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- Proiezione -
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Cos'è la proiezione in psicologia?

Si definisce proiezione quel meccanismo in cui un soggetto in assenza di conoscenza dell'altro nel tentativo di comprendere l'altro non può far altro che partire da ciò che già conosce nel formulare ipotesi, quando la persona inizia a formulare ipotesi partendo da sé ecco che si tratta di proiezione.

Collegare con fallacia autoreferenziale.

La proiezione si potrebbe descrivere come la costruzione di ipotesi a partire da sé,  basandosi sulla propria persona, secondo meccanismi come "io farei così, quindi potrebbe farlo anche lui" o "io penserei così, quinidi potrebbe pensarlo anche lui".

La proiezione si dfferenzia dall'egocentrismo in quanto quest'ultimo punto descrive la credenza del soggetto che gli altri siano come lui, ciò che sente, ciò che vede con uno schema "io penso così, gli altri pensano così e sono come me".

La proiezione invece è un metodo più scientifico, la persona sa che non può saperlo e nel formulare ipotesi prende spunto da sé.

Qui ci si rende conto dell'utilità di questo concetto, quando ascoltiamo una persona formulare ipotesi, se la persona sta proiettando il come ha formulato quell'ipotesi ci dice chi è lei.

 

Prendiamo una persona che tende a truffare e che sta avviando un rapporto con un'altra persona che non conosce a fondo, la prima cosa  che porebbe pensare dell'altro è "se mi vuole truffare" proprio perché nel tentativo di conoscere l'altro è partito con delle ipotesi che hanno preso spunto da sé.

Non c'è sempre proiezione, non si può concludere arbitrariamente che ogni ipotesi sugli altri sia basata su proiezioni di sé, detto in altri termini questa non è una regola esatta, se c'è modo di dimostrare che l'altro sta priettando allora si può dire "stai avendo paura di qualcosa perché sei il primo a fare ciò che temi e hai paura che anche gli altri la facciano a te" ma non è sempre così.

DA RISCRIVERE

Per capire cosa sia la proiezione è necessario entrare nell'ottica che l'essere umano non è un essere dotato di conoscenza perfetta e illimitata e che nel momento in cui tenta di rappresentarsi la realtà per capirla potrebbe invece di scavare, osservare e indagara la realtà esterna proiettare parte di sé negli altri per coprire i buchi.

Cioè il soggetto invece di dire "Caio è una persona unica e per capire come pensa in un dato argomento è necessario indagare e chiederglielo" il soggetto attribuisce a Caio il suo stesso pensiero in quell'argomento.

La proiezione in alcuni casi però potrebbe manifestarsi non come euristica per evitare di scavare ma potrebbe presentarsi come un metodo difensivo e di autoconvincimento per nascondere a sé stessi realtà scomode.

Un esempio lo si potrebbe trovare nel partner narcisistico che imposta il rapporto sul lato prettamente sessuale e potrebbe soffocare un partner che invece desidera qualcosa di più sentimentale. Nonostante il narcisismo potrebbe comunque avvertire del senso di colpa e per difendersi da questa realtà scomoda proietta questa sua sessualità oggettuale nel partner e lo vede simile a lui piuttosto di quello che è in realtà, cioè si convince che il partner abbia il suo stesso desiderio sesso invece di guardare il suo lato sentimentale.

Questo potrebbe accadere nel momento in cui il soggetto si rende conto della diversità del partner e di quanto questo stia iniziando a soffrire e per difendersi da questa realtà scomoda proietta la sua sessualità nell'altro.

La proiezione non va confusa con gli errori deduttivi, un soggetto che è convinto o deduce che il partner sia come lui non sta facendo alcuna proiezione né tanto meno una proiezione difensiva, si tratta di precredenze o percezione distorta della realtà.

La proiezione è un salto logico, dove il soggetto intenzionalmente o meno invece di osservare la realtà esterna riempie la mancanza di osservazione con parti di sé.

