivazioni che vi sono dietro e i pensieri che vi sono dietro, una persona potrebbe non spendere per tirchieria, taccagneria o avarizia, da fuori sembrano uguali ma solo chiedendo si scopre quale è la reale motivazione.

In alcuni casi queste motivazioni possono coesistere, si sommano producendo un comportamento ancora più intenso orientato al denaro.

 

 

Un test per rendersi conto del proprio stato è quello in cui si perde del denaro o si ha la percezione che qualcuno ce lo abbia sottratto ingiustamente.

Pensa a come hai reagito nel passato e vedi in quale di questi punti il tuo comportamento corrisponde:

- l'avaro tende a provare un senso di rabbia improvvisa ed esplosiva, cercando in tutti i modi di lottare per riavere indietro quanto perso. La rabbia è proporzionale alla cifra persa;

- il tirchio ha una reazione probabilistica, a volte si sente in colpa a volte no, dipende da come è stato educato. Potrebbe anche provare un senso di orgoglio ferito nel pensare che qualcuno si sta godendo i suoi soldi;

- il taccagno pensa subito a ristabilire la "soglia di sicurezza" e anzi è probabile che la alzi ulteriormente perché questo evento gli fa capire che comunque i soldi si possono perdere e quindi avrà bisogno di una soglia più alta per sentirsi sicuro;

- il parsimonioso se ne frega, vede i soldi come un mezzo e nient'altro, c'è un leggero dispiacere ma niente di più.

 

 

APPUNTI: 

non riuscire a spendere soldi per un condizionamento? associare ogni spesa di denaro come una perdita e un danno.

Solo l'avaro è un accumulatore? 

O anche il tirchio potrebbe avere il dovere di accumulare?

Che vuol dire morto di fame?

lo spendaccione è il dissoluto?

ultima modifica il: 08-03-2019 - 10:46:03
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