Lo stesso salto logico che potrebbe accadere nell'idealizzazione.

fino a qui

Per capire cosa sia la proiezione è necessario prima di tutto porsi questa domanda "perché le persone si interessano alle altre persone e ne giudicano modi di fare e comportamenti?".

La risposta la troviamo nella moralità,

 

Usato erroneamente per descrivere tre fenomeni:

- deresponsabilizzazione, sposare la responsabilità delle proprie azioni così da non sentirsi in colpa o evitare giudizi che farebbero soffrire;

- strategie di coping generali,

 

 

 

La proiezione, definisce quel fenomeno in cui il soggetto sposta i propri sentimenti su altre persone per non fare i conti con i propri doveri e con le proprie regole. Esempio "a letto con il partner faccio cose che non si dovrebbero fare ma io lo faccio solo per accontentare lui e rispettare i miei doveri di partner" il soggetto ha proiettato i propri sentimenti di appagamento nell'altro così da non fare i conti con cose come "sto facendo delle cose che non si dovrebbero fare e ne sto traendo piacere".

 

 

La metafora della proiezione si basa sul fatto che allo stesso modo di come un proiettore è in grado di proiettare il proprio contenuto su un muro e quindi guardando il muro  (vergine e bianco) è possibile vedere quello che c'è dentro il proiettore, allo stesso modo le persone tendono a "proiettare" dei loro contenuti psicologici negli altri quando c'è una scarsa conoscenza, come se una persona che non conosce e capisce il mondo non potesse far altro che proiettare negli altri quello che è lei per prima.

La proiezione (ma anche come vedremo in seguito le altre fallacie di attribuzione) gioca un ruolo cruciale in tre fenomeni:

- onore;

- vergogna;

- sensibilità.

 

La proiezione è uno dei metodi per presumere più diffuso e allo stesso tempo il più fallace, perché invece di presumere a partire dall'esterno guardando una realtà ogni volta diversa il soggetto presume a partire da come è lui, usa le sue credenze, la sua moralità, qualsiasi elemento psicologico e lo proietta (a volta senza nessuna modifica negli altri).

Quindi per fare un esempio pratico sulla vergogna, il soggetto invece di dire "io mi giudico così e quando mi autogiudico negativamente provo imbarazzo, ma un esterno potrebbe giudicarmi diversamente e quindi prima di poter presumere come questo mi giudichi è necessario che io abbia elementi su questa persona se proprio non ho intenzione di chiedergli direttamente cosa pensa e come mi ha giudicato"  taglia corto e parte dal presupposto che "io non mi piaccio, quindi nemmeno agli altri piacerò".

 

La proiezione sta tutta qui, dei passaggi mentali in cui il soggetto ha una determinato contenuto psicologico che attribuisce agli altri. In alcuni casi potrebbe rendersi conto che la realtà è più complessa di così ma comunque lo fa in automatico e questo continua ad avere un impatto sopratutto emotivo.

 

 

La proiezione per l'AB fa parte di quelle che vengono definite "attribuzioni fallaci", ne esistono cinque in totale:

attribuzione per intuito (suggerimenti inconsci), il soggetto su base istintiva attribuisce elementi su base emotiva/inconscia, quindi crede che l'altro lo giudichi in base a quelle che sono deduzioni che si potrebbero definire emotive "sente che l'altro sta pensando alcune cose";

- attribuzione per similitudine, Caio somiglia a Tizio su alcune cose, anche le altre cose saranno simili;

- attribuzione per proiezione, ovvero spostando gli elementi che riguardano se stessi nell'altro seguendo una logica lineare, io sono così quindi lo è anche l'altro;

- attribuzione per presunzione, il soggetto a partire da elementi che può vedere e osservare finisce per presumere (ovvero dedurre) caratteristiche o contenuti del pensiero dell'altro, in percorsi mentali che potrebbero essere anche complessi e articolati, ma che non possono essere presi per validi se prima non si chiede conferma al diretto interessato o comunque non si dimostrano in qualche modo. Statisticamente parlando è improbabile riuscire a prenderci in questo modo almeno che non si abbiano numerose informazioni e un pensiero completamente privo di fallacie facendoci capire che la maggior parte della gente attualmente presume e non ci prende. Un esempio potrebbe essere la credenza che le persone gelose siano anche quelle più romantiche, quindi il soggetto attribuisce il romanticismo ad un soggetto che scopre essere geloso; 

- attribuzione per estensione, ovvero similutidine interna (se è bello sarà anche intelligente)

visione canonica, il soggetto si basa sull'esperienza e sulla sua statistica di vita (cosa che potrebbe risentire dell'euristica della disponibilità) attribuendo

 

Queste fallacie di attribuzione possono portare a due tipologie di visione:

visione universale, il soggetto conclude che qualcosa sia attribuibile ad ogni altro essere vivente. Questa visione potrebbe essere frutto di uno o più elementi precedenti.

visione generalizzata, il soggetto raggruppa le persone o le cose sulla base di una caratteristica e le vede come "tutte uguali o simili";-

 

una volta che si sono generate queste due visioni nascono di fatto altre due possibili fallacie di attribuzione:

- attribuzione per generalizzazione, "anche lei è come tutte le altre donne" ormai il soggetto attribuirà a quel gruppo delle caratteristiche;

- attribuzione per assolutizazzione, tutte le persone hanno bisogno di amore, ormai il soggetto non conoscendo qualcuno gli attribuirà il bisogno di amore.

 

Queste cinque attribuzioni fallaci insieme producono quella che l'AB definisce autoimmagine, cioè il soggetto tramite queste attribuzioni fallaci riesce a farsi una ricostruzione mentale di come gli altri lo vedano, lo giudicano, lo percepiscono, etc..

 

Nel presumere c'è la possibilità di farlo in modo euristico,  il soggetto deduce rapidamente partendo da qualsiasi elemento sia che scorge all'esterno che già possiede, deducendo che l'altro stia pensando o provando qualcosa in base a queste conclusioni. Non si parla di presumere qui ma più di pensiero automatico, delle deduzioni rapide, potrebbero esserci dei passaggi in cui rapidamente si tenta di presumere ma per evitare confusione vanno considerate come euristiche in generale;

 

Attribuzione fallace e intransigenza

Ad alimentare il fenomeno dell'attribuzione fallace c'è una personalità dietro che si definisce come intransigente, cioè di una persona così convinta di sé e con poco acume che invece di tentare di spiegarsi la realtà volta per volta analizzandola, osservandola e solo dopo facendo uso della propria conoscenza (sempre in modo critico) tenta continuamente di far rientrare la realtà nella sua visione, spiegandola con cià che già sa, cosa che potrebbe essere considerata anche come un'euristica perché dà modo al soggetto di capire subito senza spendere risorse, capire che altro non è che un'illusione ma che comunque fa comodo o almeno il soggetto la percepisce come una comodità.

 

 

Facciamo un esempio di proiezione, c'è una persona che tende a giudicare in modo critico gli altri e costantemente (anche se si limita a tenere quei pensieri per sé) questa persona quando conosce un'altra persona potrebbe presumere "Anche lui mi giudicherà così aspramente". 

Persone che hanno uno spiccato punto di vista morale potrebbero avere perfino dei disturbi a causa di quelli che percepiranno essere continui giudizi aspri nei loro confronti da parte di altri che in realtà non esistono ma sono solo un'attribuzione come già spiegato.

 

Si legga onore e vergogna per avere due esempi approfonditi di queste fallacie.

 

Le fallacie di attribuzione ci fanno capire perché sia così difficile per una persona capire gli altri o meglio le persone si illudono di capire ma in realtà possiedono delle informazioni che invece di aiutarli peggiorano la qualità delle interazioni perché vedono e si attendo un comportamento che non arriverà a causa della loro percezione distorta. Capire gli altri richiede non solo che il soggetto abbia capito in modo più accurato possibile le varie dinamiche umane ma che poi sia in grado di presumerle in modo valido senza che cada in quegli inganni che la mente per comodità insegue. D'altronde chi è disposto a passare mesi e mesi di analisi, dialogo e dimostrazioni per capire l'altro? Chi è disposto ad indagare per anni gli esseri umani per avere una base di consapevolezza e capire le personalità altrui? Ecco perché queste fallacie fanno comodo, perché danno l'illusione di aver capito e il rapporto avviene lo stesso anche se fra tensioni e attriti continui.

FINO A QUI

Quello che è accaduto è che la persona ha preso quella che è una propria caratteristica e l'ha proiettata sull'altro, in questo particolare caso è stato fatto con dubbio ma potrebbe accadere anche l'altro lo faccia in modo certo pensando che l'altro sia effettivamente così.

La cosa potrebbe evolvere fino a scenari paradossali in cui il soggetto se particolarmente sensibile al giudizio potrebbe iniziare a temere quel soggetto su cui ha proiettato parte di sé, definendo lo scenario di una persona criticona ma al tempo stesso sensibile al giudizio e che soffre del fatto che proietta parte di sé negli altri generando figure che le fanno provare angoscia, imbarazzo e vergogna ansiosa.

 

La proiezione diventa utile perché fornisce indizi su caratteristiche di personalità specialmente in quei soggetti con cui è difficile instaurare un dialogo costruttivo e conoscitivo. 

 

L'AB considera la proiezione come una conoscenza di sé che il soggetto usa come appiglio consciamente o per necessità per tentare di conoscere persone sconosciute.

L'AB rifiuta la definizione di proiezione psicoanalitica perché messa su un fronte del rifiuto, cioè parla di proiezione solo nel momento in cui il soggetto tenta di nascondere a se stesso dei suoi lati negativi e per meccanismo di difesa finisce per far comparire nelle altre persone, come se questo avesse una sorta di "rafforzamento della deresponsabilizzazione" dato che sono gli altri a farlo e non io, un rafforzamento dell'autoconvincimento. L'AB concorda con tale meccanismo ma non concorda sul fatto che la proiezione vada ridotta esclusivamente al rifiuto di sé, si può proiettare sull'altro anche quando questi meccanismi di sé sono accettati (sia quando percepiti negativamente ma anche quando non si percepiscono negativamente) ed utilizzati quindi non solo come mezzo difensivo (questo probabilmente è l'utilizzo minore che si fa) ma come mezzo conoscitivo in cui il soggetto usa se stesso per tentare di capire l'altro.

 

L'errore più comune che si fa nella proiezione è quello di scambiare la proiezione per l'analisi delle parole usate da un soggetto. Cioè il come una persona parla e come giudica sono indicatori della personalità (utilizzati anche da questo sito) ma questa non è proiezione, se una persona disapprova qualcuno vuol dire che dentro di sé quella persona rifiuta e giudica negativamente chi produce quel comportamento, ma ancora una volta questo non ha nulla a che fare con la proiezione.

 

DA APPROFONDIRE LA PROIEZIONE DA UN PUNTO DI VISTA PSICOANALITICO

In psicoanalisi con il termine proiezione si fa riferimento ad un altro fenomeno, quello dove il soggetto come meccanismo di difesa tenta di attribuire la responsabilità delle proprie azioni all'esterno ovvero come sinonimo del concetto di deresponsabilizzazione. 

 

Proiezione in ambito sessuale in cui alcune persone per difendersi proiettano i loro stessi contenuti dissonanti su altre persone l'esempio della donna che potrebbe provare eccitazione con contenuti che per la repressione sessuale trova inaccettabili e per difendersi li proietta sugli uomini giudicandolo come "porci" e in questo modo è come se distogliesse la propria attenzione da sé agli altri.

Proiezioni della responsabilità, metodo stabilizzante per non sentirsi in colpa, identificando come qualcuno dell'esterno come colpevole. "Mia nonna ogni volta che faceva un danno, guardava chi aveva intorno e diceva, l'ho fatto perché voi mi fare deconcentrare, così non si sentiva in colpa, perché la colpa era sempre degli altri in qualche modo"

 

 

ultima modifica il: 27-08-2017 - 14:16:43
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